shy7
dove ci sei tu, c'è casa
La realtà delle cose è ben diversa da quella che spesso vogliamo far credere agli altri.
Da quella volta che ci siamo baciati sul mio letto, venendo quasi
scoperti da Itachi, è trascorso quasi un mesetto. Non ho avuto
nemmeno modo di rendermi conto di quello che è accaduto,
perchè son stato preso dal fatto di avere intrapreso una
alleanza con la famiglia Subaku. Si sai benissimo oramai di cosa mi
occupo, diciamo la verità è trascorso in realtà
due settimane, da quando ti ho confessato cosa combino io con questa
famiglia...Bhe stavo dicendo? Quindi io e Gaara attualmente siamo
alleati, se si considera che per la maggior parte del tempo tenti di
fottermi la persona che mi piace e fottere me. Nella realtà
è un allupato. Dettagli che non voglio approfondire, dato che mi
son abbastanza "sbottonato". Ecco ora uso pure dei termini del DOBE,
non ci posso credere.. Come stavo dicendo, il mio attuale
problema è che spesso non faccio altro che andare da scuola a
casa, da casa a fare ronde notturne con Gaara per monitorare che non ci
fottano locali. Alla fine mi son messo a servizio della sua famiglia.
Almeno questo tiene fuori dai guai, mio fratello e torna a far comodo
che una famiglia di soli due elementi si affidi ad una che è
composta bhe da una schiera. I Subaku son una famiglia molto prolifica.
Sol nella famiglia di Gaara son almeno in tre fratelli. Due maschi e
una ragazza. Tutti molto agguerriti, tosti quanto vichinghi e paiono
molto sadici. Seppur l'unico più fuori di testa ci devo proprio
avere che fare io, che fortuna eh?
Con il DOBE la situazione è rimasta letteralmente in sospeso.
Non so perchè, ma da qualche tempo non riesco a stargli accanto
senza non avere delle strane voglie. Dapprima pensavo fossero delle
fantasie da malato, o meglio erano cose che se mi sorprendevo a
pensarle mi schiaffeggiavo da solo. Oppure insultavo il DOBE senza
motivo, provocando in lui sgomento e tristezza, cosa che mi faceva
sentire maggiormente in colpa e frustrato. Senza capirne il motivo.
Infine bhe, l'ultima volta che ci siamo visti è accaduto che per
la sua sbadataggine, la sua goffaggine sia accaduto un incidente.
Mi è caduto sopra accidentalmente e mi ha baciato, solo che
invece che prenderlo a pugni, ho deciso di lasciare sfogo a ciò
che da un po' di tempo oramai ero a conoscenza...ovvero? Ovvero che il
DOBE ...è una lagna assurda, non sopporto la sua voce, la sua
presenza mi manda in bestia. Ma odio maggiormente quando se ne sta
zitto, o non c'è affatto. Quando i suoi occhi da pieni e vivaci,
divengono vuoti e tristi, soprattutto se è causato da qualcosa
che ho detto o compiuto io stesso. Non sa quante volte, io me la sia
presa con lui senza motivo ma non aveva alcuna colpa. Semplicemente
ammettere a sè stessi, di essere dipendenti di qualcuno
già è assurdo, se poi quella persona è pure
appartenente allo stesso sesso: verrebbe un colpo a chinque. A me,
più che colpo l'ho ritenuto impossibile e da bravo Uchiha, ho
rinnegato e ho accusato un altro essere umano di essere LUI la causa
del mio male. Nella realtà, non soffro di niente semplicemente
è brutto dover già dipendere da un'altra famiglia. Il mio
orgoglio di Uchiha è messo già a dura prova, ma dover
pure ammettere che io sia dipendente da quello scemo di DOBE è
stato per molto tempo dura da digerire. Ancora adesso faccio fatica a
pensarlo, però almeno ho smesso di trattarlo male per quello
anche se di occasioni per arrabbiarmi Naruto me ne dà parecchie.
Non so cosa fare con lui, mi fa dannare l'anima. Eppure senza di lui
devo ammettere che la mia vita sarebbe alquanto bizzarra. Ho a che fare
con due folli, uno è mio diretto parente, Itachi, che tenta in
tutti i modi di scoparmi o meglio forse è una mia impressione,
ma per fortuna si è messo a fare la corte alla bella sorella di
Gaara, Temari, che però non pare ricambiare ma mandi dei teneri
baci al sottoscritto. Il che rende ancora tutto più complicato.
