9v
- Capitolo 9
- V per Vendetta
- 15 Dicembre 2010
- Faceva freddo, troppo
freddo, e le ore di pausa tra una lezione e l'altra erano davvero una
tortura visto che fuori le aule non c'era alcun riscaldamento.
- Era ora di pranzo, e dopo
la lezione di Letteratura Italiana ci accampammo sulle scale che
conducevano al primo piano della sede dell'Università, di fronte
la porta - ovviamente chiusa - che conduceva al cortile in cui c'era
l'ascensore riservata agli studenti.
- Estrassi un contenitore
dalla borsa con dentro tonno al naturale e pomodori conditi solo con un
pizzico di sale, e Dario mi guardò con rimprovero, come faceva
da due settimane a quella parte all'ora di pranzo.
- "Ma la vuoi finire?" sbottò, infastidito.
- Alzai gli occhi al cielo e feci finta di non sentire, prendendo la forchetta di plastica che avevo avvolto in un tovagliolo.
- "Se piaci a quel tizio, se
gli piaci davvero così come sei, non devi perdere peso, stai
bene così" continuò imperterrito.
- "E' una dieta controllata, Dario! Me l'ha scritta il dietologo, dopo ho un altro contenitore con un hamburger di vitello e...".
- "Ma è inutile, stai bene...".
- "Smettila!" urlai,
attirando l'attenzione delle altre su di me. "Mi conosco, ok? I jeans
mi stanno stretti, e li ho comprati solo due mesi fa, in più non
mi piaccio e ho il diritto di fare qualcosa per me, intesi? Lo faccio
solo per me!".
- "Dario voleva solo dirti che per lui sei carina lo stesso..." disse Trudy, cercando di calmare le acque come suo solito.
- "Mi sono scocciata di
essere carina e l'eterna seconda, terza o quarta... Voglio migliorarmi,
ho quasi vent'anni, e non penso di dovere dare spiegazioni a nessuno"
spiegai, sforzandomi di calmarmi.
- "Piantatela, fa bene,
voglio dire, ha lo stomaco più grande delle tette"
dichiarò Germana, con il suo solito sorrisino mellifluo,
facendomi arrossire di brutto e guadagnandosi una gomitata da parte di
Lucia.
- Forse, in quel momento
Dario riuscì a capire le mie motivazioni, perchè le
riservò uno sguardo di puro disprezzo e disse: "A te non succede
solo perchè ce le hai troppo grosse, e, per inciso, mi
digustano".
- *********
- Riaprire gli occhi e trovarmi in una stanza che non mi è familiare.
- Non mi succedeva da tempo, in realtà, per cui mi
metto a sedere e vedo Leo che dorme al mio fianco, a pancia in
giù e con una mano protesa verso la direzione in cui mi trovo.
- Ci impiego qualche minuto per razionalizzare il tutto, poi guardo la sveglia e vedo che sono quasi le sette.
- Non so come mi sento: una parte di me è serena, un'altra cerca di reprimere i mille dubbi che mi invadono.
- Sono andata a letto con un mio insegnante che non sa di esserlo, accipicchia! E non è stato affatto male, anzi.
- Direi che sono sul serio riuscita a fingere fino a
crederci, in questo caso, e la cosa mi stupisce alquanto, visto che
riuscire a far tacere la mia coscienza e i miei mille pensieri è
sul serio un'impresa.
- Devo pensare che questa sia la mia esperienza
più pazza dell'ultimo anno di università, tutto qui, mi
dico mentre mi alzo e mi dirigo verso il bagno per darmi una sistemata,
con indosso solo il completo intimo scelto la sera precedente e che ora
mi dà fastidio a causa del tessuto non proprio comodo.
- Mi guardo allo specchio, e vedo una Lena diversa da quella che ero fino a due anni fa.
- I capelli, ormai lunghi, sono disordinati e
ingestibili, il mio viso è più sottile e la pancia
è nettamente inferiore al seno, anche se il fatto che ieri sera
non abbia cenato contribuisce a renderla un po' meno gonfia.
