epilogo
TRUTHS
Epilogo
Sirius si appoggiò al tavolo
della cucina, emettendo un sospiro impaziente ma divertito, mentre
guardava l’orologio. Finalmente dopo che l’impazienza prese
il sopravvento, andò nel corridoio e urlò fuori dalla
porta del bagno chiusa “Harry James Potter! Sbrigati o faremo
tardi!”
Ascoltò rumori strani nel
bagno, e maledizioni mormorate a bassa voce che gli fecero alzare il
sopracciglio , guardò la porta aprirsi, rivelando un Harry
piuttosto seccato. “ Non riesco ad appiattire questi dannati
capelli!” esclamò passandosi la mano tra i capelli
per enfatizzare il punto.
Sirius ghignò “ Prima
di tutto, Linguaggio. Non farti sentire da Lunastorta parlare in questo
modo o mi taglierà la testa. Secondo non ci provare nemmeno. Hai
la più pallida idea di quanti incantesimi e prodotti abbia usato
tua nonna per appiattire i capelli di James prima di rinunciarci
definitivamente? È la maledizione dei Potter. Convivici!”
“Ma… è come se fossi appena uscito da una galleria” disse Harry frustrato.
“Cos’è una
galleria?” chiese Sirius alzando un sopracciglio “ Lascia
perdere. Senti dimenticati dei tuoi capelli per ora, puoi combatterci
più tardi. E sarà una battaglia infernale!. La tua roba è pronta?”
“Sì Sirius”
disse Harry, roteando gli occhi. “Ho preparato tutto due giorni
fa, come ha insistito Remus”
“Bene! Prendi il tuo baule e
andiamo. C’è una macchina del ministero che ci aspetta
fuori” disse Sirius, camminando verso la porta d’ingresso
“ E non roteare gli occhi!” aggiunse sopra la sua spalla.
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Harry sorrise, scosse la testa e
andò nella sua stanza a prendere le sue cose. La sua civetta
bianca era già nella gabbia, desiderosa di andare. Era stata un
regalo di compleanno di Hagrid e Remus aveva insistito che la chiamasse
Edvige.
Guardandosi intorno, Harry vide il
suo manico di scopa in piedi da solo nell’angolo vicino alla
scrivania. Per un momento dibatté se fosse il caso di portarla
con lui, ma alla fine realizzò che Sirius l’avrebbe
scoperto. Perciò con un sospiro, prese il suo baule e la gabbia
di Edvige, e si diresse nel salotto.
Sirius sorrise orgoglioso alla
vista “Ma guardati! Pronto per il primo anno ad Hogwarts! Non hai
idea quanto io abbia aspettato questo momento!”
Harry rise “Oh no, lo so! L’hai detto almeno centosessantacinque volte da quando ho ricevuto la mia lettera”
“Oh sì” disse
Sirius pensieroso “Bè forza allora. Abbiamo solo
quarantacinque minuti per arrivare a Londra e sistemarti sul
treno”
Sirius si incamminò per primo verso la macchina del ministero che stava aspettando fuori.
“Non puoi incantare il mio
baule? Questa cosa è piuttosto pesante” disse Harry
respirando affannosamente,faticando con il baule e la gabbia.
Sirius si limitò a ghignare “No! Fa parte dell’esperienza di Hogwarts!” disse felice.
Harry lo guardò male e
continuò a trascinare il suo baule per il vialetto fino alla
macchina. Finalmente Sirius ebbe pietà del suo figlioccio, e lo
aiutò a sistemare gabbia e baule nel bagagliaio. I due di
sedettero nei sedili posteriori della macchina. E aspettarono che
l’autista iniziasse il viaggio verso la stazione di King’s
Cross.
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“Okay dimmi di nuovo come
devo fare questa cosa?” sussurrò Harry, fissando
scetticamente il solido muro di mattoni tra i binari nove e dieci.
“Cammina dritto attraverso il
muro” disse Sirius dopo che un gruppo di babbani si
allontanò così da non riuscire a sentirli. “ Lo
giuro non è uno scherzo” aggiunse alla vista sopracciglio
alzato di Harry “Che c’è? Non ti fidi di me?”
