La stanza era la
riproduzione quasi esatta di quella del castello che li aveva
ospitati nel lontano 1494. Katherine si è sempre tenuta alla
larga dai suoi appartamenti privati. Non stava facendo la preziosa,
era timida e aveva timore di trovarsi sola con lui.
Il sesto senso ce
l'ha sempre avuto sviluppato.
Klaus si versa una
tazza di caffè. Ma che aveva di tanto strano, quel castello?
Il bosco era pieno di selvaggina e le battute di caccia
spettacolari. Un po' cupo e scomodo da attraversare quando pioveva.
Ricorda bene la volta che si era messo a cercarla e non si vedeva un
palmo dal naso.
Quando hai detto 'se
ti succedesse qualcosa, non me lo perdonerei', mentivi? Ti fregava
qualcosa di me o era solo per tenermi buona in vista del sacrificio?”
L'avrebbe strangolata
sul posto. Per poco non perdeva la dopplergänger scovata
con tanta difficoltà. Klaus gratta la barba, fissando il
tavolo della cucina. L'alba sta sorgendo. Elijah è appena
rientrato dal suo appuntamento macabro con la strega.
“Già in
piedi?”
“Non ho dormito.
Ricordi quella volta che abbiamo dovuto battere il bosco perché
la cretina aveva disobbedito all'ordine di tornare al castello
prima dell'acquazzone?”
La voce di Klaus è
un mormorio dimesso e pensoso. Elijah gli sottrae la brocca di caffè
e si siede di fronte a lui. “Per poco non mi staccavi la
testa.”
“Che cosa è
successo quella notte?”
“L'hai riportata
al castello, ti sei arrabbiato di nuovo con me, poi con la cameriera
che non riusciva ad accendere il legno umido e sei tornato nelle
scuderie a strigliare il cavallo perché eri furioso.”
“Ehilà,
tutti in piedi? Oggi tocca a te, impiastrarti di pappa.”
Come se fosse un
fastidio. Mikeal si è appena svegliato e sbadiglia ancora.
Odora di talco per bambini e quell'odore particolare che hanno solo i
neonati. Lo mette di buon umore.
“Prova il parere
di una donna.”
Hayley tira fuori la
testa dal frigo, posando il cartone di uova vicino ai fornelli. “Che
parere?”
“Una
sciocchezza...” Klaus sventola le dita in aria, preparando
piattino e cucchiaio colorato e scaldando il latte per il piccolo.
“Immagina di essere bloccata in un bosco da un acquazzone...”
“Il tuo cavallo
ti ha disarcionato perché non è stupido e conosce
l'esistenza di un posto asciutto e confortevole chiamato scuderia”
continua Elijah distraendo il bambino dall'attesa. “Ti sei
ferita, sei sola e impossibilitata a chiedere aiuto...”
“Mi chiedo come
facevate prima dei cellulari” Hayley finisce di preparare
l'omogeneizzato e lo scarica nel piattino. “Sono in una
situazione schifosa ma non mi perdo d'animo. Cerco l'uscita del
bosco.”
“Ma si è
anche alzata la nebbia e stai congelando. Per tua fortuna, un baldo
cavaliere decide di sfidare la sorte e corre a cercarti...”
“Lo stupido
che poteva starsene in panciolle di fronte al fuoco, impiega quasi
tre ore per ritrovare la vecchia megera...”
Sta parlando di
Katherine. Hayley rompe un uovo e aggiunge il bacon alla pietanza.
Non ha dubbio sull'identità dello stupido. “Va
avanti.”
“La trova e la
riporta al castello, fine della storia.”
“Ma cosa è
successo sulla strada di ritorno? Mancano i dettagli. Come l'ha
riparata dal freddo? Le ha portato dei vestiti asciutti? Che parere
dovrei esprimere, in merito?”
“Se fossi la
donna in questione che cosa avresti provato?”
“Per lo stupido,
il cavallo che mi ha disarcionato o la situazione in se?”
“Per lo stupido
di cui è innamorata.”
“Non è
innamorata” rettifica Klaus, repentino. “E' interessata.”
Elijah lo guarda di
traverso. “E' innamorata.”
Hayley affoga i cereali
nel latte e li mescola attentamente. “Beh... se l'uomo di cui
fossi innamorata mi venisse a cercare affrontando le intemperie...”
“Veramente ha
aspettato che smettesse di piovere!”
“Non rovinare il
racconto col tuo cinismo” borbotta ingoiando un boccone delle
uova strapazzate. “Che cosa è successo una volta al
castello? Lo stupido l'ha portata nelle sue stanze?”
“Sei mai stata in
un castello? E' freddo e pieno di spifferi. L'unico camino acceso era
il suo...”
“... quindi l'hai
portata nelle tue stanze e le hai asciugato i capelli di fronte al
fuoco?”
