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Autore: milly92    05/11/2013    4 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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9v
Capitolo 9
V per Vendetta
15 Dicembre 2010
Faceva freddo, troppo freddo, e le ore di pausa tra una lezione e l'altra erano davvero una tortura visto che fuori le aule non c'era alcun riscaldamento.
Era ora di pranzo, e dopo la lezione di Letteratura Italiana ci accampammo sulle scale che conducevano al primo piano della sede dell'Università, di fronte la porta - ovviamente chiusa - che conduceva al cortile in cui c'era l'ascensore riservata agli studenti.
Estrassi un contenitore dalla borsa con dentro tonno al naturale e pomodori conditi solo con un pizzico di sale, e Dario mi guardò con rimprovero, come faceva da due settimane a quella parte all'ora di pranzo.
"Ma la vuoi finire?" sbottò, infastidito.
Alzai gli occhi al cielo e feci finta di non sentire, prendendo la forchetta di plastica che avevo avvolto in un tovagliolo.
"Se piaci a quel tizio, se gli piaci davvero così come sei, non devi perdere peso, stai bene così" continuò imperterrito.
"E' una dieta controllata, Dario! Me l'ha scritta il dietologo, dopo ho un altro contenitore con un hamburger di vitello e...".
"Ma è inutile, stai bene...".
"Smettila!" urlai, attirando l'attenzione delle altre su di me. "Mi conosco, ok? I jeans mi stanno stretti, e li ho comprati solo due mesi fa, in più non mi piaccio e ho il diritto di fare qualcosa per me, intesi? Lo faccio solo per me!".
"Dario voleva solo dirti che per lui sei carina lo stesso..." disse Trudy, cercando di calmare le acque come suo solito.
"Mi sono scocciata di essere carina e l'eterna seconda, terza o quarta... Voglio migliorarmi, ho quasi vent'anni, e non penso di dovere dare spiegazioni a nessuno" spiegai, sforzandomi di calmarmi.
"Piantatela, fa bene, voglio dire, ha lo stomaco più grande delle tette" dichiarò Germana, con il suo solito sorrisino mellifluo, facendomi arrossire di brutto e guadagnandosi una gomitata da parte di Lucia.
Forse, in quel momento Dario riuscì a capire le mie motivazioni, perchè le riservò uno sguardo di puro disprezzo e disse: "A te non succede solo perchè ce le hai troppo grosse, e, per inciso, mi digustano".
*********
Riaprire gli occhi e trovarmi in una stanza che non mi è familiare.
Non mi succedeva da tempo, in realtà, per cui mi metto a sedere e vedo Leo che dorme al mio fianco, a pancia in giù e con una mano protesa verso la direzione in cui mi trovo.
Ci impiego qualche minuto per razionalizzare il tutto, poi guardo la sveglia e vedo che sono quasi le sette.
Non so come mi sento: una parte di me è serena, un'altra cerca di reprimere i mille dubbi che mi invadono.
Sono andata a letto con un mio insegnante che non sa di esserlo, accipicchia! E non è stato affatto male, anzi.
Direi che sono sul serio riuscita a fingere fino a crederci, in questo caso, e la cosa mi stupisce alquanto, visto che riuscire a far tacere la mia coscienza e i miei mille pensieri è sul serio un'impresa.
Devo pensare che questa sia la mia esperienza più pazza dell'ultimo anno di università, tutto qui, mi dico mentre mi alzo e mi dirigo verso il bagno per darmi una sistemata, con indosso solo il completo intimo scelto la sera precedente e che ora mi dà fastidio a causa del tessuto non proprio comodo.
Mi guardo allo specchio, e vedo una Lena diversa da quella che ero fino a due anni fa.
I capelli, ormai lunghi, sono disordinati e ingestibili, il mio viso è più sottile e la pancia è nettamente inferiore al seno, anche se il fatto che ieri sera non abbia cenato contribuisce a renderla un po' meno gonfia.