“Non dopo quella volta quando
avevo otto anni, e tu mi hai detto che il muro nel ripostiglio di Remus
portava da Zonko” disse seccamente.
Sirius ghignò “Non
dirmi che sei ancora arrabbiato per quello?” chiese. Un solo
sguardo alla faccia di Harry gli fece capire che il suo figlioccio era
in effetti, ancora arrabbiato per l’accaduto. “Ora non
è come quella volta. Ascolta vuoi che vada io per primo?”
Harry annuì, volendo vedere ovviamente il suo adorato padrino, rendersi ridicolo in pubblico.
“E va bene!” Sirius sospirò “Ci vediamo dall’altra parte”
Harry guardò Sirius mentre
aspettava che passasse un gruppo di babbani. Fischiettò
casualmente e camminò diritto nel muro. Poi sparì.
“Hmm” disse Harry pensieroso.
Si guardò intorno e spinse
il carrello nella barriera. Quando non colpì i mattoni, sorrise
e passò dall’altro lato.
Il treno rosso dal quale usciva
vapore, brillava bellissimo alla luce del sole. Sirius lo stava
fissando malinconico con le mani nelle tasche. Harry spinse i
carrellò più avanti e si avvicinò a Sirius.
“Era ora!” Sirius ghignò senza distogliere lo sguardo dal treno.
“Ah-Ah” rispose Harry
replicando il ghigno. Ma anche lui, senza spostare gli occhi dal treno.
Questa era la prima volta che lo vedeva. Era magnifico.
“Allora” disse Sirius
battendo le mani e girandosi verso Harry “Credo sia meglio
trovarti uno scompartimento che ne dici?”
Harry ignorò, per il momento
,la lieve tristezza nella voce di Sirius e annuì. I due si
fecero strada attraverso la folla fatta di famiglie che auguravano ai
loro bambini più piccoli buona fortuna per l’anno
scolastico, e a quelli più grandi di tenersi fuori dai guai.
Camminarono fino alla fine del treno prima di essere capaci di trovare
uno scompartimento libero. Sirius aiutò Harry a caricare il
baule e la gabbia.
“Bè, è arrivato
il momento…” disse Sirius. Alla vista dello sguardo di
Harry che era tutto meno che eccitato di andare finalmente ad Hogwarts,
Sirius chiese “Che c’è che non va piccolo?”
Harry esitò, e continuò a guardare fuori dal treno. “ E se non mi piace?” mormorò.
“Stai scherzando vero?”
disse Sirius con una piccola risata. Quando Harry continuò a
guardare fuori dalla finestra disse piano “ Vieni qui
piccolo”
Harry si voltò verso la
porta dello scompartimento, e si buttò tra le braccia aperte del
suo padrino. “TI piacerà lì “ disse Sirius
tra i capelli di Harry “Ti ricordi tutte le storie che ti abbiamo
raccontato io e Remus?” Harry annuì nella maglietta di
Sirius. “Sarà fantastico!”
“Avrei voluto che venisse anche Remus” disse Harry tristemente.
“Voleva esserci, davvero, ma doveva andare al lavoro”
“Tu sei qui”
“Bè sì, ma dal
momento che sono il capo del dipartimento degli auror, posso decidere
io i miei orari. Il lavoro di Remus non è così
flessibile, sfortunatamente” disse Sirius massaggiando la schiena
di Harry.
“Lo so”
“Tra l’altro lo vedrai presto” disse Sirius spingendolo un po’ indietro
“Sì credo di sì” Harry sospirò.
“Okay, prima che io vada, hai tutto quello che ti serve?”
“Sì”
“Hai la mappa?”
“Sì”
“Il mantello?”
“Sì”
“Le scorte di scherzi che ti ho comprato?”
“Sì Sirius”
disse Harry alzando lo sguardo e ghignando al suo padrino. Non molti
genitori avrebbero comprato scherzi ai loro figli, spiegandogli esattamente cosa farci.