Klaus tace,
imbarazzato. Hayley smette di mangiare e sorride. “L'hai fatto,
vero?!”
“Non esistevano
asciugacapelli a quell'epoca.”
“Incredibilmente
dolce da parte tua...”
“Perché
voi donne ammantate tutto di romanticismo?” Klaus la guarda,
esausto dal rifiuto del piccoletto di mangiare. “Mi serviva per
il rituale! Non c'era alcun interesse dietro!” insiste, pulendo
per la terza volta lo schizzo di pappa sulla gota.
“Possiamo tornare
all'argomento originale?” Elijah prende il posto del fratello
che ha perso la pazienza. “Mi sto divertendo.”
“Klaus non vuole
il mio parere. Klaus vuole sapere perché Katherine non gli ha
ancora rivelato i suoi sentimenti.”
“No! Klaus vuole
sapere perché Katherine ha preferito cadere da un palazzo di
QUATTRO PIANI invece di passare quattro pulciose ore in una stanza
che UNA VOLTA LE PIACEVA, in quanto IDENTICA a quella del castello!”
esclama il diretto interessato, muovendo le mani per dare enfasi al
discorso.
“Nik, senza
offesa. Se provassi qualcosa per te, lo seppellirei sotto uno strato
di cemento armato e mi cucirei la bocca col fil di ferro.”
Hayley giocherella con il bacon, masticandolo con aria divertita.
“Hai detto che la stanza era quasi identica. Forse le ricordava
la nottataccia nel bosco. Lei non era così, vero? Così
dura e stronza, intendo.”
“Era piuttosto
dolce e romantica.” Elijah sospira, evitando di guardare il
fratello. “E' cambiata dopo gli eventi del castello...”
La donna ha smesso di
mangiare. Posa il mento sui pugni chiusi e si concentra su Klaus.
“Hai distrutto la sua vita e i suoi sogni di ragazzina. Non
puoi pretendere che si leghi a te dopo tutto quello che le hai
fatto.”
“Non lo pretendo”
mormora fissando il bambino che ha preso il piattino e sta cercando
di morderlo. “Gli sta spuntando un altro dentino.”
“Eppure dopo
tutto questo tempo, prova ancora qualcosa per te...” sussurra
continuando a fissarlo. “Cosa le avevi promesso?”
“Mah... le solite
cose...”
“L'amore eterno?
Il matrimonio? Una nidiata di bambini?”
“A grandi
linee...”
Hayley non parla più,
si limita a guardarlo al di sopra dei propri pugni. Il suo silenzio
urla disapprovazione.
“A quel tempo le
ragazze erano stupide... ci cadevano.” Klaus solleva le spalle
come se la cosa fosse irrilevante. “Katherine era stata
ripudiata dai genitori per aver avuto un figlio fuori dal
matrimonio...”
“Perciò
hai pensato bene di farla innamorare, prometterle il matrimonio,
illuderla con una famiglia che non avrebbe mai avuto, tormentarla per
cinquecento anni e poi ti stupisci se preferisce ammazzarsi che
restare nella stessa stanza con te per più di cinque minuti!”
Non ho provato ad
ammazzarmi. Sono scivolata! Katherine
si morde le labbra per non urlare la sua
verità. Hayley non la conosce, ma l'ha capita piuttosto bene.
Ascoltare il racconto da tre voci diverse, è stata una botta
allo stomaco.
“Forse il suo
stupido e mal riposto amore per te ha raggiunto l'apice quella sera,
in quella stanza e ritrovare la stessa ambientazione, le ha fatto
saltare la valvola!”
“Perché
stai urlando?”
“Non sto urlando,
sto esprimendo ad alta voce il parere che hai richiesto, stronzo!”
Voleva salutarli prima
di andarsene. Voleva fare le cose per bene, come una persona normale.
E' evidente che deve ripiegare sul vecchio metodo della fuga
silenziosa.
“Mi sto
prodigando in tutti i modi per ottenere il suo perdono...”
“Non lo otterrai
mai, il suo perdono” mormora e quella è l'ultima cosa
che la donna riesce a udire. Il silenzio improvviso puzza. Si sono
accorti della sua presenza?
“Vieni dentro.
Stiamo parlando di te.”
E' una a cui piace dire
le cose in faccia. Quando fa il suo ingresso, l'unico contento di
vederla è Mikeal. “Si è rotta la tv e non avete
nient'altro di cui parlare? Non dovreste decidere la data delle
nozze, voi due?”
Hayley illividisce,
bruciando Klaus con una lunga occhiata accusatoria. “Che altro
ti sei inventato, disgraziato?!”
Katherine le ruba la
tazza con i cereali, affondandovi il cucchiaino. “Lo vuoi un
consiglio, dolcezza? Scappa. Scappa il più lontano possibile o
un giorno ti ritroverai di nuovo incinta e ti chiederai come diavolo
sia successo.”
