My Brother Austin - Destroyed by a brother.

di emotionaustin
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Prima di iniziare volevo ringraziere mia madre, perchè le ho parlato della storia e non sapevo come continuare e mi ha ispirata per questo capitolo.lol

spero che vi piaccia e che alla fine lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa ve ne pare. un bacione (:


Paris POV

Austin mi sembrava impazzito, correva come non mai su quell'autostrada, era rosso in viso.
Mi tirò uno schiaffo chiedendomi di confessare ma non riuscii a dire nulla, ero più che terrorizzata, non sembrava nemmeno lui. -Co..cosa vuoi farmi?- dissi tra i singhiozzi. Lui mi guardò con un sorriso maledettamente malvagio.
-Immaginalo e dopo moltiplica la tua immaginazione per cento - disse a denti stretti accellerando sempre di più sull'auto.

Sarebbe stato davvero capace di uccidermi?
sentivo uno strano presentimento, non so ma presi il telefono e mandai un messaggio a mamma. Qualsiasi cosa sarebbe successa doveva sapere che le volevo bene, perchè sentivo dentro di me che stava per succedere qualcosa di molto grosso.

A mamma:
Ti voglio bene, non dimenticarlo mai.
Inviai il messaggio, alzai il viso verso la strada e vidi un camion venirci addosso mentre Austin stava perdendo il controllo dell'auto
-Paris!- urlò prima dello schianto e dopo il buio più totale.

Michele POV

Era una splendida Domenica, non lavoravo e stavo preparando il pranzo per Austin e Paris, entrambi amavano il cibo italiano e per questo avevo preparato delle squisite lasagne. Sentii suonare il telefono, lo presi per vedere chi era e mi ero ritrovata un messaggio della mia piccola

Da Paris: Ti voglio bene, non dimenticarlo mai.

sorrisi al messaggio ma decisi di non rispondere visto che tra meno di trenta minuti sarei dovuta andarla a prendere da una sua amica visto che aveva dormito lì.
Preparai la tavola con le lasagne e tutto, guardai l'orario, era quasi l'una e tra poco sarebbe arrivato anche Austin che era uscito con Robert, uno dei suoi migliori amici. Uscii di casa e andai verso la mia auto, l'aprii entrando, misi la cintura e partii verso casa di Marie. Arrivata scesi dall'auto e andai a suonare alla porta, venne ad aprirmi Cristal tutta sorridende - Salve signora, Paris ha dimenticato qualcosa?- chiese, rimasi un pò confusa -Ehm no, io ero venuta a prenderla- lei mi sorrise dolcemente, era davvero una bella ragazza, bionda, occhi verdi e con il viso angelico - No signora, è passato Austin a prenderla, non so se lo sapeva.- disse sempre con quel bel sorriso stampato in viso. -Oh scusa, allora torno a casa, forse sono già tornati.- sorrisi a quella splendida ragazza e la salutai tornanto in auto. Nel tragitto, da casa di Marie a casa mia, mi suonò il telefono, era Paris, forse mi stavano aspettando..
-Pronto tesoro.- dissi io, ma dall'altra parte del telefono rispose la voce di un uomo e fuori si sentiva un gran chiasso - Pronto signora, è lei la madre di Paris Josephina Mahone? - disse, accostai l'auto confusa e preoccupata - Si, perchè? - chiesi con un filo di voce, non so perchè ma sentivo che qualcosa non andava, avevo uno strano presentimento, come un vuoto nel petto
 -Sua figlia ha avuto un incidente  stradale, stava anche un ragazzo con lei in auto ma non abbiamo i documenti per riconoscerlo, sappiamo solo che l'auto è un Audi nera.-
i miei occhi divennero lucidi e la voce spezzata, la macchina di Austin, Austin e Paris..
non poteva essere vero, era uno scherzo, non volevo crederci. - Come stanno? Dove si trovano? - dissi tra le lacrime. Sentii un sospiro dall'altro lato del telefono e un 'mi dispiace tanto signora'. Il telefono mi cadde dalle mani e scoppiai in un pianto isterico, scesi dall'auto e iniziai a tirare pugni su di essa per sfogarmi continuando a piangere. Non poteva essere vero, non volevo crederci, non potevo aver perso i miei bambini, il mio sorriso, quei due che mi davano la forza di lottare e andare avanti. La mia piccola e il mio principe, non volevo crederci, non poteva essere vero. Non potevo aver perso anche loro, prima mio marito, poi mia madre e adesso l'unica cosa per cui vivevo. Risalii in macchina e partii verso l'ospedale, dovevo vedere i miei figli, magari era uno scherzo di cattivo gusto. E l'ultimo messaggio di Paris? Dovevo dirle che anche io le volevo bene, non potevo non farlo. Se c'è un Dio lassù che allora mi faccia trovare i miei angeli vivi. Come sarei sopravissuta senza di loro? Senza le coccole di Austin e il suono della risata di Paris?. Come sarei sopravissuta senza i baci della mia piccola e senza le battutine di Austin? Come sarei sopravvisuta senza i miei angeli?

