solo una cosa
- Che ne dici di questa? - chiese Georgie mostrandomi una classica T-shirt con la scritta I LOVE LONDON.
- Nah, quella è per turisti. - disse Helena.
Cercai tra le stampelle e vidi quello che faceva per noi. Una felpa di
cotone senza maniche a motivi animali ( zebrati, tigrati, leopardati,
ecc. ) con il cappuccio con le orecchie.
- E che ne dite di queste? - dissi prendendone una con le tigre.
- Che carina! - disse Giògiò venendo vicino.
- C'è anche più piccola! - disse Hel prendendone una piccina con l'orsacchiotto.
Uscimmo da quel negozio ognuna con una di quelle felpe. Quella era la
giornata del non-lavoro indetta da Helena Bonham Carter quella mattina
stessa. Eravamo uscite tutte e quattro, io, Hel, Giògiò e
la piccola Nell, e stavamo facendo il giro per un pò di negozi,
giusto perchè dovevamo perdere tempo.
Tornammo a casa. Gli "uomini" stavano tutti fuori al giardino, ognuno
impegnato in un lavoro diverso. Johnny stava dando acqua ai fiori
insieme a Tom, Billy stava sull'altalena mentre Christopher lo
spingeve. E poi c'era Tim che stava disegnando. Disegnando.
Quando vide Helena mise subito via il blocchetto e lo nascose per bene dentro una borsa nera.
- Ah, bene, vedo che avete trovato anche voi il modo di far passare il tempo! - disse Helena mentre noi tre entravamo in casa.
- Mi sa che papà si è messo nei guai. - disse Nell guardando i genitori dal vetro.
- Noi, però, andiamo sopra, ora, come ti avevamo promesso. - disse Giògiò prendendo la piccola in mano.
Salimmo le scale ed entrammo in camera nostra.
- Adesso ci facciamo belle tutte e tre! - dissi prendendo le tre
megliette dalla busta di carta. Ce le infilammo e la mia compagna prese
gli elastici.
- Li volevi ricci con le treccine, vero? - chiese Giògiò
mentre io passavo la spazzola tra i capelli biondi di Nell.
- Si. - disse lei sorridente. Io e la mia amica iniziammo a farle tante
piccole e strettissime treccine. Dopo dieci minuti avevamo finito.
Scendemmo giù, con Nell che non vedeva l'ora di farsi vedere dal
padre e dal padrino.
- Zio Johnny, papi! - disse saltellando verso il giardino.
- Amore mio, ma come sei bella! - esclamò Johnny abbracciandola.
A quel punto la pompa dell'acqua che John teneva in mano perse il
controllo ed iniziò a schizzare acqua e fango dappertutto. Tim,
anzichè pensare a sè stesso, pensò alla borsa,
che, evidentemente conteneva qualcosa di importante, Johnny corse via
mettendo in salvo la sua figlioccia, Helena cercò di fermarla,
io le diedi una mano. Il risultato non fu dei migliori. Scivolai su una
mattonella e finii dritta dritta in mezzo al fango. Perfetto. Si
sentirono gli altri ridere mentre mi spostavo una ciocca di capelli dal
viso. Risi anche io, dopotutto non c'era niente di male, ma ero sicura
che avrei ricordato per sempre quel momento come uno dei più
imbarazzanti, dopotutto era la seconda volta che cadevo davanti ai miei
idoli, e cosa c'è di più imbarazzante se non una brutta
figura davanti a persone importanti? Ma, diciamoci la verità,
mica solo davanti a certe persone sarebbe stata imbarazzante, questa
situazione.
Helena mi aiutò ad alzarmi, mi accompagnò in bagno, e mi portò dei vestiti puliti.
- Guai se esci di lì con ancora una goccia di fango. - disse scherzando.
Mi lavai per bene, mi vestii e poi salii in camera mia con ancora i capelli umidi.
La porta alle mie spalle si aprì ed entrò Tom. Cosa voleva ora da me?
- Rose, ecco, senti,... - disse titubante. - Volevo dirti una cosa. -
- Cosa? Scusarti? - dissi scherzosa.
- No, ehm, ecco, solo... - disse avvicinandosi. - Questo... - Era
sempre più vicino, riuscivo a sentire l'alito profumato di menta
sulla pelle. Le nostre labbra si sfiorarono appena mentre le sua mani
si univano alle mie, lasciano scivolare un cellulare.
Fatto questo, andò via, lasciandomi confusa e il cuore a mille.
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