L’Accademia risplendeva di una luce completamente nuova per
quei grandi occhi dello stesso colore del cielo notturno che
caratterizzavano così tanto il viso di Kuchiki Rukia.
L’idea di incontrare nuovamente Ichigo era stata come una
scarica di adrenalina per lei che lentamente, lo sentiva, si stava
spegnendo in quel mondo che privo di lui ormai aveva perso ogni
significato. In quei giorni, però, le cose erano cambiate,
lei stessa era cambiata. Seppur in modo così indiretto,
pensò sorridendo dolcemente, Ichigo la stava salvando
un’altra volta. Si era buttata a capo fitto in quel progetto
con grande felicità di Renji, che però ignorava
cosa in realtà spronasse così tanto Rukia, e che
attribuiva a sé stesso il merito per aver introdotto Rukia
in qualcosa che riusciva a farle tornare in qualche modo la voglia di
vivere. Lo stesso Byakuya, la cui diffidenza per il progetto di Renji
era stata pienamente espressa con uno sguardo di sufficienza mista a
un’aria di altezzosità che chiaramente esponeva
l’inutilità che quel progetto aveva, fu sorpreso
di constatare come in realtà quel lavoro extra avesse
portato un visibile miglioramento in Rukia.
“Non sarà niente di così gravoso,
capitano” l’aveva rassicurato Abarai Renji mettendo
avanti le mani sotto lo sguardo tagliente di Byakuya che sembrava
pronto a sbatterlo fuori dal suo studio, ma Renji continuò a
perorare la sua causa “al contrario, credo che
sarà un lavoro ben più leggero e nettamente
piacevole rispetto a quello che fa ora”.
Gli occhi dai riflessi ametista di Byakuya si erano ridotti a due
fessure “Questo è il gotei 13, Renji, non un parco
giochi e Rukia non è uno shinigami qualsiasi! Ricopre il
ruolo di tenente al suo interno”
“Non era quello che volevo dire, capitano” aveva
provato a scusarsi “Volevo solo trovare un espediente per
distrarla, dopo tutto … Rukia…” Renji
aveva abbassato lo sguardo, quasi afflitto più per
l’amica che per un dispiacere personale.
Superato quel primo momento, però, Byakuya aveva
effettivamente visto le buone intenzioni del suo precedente tenente e,
dopo un profondo respiro, aveva dato il suo consenso a Renji per
coinvolgere Rukia in quella sua idea che riguardava
l’Accademia.
Effettivamente Rukia si dirigeva all’Accademia con
un’espressione sul viso che Byakuya non le vedeva da tempo.
Si trattava della determinazione che da sempre aveva brillato nei
grandi occhi di Rukia e che da quasi un ventennio sembrava essere
sparita. E quella determinazione cresceva con l’attesa del
momento in cui avrebbe nuovamente incontrato lo sguardo rassicurante di
Ichigo. Eppure, i giorni continuavano a susseguirsi e Rukia non aveva
più rivisto Ichigo dopo quell’unica e fugace volta.
“Hado no33 hakuouki! AHHH!!” *
I pensieri di Rukia furono interrotti da un’esplosione che un
giovane studente aveva scaturito a causa della sua inesperienza
nell’usare il kido.
“Saito!” Rukia aveva gridato il nome del ragazzo
che con il viso contorto in una smorfia di dolore tentava di nascondere
alla vista dei due supervisori la ferita che si era procurato da solo
alla mano destra. Renji era arrivato prima di Rukia e stava
già soccorrendo il ragazzo sulla cui mano era apparsa
un’abrasione che si estendeva fin oltre il polso.
