Anime & Manga > Naruto
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Autore: jackfrost87    25/11/2013    0 recensioni
E poi di nuovo te, che scivoli nei miei pensieri come se nulla fosse. La fonte alta, gli zigomi pronunciati, quegli occhi che paiono far trasparire ogni sentimento color azzurro cielo estivo, che pare non avere nemmeno un fondo da farti venire il capogiro. Quelle cicatrici esili sul tuo viso, parallele, che segnano in modo così caratteristico la tua espressione perennemente corrucciata o stirata in un sorriso. Ma anche tu, come me, indossi una maschera...eppure tu mi additi da sempre che siamo diversi e al contempo simili. Mi dispiace dirti che ti sbagli. Siamo profondamente diversi, ciò che ci unisce son fondamentalmente due elementi:
- frequentiamo la stessa scuola
- abbiamo entrambi perso dei cari.
La tua maschera è più subdola della mia, perchè io anche se la indosso è come una seconda pelle. Semplicemente dissimulo il menefreghismo che spesso manifesto e nonostante questo, la gente mi si appiccica addosso. Che sia dovuto al mio aspetto? Bha, non ha importanza. So solo che da quando ti sei messo in testa che avendo rifiutato l'amore di Haruno Sakura, io sia così disperato da non poter amare nessuna ragazza. Primo, non son affari che ti riguardano DOBE.Da quando ti interessa di me?
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Incest, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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shy7 dove ci sei tu, c'è casa

La realtà delle cose è ben diversa da quella che spesso vogliamo far credere agli altri.
Da quella volta che ci siamo baciati sul mio letto, venendo quasi scoperti da Itachi, è trascorso quasi un mesetto. Non ho avuto nemmeno modo di rendermi conto di quello che è accaduto, perchè son stato preso dal fatto di avere intrapreso una alleanza con la famiglia Subaku. Si sai benissimo oramai di cosa mi occupo, diciamo la verità è trascorso in realtà due settimane, da quando ti ho confessato cosa combino io con questa famiglia...Bhe stavo dicendo? Quindi io e Gaara attualmente siamo alleati, se si considera che per la maggior parte del tempo tenti di fottermi la persona che mi piace e fottere me. Nella realtà è un allupato. Dettagli che non voglio approfondire, dato che mi son abbastanza "sbottonato". Ecco ora uso pure dei termini del DOBE, non ci posso credere.. Come stavo dicendo, il mio attuale problema è che spesso non faccio altro che andare da scuola a casa, da casa a fare ronde notturne con Gaara per monitorare che non ci fottano locali. Alla fine mi son messo a servizio della sua famiglia. Almeno questo tiene fuori dai guai, mio fratello e torna a far comodo che una famiglia di soli due elementi si affidi ad una che è composta bhe da una schiera. I Subaku son una famiglia molto prolifica. Sol nella famiglia di Gaara son almeno in tre fratelli. Due maschi e una ragazza. Tutti molto agguerriti, tosti quanto vichinghi e paiono molto sadici. Seppur l'unico più fuori di testa ci devo proprio avere che fare io, che fortuna eh?
Con il DOBE la situazione è rimasta letteralmente in sospeso. Non so perchè, ma da qualche tempo non riesco a stargli accanto senza non avere delle strane voglie. Dapprima pensavo fossero delle fantasie da malato, o meglio erano cose che se mi sorprendevo a pensarle mi schiaffeggiavo da solo. Oppure insultavo il DOBE senza motivo, provocando in lui sgomento e tristezza, cosa che mi faceva sentire maggiormente in colpa e frustrato. Senza capirne il motivo. Infine bhe, l'ultima volta che ci siamo visti è accaduto che per la sua sbadataggine,  la sua goffaggine sia accaduto un incidente. Mi è caduto sopra accidentalmente e mi ha baciato, solo che invece che prenderlo a pugni, ho deciso di lasciare sfogo a ciò che da un po' di tempo oramai ero a conoscenza...ovvero? Ovvero che il DOBE ...