Hayley si alza di
scatto, sollevando Mikel dal seggiolone che emette un buffo
gridolino. “Sta attento, vampiro. Se solo provi ad avvicinarti,
ti faccio ingoiare il mio pugno misto a verbena!”
Elijah ci mette un po'
a reagire. Vorrebbe dire qualcosa, ma riesce solo a guardare il
fratello con espressione truce. Quando anche lui li abbandona,
Katherine sogghigna. “Scommetto che richiederà
l'affidamento esclusivo del bambino...”
“Te la potevi
risparmiare.”
“Perché?
Tu cosa mi hai risparmiato?”
“Molte cose ed
ora mi pento di averlo fatto.”
Un brivido le
attraversa la schiena e le paralizza le gambe. La mano di Katherine
striscia fino al coltello che Hayley ha usato per tagliare il bacon e
le dita si serrano attorno al manico. Klaus la blocca con un gesto
serpentino.
“Dobbiamo dare
una svolta al nostro rapporto, cuoricino.”
***
Il locale è solo
per vampiri. Nessun umano si azzarda ad entrare là dentro.
Klaus spinge la porticina che fa 'din don' con leggerezza. Il
barista italiano non è in turno ed è stato sostituto da
una ragazzina con i capelli viola. Klaus si guarda attorno ed
individua Marcel, comodamente seduto a leggere un giornale sportivo.
Una gamba allungata, il portacenere pieno di sigarette, il caffè
davanti. Strattona Katherine fino al tavolino dell'afroamericano e la
costringe a sedersi. Il vampiro abbassa il giornale, un po' sorpreso.
“Non sei morta.”
“Non sono
morta...”
“Un pronostico?
Ho scommesso bei soldi su quel giocatore.”
Marcel chiude la
rivista, lasciandola cadere pesantemente di fronte a se. Ha deciso di
ignorarlo. Sa quanto lo irriti. “La tua vita mi è
costata bene due camminatori notturni, bellezza. Il tipaccio che ti
porti appresso non te l'ha detto?”
Klaus sorride. “Avrai
già trovato con chi rimpiazzarli. Sono venuto ad offrirti un
accomodamento in nome della nostra vecchia amicizia. Tu mi trovi la
strega che ha provato a rapire mio figlio, usando la magia che come
ben sai, è vietata dalle tue regole...”
Katherine spinge la
lingua nella guancia, le mani chiuse a pugno sulle cosce.
“... ed io ti
regalo la mente organizzativa della più estesa rete
vivente di copertura e spionaggio della storia umana”
sghignazza posando il braccio sulla spalle di Katherine e
scrollandola con allegria.
La donna la guarda con
odio e disgusto, ma non può dire molto a riguardo. E' stata
soggiogata a non farlo.
“Pensavo non ci
fosse nessuno più bravo di te a tirare pacchi.”
Klaus allarga le
braccia, sempre sorridente. Marcel sposta lo sguardo su Katherine.
“Tu non dici niente, bellezza?”
“Sono sempre
stata superiore a Klaus. Aveva solo bisogno di ammetterlo.”
“Capisco che hai
bisogno di un atto di fiducia che fughi ogni dubbio. Kath?”
Katherine socchiude le
palpebre, seccata. “Non ho preso la verbena. Non posso oppormi
al tuo volere, se decidessi di impormelo.”
Klaus sorride,
soddisfatto della piega degli eventi. “Chiacchierate, io vado a
fare una passeggiata. Tornerò per una risposta, amico mio.”
Katherine continua a
fissare la copertina del giornale sportivo. Quando il campanellino
della porta esaurisce la battuta, Marcel la fissa, stuzzicando il
pizzetto. “Perché perdi tempo con quello stronzo?”
“Non posso fare
diversamente.” Katherine batte le palpebre e una lacrima
scivola lungo la guancia. Non alza neppure un dito per asciugarla.
“E' nota a tutti la mia abilità manipolatrice e il
venire a patti in qualsiasi circostanza.”
“E' noto”
le concede, intrigato. “Così come è nota la
perfidia di Klaus. Sapevi che aveva pugnalato sua sorella perché
aveva osato innamorarsi di un uomo che lui considerava inferiore?”
Perché non si
stupisce? “Ti conviene accettare. Sono in possesso di notizie
che potrebbero ribaltare la situazione a tuo vantaggio.”
“E come faccio a
sapere che non sei stata soggiogata da Klaus per dirmi esattamente
quello che voglio sentirmi dire?”
Katherine guarda fuori
dal finestrone fumè. La strada è piena di gente, di
guide interne, di carne fresca. Scosta i capelli dal collo e
lo guarda fisso negli occhi. “Scoprilo da te. Mordimi.”
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