Idrofobia

di Cam17
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Fuori pioveva. Ero veramente stufa di tutto questo: stare sempre in tensione per colpa dell’acqua, sempre spaventata. Era più forte di me, o forse ero io a lasciare che io fossi più debole della paura.

Ero insicura sul fatto di poter veramente superare il mio problema. Potevo veramente farcela? Solo il tempo avrebbe dato una risposta concreta. Fatto sta che ho trovato un angelo che mi sta guidando verso l’uscita, verso la salvezza. Spesso siamo convinti che le nostre paure siano impossibili da eliminare, ma è solo il terribile pensiero di chi soffre, di chi è tremendamente abbattuto. La pioggia picchiava forte sul tetto di casa. Stavo seduta in cucina a leggere Zafòn. Era il mio scrittore preferito: sapeva unire l’avventura, il mistero, l’amore in maniera impressionante. Ma la pioggia continuava a picchiare ed io decisi di mettere il segnalibro e di chiudere.

Aprii la porta che dava al giardino. Pioveva molto. I lampi zigzagavano tra le nuvole, mentre i rimbombi dei tuoi facevano tremare le mie ossa. Faceva freddo e l’acqua aveva inzuppato il terreno. Feci un bel respiro, poi un altro, poi un altro ancora. Mi mossi lentamente in avanti, fino a finire sotto la pioggia. Chiusi gli occhi e continuai a respirare con molta intensità. Ci restai un quarto d’ora sotto la pioggia. Finii per ammalarmi.

Probabilmente in molti penserete che ero uscita fuori di testa, ma la verità è che quella sera mi sentii terribilmente strana. Mi ero sentita come chiamata dalla natura, chiamata dalla stessa acqua. Ed ero uscita serena tra la pioggia, vogliosa di farmi bagnare, vogliosa di sentire il suo tocco.

E poco importa se rimasi a letto tre giorni. Ero comunque felice. Mi sentivo potente, capace di scegliere l’esito del mio futuro.

Quello fu un comportamento anomalo, ma forse era l’inizio di un futuro senza paura dell’acqua.

Mi stavo sbloccando, finalmente. Un piccolo passo in avanti. Non bisogna mollare mai.

 





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