è una lagna assurda, non sopporto la sua voce, la sua presenza mi manda in bestia. Ma odio maggiormente quando se ne sta zitto, o non c'è affatto. Quando i suoi occhi da pieni e vivaci, divengono vuoti e tristi, soprattutto se è causato da qualcosa che ho detto o compiuto io stesso. Non sa quante volte, io me la sia presa con lui senza motivo ma non aveva alcuna colpa. Semplicemente ammettere a sè stessi, di essere dipendenti di qualcuno già è assurdo, se poi quella persona è pure appartenente allo stesso sesso: verrebbe un colpo a chinque. A me, più che colpo l'ho ritenuto impossibile e da bravo Uchiha, ho rinnegato e ho accusato un altro essere umano di essere LUI la causa del mio male. Nella realtà, non soffro di niente semplicemente è brutto dover già dipendere da un'altra famiglia. Il mio orgoglio di Uchiha è messo già a dura prova, ma dover pure ammettere che io sia dipendente da quello scemo di DOBE è stato per molto tempo dura da digerire. Ancora adesso faccio fatica a pensarlo, però almeno ho smesso di trattarlo male per quello anche se di occasioni per arrabbiarmi Naruto me ne dà parecchie. Non so cosa fare con lui, mi fa dannare l'anima. Eppure senza di lui devo ammettere che la mia vita sarebbe alquanto bizzarra. Ho a che fare con due folli, uno è mio diretto parente, Itachi, che tenta in tutti i modi di scoparmi o meglio forse è una mia impressione, ma per fortuna si è messo a fare la corte alla bella sorella di Gaara, Temari, che però non pare ricambiare ma mandi dei teneri baci al sottoscritto. Il che rende ancora tutto più complicato. L'altro pazzo è Gaara. Da quando collaboriamo è sempre appiccicoso. Prima di tutto si è trasferito nella nostra scuola, suscitando parecchio scompiglio dato che a quanto pare, la madre sia comunque molto ricca, o almeno la matrigna. Gaara come me ha perso la madre e padre, in seguito a vicende attorno a cui vi sono ancora dei processi in corso. Qursto ovviamente non fa altro che aumentare il suo alone di mistero e di inquietudine, che già sol guardandolo in faccia ti trasmette. A rendere più complicate le cose, è il fatto che lui adori il DOBE. Nel vero proprio senso della parola. Ogni volta che compare, si appiccica come una cozza sullo scoglio al DOBE, impendendo che io possa in qualche modo parlarci o anche solo dire ehi ciao. Una piattola. L'unica fortuna è che sia più grande di un anno di noi, ma durante le lezioni non si può parlare. quindi ecco spiegato perchè io non abbia più rivolto la parola al DOBE da quella volta, rimanendo così incasinati come non mai. Non siamo nè amici, nè tanto meno nemici. L'unica cosa certa è che siamo compagni di classe. Basta. Ma quello che ci lega, va ben oltre ad una semplice conoscenza di compagni di scuola e all'amicizia che tra noi non c'è mai stata.

Devo dirlo è davvero un casino colossale. Intricato e pare non avere nè un capo nè una coda. Eppure devo ammettere che non mi è dispiaciuto è stato piuttosto interessante, però insomma il DOBE è il DOBE, cioè è già strano che...che...io continui a pensare a lui mentre il professore spieghi la mia materia preferita. Algebra. Sta di fianco a me, ma non riesco  nemmeno a guardarlo in faccia. Lui scarabocchia come sempre qualcosa sul foglio con numeri sgraziati, stondati e quasi incomprensibili quanto la sua scrittura e anche modo di pensare di percepire. Cosa darei a volte per essere un grillo parlante e scorgere cosa passa per quella testolina vuota. Credo che impazzirei, quindi il dono dell'inconoscibilità è meglio che divenire pazzi del tutto? No. Cioè, non lo so. Vorrei solamente indietro la mia vita, vorrei tornare indietro nel tempo per non far accadere determinate cose che mi hanno incasinato di brutto. Eppure da una parte so che sto dicendo una marea di fesserie. Non solo perchè so razionalmente, che non è possibile ma che in fondo alla fine il DOBE non è così male. Come non lo è Gaara e anche mio fratello, a modo suo, tenta di tenermi su di morale. Pare che tutti vedano in me qualcosa che non va. Si preoccupano, persino il DOBE, con cui non parlo da quasi settimane, mi fissa in silenzio apprensivo. Ma forse è solo deluso che non gli faccia capire in che situazione siamo e non ci tengo nemmeno a chiarire. Son troppo incasinato e confuso al momento. Inoltre come accennavo all'inizio da quando ti ho confessato del mio lavoro, della natura della situazione familiare, ti sei ammutolito. Non mi hai detto niente, sei sbiancato: ti sei allontanato correndo via. Anche se tu pensi che non abbia visto, sul tuo viso DOBE, scorrevano lacrime. Immagino che tu ora mi disprezzi perchè ti ho mentito, o forse non ti ho voluto dire niente, dato che tu mi hai raccontato filo e per segno della tua situazione familiare che non è delle più rosee della mia. Avevi un padre e