OGGI –
parte seconda
“Ma
sei
sicuro? Non è che ci rapinano o cose del genere?”
Jared era piuttosto perplesso
e si rivolse al fratello con il suo solito piglio anche se un
po’ meno sicuro.
Shannon si
bloccò in mezzo alla strada sterrata e si girò a
fissarlo, con la pazienza già
quasi sul punto di esaurirsi: “Cazzo, Jay, cosa vuoi che
succeda? Siamo in
Bolivia, nel bel mezzo del nulla, non ci conosce nessuno e in questi
mercatini
di paese, stranamente i turisti pullulano e c’è
polizia ad ogni angolo. Ci
facciamo un giro e poi torniamo in albergo per la cena.”
“Boh,
se lo
dici tu…” Jared non era proprio convinto.
“Ma
sì. Magari
ci trovi ispirazione per il prossimo video. Non hai voluto vedere
com’erano le
Ande? Dopo la
Cina
e l’Artide, non volevi le cime nevose inviolate? Beh, questo
è quello che ci
sta intorno.” Shannon allargò le braccia.
“Sì,
è vero, ma… non so…
c’è qualcosa di strano…”
Jared si grattò la testa,
pensieroso, con un’espressione sconcertata.
“Sì,
il blackberry che non prende bene. E` quello che ti fa star male. Lo
lasciassi
in albergo quel coso…” Shannon soffocò
una risatina, scuotendo la testa, e si
diresse a passo deciso verso l’interno di un mercatino
etnico, incassato tra
due colline verdeggianti.
Nessuno
faceva
caso a loro: i due uomini sembravano due semplici turisti, in maglietta
e
pantaloni jeans strappati, con il berretto da baseball calcato sulla
testa e
gli occhiali da sole. Shannon teneva l’immancabile macchina
fotografica al
collo e ogni tanto scattava qualche foto al paesaggio e alla gente,
mentre
Jared si guardava intorno in cerca d’ispirazione,
l’inutile blackberry in mano.
Il
mercatino
pullulava di gente. I turisti si limitavano a guardarsi intorno
incuriositi,
mentre gli abitanti del luogo si ammassavano intorno alla bancarelle per
comperare o scambiare merci di tutti i tipi: da prodotti alimentari, in
qualche
caso di dubbia natura e provenienza, a stoffe, da strane medicine a
radioline
che funzionavano a manovella, senza bisogno di elettricità,
e Shannon si mise a
pensare, ridendosela tra sé e sé, a come si
sarebbe comportato suo fratello con
un blackberry a manovella!
Donne,
bellissime nei loro tratti andini, con il bimbo addormentato appoggiato
sulla
schiena avvolto in coperte multicolori, uomini con l’asino
stracarico di merce,
bambini che portavano pacchi più grandi di loro, con i visi
sporchi e gli occhi
brillanti: questa era la realtà, lì in Bolivia. I
colori erano stupefacenti e
l’aria era purissima, come fosse luminosa.
Una gioia
per
gli occhi e per lo spirito. Un guardare la vita da un’altra
angolazione, anni
luce lontana dalla loro.
Ad un
tratto
le bancarelle finirono e uno spiazzo sterrato si trovava davanti a
loro. Vuoto.
Come se nessuno avesse il coraggio di calpestarlo. Un cerchio di gente
stava
attorno a … cosa? Jared si sporse oltre la testa delle
persone e la vide.
Nel mezzo
del
cerchio di persone stava una donna anziana seduta per terra. Portava il
tipico
copricapo nero boliviano ed un poncho largo di lana di mille colori. Il
suo
viso era segnato di rughe ed i suoi occhi neri squadravano la persona
seduta
davanti a sé, come se volessero leggerle l’anima.
Poco distante da lei, sulla
sua sinistra, un piccolo falò emanava uno strano fumo
azzurrognolo, profumato.
Poteva essere una specie di indovina, una maga, una strega, forse una
guaritrice.
Jared
diede di
gomito a Shannon, che si era messo a fotografare le colline.
Dopo
qualche
istante, l’uomo seduto davanti alla maga si alzò e
se ne andò e la donna
anziana si mise a guardare il cerchio di persone intorno a
sé. Infine indicò
una donna alla sua destra che si precipitò a sedersi
dov’era stato l’uomo. La
strega le disse qualcosa che i fratelli non riuscirono a capire. La
donna
chiamata annuì, convinta, e dopo qualche istante si
alzò e si allontanò, piangendo
disperatamente.
La strega
cominciò nuovamente ad ispezionare il cerchio, guardandosi
attorno con
attenzione, in cerca di qualcun altro a cui parlare.
Ad un
tratto
le persone davanti a Jared e Shannon si spostarono e se ne andarono e
loro si
ritrovarono proprio di fronte alla donna anziana.
Gli occhi
della strega si puntarono su Shannon e non si schiodarono
più per un lungo
momento.
Shannon si
sentì come se gli stessero facendo una radiografia,
scoperto, indifeso,
completamente messo a nudo. Però non era una sensazione
spiacevole, era come se
la donna lo stesse valutando, non giudicando.