- Una parte di me, però, sa che dentro non
cambierò mai se non mi ci metto d'impegno, perchè una
taglia in meno e un viso meno paffuto non possono compiere nessun
miracolo.
- Ricordo che è martedì, e che Leo ha
lezione alle dieci... Mi viene da sorridere al pensiero che i miei
"colleghi", tra cui Germana, lo ascolteranno mentre spiega
chissà cosa, come fanno tutti i professori normali, mentre lui
ha passato la notte con una loro coetanea, e magari fatica a
concentrarsi a causa di ciò.
- Che egocentrica che sono! Per Leo non è di certo
una novità fare sesso con una con cui non sta nemmeno insieme, a
differenza della sottoscritta.
- Quando ho finito di lavarmi, torno nella stanza e vedo
che dorme ancora, così, vedendo la sua camicia su una sedia, la
prendo e la indosso, sentendomi sul serio una di quelle ragazze che si
vedono nei film americani nella scena che segue quella in cui lei e il
tizio di turno hanno fatto sesso.
- Non mi guardo nemmeno allo specchio, perchè so
che mi sentirei patetica, e mi dirigo in cucina, con l'idea di
preparare la colazione.
- Ventiquattr'ore fa l'ho preparata per Dario, ed ora
eccomi qui, nella cucina del mio professore, che mi guardo attorno come
se fossi una bambina eccessivamente curiosa.
- Mi basta aprire uno dei mobili per trovarmi davanti
cereali, pane bianco, marmellata... E capire che io non so un cavolo di
cosa Leo sia solito mangiare per colazione.
- Ecco uno dei rischi che si corrono quando si passa la
notte con uno che non conosci bene: farti venire una sorta di crisi
isterica perchè sai com'è quella persona nuda, ma non sai
cosa diamine gli piaccia per colazione!
- - Pensi troppo, Lena. Piantala - mi dico, tuttavia senza esito.
- E' solo che è tutto nuovo per me, tutto qui, e,
grazie al mio piccolo problema che consiste nel pensare troppo, tendo
ad ingigantire il tutto.
- Le attrici dei film che se ne vanno in giro con indosso
la camicia del loro uomo hanno un copione che dica loro cosa fare, e al
momento ne vorrei uno anche io...
- "Wow!".
- Mi volto, sobbalzando, e mi ritrovo un Leo con addosso
solo i boxer e appoggiato allo stipite della porta della cucina che mi
guarda con aria di approvazione.
- E' dannatamente sexy, deve essere proprio per questo
che ieri non mi sono fatta alcun problema mentre mi strappava i vestiti
di dosso.
- Imbarazzata, mi limito a sorridere e a dire: "Buongiorno", cercando di scacciare le mie paranoie.
- "Buongiorno. Pensavo te ne fossi andata...".
- "No, no, volevo solo... La colazione, sai...".
- Annuisce, prima di avvicinarsi e baciarmi, stringendomi a sè. "Facio io, tu siediti" dice.
- Annuisco a mia volta, prendendo posto, sul serio senza sapere cosa dire o fare.
- Chissà cosa pensa di me, se me la sono cavata ieri sera o ho fatto schifo...
- "Sei stata... Amazing,
ieri sera" dice d'un tratto lui, come se mi stesse leggendo nel
pensiero e rivolgendomi un sorrisino mentre appoggia i cereali sul
tavolo.
- "Non devi dirmelo per forza, Leo, sul serio..." biascico, in evidente imbarazzo.
- "E' la verità".
- "Oh! Beh... Vale lo stesso per te" mormoro.
- Mi guarda, incerto, in un modo che mi fa ridere. Gli
occhi socchiusi, le sopracciglie inarcate, le labbra incurvate, gli
donano l'espressione simile a quella di un bambino che non sa se
credere a cosa gli stanno dicendo i genitori.
- "Sul serio!".
- "Ci credo, allora".
- "Ci devi credere".