Ci misi poco ad arrivare al pronto soccorso, li trovai Alex, cosa ci faceva li? Appena mi vide mi corse incontro abbracciandomi, piansi tra le sue braccia. -Come l'hai saputo?.- dissi tra le lacrime, lui con gli occhi rossi di uno che aveva appena finito di piangere e stava trattenendo altre lacrime rispose - Ero tra le ultime chiamate di Austin e hanno chiamato me, e lei?- disse con voce spezzata. -Tra le ultime chiamate di Paris.- dissi tra i singhiozzi
Alex mi strinse ancora più forte tra le sue braccia piangendo in silenzio. Dopo un pò arrivò un uomo che dall'abbigliamento capii che era un dottore - Dove sono i corpi dei miei figli?.- dissi con tono disperato, mi sentivo distrutta, fatta in piccoli pezzi.
Il Dottore mi guardò confuso - Signora non sono morti, il ragazzo è fuori pericolo e adesso è nella sua stanza, ha avuto qualche frattura e una botta in testa ma nulla di grave.- a quelle paroli mi sentii sollevata, il mio principe stava bene, ma la mia piccola?
-E mia figlia?.- dissi con timore, quasi impaurita da ciò che avrebbe potuto dirmi, il dottore mi guardò per poi abbassare il viso - la ragazza..-fece un sospiro e mi guardò negli occhi - la ragazza è in coma, è abbastanza grave la sua situazione e stiamo facendo del nostro meglio.- rimasi spiazzata ricominciando a piangere in silenzio guardando Alex che mi strinse forte a se -Quando possiamo vederli?.- disse Alex al posto mio, ero fin troppo scioccata.
-Il ragazzo anche adesso, ma la ragazza per ora nessuno, solo i dottori e gli infermieri.-  annuimmo e ci indicò la stanza dove stava Austin. Camminammo fino la porta e prima di entrare feci un lungo respiro e aprii la porta. Aveva la testa fasciata, una mano ingessata e una flebo al braccio con qualche livido sul viso e sulle braccia. Mi sentii svenire al pensiero che se lui era fuori pericolo ed era in quelle condizioni allora figuriamoci Paris che era ancora più grave.
-Mamma..- sussurò Austin quasi senza forze. - Sh, riposa, chiudi gli occhi.- e così fece, chiuse gli occhi e si addormentò.

Austin POV

"Mi ritrovai in un giardino pieno di fiori bianchi, un ruscello più avanti e un albero con degli uccellini che cinguettavano. In quel posto regnava la pace e la tranquillità. sembrava il paradiso. Sentì dei passi dietro di me, mi voltai per vedere chi era, ci misi un pò a fuocalizzare l'immagine dell'uomo che avevo difronte a me e solo dopo poco lo riconobbi, era mio padre. Non lo ricordavo bene visto che quando morì avevo solo 16 mesi ma grazie a qualche foto lo riconobbi - Papà? Sei tu?.- i miei occhi diventarono lucidi, corsi subito ad abbracciarlo e lui mi strinse tra le sue braccia - Figlio mio, come mi sei mancato!.- esclamò lui - Papà che ci faccio qui? - mi guardai intorno - E' un sogno Austin, tra poco ti sveglierai ma prima devo parlarti..- disse con tono serio, annuii per lasciarlo continuare - Nell'incidente vi abbiamo protetti io e la nonna, con te ci siamo riusciti bene ma con tua sorella solo Dio potrà fare qualcosa. Ma promettimi che qualsiasi cosa succeda tu resterai forte e guarderai la mamma.- disse con difficiltà - Tu dovrai cambiare.- si schiarì la voce.- So perchè la tratti così, perchè non l'hai mai trattata da sorella. Ma anche se non è mia figlia lei mi prega sempre, lei mi ama senza conoscermi e poi , anche se non è figlia mia, è pur sempre tua sorella, goditela finche Dio te la concede perchè se un giorno lei non ci sarà piu tu starai male e diventerai chi non ti saresti mai aspettato.- disse abbassando il viso, ero abbastanza confuso - papà cosa vorresti dire?- lui mi guardò con gli occhi lucidi - Per favore, aiuta la mamma a superare il dolore!.- disse allontandosi, cercai di avvicinarmi a lui ma più mi avvicinavo e più diventava lontano -Papà cosa significa?- urlai correndogli dietro - Dove vai?.- cercai di raggiungerlo ma come se qualcosa mi stesse bloccando -La sofferenza ti insegnerà ad essere forte figlio mio, resta forte a ciò che succederà.- disse accennandomi un sorriso tristemente per poi scomparire in una luce accecante che mi costrinse a chiudere gli occhi perchè era troppo forte"

Aprii gli occhi e mi ritrovai nella mia camere d'ospedale con la mamma ed Alex vicino a me.
-Paris?.- chiesi sussurrando, la mamma non rispose, rispose Alex con 'ancora non possiamo vederla' e si lasciò sfuggire un sospiro





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