Una parte di me, però, sa che dentro non cambierò mai se non mi ci metto d'impegno, perchè una taglia in meno e un viso meno paffuto non possono compiere nessun miracolo.
Ricordo che è martedì, e che Leo ha lezione alle dieci... Mi viene da sorridere al pensiero che i miei "colleghi", tra cui Germana, lo ascolteranno mentre spiega chissà cosa, come fanno tutti i professori normali, mentre lui ha passato la notte con una loro coetanea, e magari fatica a concentrarsi a causa di ciò.
Che egocentrica che sono! Per Leo non è di certo una novità fare sesso con una con cui non sta nemmeno insieme, a differenza della sottoscritta.
Quando ho finito di lavarmi, torno nella stanza e vedo che dorme ancora, così, vedendo la sua camicia su una sedia, la prendo e la indosso, sentendomi sul serio una di quelle ragazze che si vedono nei film americani nella scena che segue quella in cui lei e il tizio di turno hanno fatto sesso.
Non mi guardo nemmeno allo specchio, perchè so che mi sentirei patetica, e mi dirigo in cucina, con l'idea di preparare la colazione.
Ventiquattr'ore fa l'ho preparata per Dario, ed ora eccomi qui, nella cucina del mio professore, che mi guardo attorno come se fossi una bambina eccessivamente curiosa.
Mi basta aprire uno dei mobili per trovarmi davanti cereali, pane bianco, marmellata... E capire che io non so un cavolo di cosa Leo sia solito mangiare per colazione.
Ecco uno dei rischi che si corrono quando si passa la notte con uno che non conosci bene: farti venire una sorta di crisi isterica perchè sai com'è quella persona nuda, ma non sai cosa diamine gli piaccia per colazione!
- Pensi troppo, Lena. Piantala - mi dico, tuttavia senza esito.
E' solo che è tutto nuovo per me, tutto qui, e, grazie al mio piccolo problema che consiste nel pensare troppo, tendo ad ingigantire il tutto.
Le attrici dei film che se ne vanno in giro con indosso la camicia del loro uomo hanno un copione che dica loro cosa fare, e al momento ne vorrei uno anche io...
"Wow!".
Mi volto, sobbalzando, e mi ritrovo un Leo con addosso solo i boxer e appoggiato allo stipite della porta della cucina che mi guarda con aria di approvazione.
E' dannatamente sexy, deve essere proprio per questo che ieri non mi sono fatta alcun problema mentre mi strappava i vestiti di dosso.
Imbarazzata, mi limito a sorridere e a dire: "Buongiorno", cercando di scacciare le mie paranoie.
"Buongiorno. Pensavo te ne fossi andata...".
"No, no, volevo solo... La colazione, sai...".
Annuisce, prima di avvicinarsi e baciarmi, stringendomi a sè. "Facio io, tu siediti" dice.
Annuisco a mia volta, prendendo posto, sul serio senza sapere cosa dire o fare.
Chissà cosa pensa di me, se me la sono cavata ieri sera o ho fatto schifo...
"Sei stata... Amazing, ieri sera" dice d'un tratto lui, come se mi stesse leggendo nel pensiero e rivolgendomi un sorrisino mentre appoggia i cereali sul tavolo.
"Non devi dirmelo per forza, Leo, sul serio..." biascico, in evidente imbarazzo.
"E' la verità".
"Oh! Beh... Vale lo stesso per te" mormoro.
Mi guarda, incerto, in un modo che mi fa ridere. Gli occhi socchiusi, le sopracciglie inarcate, le labbra incurvate, gli donano l'espressione simile a quella di un bambino che non sa se credere a cosa gli stanno dicendo i genitori.
"Sul serio!".
"Ci credo, allora".
"Ci devi credere".