- Ci sorridiamo, finchè lui non si china di nuovo
su di me. "Ho lezione tra circa tre hours ma.... Già so che
penserò di te e di
quello che è successo stanotte" ammette, prima di baciarmi di
nuovo, questa volta soffermandosi di più e stringendomi a
sè, mentre una delle sue mani mi accarezza le gambe, con
così tanta insistenza fino ad infilarsi tra di esse.
- Mi sorprende, tanto che mi stacco e lui mi fissa, preoccupato. "Scusa, io...".
- "No, no, è che ero solo... Non fa nulla" mormoro, baciandolo.
- Pensavo avrebbe voluto spiegazioni, invece non è
così, visto che, con cautela, ritorna alla sua precedente
occupazione.
- "Dovremmo... Farci una doccia e poi fare colasione,
non... Credi?" sussurra contro il mio orecchio, mentre le sue mani
continuano a vagare sotto la camicia, con una maestria tale che mi fa
dimenticare tutto.
- "Sì..." rispondo, deglutendo, aggrappandomi alle
sue spalle, non riuscendo a pensare ad altro che al suo tocco e
all'eccitazione che è in grado di scaturire in me.
- In pochi secondi, senza sapere come, mi ritrovo in
braccio a lui, diretta verso il bagno, con la sensazione di essere sul
serio in uno di quei film...
- "In pratica avete girato un film porno" commenta Trudy a pranzo, guardandomi con aria diversa dal solito.
- "Niente che tu e Davide non abbiate fatto centinaia di volte" la rimbecco, mangiando un pezzo di pane.
- "Sì, ma per arrivare alla doccia ci abbiamo messo un po'...".
- "Invidiosa?" chiedo, ridendo.
- "No, sul serio... Stai bene? Cioè, non vorrei
che tutto ciò sia successo solo per farla vedere a certi idioti
dopo quello che è successo ieri".
- "Ma se nessuno sa e deve sapere di me e Leo! E' una
cosa mia, Trudy. Avevo bisogno di sapere che sono così per
scelta, non perchè non posso essere diversa" le spiego con
convinzione. "E mi ci voleva, onestamente. Mi va bene così,
perchè so che io e Leo siamo attratti solo fisicamente. Te lo
giuro, non sono coinvolta sentimentalmente e mi ha fatto bene sentirmi
desiderata da un uomo".
- Trudy annuisce, sorridendo. "Mi fa piacere, allora"
sentenzia e, sbalordendomi, non aggiunge altro visto che sembra
impegnata esclusivamente nel terminare la pasta che ho preparato.
- Venti minuti dopo, scendiamo di casa, dirette alla
lezione di Letteratura Tedesca III, con il nostro solito anticipo che
ci consente di fare quattro chiacchiere prima di sorbirci due ore di
ininterrotte considerazioni su Goethe, autore ovviamente amato dalla
dispotica Passoli, la docente che ci è capitata che sembra
essere peggio di quella dell'anno precedente.
- Ci accodiamo nel cortile, su una panchina vicina a
quella occupata da Marina, Lucia, Alessandra e Dario, i quali stanno
contemplando dei fogli.
- "Cos'è?" chiedo, falsamente disinvolta, cercando
di non badare alle occhiate di chi mi circonda a causa del pettegolezzo
del giorno precedente.
- "Ehi, stai benissimo, Lè! Questo lucidalabbra ti
dona!" m'interrompe Alessandra con aria di approvazione, ignorando la
mia domanda.
- "Sì, sembri sul serio... Raggiante" osserva Lucia, sorridendomi.
- O mi stanno prendendo in giro, o è vero che una scopata può fare miracoli, come si suol dire.
- Scrollo le spalle, sorridendo. "Grazie, ragazze. Ho
solo capito che non vale la pena arrabbiarsi a causa di certe persone,
tutto qui" rispondo.
- "Brava ma..." esordisce Marina, alzandosi e sedendosi
al mio fianco, preoccupata. "Ho controllato ieri, mentre Germana era
sotto la doccia e... Ha quella foto sul cellulare, è stata
scattata sabato verso le diciassette" spiega.
- Trudy fa un verso di disapprovazione, mentre io non mi
scompongo più di tanto, sentendo che le cose stessero
così. "Grazie, Mari, ti devo un favore".