“Bene” disse Sirius
controllando il suo orologio: 10.50am. Sospirò “Devo
andare. Voglio una lettera come prima cosa stasera appena arrivi al
dormitorio, dove mi racconti come è andata”
Harry annuì “Okay”.
“Prenditi cura di te. E non
fare venire ai tuoi professori più capelli grigi di quelli che
la maggior parte di loro già ha.” Disse Sirius. Dopo
averci pensato un momento aggiunse “Eccetto a Piton. Provocali
tutti i capelli grigi possibili”
Harry rise mentre Sirius lo
abbracciava forte di nuovo. Sirius baciò la testa del suo
figlioccio e si allontanò. I suoi occhi grigi erano stranamente
luccicanti.
“Ci parleremo presto” disse dirigendosi verso la porta dello scompartimento.
“ okay” disse Harry guardando tristemente Sirius che se ne andava.
“Ti voglio bene Harry” disse il suo padrino.
”Ti voglio bene anch’io Sirius” rispose Harry.
Sirius sorrise, fece
l’occhiolino, e saltò giù dal treno, chiudendo la
porta dietro di lui. Harry si sedette nel posto più vicino alla
finestra e salutò a Sirius che rispose. Questa sarebbe stata la
prima volta che sarebbe rimasto senza Sirius per un lungo periodo di
tempo. E nonostante sia lui che Remus lo avevano rassicurato che il
tempo passava velocemente, a Natale sembrava mancasse
un’eternità.
La porta dello scompartimento si aprì, ed entrarono tre ragazzi con i capelli rossi, ghignando ad Harry.
“Hey Weasleys” disse Harry rispondendo al ghigno.
“Hey Harry, Come va?”
chiese Fred Weasley, sedendosi di fronte ad Harry. George si sedette
vicino a lui e Ron vicino ad Harry.
“Tutto bene. E a te?”
“Oh sai, il solito”
disse George “Percy continua a vantarsi di essere diventato
prefetto, mamma non ci lascia prenderlo in giro, Ginny è ancora
triste perché non può venire con noi…”
“E questo mi ricorda”
disse Fred, alzandosi e aprendo la finestra. Sporse fuori la testa e
disse “Hey Ginny! Ti manderemo una tazza del gabinetto di
Hogwarts”
Harry e gli altri risero. Potevano Sentire la signora Weasley sgridare Fred, e la forte risata di Sirius.
“Sto solo scherzando mamma!” rispose Fred, facendo rientrare la testa.
In quel momento il treno si mosse
in avanti. Harry si sporse fuori dalla finestra aperta e sorrise a
Sirius, Ginny e Mrs Weasley. Lo salutarono tutti e lui continuò
a salutare finché non sparirono dietro l’angolo.
Ritornò con la testa nello scompartimento e si sedette.
“Allora” disse George cercando qualcosa nel mantello. “Chi vuole giocare a spara schiocco?”
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Remus era seduto pazientemente al
lungo tavolo, guardando il mare di studenti del primo anno che era
appena entrato dalle porte della sala grande. Guardò tra i
bambini nervosi, e finalmente posò gli occhi sui capelli rosso
fuoco di Ron Weasley. E come si aspettava, Harry era proprio vicino a
lui. Harry incrociò il suo sguardo e sorrise largamente. Remus
rispose al suo sorriso e sventolò un po’ la mano.
Harry non aveva assolutamente idea
di come sarebbe stato smistato. Sia Sirius che Remus si erano rifiutati
di dirglielo, nonostante Sirius avesse descritto dettagliatamente, e
con una faccia seria, il lago e la piovra gigante. Quando gli veniva
chiesto, Remus si limitava a sorridere e a cambiare argomento, parlando
del tempo o di qualcosa di altrettanto evasivo.
Remus rimase seduto nella sua sedia
mentre ascoltava la McGranitt fare il solito discorso agli studenti del
primo anno allineati davanti al tavolo dei professori. Andò
dall’altra parte della sala, e prese il gabello e il cappello
parlante sistemandolo davanti agli studenti. Remus nascose un ghigno
nel suo calice per lo sguardo perplesso di Harry. Tutte le volte
in cui era stato nell’ufficio di Silente Harry non aveva mai
chiesto a cosa servisse il cappello.