L'altro pazzo è Gaara. Da quando collaboriamo è sempre
appiccicoso. Prima di tutto si è trasferito nella nostra scuola,
suscitando parecchio scompiglio dato che a quanto pare, la madre sia
comunque molto ricca, o almeno la matrigna. Gaara come me ha perso la
madre e padre, in seguito a vicende attorno a cui vi sono ancora dei
processi in corso. Qursto ovviamente non fa altro che aumentare il suo
alone di mistero e di inquietudine, che già sol guardandolo in
faccia ti trasmette. A rendere più complicate le cose, è
il fatto che lui adori il DOBE. Nel vero proprio senso della parola.
Ogni volta che compare, si appiccica come una cozza sullo scoglio al
DOBE, impendendo che io possa in qualche modo parlarci o anche solo
dire ehi ciao. Una piattola. L'unica fortuna è che sia
più grande di un anno di noi, ma durante le lezioni non si
può parlare. quindi ecco spiegato perchè io non abbia
più rivolto la parola al DOBE da quella volta, rimanendo
così incasinati come non mai. Non siamo nè amici,
nè tanto meno nemici. L'unica cosa certa è che siamo
compagni di classe. Basta. Ma quello che ci lega, va ben oltre ad una
semplice conoscenza di compagni di scuola e all'amicizia che tra noi
non c'è mai stata.
Devo dirlo è davvero un casino colossale. Intricato e pare non
avere nè un capo nè una coda. Eppure devo ammettere che
non mi è dispiaciuto è stato piuttosto interessante,
però insomma il DOBE è il DOBE, cioè è
già strano che...che...io continui a pensare a lui mentre il
professore spieghi la mia materia preferita. Algebra. Sta di fianco a
me, ma non riesco nemmeno a guardarlo in faccia. Lui scarabocchia
come sempre qualcosa sul foglio con numeri sgraziati, stondati e quasi
incomprensibili quanto la sua scrittura e anche modo di pensare di
percepire. Cosa darei a volte per essere un grillo parlante e scorgere
cosa passa per quella testolina vuota. Credo che impazzirei, quindi il
dono dell'inconoscibilità è meglio che divenire pazzi del
tutto? No. Cioè, non lo so. Vorrei solamente indietro la mia
vita, vorrei tornare indietro nel tempo per non far accadere
determinate cose che mi hanno incasinato di brutto. Eppure da una parte
so che sto dicendo una marea di fesserie. Non solo perchè so
razionalmente, che non è possibile ma che in fondo alla fine il
DOBE non è così male. Come non lo è Gaara e anche
mio fratello, a modo suo, tenta di tenermi su di morale. Pare che tutti
vedano in me qualcosa che non va. Si preoccupano, persino il DOBE, con
cui non parlo da quasi settimane, mi fissa in silenzio apprensivo. Ma
forse è solo deluso che non gli faccia capire in che situazione
siamo e non ci tengo nemmeno a chiarire. Son troppo incasinato e
confuso al momento. Inoltre come accennavo all'inizio da quando ti ho
confessato del mio lavoro, della natura della situazione familiare, ti
sei ammutolito. Non mi hai detto niente, sei sbiancato: ti sei
allontanato correndo via. Anche se tu pensi che non abbia visto, sul
tuo viso DOBE, scorrevano lacrime. Immagino che tu ora mi disprezzi
perchè ti ho mentito, o forse non ti ho voluto dire niente, dato
che tu mi hai raccontato filo e per segno della tua situazione
familiare che non è delle più rosee della mia. Avevi un
padre e una madre, morti tragicamente in un incidente automobilistico e
tu sei stato l'unico sopravvissuto, perchè tua madre incinta di
te: ti ha dato alla luce, prematuro di un mese prima della tua data
effettiva di nascita. Nato disgraziato ancor prima che i tuoi genitori
potessero "rovinarti". Forse un po' ti invidio, perchè dato
ciò che è stato il mio vissuto, io la famiglia l'ho avuta
anche sin troppo addosso: guarda che risultato? Ti paio una persona
amorevole e in equilibrio, direi proprio di no, anzi semmai pare che io
sia il caso umano da compatire e tu quello normale adatto alla
società. Nella realtà entrambi siamo stati disgraziati,
tu infelice perchè il fato ti ha tolto via la famiglia e io, non
so penso che in un'altra vita di essere stato peggio di quello che sono
ora: quindi secondo la nostra religione buddhista, in questa forma
reincarnata sto espiando a tutte le colpe accumulate nelle vite
precendenti. Chissà magari anche tu, ma di certo chi
raggiungerà il nirvana sarai te e mi lascerai indietro anche sta
volta DOBE. Son convinto che anche in una vita precedente tu mi dessi
tormento, o non so spiegare, questa incredibile alchimia che ci fa
stare appiccicati, nonostante le diversissime storie da cui proveniamo
e caratteri come bagaglio emozionale. Tu sei il sole, caldo:
acciecante, fastidioso ma quando non ci sei, tutto ciò che prima
speldenva di luce e vita, giace morto e inerme. Io: freddo, rifletto la
tua luce, come una sorta di satellite, per cui mi animi. Senza sono una
fredda roccia sferica, si perfetta ma che giace senza vita e fredda.