- Lei sorride ed io le passo un braccio attorno alle spalle per farle capire la mia gratitudine.
- "E' una stronza" sentenzia Dario, che, evidentemente, sapeva già tutto insieme alle altre.
- "Nulla di nuovo. So già cosa fare. Cosa sono
questi fogli, comunque?" replico, facendo finta di nulla perchè
sono appena passati alcuni dei nuovi amici di Germana.
- "Riguardano il tirocinio" spiega Lucia, riferendosi
alle ore che dobbiamo svolgere dedicandoci a qualche attività in
cui mettere in pratica ciò che abbiamo studiato prima della
laurea, per guadagnare sei crediti formativi.
- "Oh! Io non posso farlo ancora, vero?" chiede Trudy, prendendo un foglio e squadrandolo.
- "Non penso... Lo possono fare le persone a cui mancano al massimo cinque esami" risponde Alessandra.
- "Che sfiga! A me ne mancano sei!" replica la mia amica, sbuffando.
- "Siamo più o meno tutti sulla stessa barca..." commenta Marina, afflitta. "A me ne mancano otto, pensa!".
- "Mi sa che possiamo farlo solo io, Lena e Dario" dice
Lucia. "Ma io ho messo tirocinio interno, quindi collaborerò con
il sito dell'università".
- "Io ho messo esterno, invece" mormora Dario.
- "Idem" dico, prendendo un foglio, leggendo le varie
proposte e poi sgranando gli occhi. "No, impossibile! Cioè,
c'è anche il mio ex liceo!" esclamo.
- "Ma sei sicura?" chiede Trudy.
- "Sì! Il Manzoni di Caserta! Wow!".
- "Quindi potresti fare la tirocinante della tua prof d'inglese, no?" osserva Alessandra.
- "Beh, sì, era una delle poche che mi stavano simpatiche...".
- "Ehi, gente! Come va?".
- Il nostro chiacchiericcio viene interrotto da Damiano Graziani, detto anche 'Er Playboy dai suoi amici, vista la sua convinzione di fare colpo su chiunque si rivolga a lui, ragazzi inclusi.
- Lo conosciamo dal primo anno, ma ci sono periodi in cui scompare, per poi tornare puntualmente durante il secondo semestre.
- "Dami, ma allora sei vivo!" lo prende in giro Dario,
alzandosi e stringendogli il pugno per salutarlo con una delle solite
stupide mosse che fanno i ragazzi invece di dirsi un semplice "Ciao!".
- Nel vederlo, ricordo che l'ultima volta che l'ho visto
è stato a febbraio, dopo l'esame di Storia della Filosofia,
mentre Germana faceva la scema con lui. In effetti, è uno di
quelli che l'ha respinta, da quel che so.
- "Certo! Sono stato un po' in giro per la Repubblica
Ceca, l'Ucrania e la Romania, mi hanno ospitato alcuni amici che ho
conosciuto l'estate scorsa" spiega.
- "Sei stato lì per due mesi?" chiedo, senza capire.
- "No, no, tre settimane, a marzo, poi ho lavorato da mio
padre, ed ora eccomi qui, pronto a far sognare le donzelle di questa
triste università con la mia sola presenza" si pavoneggia,
indicando sè stesso ed esibendo un sorriso che, forse, crede
essere irresistibile.
- Ovviamente, tutti ridiamo, sapendo di farlo gasare
ancora di più e di spronarlo a raccontare qualche aneddoto
divertente, reale o inventato che sia.
- "Però, lo ammetto... Quella che mi è
mancata di più è Lena!" esclama, sedendosi alla mia
destra e lasciandomi un bacio sulla guancia.
- "Ma davvero?" chiedo, ridendo.
- "Certo!".
- "Anche mentre eri in mezzo alle ucraine e alle rumene?".
- Qui tace, e si genera un nuovo circolo di risate,
interrotto solo dall'arrivo di Germana, che esclama un acuto: "Ma
guarda chi è tornato!".