Ci sorridiamo, finchè lui non si china di nuovo su di me. "Ho lezione tra circa tre hours ma.... Già so che penserò di te e di quello che è successo stanotte" ammette, prima di baciarmi di nuovo, questa volta soffermandosi di più e stringendomi a sè, mentre una delle sue mani mi accarezza le gambe, con così tanta insistenza fino ad infilarsi tra di esse.
Mi sorprende, tanto che mi stacco e lui mi fissa, preoccupato. "Scusa, io...".
"No, no, è che ero solo... Non fa nulla" mormoro, baciandolo.
Pensavo avrebbe voluto spiegazioni, invece non è così, visto che, con cautela, ritorna alla sua precedente occupazione.
"Dovremmo... Farci una doccia e poi fare colasione, non... Credi?" sussurra contro il mio orecchio, mentre le sue mani continuano a vagare sotto la camicia, con una maestria tale che mi fa dimenticare tutto.
"Sì..." rispondo, deglutendo, aggrappandomi alle sue spalle, non riuscendo a pensare ad altro che al suo tocco e all'eccitazione che è in grado di scaturire in me.
In pochi secondi, senza sapere come, mi ritrovo in braccio a lui, diretta verso il bagno, con la sensazione di essere sul serio in uno di quei film...
"In pratica avete girato un film porno" commenta Trudy a pranzo, guardandomi con aria diversa dal solito.
"Niente che tu e Davide non abbiate fatto centinaia di volte" la rimbecco, mangiando un pezzo di pane.
"Sì, ma per arrivare alla doccia ci abbiamo messo un po'...".
"Invidiosa?" chiedo, ridendo.
"No, sul serio... Stai bene? Cioè, non vorrei che tutto ciò sia successo solo per farla vedere a certi idioti dopo quello che è successo ieri".
"Ma se nessuno sa e deve sapere di me e Leo! E' una cosa mia, Trudy. Avevo bisogno di sapere che sono così per scelta, non perchè non posso essere diversa" le spiego con convinzione. "E mi ci voleva, onestamente. Mi va bene così, perchè so che io e Leo siamo attratti solo fisicamente. Te lo giuro, non sono coinvolta sentimentalmente e mi ha fatto bene sentirmi desiderata da un uomo".
Trudy annuisce, sorridendo. "Mi fa piacere, allora" sentenzia e, sbalordendomi, non aggiunge altro visto che sembra impegnata esclusivamente nel terminare la pasta che ho preparato.
Venti minuti dopo, scendiamo di casa, dirette alla lezione di Letteratura Tedesca III, con il nostro solito anticipo che ci consente di fare quattro chiacchiere prima di sorbirci due ore di ininterrotte considerazioni su Goethe, autore ovviamente amato dalla dispotica Passoli, la docente che ci è capitata che sembra essere peggio di quella dell'anno precedente.
Ci accodiamo nel cortile, su una panchina vicina a quella occupata da Marina, Lucia, Alessandra e Dario, i quali stanno contemplando dei fogli.
"Cos'è?" chiedo, falsamente disinvolta, cercando di non badare alle occhiate di chi mi circonda a causa del pettegolezzo del giorno precedente.
"Ehi, stai benissimo, Lè! Questo lucidalabbra ti dona!" m'interrompe Alessandra con aria di approvazione, ignorando la mia domanda.
"Sì, sembri sul serio... Raggiante" osserva Lucia, sorridendomi.
O mi stanno prendendo in giro, o è vero che una scopata può fare miracoli, come si suol dire.
Scrollo le spalle, sorridendo. "Grazie, ragazze. Ho solo capito che non vale la pena arrabbiarsi a causa di certe persone, tutto qui" rispondo.
"Brava ma..." esordisce Marina, alzandosi e sedendosi al mio fianco, preoccupata. "Ho controllato ieri, mentre Germana era sotto la doccia e... Ha quella foto sul cellulare, è stata scattata sabato verso le diciassette" spiega.
Trudy fa un verso di disapprovazione, mentre io non mi scompongo più di tanto, sentendo che le cose stessero così. "Grazie, Mari, ti devo un favore".