Quindi in qualche modo so di averti deluso non per il fatto che io sia
un mafioso, giammai, ma che non te l'abbia detto prima che la
situazione precipitasse: cioè che noi complicassero una cosa
già non ben definita. Non ho idea Dobe, cosa noi siamo, so solo
che è fastidioso rimanere da solo in casa con mio fratello che
sfoga le proprie pulsioni con chiunque al fine di non annoiarsi a
vedere il mio muso lungo. (parole sue) Sinceramente credo che le tue
lacrime mi abbiano dato fastidio, perchè avrei preferito di gran
lunga una bella scazzottata virile che vederti frignare come una
donnicciola. Forse mi dà fastidio anche che in ogni occasione,
mi fai ricordare, che, anche io possiedo dei sentimenti. Nella mia vita
mi è stato insegnato che i sentimenti son fonte di debolezza. A
cinque anni, mi è stato quasi proibito di stare accanto a mia
madre, con la paura che divenissi un mollaccione. Anche all'epoca io
obbedii come un perfetto soldatino, affidandomi alle cure di Itachi. Mi
affezionai talmente a lui, che quando tentò quasi di uccidere
mia madre perchè geloso che fossi sangue del suo sangue: ho
pensato di morire. Ma in un certo senso, son morto dentro. Non potevo
affidarmi alle cure materne, perchè mi era stato proibito. Mia
madre era debole come me, sottostava alle leggi assurde paterne imposte
per gelosia che avessimo un rapporto speciale, anche se tra madre e
figlio. La stessa follia che ora consuma Itachi, animava anche mio
padre. Stranamente pare aver saltato me, ma magari mi sbaglio e mi
illudo. Ad ogni modo mi rendo conto che la tua forza risiede proprio in
quella poltiglia chiamata: emozione. Io diffido di lei, quindi diffido
di te DOBE. Non ti capisco e spesso non so cosa e perchè tu
reagisca in determinati modi. Razionalmente parlando, io avrei capito
se mi avessi tirato un pugno addosso, invece no. Sei fuggito via
piagnucolante, lasciandomi solo in preda ad una rabbia cieca. Mi
è costato così tanto dirti parte della mia storia e tu
che fai? Scappi via. Son rimasto davvero deluso da te e quindi...quindi
non so perchè ora son qui con in mano la tua lettera unta e
bisunta, ricevuta da un DOBE, freddo e quasi irriconoscibile alla
soglia della mensa. Non mi hai aspettato e te ne sei andato via,
lasciandomi come un deficiente, con questo pezzo di carta in mano, che
ora dopo due settimane di silenzio e un mese in cui ci siamo...bhe, mi
sto decidendo a capire cosa volerne fare. A gettalra nell'incerenitore
che ho davanti, sinceramente non ne vale la pena. Ma di leggerla?
Sarebbe come darti importanza, specialmente dopo il grande affronto che
mi hai fatto fuggendo via, dopo una mia confessione del genere sul mio
passato. Non lo so, però...al diavolo la apro e vedo che caspita
mi hai scritto, di sicuro stronzate smielate o chissà un elenco
di insulti:
« Caro Sasuke,
prima di tutto
vorrei scusarmi per non aver avuto il coraggio di scriverti prima
questa lettera, ma ciò che sto per dirti forse potrebbe cambiare
ulteriormente il nostro rapporto. Ammesso che ne esista uno. Lascia che
ti spieghi il motivo perchè l'altra volta, son fuggito via come
un vigliacco. Dopo che tu, con tanta fatica, ti sei finalmente deciso a
parlarmi di te...anche se di cose così remote. Ero eccitatissimo
e contento che tu finalmente potessi avere un briciolo di fiducia in
me, tale da spingerti in una cosa abbastanza inusuale per te. Penso che
questo abbia contribuito alla mia reazione, un po', forse: esagerata.