Lo strappo del cappello si
aprì e cominciò a cantare su tutte le case. Appena ebbe
finito, Remus applaudì insieme al resto della sala. La McGranitt
scrollò il suo lungo rotolo di pergamena.
“Appena chiamo il vostro
nome, farete un passo avanti. Io metterò il cappello parlante
sulla vostra testa, e sarete smistati nelle vostre case.” Disse
la McGranitt agli studenti del primo anno.
Remus dovette mordersi forte le labbra per non scoppiare a ridere allo sguardo totale di shock sulla faccia di Harry.
“Che cosa è appena successo?” sussurrò Silente all’angolo della sua bocca.
“Sirius gli ha detto che
avrebbe dovuto combattere contro la piovra gigante” disse Remus
con la voce che tremava sull’orlo delle risate.
Il preside soffocò una risata e scosse la testa, concentrandosi sullo smistamento.
A Remus sembrava che fosse stato
ieri il giorno in cui lui e Sirius erano andati nel Surrey a prendere
il bambino di cinque anni. Anche se c’erano stati momenti
difficili prima che tutto si sistemasse, Remus non avrebbe cambiato
niente neanche per tutto l’oro della Gringott.
Harry era cresciuto, diventando un
magnifico giovane uomo, proprio come suo padre. Era sicuro di sé
ma non troppo, era intelligente, coraggioso e leale. Il piccolo bambino
timido con cui avevano cominciato non se ne era andato, ma si
ripresentava solo raramente.
La vita di Remus era cambiata
così drasticamente negli ultimi cinque anni, che spesso si
chiedeva se non fosse stato solo un lungo magnifico sogno. Ora aveva
avuto indietro la sua famiglia, almeno una parte, ed era più
felice di quanto non lo fosse mai stato in tutta la sua vita.
Sirius sentiva esattamente la
stessa cosa, Remus lo sapeva. Anche lo sguardo vuoto prodotto dai
cinque anni ad Azkaban non se ne era andato del tutto, ma come la
timidezza di Harry, tornava solo qualche volta. C’erano stati dei
momenti in cui i due amici ripensavano a come avevano quasi perso Harry
per Codaliscia e Voldemort, e in quel caso lo sguardo ritornava.
Ma come Remus aveva predetto durante il rapimento di Harry, le cose alla fine si erano sistemate.
Nonostante Lucius Malfoy fosse
ancora un fuggiasco, non c’era ancora nessun indizio riguardo
dove potesse essere andato, e Voldemort era ancora là
fuori aspettando il momento opportuno per tornare, la vita era
bella.
Il giorno in cui Codaliscia aveva
ricevuto il bacio del dissennatore, Sirius e Remus erano andati ad
Azkaban per assistere.( “privilegio di auror” aveva detto
Sirius scuro in volto). Era stato qualcosa che Remus non avrebbe mai
dimenticato fino al giorno della sua morte. Aveva ancora incubi
per la scena. Rabbrividì ricordandosene.
Tornando al presente, Remus si
concentrò sullo smistamento. Strinse gli occhi appena vide un
bambino dai capelli biondo platino mettere in testa il cappello. Non
aveva sentito il nome ma non c’era alcun dubbio su chi fosse,
data la sua faccia.
“SERPEVERDE!” gridò il cappello parlante senza aver quasi toccato la testa del figlio di Lucius Malfoy.
Narcissa Malfoy, una delle tante
cugine di Sirius, aveva negato di sapere degli spostamenti di suo
marito. Sirius stesso l’aveva investigata numerose volte, e aveva
persino perquisito a fondo Malfoy Manor. Il lavoro di Sirius era
concentrato nella ricerca del mangiamorte che aveva torturato Harry
anni prima, e quando l’avrebbe trovato, Remus voleva essere
presente, sarebbe stata una scena da non perdere.
“Potter, Harry!”.