Lei sorride ed io le passo un braccio attorno alle spalle per farle capire la mia gratitudine.
"E' una stronza" sentenzia Dario, che, evidentemente, sapeva già tutto insieme alle altre.
"Nulla di nuovo. So già cosa fare. Cosa sono questi fogli, comunque?" replico, facendo finta di nulla perchè sono appena passati alcuni dei nuovi amici di Germana.
"Riguardano il tirocinio" spiega Lucia, riferendosi alle ore che dobbiamo svolgere dedicandoci a qualche attività in cui mettere in pratica ciò che abbiamo studiato prima della laurea, per guadagnare sei crediti formativi.
"Oh! Io non posso farlo ancora, vero?" chiede Trudy, prendendo un foglio e squadrandolo.
"Non penso... Lo possono fare le persone a cui mancano al massimo cinque esami" risponde Alessandra.
"Che sfiga! A me ne mancano sei!" replica la mia amica, sbuffando.
"Siamo più o meno tutti sulla stessa barca..." commenta Marina, afflitta. "A me ne mancano otto, pensa!".
"Mi sa che possiamo farlo solo io, Lena e Dario" dice Lucia. "Ma io ho messo tirocinio interno, quindi collaborerò con il sito dell'università".
"Io ho messo esterno, invece" mormora Dario.
"Idem" dico, prendendo un foglio, leggendo le varie proposte e poi sgranando gli occhi. "No, impossibile! Cioè, c'è anche il mio ex liceo!" esclamo.
"Ma sei sicura?" chiede Trudy.
"Sì! Il Manzoni di Caserta! Wow!".
"Quindi potresti fare la tirocinante della tua prof d'inglese, no?" osserva Alessandra.
"Beh, sì, era una delle poche che mi stavano simpatiche...".
"Ehi, gente! Come va?".
Il nostro chiacchiericcio viene interrotto da Damiano Graziani, detto anche 'Er Playboy dai suoi amici, vista la sua convinzione di fare colpo su chiunque si rivolga a lui, ragazzi inclusi.
Lo conosciamo dal primo anno, ma ci sono periodi in cui scompare, per poi tornare puntualmente durante il secondo semestre.
"Dami, ma allora sei vivo!" lo prende in giro Dario, alzandosi e stringendogli il pugno per salutarlo con una delle solite stupide mosse che fanno i ragazzi invece di dirsi un semplice "Ciao!".
Nel vederlo, ricordo che l'ultima volta che l'ho visto è stato a febbraio, dopo l'esame di Storia della Filosofia, mentre Germana faceva la scema con lui. In effetti, è uno di quelli che l'ha respinta, da quel che so.
"Certo! Sono stato un po' in giro per la Repubblica Ceca, l'Ucrania e la Romania, mi hanno ospitato alcuni amici che ho conosciuto l'estate scorsa" spiega.
"Sei stato lì per due mesi?" chiedo, senza capire.
"No, no, tre settimane, a marzo, poi ho lavorato da mio padre, ed ora eccomi qui, pronto a far sognare le donzelle di questa triste università con la mia sola presenza" si pavoneggia, indicando sè stesso ed esibendo un sorriso che, forse, crede essere irresistibile.
Ovviamente, tutti ridiamo, sapendo di farlo gasare ancora di più e di spronarlo a raccontare qualche aneddoto divertente, reale o inventato che sia.
"Però, lo ammetto... Quella che mi è mancata di più è Lena!" esclama, sedendosi alla mia destra e lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Ma davvero?" chiedo, ridendo.
"Certo!".
"Anche mentre eri in mezzo alle ucraine e alle rumene?".
Qui tace, e si genera un nuovo circolo di risate, interrotto solo dall'arrivo di Germana, che esclama un acuto: "Ma guarda chi è tornato!".