“Devi essere medicato, accompagnatelo in
infermeria,” aveva detto Rukia ad alcuni studenti che si
erano avvicinati, poi era tornata a guardare il ragazzo,
“forse il kido non fa per te”
Quelle parole sembrarono bruciare più della ferita che si
era procurato perché il giovane guardò Rukia
preoccupato “Kuchiki-sensei, so fare di meglio! Datemi
un’altra possibilità!”
supplicò mentre un altro studente lo spronava ad avviarsi
verso l’infermeria, ma il ragazzo sembrava intenzionato a non
volersi schiodare da lì se prima Rukia non gli avesse
concesso la possibilità che egli desiderava.
“Saito, il kido può salvarti la vita, ma se non lo
sai controllare allora ti si ritorcerà contro. Sono sicura
che imparerai… ci vorrà solo un po’ di
tempo”
Saito sgranò gli occhi e Rukia non seppe decifrare se lo
fece per il dolore o perché con quelle parole veniva
automaticamente eliminato dalla lista dei potenziali studenti che
avrebbero avuto l’opportunità d’essere
addestrati direttamente dai tenenti del gotei 13.
“Kuchiki-sensei” supplicò ancora il
ragazzo “vi prego, so fare di meglio” era un
sguardo fermo e determinato quello con cui adesso la guardava. Rukia
capì che quello che quel ragazzo cercava non era vana gloria
o puro compiacimento d’essere classificato superiore alla
media, c’era dell’altro. Saito sembrava essere
spinto da qualcosa di molto più importante, quello sguardo
sembrava avere uno scopo ben preciso e alla fine Rukia non se la
sentì di fare da ostacolo.
Mise una mano sulla spalla del giovane e disse “Va bene. A
fine giornata verrò a vedere come stai e se ti
riterrò in grado di continuare, allora avrai la tua seconda
possibilità”
Il viso di Saito si illuminò e, con un sorriso colmo di
riconoscenza, si decise a dirigersi verso l’infermeria.
Renji le si avvicinò “Pensi d’aver fatto
la cosa giusta”
Rukia intanto continuava a guardare la sagoma che si allontanava
“Credo di si”
Renji sospirò “Sai che non dovremmo fare
favoritismi, vero? Avremmo dovuto dare una seconda chance anche ad
altri studenti che forse lo meritavano più di lui”
“Non si tratta di favoritismo” si difese Rukia
“C’è qualcosa in quel ragazzo per cui
vale la pena tentare. Non so spiegartelo, ma sembra uno dei pochi ad
avere una valida motivazione per diventare un ottimo shinigami. In
fondo siamo qui anche per questo, no? Scovare dei diamanti allo stato
grezzo da poter far brillare”
Renji sembrò stupito e guardò l’amica
con una strana espressione che imbarazzò Rukia.
“Perché mi guardi in quel modo?”
“Sei diventata profonda” rispose Renji
accarezzandole il capo corvino con affetto.
Rukia mise il broncio e con le guance ancora arrossate
allontanò la mano di Renji ammonendolo per aver fatto
qualcosa del genere davanti agli studenti che tenevano gli occhi fissi
su di loro.
“Abbiamo ancora del lavoro da fare” disse lei
riferendosi al gruppo di aspiranti shinigami che attendeva
d’essere messo alla prova dai due tenenti.
Renji sorrise, era contento di vedere Rukia in quel modo.
Il sole stava già tramontando quando l’ultimo
gruppo di studenti stava lasciando il cortile in cui Renji e Rukia
osservavano le capacità da shinigami di quei ragazzi. Ne
analizzavano essenzialmente la capacità con la spada e
l’abilità nell’usare il kido come prima
cosa, ma Renji e Rukia puntavano a mettere alla prova le
capacità cognitive, i riflessi, i loro nervi saldi e
l’inventiva che in uno scontro svolgono una grande
importanza. Una figura, però, procedeva nel verso opposto a
quello degli studenti. Slanciata ed elegante, Kioko-sensei si dirigeva
verso Rukia e Renji con quel sorriso gentile che la contraddistingueva.
Renji arrossì non appena i suoi occhi scorsero la bella
shinigami e questa volta toccò a Rukia ridere e prendersi la
propria rivincita sull’amico che si era preso proprio una
bella cotta.
