E’.. uno sfogo più
che una ff.. avevo bisogno di scriverla.. avevo bisogno che qualcuno la
leggesse
perché si dice che faccia male tenersi tutto dentro. E’ qualcosa che mi
tocca
da vicino.. questa volta non desidero che vi piaccia o la schifiate..
lo faccio
per me.. questa storia è il mio egoismo.
Buona lettura.
Se si concentra lo sente ancora. Quel tocco,
quella voce,
quello sguardo. Tutto di lui è rimasto dentro, marchiato a fuoco in
ogni
cellula del suo corpo. Parte integrante del suo dna.
Gli basta chiudere gli occhi per rivedere quelle
parole, quella
lettera che rigira anche ora fra le mani sudate. L’ha letta
così tante volte che ornai conosce il
posto di ogni singola virgola, riesce a
ricordare ogni solco di penna dove lui
ha premuto troppo con la penna..
L’aria fredda della notte gli solletica la pelle,
nonostante
questo lui ha caldo. Quel caldo asfissiante dettato dalle fitte
continue che ha
al petto.. la sua anima sta bruciando lentamente grazie alla benzina e
al
fiammifero che gratuitamente gli ha donato lui.
Sono troppo poco per te
Akira. Non riesci a comprendere il mio
malessere.. ho bisogno di essere capito non giudicato. Avrei voluto che
tu
rimanessi accanto a me quando mi facevo del male, quando avevo il
bisogno
fisico di ferirmi, che fosse con una lama o anche solo con il silenzio
io.. io
dovevo farlo. Tu invece continuavi a fissarmi come si fissa un idiota
fallito.
Ero questo per te? Un
idiota fallito? Perché invece di pensare che
sarei stato in grado di alzarmi da solo, non mi hai teso una mano? Non
meritavo
il tuo aiuto Akira?
Ho deciso di farlo, si
Akira, è solo colpa tua. Sei tu che mi hai
portato a questo..perchè.. perchè non voglio vedere più la delusione
nei tuoi
occhi. Ho sopportato di perdere la mia famiglia in questo modo.. non
lascerò
che il mio fallimento porti via anche te.
Ti amo. Questo non
cambierà mai.
Ti odio. Anche questo
rimarrà eterno.
Takanori.
Ha scritto male due kanji, se la situazione fosse
stata
diversa Akira glielo avrebbe fatto notare puntiglioso com’è.
Sono passati due anni da quella dannata lettera. E fa ancora male come il primo giorno. Solo
che adesso Akira lascia uscire tutta la sua amarezza di notte, quando
tutti
dormono, quando è troppo buio per vedere, quando le sue grida di dolore
possono
essere attutite mordendo il cuscino.
Una volta al mese va al cimitero con un mazzo di
rose
bianche tra le quali ne spicca una rossa.. è lo stesso tipo di mazzo
che gli
portò una volta Taka… quando quella notte il nanetto fu suo per la
prima volta.
E’ morto dissanguato nella vasca del loro
appartamento, i
poliziotti hanno detto che è stato doloroso. Takanori gli ha dato anche
quest’ultimo
dolore.. perché sarebbe stato meglio sapere che lui se ne fosse andato
in modo
veloce e indolore. Invece no.. perché Takanori è stato questo.. dolore
fino
alla fine.
-Akira.. che ci fai in piedi?- sussulta Akira nel
sentire
quella voce, e velocemente nasconde la lettera sotto il vaso che sta
sul
mobiletto vicino alla finestra.
-Non riuscivo a dormire.- risponde e velocemente
indossa il
sorriso più dolce e falsamente sincero che possiede nel suo repertorio,
prima
di girarsi verso la voce.
-Almeno chiudi la finestra.. fa un freddo cane..-
si lamenta
la figura davanti al biondo abbracciandosi per cercare di trattenere il
calore
che lentamente sta lasciando il posto al freddo.
-Sei tu che sei nudo..- fa notare Akira perdendosi
nell’accarezzare
con gli occhi quel meraviglioso corpo che poche ore prima era stato suo.
-Dettagli..- sbuffa il diretto interessato e
languidamente
gli si avvicina baciandolo poi castamente sulle sue invitanti labbra.
-Torniamo a letto?- sussurra malizioso il ragazzo
sorridendo
a pochi millimetri dalle labbra di Akira.
-Vai avanti.. ti raggiungo subito..- bisbiglia il
biondo
accarezzando i capelli della persona che gli sta davanti.
-Ti amo Akira lo sai?-
-Anch’io ti amo Kouyou..- dice passionale il
biondo e poi
lascia andare il compagno che sparisce nel corridoio.
Akira si avvicina alla finestra e riprende in mano
la
lettera..
-Buon anniversario Takanori..- mima con le labbra
senza far
uscire la voce e fa a pezzi quel maledetto foglio.. poi prende i
brandelli di
carta e li affida al vento che li trasporta via da lui.
Trattiene una lacrima capricciosa e chiude la
finestra.
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