Ma l'aspettativa è tanta, in parte penso sia colpa tua
perchè sei talmente chiuso TEME, che metti soggezione quando
confidi qualcosa. A parte gli schezi, quando mi hai raccontato delle
tue vicende: di tua madre, del fatto che sei stato costretto ad
abbandonarla a sè stessa, credendo ad un ordine paterno
superiore delle cose. In un primo momento, ti ho odiato e invidiato: tu
i tuoi genitori li hai conosciuti. Ma è stato come un fulmine,
come è arrivato si è ritratto perchè mano a mano
che continuavi la storia della tua vita: mi son reso conto, di quanto
nella realtà tu fossi SOLO, seppur pieno di parenti apprensivi
per te. Ma non animati da sincero affetto ma semmai, dalla follia di
tuo padre al fine di renderti uno di LORO. Il fatto è Sasuke,
che mi son reso conto di quanto io sia schifosamente egoista: ho sempre
creduto di essere io la reale VITTIMA, perchè lo sai. Io non ho
mai avuto modo di conoscere i miei e son stato cresciuto dal padrino di
mio padre, un vecchio porco autore di romanzi sconci e un tutore
legale: Iruka. Ma loro mi apprezzano, mi vogliono bene e anche se
strampalati o anche pieni di difetti: ho ricevuto davvero affetto. Tu
invece pare che ne sia completamente a secco, ma ne hai più
bisogno di me, anzi credo che tu nemmeno ti renda conto di quanto ne
sia a corto: tanto che ti sei affidato, alle cure di uno stupido DOBE
testa quadra come me. Quindi ecco perchè, mi son sentito un
derelitto, fallito perchè prima di tutto: ho insistito
più volte, lagnandomi, che tu non mi facessi fare parte mai
della tua vita, futura, presente ma soprattutto passata. Ora capisco
che avevi i tuoi buoni motivi. Spero tu possa accettare le mie
più sincere scuse e sappi che, queste due settimane, di
riflessione, di presa di coraggio son state davvero: una tortura.
Sasuke, vederti da solo per me era straziante, ma capiscimi ne andava
del mio orgoglio, stupido si, ma son pur sempre anche io una persona
colma di difetti e sotto alcuni aspetti: non amettiamo e non amiamo,
mostrare la verità: che siamo più fragili e permeabili di
molte persone. Amiamo però mostrarci in pubblico con delle belle
maschere indossate: la tua di impassibile, la mia esattamente il
contrario, un giullare sempre sorridente. Ma la tua è la
più difficile da togliere. Io ho visto cosa ci sta sotto: un
ragazzo come tanti che è nato in una famiglia sbagliata ,ma che
come tutti, ha bisogno e merita l'amore di qualcuno...mi chiedo se per
caso potrei essere io quel qualcuno...fammi sapere la tua risposta: io
ti aspetto sotto l'acero rosso del cortile, dove ci siamo scazzottati
la prima volta. Quando ti vedrò capirò...noi siamo fatti
così.