Poi la
strega
sollevò la mano.
“Tu.”
Disse,
semplicemente, in inglese.
Shannon,
stupito, si
puntò un indice al petto:
“Io?” chiese.
“Sì.
Tu.” Gli
ripeté la strega.
Shannon
fece
per avvicinarsi ma Jared lo prese per il braccio, allarmato.
“Che fai?”
“Mi
ha
chiamato.”
“Ma
sei matto? Lascia
perdere.”
“No.
Voglio
sentire cosa vuole.”
“Ma
cosa vuoi
che possa dirti?”
“Non
lo so, ma
voglio sentire. Dai, che ti importa? Stiamo al gioco, no? Cosa mai
potrà
essere…”
“Ma…”
Shannon si
avvicinò e si sedette davanti alla strega come aveva visto
fare, e Jared si
mise accovacciato un po’ indietro alla sua destra, piuttosto
allibito, ancor di
più quando la strega gli puntò un dito contro e
gli disse: “Tu. Zitto.”
Che
qualcuno
chiedesse a Jared di stare zitto era la cosa meno pensabile di tutto
l’universo
e lui infatti tentò subito di ribattere: “Ma
io…”
“Zitto.”
E la
sua espressione non
ammetteva repliche;
poi la strega si rivolse a Shannon: “Togliti gli
occhiali.”.
“Perché?”
Nemmeno dare ordini a Shannon era cosa semplice.
“Perché
te
l’ho detto io.”
Shannon
rimase
a fissarla per un po’, valutando se fosse il caso di alzarsi
e andarsene, ma
poi decise che voleva sapere, tanto per curiosità.
“OK.”
Se li
sfilò e li appese alla maglietta mentre la strega si mise a
fissarlo in volto,
stringendo gli occhi, un leggero sorriso sulle labbra rugose, annuendo.
“I
tuoi occhi
non ingannano. Sei tu. Proprio tu. Ora ne sono certa. Ti aspettavo da
un po’.”
La voce della donna si era fatta roca.
Shannon
sorrise perché si sentiva un po’ preso in giro:
e come no? In mezzo alla giungla quella donna aspettava
lui. Ma certo,
senza dubbio. “Davvero? E perché?” Le
disse.
“Perché
devo
dirti una cosa importante. Vuoi sentirla?”
“Certo.”
Shan
scosse una spalla. “Perché no?”
“Sicuro?
Guarda che non è una fantasia. E` una cosa vera, reale. Poi
la tua vita non
sarà più la stessa.” Gli occhi della
strega erano puntati su quelli di Shannon
e l’uomo per un attimo si sentì un po’ a
disagio.
“Shannon,
andiamo…” gli diceva Jared da dietro, tirandogli
la maglia.
“Se
vai via
non la saprai mai e potrebbe essere la cosa più importante
della tua vita.”
Continuò la strega.
“Voglio
saperla.”
“No,
Shan,
no…”
La strega
si
rivolse a Jared in malo modo: “Zitto, tu. E` tuo fratello che
deve decidere.”
Jared rimase di sasso. Come faceva quella donna a sapere che erano
fratelli?
Poi,
rivolgendosi di nuovo a Shannon, la strega disse:
“Allora?”
“Ma
sì.
Dimmelo. Voglio sapere.”
“Va
bene.” La
donna annuì e poi prese fiato, come se dovesse dire una
frase lunghissima e le
costasse troppa fatica.
“C’è
una donna
che ti ama.” Disse, semplicemente.
Shannon si
girò verso Jared, si guardarono un attimo e poi scoppiarono
a ridere di gusto.
“Una
donna ama
Shan? ‘Una’? Qualche milione di donne amano
Shannon, non ‘Una’!” disse Jared,
quasi tenendosi la pancia dal ridere. “Tutte le nostre
Echelon ci amano fino
alla follia! Nessuna esclusa!”
Anche
Shannon
stava ridendo, ma la strega lo fissava senza ridere, con quegli strani
occhi
scuri, profondi ed inquietanti, cosa che gli fece scorrere un leggero
brivido
lungo la schiena.
“Bene,
ora
direi che possiamo andare, dopo essere entrati in possesso di questa
fondamentale verità.” Disse Jared, facendo per
alzarsi, seguito dal fratello.
“No,
aspetta.”
Gli disse la strega. “Non ho finito.”
Shannon si
bloccò e si rimise seduto: “Cos’altro
c’è?”
La strega
continuò: “Tu non la conosci, ma lei ti conosce
anche più di quanto tu conosca
te stesso. Il suo amore è così grande ed intenso
che ti avvolge anche se tu non
ne sei consapevole. Il suo spirito si è legato con il tuo
perché l’amore tra
anime simili non va mai perso, arriva sempre a destinazione. Tu sei distratto
ed
insensibile e non senti nulla, ma lei sta morendo d’amore per
te.”
“Eh
sì, come
no?”
“Non
ci
credi?”
“No.”