Si avvicina a Damiano e gli getta le braccia al collo, e lui l'allontana con una delicatezza che sembra costargli molto.
"Sei scomparso!".
"Sono stato in giro per l'Europa e ho lavorato" spiega lui.
"Ah. Potevi farti sentire!".
"Ehm...".
"Non sarebbe stato sincero comunque, perchè ha detto che sono io quella che gli è mancata di più!" m'intrometto, arrabbiata a causa della conferma che sia stata lei a inviare la foto a Spotted.
Per alimentare il tutto, appoggio la testa sulla spalla di Damiano che, prontamente, mi circonda le spalle con un braccio.
Lui evidentemente capisce che sto cercando di salvarlo dalla presenza di Germana, perchè annuisce vigorosamente.
"Sì... Sai com'è, mi piace cacciare le prede difficili, non essere cacciato" dice.
Improvvisamente livida, rossa di rabbia, Germana mi lancia un sguardo freddo per poi accennare un sorriso ipocrita.
"Si vede che manchi da molto, qui! Ormai Lena non è più una difficile, è stata spottata mentre comprava della biancheria sexy...".
"Mi fa piacere sapere che ti informi su di me, Germana, mi dai molta importanza" la blocco, sorridendo falsamente a mia volta. "Ma quella biancheria era proprio per festeggiare il ritorno di Dami... Vieni che te la mostro!" esclamo, prendendo Damiano per mano e trascinandolo fuori dal cortile, sotto lo sguardo sbalordito e scioccato di tutti, Germana in primis, che sembra aver ricevuto uno schiaffo forte sulla faccia.
Quando ci ritroviamo da soli in uno dei corridoi dell'università, lui mi fissa, senza parole. "Cosa mi sono perso?".
In effetti, vedere Lena Inverno che risponde a tono a Germana e dice di dover mostrare della biancheria sexy a qualcuno non è proprio una cosa all'ordine del giorno.
Inizio a raccontargli dei dissapori tra me e Germana che ultimamente sono aumentati, fino alla foto pubblicata su quella pagina e, alla fine, lui sorride sornione.
"Perchè sorridi?" chiedo.
"Perchè posso aiutarti".
"Come?".
Mi fa l'occhiolino, prima di prendere il cellulare e iniziare a cercare chissà cosa.
Dopo un paio di minuti, esclama un trionfante "Ecco!" e mi mostra un MMS che mi lascia alquanto basita, tanto che apro e chiudo numerose volte le palpebre.
Davanti a me, ho una foto di Germana, anzi, del suo busto nudo con una faccia che crede di essere sexy, con sotto la didascalia: "E' tutto tuo stasera, se vuoi".
Distolgo lo sguardo, nauseata, e vedo che se la sta spassando un mondo.
"Me lo inviò a febbraio, a San Valentino. Ho fatto finta di non aver ricevuto nulla con la scusa di non avere il cellulare configurato per ricevere gli MMS. Ma è una foto che invia a molti..." aggiunge, abbassando la voce.
"E come pensi di aiutarmi?".
"Inviando questa foto a questo Spotted e...".
"Non la pubblicheranno, ora esce con dei tipi che sembra conoscano gli amministratori della pagina. Ora che ci penso, penso possa essere una misura preventiva presa proprio perchè sa che avrebbe potuto fare delle figure di merda a causa di questo suo vizio di mandare roba del genere a chiunque" medito, incrociando le braccia.
"E allora la diffonderemo in un altro modo. Dammi ventiquattro ore e risolvo tutto" dice, sorridendomi.
Senza parole, gli sorrido a mia volta, per poi ricordarmi che è sempre di Damiano che stiamo parlando, e che la sua galanteria ha sempre un prezzo. Così, cercando di non risultare antipatica, dico: "Come posso ricambiare il favore?".
"L'ho sempre detto che sei troppo intelligente, capisci subito...".
"Dai, spara".
"Esci con me, stasera" dice, questa volta serio.