Remus girò di scatto la
testa dal tavolo di Serpeverde a Harry. Stava camminando lentamente,
ancora visibilmente nervoso. Remus li sorrise rassicurante, ricevendo
in risposta un sorriso tremolante. Harry si sedette sullo sgabello e la
McGranitt mise il cappello parlante sulla sua testa. Remus
incrociò le dita sotto il tavolo. Aggrottò leggermente la
fronte quanto il cappello non urlò il nome della casa di Harry
dopo due minuti.
Finalmente dopo quella che sembrò un’eternità, il cappello urlò alla sala “GRIFONDORO!”
Remus dovette resistere
l’impulso di saltare in aria e festeggiare con il resto dei
grifondoro. Si limitò a fare un sorriso enorme e ad applaudire
forte mentre Hagrid fischiava. Harry si tolse il cappello e andò
a sedersi con i suoi compagni di casa.
Quando si girò verso Remus
aveva un ghigno che andava da un orecchio all’altro. Remus
rispose e alzò leggermente il sopracciglio. Il ghigno di Harry
svanì leggermente per mezzo secondo, ma scosse la testa e
cominciò una discussione con Percy Weasley.
L’unica persona che Remus
aveva visto, per la quale il cappello aveva impiegato tanto tempo era
stato Sirius durante il loro primo anno. Sirius aveva ammesso
recentemente che il cappello volesse metterlo a Serpeverde, ma dopo un
lungo dibattito nella sua mente, l’aveva convinto che Grifondoro
era la cosa migliore per lui.
Un giorno avrebbe chiesto ad Harry
che cosa gli aveva detto il cappello. Anche Ron Weasley fu smistato a
Grifondoro, con grande sollievo da parte di Harry. Quei due, insieme ai
gemelli erano stati praticamente inseparabili da quando si erano
incontrati tanti anni prima.
Appena Blaise Zabini fu mandato a
Serpeverde, la cerimonia finì. Silente si alzò, stese le
braccia in segno di benvenuto, e disse con uno sguardo radioso agli
studenti. “ Ho solo quattro parole da dirvi al momento e sono:
Pigna, pizzicotto,manicotto, tigre!”
Gli studenti e qualche insegnante
risero. I gemelli Weasley cominciarono a canticchiare“
Finalmente!” appena il banchetto apparve davanti a loro. Era
magnifico proprio come Remus se lo ricordava. Sarebbe andato più
tardi a fare i complimenti agli elfi domestici.
Appena il cibo fu divorato dagli
studenti affamati, e i piatti d’oro ripuliti, Silente si
alzò e cominciò il suo solito discorso di benvenuto.
Erano le solite cose, era vietato entrare nella foresta proibita
Remus spedì ad Harry uno sguardo di avvertimento; Harry si
limitò a ghignare in risposta imbarazzato), e i pericoli del
platano picchiatore. La lista di Gazza di oggetti proibiti era
aumentata dai tempi di Remus, e aveva un sospetto che i gemelli Weasley
fossero i responsabili.
“Infine” disse Silente
agli studenti “Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di
difesa contro le arti oscure il professor Remus Lupin”
Remus soffocò una risata
appena Harry e i Weasley lo incitarono ad alta voce, e ignorò
gli sguardi dal tavolo dei Serpeverde. Salutò educatamente prima
che Silente continuasse “Adesso, è ora di andare a letto!
Le lezioni cominciano molto presto domani mattina! Forza Forza!”
Alcuni degli studenti più grandi sbuffarono, ma cominciarono a dirigersi verso le porte della sala grande.
Harry sembrava volesse ignorare il
richiamo di Percy per quelli del primo anno per andare a parlare con
Remus. Remus scosse la testa e disse con le labbra”Ci vediamo
domani” Harry si accigliò leggermente ma salutò
Remus con la mano e seguì Percy fuori dalla sala per andare
nella torre di Grifondoro.
Sì, pensò Remus sorridendo, le cose andranno bene. E questo è solo l’inizio.
Non
ci credo siamo alla fine della prima storia!! Mi raccomando leggete il
sequel Lies che metterò online domenica prossima ! buona
settimana e recensite!!!
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