Castiel usciva poco di casa da quando era caduto. Lo faceva solo quando
rimaneva solo, o quando vedeva Dean di cattivo umore, o quando
cominciava a litigare con il fratello. Allora si defilava da casa di
Bobby (che ora era la loro casa, nonostante tutti i brutti ricordi),
diretto verso la piccola radura là dietro, e aspettava. La
prima volta che ci era andato non sapeva neanche lui cosa aspettasse.
Poi era arrivato Dean, come tutte le altre volte. Sembrava tanto una scena da film, detta così, ma non
lo era: Dean si limitava a guardarlo, e Castiel ricambiava lo sguardo
fino a che non ce la faceva più, si alzava e ritornava sui
suoi passi. Non sapeva perché il cacciatore non si
avvicinava mai, non sapeva perché aveva quello sguardo
triste. Avrebbe voluto saperlo.
Quella volta – l'ennesimo giorno in cui si era nascosto
lì – il cielo era così scuro che
sembrava notte, nonostante fosse ancora primo pomeriggio. Non lo aveva
notato, nella fretta di andarsene.
Forse non avrebbe dovuto farlo, a dirla tutta. Le parole “Non
voglio vederti così giù, Cas, non sembri neanche
più tu” forse sarebbero dovute essere qualcosa di
carino, di dolce, rassicurante, ma gli avevano messo solo una gran
paura.
Quando tuonò, alzo gli occhi verso le nuvole che venivano
rapidamente attraversate da una scarica di elettricità.
Aveva visto tanti temporali, anche da umano, ma c'era sempre stato
qualcuno a coprirlo con l'ombrello come si farebbe come un bambino,
perciò non sapeva come comportarsi. La pioggia gli
bagnò lentamente il viso e i capelli, prima che un ombrello
scuro si piazzasse sulla sua testa, riparandolo.
Si ritrovò ad abbracciare Dean, stretto, come se avesse
paura di essere lasciato lì da solo e – diamine,
quando aveva cominciato a piangere? Se lo chiese mentre stava
lì, confuso dal calore di Dean e dalle braccia di Dean e
dalla sua voce e da quei singhiozzi e il suo cervello si
scollegò, riuscendo a percepire a malapena le ultime parole:
-Mi dispiace di essere sia l'ombrello che la pioggia.
Note
dell'autrice:
Avevo detto che avrei aggiornato
presto... sì... l'avevo detto...
Ok, chiedo perdono con le ginocchia sui ceci, ma seriamente non ho
avuto tempo per niente D:
L'ispirazione
che andava e veniva, l'inizio del ginnasio e anche di una vita sociale
(?) mi hanno bloccata per quasi un mese, abbiate pietà!
Coooomunque,
passiamo alle cose serie. 344 parole secondo il contatore di
OpenOffice, non ancora Fluff ma
vigiurochecelapossofaresìcomeno. Dovete
benedire/maledire Tumblr per questa cosina, perché tu
semplicemente non
puoi e ripeto NON PUOI abbinarmi certe frasi a immagini Destiel. NO.
Grazie
a chi ha recensito (giuro che prima o poi vi rispondo
çwç), alle
persone che hanno aggiunto tra preferiti e seguiti e anche solo a chi
legge, mi piacerebbe sapere il vostro parere c:
Non si è capito che mi sto fumando il cervello ma proprio no
Ethel
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