- Si avvicina a Damiano e gli getta le braccia al collo, e lui l'allontana con una delicatezza che sembra costargli molto.
- "Sei scomparso!".
- "Sono stato in giro per l'Europa e ho lavorato" spiega lui.
- "Ah. Potevi farti sentire!".
- "Ehm...".
- "Non sarebbe stato sincero comunque, perchè ha
detto che sono io quella che gli è mancata di più!"
m'intrometto, arrabbiata a causa della conferma che sia stata lei a
inviare la foto a Spotted.
- Per alimentare il tutto, appoggio la testa sulla spalla di Damiano che, prontamente, mi circonda le spalle con un braccio.
- Lui evidentemente capisce che sto cercando di salvarlo dalla presenza di Germana, perchè annuisce vigorosamente.
- "Sì... Sai com'è, mi piace cacciare le prede difficili, non essere cacciato" dice.
- Improvvisamente livida, rossa di rabbia, Germana mi lancia un sguardo freddo per poi accennare un sorriso ipocrita.
- "Si vede che manchi da molto, qui! Ormai Lena non è più una difficile, è stata spottata mentre comprava della biancheria sexy...".
- "Mi fa piacere sapere che ti informi su di me, Germana,
mi dai molta importanza" la blocco, sorridendo falsamente a mia volta.
"Ma quella biancheria era proprio per festeggiare il ritorno di Dami...
Vieni che te la mostro!" esclamo, prendendo Damiano per mano e
trascinandolo fuori dal cortile, sotto lo sguardo sbalordito e
scioccato di tutti, Germana in primis, che sembra aver ricevuto uno
schiaffo forte sulla faccia.
- Quando ci ritroviamo da soli in uno dei corridoi dell'università, lui mi fissa, senza parole. "Cosa mi sono perso?".
- In effetti, vedere Lena Inverno che risponde a tono a
Germana e dice di dover mostrare della biancheria sexy a qualcuno non
è proprio una cosa all'ordine del giorno.
- Inizio a raccontargli dei dissapori tra me e Germana
che ultimamente sono aumentati, fino alla foto pubblicata su quella
pagina e, alla fine, lui sorride sornione.
- "Perchè sorridi?" chiedo.
- "Perchè posso aiutarti".
- "Come?".
- Mi fa l'occhiolino, prima di prendere il cellulare e iniziare a cercare chissà cosa.
- Dopo un paio di minuti, esclama un trionfante "Ecco!" e
mi mostra un MMS che mi lascia alquanto basita, tanto che apro e chiudo
numerose volte le palpebre.
- Davanti a me, ho una foto di Germana, anzi, del suo
busto nudo con una faccia che crede di essere sexy, con sotto la
didascalia: "E' tutto tuo stasera, se vuoi".
- Distolgo lo sguardo, nauseata, e vedo che se la sta spassando un mondo.
- "Me lo inviò a febbraio, a San Valentino. Ho
fatto finta di non aver ricevuto nulla con la scusa di non avere il
cellulare configurato per ricevere gli MMS. Ma è una foto che
invia a molti..." aggiunge, abbassando la voce.
- "E come pensi di aiutarmi?".
- "Inviando questa foto a questo Spotted e...".
- "Non la pubblicheranno, ora esce con dei tipi che
sembra conoscano gli amministratori della pagina. Ora che ci penso,
penso possa essere una misura preventiva presa proprio perchè sa
che avrebbe potuto fare delle figure di merda a causa di questo suo
vizio di mandare roba del genere a chiunque" medito, incrociando le
braccia.
- "E allora la diffonderemo in un altro modo. Dammi ventiquattro ore e risolvo tutto" dice, sorridendomi.
- Senza parole, gli sorrido a mia volta, per poi
ricordarmi che è sempre di Damiano che stiamo parlando, e che la
sua galanteria ha sempre un prezzo. Così, cercando di non
risultare antipatica, dico: "Come posso ricambiare il favore?".
- "L'ho sempre detto che sei troppo intelligente, capisci subito...".
- "Dai, spara".
- "Esci con me, stasera" dice, questa volta serio.
