Prologo
- Le
canzoni dicevano il cielo di inizio primavera non nascondesse la
propria immensità e fu guardando quelle cerulee e ancor
fredde
altezze oltre la lama affilata che stava per piombare su di lui che
Adikan si rese conto di stare per morire; abbandonato da coloro che
avrebbero dovuto essergli devoti, tradito da coloro che avrebbero
dovuto essergli fedeli, ignorato dall'infinita, celeste estensione
del cielo. Quando l'ascia gli calò sul volto, vide il
proprio viso
riflesso nell'acciaio e non lo riconobbe; che quel cavaliere
spaventato e vinto fosse lo stesso giovane uomo destinato ad
ascendere al seggio del Sirenmat gli parve impossibile, e il dolore
della morte giunse improvviso, confusamente mischiato a quello della
sconfitta.
Note dell'autrice: Questa
storia partecipa al Contest: "Quadri e Picche - Il contest delle
sorprese" indetto da phoenix-esmeralda, Gaea e S.Slappy sul
Forum di EFP.
Inizio subito col dire che il titolo non mi piace: Ely me ne aveva
proposto una versione più epica ma ho dovuto scartarla
perchè avrebbe necessitato fare delle aggiunte alla storia
che non ero in grado di portare avanti entro la scadenza del contest
per banali questioni di totale devastazione fisica. Comunque, essendo
la battaglia l'elemento collante della storia, mi accontento di questo.
Menzione speciale a ely79 per il suo insostituibile sostegno.
Anche questa volta, sebbene il prologo non lo espliciti troppo, siamo
tornati a visitare le genti dell'Impero e in particolare i nobili del
Sirenmat. (Stavo persino pensando, per una volta di far comparire la
magica carta geografica del Sirenmat. Solo che è fatta a
mano e mi vergogno.) A chi, avendo letto le altre storie, volesse
capire in che punto della linea temporale ci troviamo, comunico che
sono passsati circa duecento anni dalla morte di Hartaigen di Usen e ne
mancano venitquattro alla conversazione notturna fra Galoth e Sorot che
ho descritto nella mia prima storia. Insomma per farla breve la storia
è ambientata nel 1074 dopo la fondazione di Naska (d.N.)
Il banner l'ho fatto io e mi piace un sacco: so benissimo che nella
storia è un'ascia a calare su Adikan e che dovrebbe calare
dall'alto e che il cielo non è poi così
azzurro ma mi piaceva il senso di "colpo incombente" trasmesso da
quest'immagine (e io non so disegnare).
Avendo come sempre scritto note più lunghe del prologo, vi
invito a perdonarmi con la promessa che questo evento non si
ripeterà nei prossimi capitoli, che sono, ve lo assicuro,
estremamente più lunghi. Ho la passione per i prologhi
brevissimi, ma scrivo uso pubblicare capitoletti minuscoli.
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