“Com’è andata oggi?” volle
sapere Kioko-sensei sorridendo ad entrambi.
Renji aveva abbandonato l’aria da duro e sembrava essere
entrato in quella fase di timidezza che difficilmente
l’avrebbe aiutato a compiere una conversazione decente. Rukia
se ne accorse e decise di rispondere lei.
“Non benissimo” confessò
“è stato un gruppo un po’ deludente.
Solo uno studente sembra avere qualche
possibilità” e volse il capo verso una minuta
studentessa dall’incarnato pallido e due grandi occhi grigi
un po’ arroganti che li stava salutando con un lieve inchino
per poi raggiungere gli altri studenti.
“Quella è Shizumi-san!” la riconobbe
Kioko “è molto brava nel padroneggiare il kido.
Sono proprio curiosa di vedere che forma rilascerà la sua
spada una volta nel Gotei 13. È una giovane davvero
promettente e ha molta fiducia in sé stessa”
Rukia approvò “A parte lei, nessun altro
però oggi”
Kioko sembrò dispiaciuta “è un vero
peccato, avete iniziato la selezione partendo dalle ultime classi,
credevo che ne avreste trovati in tanti ad essere pronti a lasciare
l’Accademia prima del tempo” si fece pensierosa
“se le cose vanno così, allora potrebbe essere
anche peggio con gli studenti dei primi anni”
Renji, il cui cuore innamorato sembrava non tollerare il dispiacere sul
viso di porcellana di Kioko, si affrettò ad aggiungere
“Non è detto! Rukia, non manca ancora uno studente
da mettere alla prova?”
Rukia lo guardò interrogativa, si era già
dimenticata del giovane a cui aveva promesso una seconda chance, e poi,
ricordatesene, aveva guardato Renji così come si guarda un
folle. Davvero voleva che lei desse corda ad un ragazzino che non
capiva nemmeno il pericolo per la propria vita?
“Non dirai sul serio?”
“Gliel’hai promesso, Rukia. E poi non sei stata tu
a dire che quel ragazzo aveva qualcosa di particolare nello sguardo?
Uno scopo e una risolutezza che non si incontrano tutti i giorni in
qualcuno della sua età?”
Rukia non disse niente all’inizio, poi aggiunse
“è ferito, vuoi dargli un’altra
delusione?”
Questa volta però a rispondere fu Kioko “allora
fatelo partecipare alla selezione di dopodomani. Avrà tutto
il tempo di riprendersi”
Renji guardò Kioko come se avesse risolto chissà
quale matassa e sorridente invitò Rukia ad andare in
infermeria a portare personalmente la notizia a quel giovane speranzoso.
Sbuffando per quel contrattempo in cui lei stessa si era cacciata,
Rukia raggiunse l’infermeria e si lasciò
accompagnare dallo shinigami della quarta divisione assegnato a quella
struttura verso il paziente che lei cercava. La condusse in una sala
dove i letti dei malati erano separati da delle tende. Tranne un paio,
la maggior parte erano vuoti. Quando Rukia scorse il viso di Saito, che
vedendola arrivare a sua volta le sorrideva felice, non diede
importanza alla persona davanti a Saito che le dava le spalle. Quanto
meno, non lo fece fino a che quella persona non si decise a voltarsi.
In quell’istante, il tempo parve scorrere lentamente e Rukia
non riuscì a fare un altro passo: quella persona, altri non
era che Ichigo.
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*Hado no33 hakuouki:
Il kido è una forma di magia usata dagli Shinigami. L'Hado
(incantesimo offensivo) #33 è un kido di attacco
che consiste nella creazione di una massa spirituale blu che viene
spedita contro il bersaglio.
Desidero ringraziare di cuore tutti quelli che leggono, seguono e
commentano questa fanfiction. Non so dirvi cosa significhi per me il
fatto che spendiate del tempo per farlo. Grazie! Al prossimo capitolo.
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