La strega
alzò
una mano e la passò davanti al viso dell’uomo,
mentre il piccolo falò emetteva
una densa fumata azzurra più consistente. Shannon la
guardava con occhi di
compatimento, un sogghigno canzonatorio sul viso, ma
improvvisamente gli sembrò di sentirsi
avvolgere da qualcosa, come una nebbia, un bozzolo caldo
d’affetto, di
comprensione, di tenerezza, di… d’amore. Il
sorriso gli svanì, un brivido di
piacere gli passò lungo la schiena e chiuse gli occhi,
involontariamente,
completamente vinto da quella schiacciante sensazione.
“Lo
senti,
vero? Adesso?”
L’uomo
aprì
gli occhi di scatto, quasi balzando indietro e la sensazione
svanì: “Cosa mi
hai fatto?”
“Ti
è
piaciuto?”
“Ma…”
“Questo
è il
suo amore per te.”
Amore? No,
era
stato solo il fumetto azzurro: “Macchè amore. Cosa
c’è in quel falò?”
La strega
non
rispose, ma continuò: “Puoi cercarla e trovarla,
se vuoi.”
“Ah,
sì? E
dove sarà mai?”
“Shan,
non ne
hai avuto abbastanza, no?” Jared cominciava a spazientirsi.
“Non
lo so, ma
il tuo spirito sa riconoscere il suo.”
“Non
credo di
avere uno spirito, qui dentro.” Shannon si toccò
il petto. “L’anima non esiste.
Dimmi piuttosto com’è fatta,
questa
donna, visto che la conosci così bene.”
“No.
Se ti
dicessi che è bionda, castana, alta, magra, bassa e
così via, ti direi solo
l’apparenza e tu solo quella cercheresti, mentre devi
guardare soltanto alla
sua anima.”
“Ma
andiamo…”
Shannon allargò le braccia, incredulo.
“E`
così e
basta. Non ci sono ‘ma’… La riconoscerai
quando la incontrerai. Può essere
domani, può essere l’ultima ora della tua vita,
può essere mai. E ora vai.”
La strega
fece
un gesto di commiato con la mano, ma Shannon decise che questa
conversazione in
fondo gli stava piacendo.
“No.
Senti:
ammesso e non concesso che esista, io conosco centinaia di donne, ne
incontro
continuamente a decine, dovrei sapere cosa ha di particolare questa
donna tra
le altre per trovarla, no?”
“Sha-an,
la
finisci o no?” Intervenne nuovamente Jared.
La strega
non
lo badò minimamente: “Non hai fiducia nel tuo
spirito, vedo.” Disse, scuotendo
la testa: “Tu in fondo vuoi credere, è una cosa in
cui ti piacerebbe credere,
ma nello stesso tempo non vuoi farlo. Tipico di voi occidentali, che
non
riuscite più ad essere spontanei, naturali.
L’universo intero vi parla, ma voi
non lo percepite.”
Shannon ne
aveva abbastanza di quelle sciocchezze esoteriche: fece per alzarsi ma,
in un
attimo che parve brevissimo, la strega mise la mano sinistra dentro il
falò e
prese una piccola brace, mentre con l’altra mano prendeva il
braccio dell’uomo.
Poi gli
passò
la brace ardente all’interno del polso sinistro,
strofinandola sulla pelle.
Shannon
gridò,
più di sorpresa che di dolore, e si alzò in piedi
immediatamente, liberandosi
dalla stretta e affrettandosi a guardarsi il polso.
Una
piccola
cicatrice era ora visibile proprio sopra le sue vene: era bianca, come
se fosse
stata fatta da mesi, e in realtà non gli faceva alcun male.
Se la toccò: era
leggermente in rilievo.
Jared si
affrettò a spostare suo fratello indietro con una spinta e a
mettersi tra lui e
la strega.
“Razza
di…”
tentò di dire ma per la donna era come se lui fosse
trasparente: “La donna che
cerchi ha una cicatrice uguale alla tua e sei stato tu senza volerlo a
procurargliela.”
Shannon
fece
capolino da dietro Jared: “Ma cosa stai dicendo? Io non ho
mai fatto male a
nessuno in vita mia! Tantomeno a qualche donna.”
“E’
colpa tua
invece…” La donna gli puntò il dito
addosso.
“Non
può
essere, hai detto che non la conosco…”
La strega
sogghignò: “Vai, ora. Capirai quando
sarà giunto il momento. Addio.”
I fratelli
si
guardarono attorno: nessuna delle persone del cerchio si era mossa e
tutti li
stavano guardando freddamente come se quello che era avvenuto non
avesse
alcunché di eccezionale.
Adesso non
si
vedeva alcun turista e anche la polizia sembrava sparita. I Leto erano
da soli:
si guardarono attorno e, senza alcuna ragione reale, si sentirono
ridicoli e a
disagio: quello non era nel modo più assoluto il loro posto. Cosa avevano pensato di
fare?
La strega
era
ancora là seduta, con il suo falò, con aria
innocua ed indifferente, e aveva
ricominciato a guardarsi intorno.
Dopo
qualche
minuto, Jared e Shannon si scambiarono un’occhiata e, senza
dire una parola, si
avviarono verso l’albergo.
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