Capitolo
1
Per
fortuna, il sole era spuntato e finalmente erano arrivate le sette:
il giusto orario per farsi una bella passeggiata.
Mi
ritrovai per la strada che portava al mio ufficio: Era un viale dove
c’erano dei mandorli dai fiori candidi e profumati.
Camminando, vidi
macchie di sangue dappertutto. Era molto inquietante:
gli “Esseri”, evidentemente,
avevano compiuto una cruenta strage stanotte…
In
un certo senso, avevo fatto bene a non uscire da casa stamattina
presto, alle prime ore dell’alba.
Era
impossibile ignorare i rumori fastidiosissimi che venivano da
lì fuori, per non parlare di quelle orribili
grida…
Insomma,
gli Esseri erano delle persone comuni tramutate in animali, pronti a
mangiare la propria preda, qualsiasi cosa trovassero sul loro cammino
andava a finire sotto i loro aguzzi denti.
Tutto
avvenne a causa di una brutta epidemia mondiale verificatasi nel 1983,
all’epoca incurabile: Ci furono pochi
sopravvissuti. I miei bisnonni, per esempio,
addestrarono la famiglia a difendersi dai raccapriccianti
Esseri. Ma non bastò: Alla fine, non riuscirono
tutti a sfuggire alle loro fauci.
Così,
ora mi ritrovo qui
da solo senza
nessuno, ma per fortuna i miei genitori mi hanno lasciato una buona
esperienza di sopravvivenza, e vivo qui, in questa umile cittadina
chiamata Sarasota, a
sud ovest della Florida.
Facevo
avanti e dietro per le vie, cercando una casa dove non fossi
già andato a cercare provviste, animali morti giacevano ai
lati delle strade, con un tanfo terribile, fino a quando trovai a largo
della città una piccola casetta sulla Apricot Avenue.
Entrai
sfondando la porta, che era bloccata dalla ruggine formatasi col tempo,
dopo tutto eravamo nel 2024, ben quarantun’anni erano
passati. All’interno di questa casa a tetto spiovente,
c’era un grande salone da pranzo, dove tutto era messo a
soqquadro.
Cercai
meglio, e alla fine, all’esterno, trovai una piccola dispensa dove si
raccoglievano varie provviste.
Esultai,
ma trovai tutto cibo scaduto, ovviamente… Ma, per
fortuna, c’era del cibo liofilizzato, del latte e
del pollo arrosto: Qualcosa per questa giornata l’avevo
racimolata.
Uscito
dall’abitazione, avevo bisogno di un’arma: dovevo
pur difendermi in qualche modo! E come diceva il mio
babbo:”Se difenderti tu vorrai, un’arma in mano
aver dovrai”.
All’interno
della città non trovai niente, ma la fortuna quel giorno non mi aveva
ancora voltato le spalle:
Trovai
un’auto.
Non
era delle migliori, ma l’importante era che si mettesse in
moto. Sperai vivamente di sì, così provai a dare
un colpetto con le chiavi, ancora attaccate, seguito da un
po’ di gas e, seppur a stento, riuscii a mettere in moto.
Presi la prima uscita che dirigeva ad Osprey, qualche chilometro a sud
della città. Mi fermai vicino ad un minimarket, sicuramente
lì avrei trovato qualcosa!
Entrai
e mi sembrò di vedere la scena di una rapina interrotta nel
momento in cui la città cominciò ad evacuare,
quindi per terra erano stati gettati dei coltelli, non di grosso
formato, ma ci si poteva arrangiare. Risalii in macchina e mi diressi
di nuovo verso la città, sulla strada, all’andata,
avevo notato una stazione di servizio e, visto che avevo tutta
l’intenzione di tenermi la macchina, ne approfittai per fare
rifornimento. Arrivato a casa sistemai un po’ di cose e
cercai di aggiustare le finestre blindate della camera da pranzo, della
cucina e del bagno, in modo che “nessuno” potesse
entrarci durante le ore del buio.
Cercai
un cacciavite, ma vista la ricerca infruttuosa, mi dovetti accontentare
di un coltello da formaggi e, ancora una volta fortunatamente, fu
altrettanto efficace.
Il
mio desiderio più grande era quello di poter incontrare
qualcuno sopravvissuto all’epidemia, ma col passare dei
giorni vedevo sempre più cadaveri, ma non mi davo per vinto:
Ogni
giorno, per provare a mettermi in contatto con qualcuno, mettevo un
annuncio su internet, in modo che potesse visionarlo chiunque accedesse
ad un browser qualunque.
L’annuncio
era semplice:”Offro cibo e acqua, vorrei che ci fosse
qualcuno, qualcuno di sopravvissuto, accolgo chiunque desiderasse aiuto
di qualunque tipo.” E facevo seguire l’indirizzo
e-mail ed il canale radio dove mi si poteva rintracciare.
Ma
nonostante passasse del tempo, nessuno rispondeva.
Non
c’era anima viva su questo pianeta.
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