"Se con uscire intendi altro, ti ringrazio per il favore ma me la caverò da sola" mormoro. Conosco Damiano e le sue "Uscite", e al momento mi basta il casino con Leo, ad essere onesti.
"No, no! Una semplice uscita, promesso. Ci mangiamo una pizza, ti racconto del mio viaggio, mi aggiorni sulle novità e basta. Mi ricordi una ragazza che ho conosciuto a Praga, davvero".
Sollevo un sopracciglio con aria alquanto scettica, e lui mi guarda, serio. "Credimi, farò il bravo. Una pizza tra amici, tutto qui".
"Se così non fosse, mi sentirò autorizzata a picchiarti".
"Certo".
"Va bene, allora. Accordo fatto".
Ci stringiamo la mano, complici, per poi notare che la lezione è già iniziata da una decina di minuti.
Decidendo di giocare fino all'ultimo, così, trattengo Damiano per un braccio e lui mi guarda, senza capire.
"Non farti film mentali. Questo fa parte dell'accordo" dico, prima di chinarmi su di lui e lasciargli un rapido bacio sul collo, sporcandolo di lucidalabbra insieme ad una piccola parte del colletto della sua maglia bianca. "Voglio dire, entreremo in ritardo, e tu sei in queste condizioni... Germana ci rimarrà".
Ridendo, lui mi scompiglia i capelli con una mano, facendomi ridere a sua volta. "Nessuna sopravvive ad uno dei miei attacchi perfettamente in ordine… Ora sei credibile anche tu".
Sghignazzando, ci avviamo verso l'aula, entrando mentre la prof sta già spiegando.
Ci sediamo dietro Germana e lei, voltandosi e vedendoci così, sgrana gli occhi, per poi voltarsi di nuovo con uno scatto.
Damiano non è male, a dire la verità. Me ne sono resa conto mentre cenavamo e mi raccontava dei suoi viaggi.
Isolato dal contesto universitario, in cui cerca di pavoneggiarsi e di fare solo in cretino, guadagna molti punti, perchè in realtà ha tanto da dire, e in più ha un modo di ragionare che condivido sotto molti aspetti.
In più, sul serio ha mantenuto la promessa, visto che non ha tentato in nessun modo di gettarsi addosso.
Quando insiste per pagare il conto, mi fa ricordare della pizza che andai a mangiare con Leo a Mergellina quando successe il primo casino con Spotted che riguardava Matteo ed Elisabetta, e noto che quello che dovrebbe essere il mio insegnante non si è fatto vivo, nemmeno con un sms, ma non ci rimango male, cosa che mi sorprende.
Deve essere la prova tangibile del fatto che io non provi nulla nei suoi confronti.
"Però ora andiamo in qualche bar ed offro io" esclamo, mentre stiamo uscendo dalla pizzeria. "E non si discute!".
"Mmm, vuoi farmi ubriacare ed approfittare di me, vero?" esclama Damiano, lanciandomi una delle sue occhiate che sono tutto fuorchè seducenti.
"Mi hai scoperta, diamine!" sto al gioco, ridacchiando.
Tuttavia, la mia risata si spegne quando, una volta fuori dalla pizzeria, vedo Matteo seduto sul suo scooter, con le braccia incrociate ed un'aria alquanto arrabbiata.
Appena ci vede, si alza e si dirige verso di noi, con un modo di camminare alterato che conferma il suo stato d'animo.
E' sul serio paonazzo, la sua faccia è trasfigurata, tanto da fare quasi paura.
"E' lui il tizio che ti scopi ora?" sbotta, senza nemmeno salutare.
Incredula, sgrano gli occhi. "Ma stai fuori? Che ci fai qui, poi?".
"Ero venuto di nuovo a casa tua, e Trudy mi ha detto che non c'eri, e ci ho messo un secolo per farmi dire dove fossi, continuava a dire che non sono affari miei...".