- "Se con uscire intendi altro, ti ringrazio per il
favore ma me la caverò da sola" mormoro. Conosco Damiano e le
sue "Uscite", e al momento mi basta il casino con Leo, ad essere onesti.
- "No, no! Una semplice uscita, promesso. Ci mangiamo una
pizza, ti racconto del mio viaggio, mi aggiorni sulle novità e
basta. Mi ricordi una ragazza che ho conosciuto a Praga, davvero".
- Sollevo un sopracciglio con aria alquanto scettica, e
lui mi guarda, serio. "Credimi, farò il bravo. Una pizza tra
amici, tutto qui".
- "Se così non fosse, mi sentirò autorizzata a picchiarti".
- "Certo".
- "Va bene, allora. Accordo fatto".
- Ci stringiamo la mano, complici, per poi notare che la lezione è già iniziata da una decina di minuti.
- Decidendo di giocare fino all'ultimo, così, trattengo Damiano per un braccio e lui mi guarda, senza capire.
- "Non farti film mentali. Questo fa parte dell'accordo"
dico, prima di chinarmi su di lui e lasciargli un rapido bacio sul
collo, sporcandolo di lucidalabbra insieme ad una piccola parte del
colletto della sua maglia bianca. "Voglio dire, entreremo in ritardo, e
tu sei in queste condizioni... Germana ci rimarrà".
- Ridendo, lui mi scompiglia i capelli con una mano,
facendomi ridere a sua volta. "Nessuna sopravvive ad uno dei miei
attacchi perfettamente in ordine… Ora sei credibile anche tu".
- Sghignazzando, ci avviamo verso l'aula, entrando mentre la prof sta già spiegando.
- Ci sediamo dietro Germana e lei, voltandosi e vedendoci così, sgrana gli occhi, per poi voltarsi di nuovo con uno scatto.
- Damiano non è male, a dire la verità. Me ne sono resa conto mentre cenavamo e mi raccontava dei suoi viaggi.
- Isolato dal contesto universitario, in cui cerca di
pavoneggiarsi e di fare solo in cretino, guadagna molti punti,
perchè in realtà ha tanto da dire, e in più ha un
modo di ragionare che condivido sotto molti aspetti.
- In più, sul serio ha mantenuto la promessa, visto che non ha tentato in nessun modo di gettarsi addosso.
- Quando insiste per pagare il conto, mi fa ricordare
della pizza che andai a mangiare con Leo a Mergellina quando successe
il primo casino con Spotted che riguardava Matteo ed Elisabetta, e noto
che quello che dovrebbe essere il mio insegnante non si è fatto
vivo, nemmeno con un sms, ma non ci rimango male, cosa che mi sorprende.
- Deve essere la prova tangibile del fatto che io non provi nulla nei suoi confronti.
- "Però ora andiamo in qualche bar ed offro io" esclamo, mentre stiamo uscendo dalla pizzeria. "E non si discute!".
- "Mmm, vuoi farmi ubriacare ed approfittare di me,
vero?" esclama Damiano, lanciandomi una delle sue occhiate che sono
tutto fuorchè seducenti.
- "Mi hai scoperta, diamine!" sto al gioco, ridacchiando.
- Tuttavia, la mia risata si spegne quando, una volta
fuori dalla pizzeria, vedo Matteo seduto sul suo scooter, con le
braccia incrociate ed un'aria alquanto arrabbiata.
- Appena ci vede, si alza e si dirige verso di noi, con un modo di camminare alterato che conferma il suo stato d'animo.
- E' sul serio paonazzo, la sua faccia è trasfigurata, tanto da fare quasi paura.
- "E' lui il tizio che ti scopi ora?" sbotta, senza nemmeno salutare.
- Incredula, sgrano gli occhi. "Ma stai fuori? Che ci fai qui, poi?".
- "Ero venuto di nuovo a casa tua, e Trudy mi ha detto
che non c'eri, e ci ho messo un secolo per farmi dire dove fossi,
continuava a dire che non sono affari miei...".