Naruto»
I piedi mi portano fuori dalla scuola. Ancora la testa mi ronza per via
dello scampanellio di quella vecchia elettronica campana che segna e
scandisce, le giornate interminabili scolastiche. A lezioni non c'eri,
so esattamente dove stai. Eppure non ho voglia di andare ma i miei
piedi, mi stanno portandoci. Perchè? La testa non fa altro che
ronzare, è pesante, al contempo vuota. Una sorta di ossimoro:
ghiaccio caldo. Una testa vuota e pesante come un macigno di una
tonnellata. Il cuore pieno ma leggero come una piuma. Non capisco il
genere di questo groviglio emotivo, stile gomitolo di lana, che si sta
intrecciando attorno alla mia gola. Faccio fatica a respirare, eppure
non soffro di alun genere di polline. Man mano che mi avvicino al luogo
prestabilito, le mani cominciano a tremare, senza motivo. Le dita son
come rigide, ma fremono come in attesa di qualcosa. Come quella volta
in cui ti lasciai fare: il mio corpo sta avendo la meglio su di me,
senza che io sappia qualcosa. E poi eccoti là, la tua sagoma
familiare: mi dà fastidiosamente fastidio che mi dia calore in
tutto il corpo. Appoggiato al tronco, in atteggiamento di attesa, con
le mani conserte attorno al petto, gambe leggermente accavallate, in
piedi: sei una sfinge. Non si capisce niente di ciò che hai in
volto. I tuoi occhi incontrano i miei e paiono freddi lontani: ho un
estraneo dinnanzi a me, ed io son a pochi metri di distanza. Mi pento
di essere stato così stupido ma qualcosa attorno sta crepitando,
come un rumore di scricchiolii interni. Tu mi parli ma è come se
fossi lontano cento anni luce se non di più. - " Son contento
che tu sia venuto Sasuke.."- sei garbato, ma la tua voce è
distante, forse vuoi tutelarti e mi stai ancora studiando in attesa di
qualche mio segno. Io invece non faccio altro che sentire scricchiolii
che diventano crepitiii. Infine uno schianto a terra di qualcosa rotto
in mille pezzi. Guardo a terra e non vedo nulla, però quando ti
riguardo: vengo investito da una tenerezza, leggo per la prima volta la
intensità del tuo sentimento. Non mi accieca, mi avvolge. Un
calore disumano prende ad ardere dai miei piedi salendo sino alle mie
guance che sento divenire rosse. Sudo, tremo, che mi sta accadendo? Tu
mi osservi, con estrema...tranquillità. Non mi sfiori ma i tuoi
occhi è come se fossero piccole mani che mi avvolgono, che mi
abbracciano che mi attirano a te. Con una lentezza estenuante, tu
maledetto DOBE, mi avvicini a te. Che sia la calamita nascosta che ci
avvicina. Maledetto fato, non capisco perchè sei così
avverso: ma poi è come un ritrovare una vecchia sensazione,
dimenticata da tanto tempo, o forse è frutto della mia
immaginazione. Un calore, al petto, un ricordo: la sensazione di calore
intenso e tiepido al contempo, la certezza di qualcosa che ti attende
quando tu, dopo una intera giornata durata lungo una vita intera, torni
nel tuo nido. Quella sensazione, so di averla già provata e ora
con chi: mia madre. Ma era in un tempo così remoto che non
pensavo di trovare in te DOBE: la mia casa, il posto in cui tornare.
Ora son a pochi passi da te, tu mi guardi sempre nello stesso modo che
io pensavo poco prima dello schianto, che era la mia anima rimasta
cristallizzata dopo la morte di mia madre, ad andare in frantumi, fosse
distante. Invece eri e sei sempre stato più vicino di quanto
pensavo. Siamo vicini e posso leggere l'incertezza che sta divorandoti
dentro, quasi me ne compiaccio, ma per quanto sia stronzo credo di aver
atteso abbastanza. Apro la bocca ma non esce niente, più mi
sforzo e più la gola si chiude. Tu annaspi, nei tuoi occhi
c'è delusione e io chiudo gli occhi, perchè non voglio
vedere quello che sta per accadere.
- " dove ci sei tu, c'è casa...quindi non allontanarti da me.
Perchè se no come faccio a tornare da chi mi aspetta?"- una voce
che proviene da me, è uscita senza che io avessi il controllo.
Non sento niente, interminabili secondi che paiono ore, non
avverto nulla. Nemmeno il tuo respiro. Il nulla assoltio, sino a che
calde lacrime non mie vanno a inondare i miei vestiti della divisa
scolastica e un abbraccio forte, il tuo odore, mi sale sino all'anima,
scaldando le mie vecchie quattro ossicina ancora intere come
impalcatura: come " struttura " rappresentativa di una specie in via di
estinzione. Come un elisir di eterna vita, mi riporti in vita.
Avvolgendoti attorno a me, sancisco e suggello con l'ennesimo bacio a
te rubato, la tua completa effettiva appartenenza al sottoscritto:
un contratto inespugnabile, anche dall'avvocato del diavolo. Mi
dispiace per te DOBE, sei fregato, ora non ti libererai mai più
di me come ospite indesiderato <3!
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