"E la biasimi, per questo?" s'intromette Damiano, duro più che mai, fronteggiandolo. Gli ho raccontato le ultime novità che lo riguardano, e, ovviamente, non l'ha giudicato affatto bene.
"Stai zitto, stronzo!".
"Stronzo? Io sarei stronzo? E tu, allora?".
"Ragazzi, piantatela!" mi intrometto, frapponendomi tra i due che sembrano sul punto di picchiarsi lì, davanti a tutti. "Matteo, vattene, non capisco perchè tu sia qui e non m'interessa...".
"Ti voglio parlare, diamine! Devi capire delle cose, ti devo spiegare e...".
"Ancora? Matteo, smettila! Sembri un pazzo! Non puoi farti vivo solo se vieni a sapere che mi vedo con un altro, che tra parentesi non è lui! Sei un bambino, oltre che stronzo! Hai scelto Elisabetta, e ora devi pagarne le conseguenze!" urlo, infischiandomene del fatto che si sia formata una folla attorno a noi che ci sta fissando.
Trascino Damiano lontano da quell'essere insulso del mio ex, che ora se ne sta immobile nel bel mezzo del marciapiede, circondato da una folla che lo guarda come se fosse giunto il giudizio universale.
"Propongo di scrivere un bel romanzo sula tua vita sentimentale" ridacchia Trudy la mattina dopo.
Forse crede di tirarmi su visto che mi aspetta una giornataccia tra lezioni, decisioni varie e il mio turno di lavoro, ma non ci sta riuscendo affatto.
Non ho dormito, la faccia spaventosa di Matteo mi si parava davanti agli occhi appena li chiudevo, e una parte di me non fa altro che chiedersi se, sotto sotto, io sia felice per questo suo strano "Interesse" nei miei confronti.
"Che è inesistente" sbotto, dando l'ultimo morso ad un croissant al cioccolato che ho comprato strada facendo. "Comunque, oggi a Letteratura Inglese darò il mio nome alla prof, sosterrò la prova intercorso...".
"Non avevo dubbi".
"Lo faccio solo per avere qualcosa su cui concentrarmi, non per avvantaggiarmi con lo studio. Anzi, per come sono messa, ho paura di non combinare nulla durante la sessione estiva e...".
"Non avevo dubbi su questo. Ti conosco troppo bene, ormai! E comunque ti farò compagnia".
"Davvero?".
"Sì. Ci sono rimasta male nel non poter fare il tirocinio a causa di un esame e così..." spiega, scrollando le spalle.
"Ma lo potrai fare anche a settembre" le ricordo.
"Lo so, lo so, ma ci tenevo a farlo con voi".
Le sorrido, senza sapere cosa dire, così, cosa alquanto rara, rimaniamo zitte fino all'arrivo all'università, dove, fuori l'aula di letteratura, troviamo un foglio attaccato alla porta su cui c'è scritto che dobbiamo lasciare lì il nostro nominativo se vogliamo effettuare la prova intercorso.
Io e Trudy scriviamo il nostro nome e il nostro numero di matricola, per poi vedere Elisabetta che si accinge ad avvicinarsi a sua volta per firmare. Ci saluta con un sorriso, il suo solito sorriso ipocrita, e la cosa mi fa pensare che, ovviamente, lei ignori cosa sta combinando il suo ragazzo, il quale, stranamente, non è con lei al momento.
"Non sa nulla, si vede lontano un miglio" mormora la mia amica mentre entriamo in aula.
Annuisco, senza riuscire, tuttavia, a dire una parola.
"Lo sai, vero, che lui ora proverà a tornare con te?" continua lei, scrutandomi attentamente.
Esito, abbassando lo sguardo. "Ci ho pensato, ma voglio pensare che abbia un minimo di dignità e...".
"No, lui non ce l'ha la dignità, l'ha persa secoli fa. Devi solo prepararti nel caso in cui succederà".
"Lo manderò a quel paese" rispondo, sospirando.