- "E la biasimi, per questo?" s'intromette Damiano, duro
più che mai, fronteggiandolo. Gli ho raccontato le ultime
novità che lo riguardano, e, ovviamente, non l'ha giudicato
affatto bene.
- "Stai zitto, stronzo!".
- "Stronzo? Io sarei stronzo? E tu, allora?".
- "Ragazzi, piantatela!" mi intrometto, frapponendomi tra
i due che sembrano sul punto di picchiarsi lì, davanti a tutti.
"Matteo, vattene, non capisco perchè tu sia qui e non
m'interessa...".
- "Ti voglio parlare, diamine! Devi capire delle cose, ti devo spiegare e...".
- "Ancora? Matteo, smettila! Sembri un pazzo! Non puoi
farti vivo solo se vieni a sapere che mi vedo con un altro, che tra
parentesi non è lui! Sei un bambino, oltre che stronzo! Hai
scelto Elisabetta, e ora devi pagarne le conseguenze!" urlo,
infischiandomene del fatto che si sia formata una folla attorno a noi
che ci sta fissando.
- Trascino Damiano lontano da quell'essere insulso del
mio ex, che ora se ne sta immobile nel bel mezzo del marciapiede,
circondato da una folla che lo guarda come se fosse giunto il giudizio
universale.
- "Propongo di scrivere un bel romanzo sula tua vita sentimentale" ridacchia Trudy la mattina dopo.
- Forse crede di tirarmi su visto che mi aspetta una
giornataccia tra lezioni, decisioni varie e il mio turno di lavoro, ma
non ci sta riuscendo affatto.
- Non ho dormito, la faccia spaventosa di Matteo mi si
parava davanti agli occhi appena li chiudevo, e una parte di me non fa
altro che chiedersi se, sotto sotto, io sia felice per questo suo
strano "Interesse" nei miei confronti.
- "Che è inesistente" sbotto, dando l'ultimo morso
ad un croissant al cioccolato che ho comprato strada facendo.
"Comunque, oggi a Letteratura Inglese darò il mio nome alla
prof, sosterrò la prova intercorso...".
- "Non avevo dubbi".
- "Lo faccio solo per avere qualcosa su cui concentrarmi,
non per avvantaggiarmi con lo studio. Anzi, per come sono messa, ho
paura di non combinare nulla durante la sessione estiva e...".
- "Non avevo dubbi su questo. Ti conosco troppo bene, ormai! E comunque ti farò compagnia".
- "Davvero?".
- "Sì. Ci sono rimasta male nel non poter fare il
tirocinio a causa di un esame e così..." spiega, scrollando le
spalle.
- "Ma lo potrai fare anche a settembre" le ricordo.
- "Lo so, lo so, ma ci tenevo a farlo con voi".
- Le sorrido, senza sapere cosa dire, così, cosa
alquanto rara, rimaniamo zitte fino all'arrivo all'università,
dove, fuori l'aula di letteratura, troviamo un foglio attaccato alla
porta su cui c'è scritto che dobbiamo lasciare lì il
nostro nominativo se vogliamo effettuare la prova intercorso.
- Io e Trudy scriviamo il nostro nome e il nostro numero
di matricola, per poi vedere Elisabetta che si accinge ad avvicinarsi a
sua volta per firmare. Ci saluta con un sorriso, il suo solito sorriso
ipocrita, e la cosa mi fa pensare che, ovviamente, lei ignori cosa sta
combinando il suo ragazzo, il quale, stranamente, non è con lei
al momento.
- "Non sa nulla, si vede lontano un miglio" mormora la mia amica mentre entriamo in aula.
- Annuisco, senza riuscire, tuttavia, a dire una parola.
- "Lo sai, vero, che lui ora proverà a tornare con te?" continua lei, scrutandomi attentamente.
- Esito, abbassando lo sguardo. "Ci ho pensato, ma voglio pensare che abbia un minimo di dignità e...".
- "No, lui non ce l'ha la dignità, l'ha persa secoli fa. Devi solo prepararti nel caso in cui succederà".
- "Lo manderò a quel paese" rispondo, sospirando.