Trudy fa un cenno di approvazione, per poi voltarsi e fare cenno agli altri di raggiungerci, visto che hanno appena finito di firmare il foglio.
La lezione inizia con mille raccomandazioni e chiarimenti riguardo la prova, e poi prosegue con l'ultima parte della spiegazione di “1984” che riempie l'aula di parole vuote che, forse, nemmeno il cinquanta per cento di noi ascolta con attenzione.
A metà lezione, tuttavia, Germana si alza di scatto e se ne va come una furia, sotto lo sguardo attonito di tutti e sbattendo rumorosamente la porta, in un modo che fa protestare la professoressa.
Mi volto verso Damiano, seduto vicino Trudy, e lui mi fa l'occhiolino. Gli lancio un'occhiata interrogativa e lui mi fa cenno di aspettare.
Strappa una parte di foglio del quaderno, scrive rapidamente qualcosa e poi me lo passa.
Ho creato un nuovo account sul forum dell'uni e ho aperto un post nella sezione "Roba da Orientale" con la sua foto ;)
Sospiro, visto che con l'umore che mi ritrovo vendicarmi di Germana è l'ultimo dei miei pensieri, al momento, così aspetto la fine delle due ore ed esco, decidendo di saltare la lezione successiva per andare a casa, iniziare a studiare e poi andare a lavoro.
"Complimenti".
Mi blocco, trovandomi davanti Germana che blocca il passaggio per uscire dall'università.
Ha le braccia incrociate, il mento alzato in segno di sfida, ma sembra a disagio visto gli occhi di tutti che si posano su di lei.
"Prego?" chiedo, sentendomi, tuttavia, uno schifo.
"Complimenti per aver postato quella foto sul forum. Potrei denunciarti, sai?".
"Ed io non potrei denunciarti per stalking vista la mia foto che hai inviato a spotted?" esclamo, decidendo di scoprire le carte, visto che non ha senso continuare a mentire.
"E' diverso, tu non sei nuda...".
"Quindi ammetti di essere stata tu!" dico, un po' trionfante.
"Immagino che ti abbia aiutato Damiano" cambia discorso lei, arrossendo.
"La colpa è anche tua che invii certe foto a chiunque. Non dovrebbe imbarazzarti, visto che quella foto ha fatto il giro della città anche senza essere stata messa on-line, mentre tu mi hai seguito di proposito e...".
"Passavo di lì, ti ho visto e ti ho fatto una foto!" spiega, sempre più rossa in viso.
"E ciò spiega che sei tu quella che mi dà più importanza, la mia è stata semplice difesa. Gli amministratori del forum la toglieranno subito visto il contenuto, mentre la mia foto rimarrà lì, su quella pagina di merda".
Lei esita un istante, poi, togliendosi una ciocca bionda dalle spalle, sospira e mi fissa.
"Io e te non siamo poi così tanto diverse, ricordalo" sbotta, prima di girarsi ed andarsene, lasciandomi lì, immobile, colpita dalla forse-verità di quelle parole.
*°*°*°
Dopo due settimane eccomi di nuovo qui, con uno dei miei capitoli preferiti.
Ormai quelli di presentazione sono finiti, siamo nel vivo della storia, e si inizia a capire che, dopotutto, il nocciolo della questione qui non è la relazione prof-alunna, bensì tutto ciò che si cela nella vita di lei, i suoi problemi nel relazionarsi con alcuni conoscenti e il fatto di non aver ancora, forse, superato qualche fatto del suo passato.
Questa è Lena, questo è il momento in cui è più vulnerabile e dovrà superarlo...
Non so cos'altro dire, lascio la parola a voi, se vi va di farmi sapere cosa ne pensate :)
Grazie a coloro che continuano a leggere e a seguire la storia <3
Aggiornerò domenica 17 perchè poi andrò una settimana a Milano e non potrò pubblicare ^^
milly92.

  
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