- Trudy fa un cenno di approvazione, per poi voltarsi e
fare cenno agli altri di raggiungerci, visto che hanno appena finito di
firmare il foglio.
- La lezione inizia con mille raccomandazioni e
chiarimenti riguardo la prova, e poi prosegue con l'ultima parte della
spiegazione di “1984” che riempie l'aula di parole vuote
che, forse, nemmeno il cinquanta per cento di noi ascolta con
attenzione.
- A metà lezione, tuttavia, Germana si alza di
scatto e se ne va come una furia, sotto lo sguardo attonito di tutti e
sbattendo rumorosamente la porta, in un modo che fa protestare la
professoressa.
- Mi volto verso Damiano, seduto vicino Trudy, e lui mi
fa l'occhiolino. Gli lancio un'occhiata interrogativa e lui mi fa cenno
di aspettare.
- Strappa una parte di foglio del quaderno, scrive rapidamente qualcosa e poi me lo passa.
- Ho creato un nuovo account sul forum dell'uni e ho aperto un post nella sezione "Roba da Orientale" con la sua foto ;)
- Sospiro, visto che con l'umore che mi ritrovo
vendicarmi di Germana è l'ultimo dei miei pensieri, al momento,
così aspetto la fine delle due ore ed esco, decidendo di saltare
la lezione successiva per andare a casa, iniziare a studiare e poi
andare a lavoro.
- "Complimenti".
- Mi blocco, trovandomi davanti Germana che blocca il passaggio per uscire dall'università.
- Ha le braccia incrociate, il mento alzato in segno di
sfida, ma sembra a disagio visto gli occhi di tutti che si posano su di
lei.
- "Prego?" chiedo, sentendomi, tuttavia, uno schifo.
- "Complimenti per aver postato quella foto sul forum. Potrei denunciarti, sai?".
- "Ed io non potrei denunciarti per stalking vista la mia
foto che hai inviato a spotted?" esclamo, decidendo di scoprire le
carte, visto che non ha senso continuare a mentire.
- "E' diverso, tu non sei nuda...".
- "Quindi ammetti di essere stata tu!" dico, un po' trionfante.
- "Immagino che ti abbia aiutato Damiano" cambia discorso lei, arrossendo.
- "La colpa è anche tua che invii certe foto a
chiunque. Non dovrebbe imbarazzarti, visto che quella foto ha fatto il
giro della città anche senza essere stata messa on-line, mentre
tu mi hai seguito di proposito e...".
- "Passavo di lì, ti ho visto e ti ho fatto una foto!" spiega, sempre più rossa in viso.
- "E ciò spiega che sei tu quella che mi dà
più importanza, la mia è stata semplice difesa. Gli
amministratori del forum la toglieranno subito visto il contenuto,
mentre la mia foto rimarrà lì, su quella pagina di merda".
- Lei esita un istante, poi, togliendosi una ciocca bionda dalle spalle, sospira e mi fissa.
- "Io e te non siamo poi così tanto diverse,
ricordalo" sbotta, prima di girarsi ed andarsene, lasciandomi
lì, immobile, colpita dalla forse-verità di quelle parole.
- *°*°*°
- Dopo due settimane eccomi di nuovo qui, con uno dei miei capitoli preferiti.
- Ormai quelli di
presentazione sono finiti, siamo nel vivo della storia, e si inizia a
capire che, dopotutto, il nocciolo della questione qui non è la
relazione prof-alunna, bensì tutto ciò che si cela nella
vita di lei, i suoi problemi nel relazionarsi con alcuni conoscenti e
il fatto di non aver ancora, forse, superato qualche fatto del suo
passato.
- Questa è Lena, questo è il momento in cui è più vulnerabile e dovrà superarlo...
- Non so cos'altro dire, lascio la parola a voi, se vi va di farmi sapere cosa ne pensate :)
- Grazie a coloro che continuano a leggere e a seguire la storia <3
- Aggiornerò domenica 17 perchè poi andrò una settimana a Milano e non potrò pubblicare ^^
- milly92.
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