una madre, morti tragicamente in un incidente automobilistico e tu sei stato l'unico sopravvissuto, perchè tua madre incinta di te: ti ha dato alla luce, prematuro di un mese prima della tua data effettiva di nascita. Nato disgraziato ancor prima che i tuoi genitori potessero "rovinarti". Forse un po' ti invidio, perchè dato ciò che è stato il mio vissuto, io la famiglia l'ho avuta anche sin troppo addosso: guarda che risultato? Ti paio una persona amorevole e in equilibrio, direi proprio di no, anzi semmai pare che io sia il caso umano da compatire e tu quello normale adatto alla società. Nella realtà entrambi siamo stati disgraziati, tu infelice perchè il fato ti ha tolto via la famiglia e io, non so penso che in un'altra vita di essere stato peggio di quello che sono ora: quindi secondo la nostra religione buddhista, in questa forma reincarnata sto espiando a tutte le colpe accumulate nelle vite precendenti. Chissà magari anche tu, ma di certo chi raggiungerà il nirvana sarai te e mi lascerai indietro anche sta volta DOBE. Son convinto che anche in una vita precedente tu mi dessi tormento, o non so spiegare, questa incredibile alchimia che ci fa stare appiccicati, nonostante le diversissime storie da cui proveniamo e caratteri come bagaglio emozionale. Tu sei il sole, caldo: acciecante, fastidioso ma quando non ci sei, tutto ciò che prima speldenva di luce e vita, giace morto e inerme. Io: freddo, rifletto la tua luce, come una sorta di satellite, per cui mi animi. Senza sono una fredda roccia sferica, si perfetta ma che giace senza vita e fredda. Quindi in qualche modo so di averti deluso non per il fatto che io sia un mafioso, giammai, ma che non te l'abbia detto prima che la situazione precipitasse: cioè che noi complicassero una cosa già non ben definita. Non ho idea Dobe, cosa noi siamo, so solo che è fastidioso rimanere da solo in casa con mio fratello che sfoga le proprie pulsioni con chiunque al fine di non annoiarsi a vedere il mio muso lungo. (parole sue) Sinceramente credo che le tue lacrime mi abbiano dato fastidio, perchè avrei preferito di gran lunga una bella scazzottata virile che vederti frignare come una donnicciola. Forse mi dà fastidio anche che in ogni occasione, mi fai ricordare, che, anche io possiedo dei sentimenti. Nella mia vita mi è stato insegnato che i sentimenti son fonte di debolezza. A cinque anni, mi è stato quasi proibito di stare accanto a mia madre, con la paura che divenissi un mollaccione. Anche all'epoca io obbedii come un perfetto soldatino, affidandomi alle cure di Itachi. Mi affezionai talmente a lui, che quando tentò quasi di uccidere mia madre perchè geloso che fossi sangue del suo sangue: ho pensato di morire. Ma in un certo senso, son morto dentro. Non potevo affidarmi alle cure materne, perchè mi era stato proibito. Mia madre era debole come me, sottostava alle leggi assurde paterne imposte per gelosia che avessimo un rapporto speciale, anche se tra madre e figlio. La stessa follia che ora consuma Itachi, animava anche mio padre. Stranamente pare aver saltato me, ma magari mi sbaglio e mi illudo. Ad ogni modo mi rendo conto che la tua forza risiede proprio in quella poltiglia chiamata: emozione. Io diffido di lei, quindi diffido di te DOBE. Non ti capisco e spesso non so cosa e perchè tu reagisca in determinati modi. Razionalmente parlando, io avrei capito se mi avessi tirato un pugno addosso, invece no. Sei fuggito via piagnucolante, lasciandomi solo in preda ad una rabbia cieca. Mi è costato così tanto dirti parte della mia storia e tu che fai? Scappi via. Son rimasto davvero deluso da te e quindi...quindi non so perchè ora son qui con in mano la tua lettera unta e bisunta, ricevuta da un DOBE, freddo e quasi irriconoscibile alla soglia della mensa. Non mi hai aspettato e te ne sei andato via, lasciandomi come un deficiente, con questo pezzo di carta in mano, che ora dopo due settimane di silenzio e un mese in cui ci siamo...bhe, mi sto decidendo a capire cosa volerne fare. A gettalra nell'incerenitore che ho davanti, sinceramente non ne vale la pena. Ma di leggerla? Sarebbe come darti importanza, specialmente dopo il grande affronto che mi hai fatto fuggendo via, dopo una mia confessione del genere sul mio passato. Non lo so, però...al diavolo la apro e vedo che caspita mi hai scritto, di sicuro stronzate smielate o chissà un elenco di insulti:
« Caro Sasuke,
prima di tutto vorrei scusarmi per non aver avuto il coraggio di  scriverti prima questa lettera, ma ciò che sto per dirti forse potrebbe cambiare ulteriormente il nostro rapporto. Ammesso che ne esista uno. Lascia che ti spieghi il motivo perchè l'altra volta, son fuggito via come un vigliacco. Dopo che tu, con tanta fatica, ti sei finalmente deciso a parlarmi di te...anche se di cose così remote. Ero eccitatissimo e contento che tu finalmente potessi avere un briciolo di fiducia in me, tale da spingerti in una cosa abbastanza inusuale per te. Penso che questo abbia contribuito alla mia reazione, un po', forse: esagerata. Ma l'aspettativa è tanta, in parte penso sia colpa tua perchè sei talmente chiuso TEME, che metti soggezione quando confidi qualcosa. A parte gli schezi, quando mi hai raccontato delle tue vicende: di tua madre, del fatto che sei stato costretto ad abbandonarla a sè stessa, credendo ad un ordine paterno superiore delle cose. In un primo momento, ti ho odiato e invidiato: tu i tuoi genitori li hai conosciuti. Ma è stato come un fulmine, come è arrivato si è ritratto perchè mano a mano che continuavi la storia della tua vita: mi son reso conto, di quanto nella realtà tu fossi SOLO, seppur pieno di parenti apprensivi per te. Ma non animati da sincero affetto ma semmai, dalla follia di tuo padre al fine di renderti uno di LORO. Il fatto è Sasuke, che mi son reso conto di quanto io sia schifosamente egoista: ho sempre creduto di essere io la reale VITTIMA, perchè lo sai. Io non ho mai avuto modo di conoscere i miei e son stato cresciuto dal padrino di mio padre, un vecchio porco autore di romanzi sconci e un tutore legale: Iruka. Ma loro mi apprezzano, mi vogliono bene e anche se strampalati o anche pieni di difetti: ho ricevuto davvero affetto. Tu invece pare che ne sia completamente a secco, ma ne hai più bisogno di me, anzi credo che tu nemmeno ti renda conto di quanto ne sia a corto: tanto che ti sei affidato, alle cure di uno stupido DOBE testa quadra come me. Quindi ecco perchè, mi son sentito un derelitto, fallito perchè prima di tutto: ho insistito più volte, lagnandomi, che tu non mi facessi fare parte mai della tua vita, futura, presente ma soprattutto passata. Ora capisco che avevi i tuoi buoni motivi. Spero tu possa accettare le mie più sincere scuse e sappi che, queste due settimane, di riflessione, di presa di coraggio son state davvero: una tortura. Sasuke, vederti da solo per me era straziante, ma capiscimi ne andava del mio orgoglio, stupido si, ma son pur sempre anche io una persona colma di difetti e sotto alcuni aspetti: non amettiamo e non amiamo, mostrare la verità: che siamo più fragili e permeabili di molte persone. Amiamo però mostrarci in pubblico con delle belle maschere indossate: la tua di impassibile, la mia esattamente il contrario, un giullare sempre sorridente. Ma la tua è la più difficile da togliere. Io ho visto cosa ci sta sotto: un ragazzo come tanti che è nato in una famiglia sbagliata ,ma che come tutti, ha bisogno e merita l'amore di qualcuno...mi chiedo se per caso potrei essere io quel qualcuno...fammi sapere la tua risposta: io ti aspetto sotto l'acero rosso del cortile, dove ci siamo scazzottati la prima volta. Quando ti vedrò capirò...noi siamo fatti così.
Naruto»

I piedi mi portano fuori dalla scuola. Ancora la testa mi ronza per via dello scampanellio di quella vecchia elettronica campana che segna e scandisce, le giornate interminabili scolastiche. A lezioni non c'eri, so esattamente dove stai. Eppure non ho voglia di andare ma i miei piedi, mi stanno portandoci. Perchè? La testa non fa altro che ronzare, è pesante, al contempo vuota. Una sorta di ossimoro: ghiaccio caldo. Una testa vuota e pesante come un macigno di una tonnellata. Il cuore pieno ma leggero come una piuma. Non capisco il genere di questo groviglio emotivo, stile gomitolo di lana, che si sta intrecciando attorno alla mia gola. Faccio fatica a respirare, eppure non soffro di alun genere di polline. Man mano che mi avvicino al luogo prestabilito, le mani cominciano a tremare, senza motivo. Le dita son come rigide, ma fremono come in attesa di qualcosa. Come quella volta in cui ti lasciai fare: il mio corpo sta avendo la meglio su di me, senza che io sappia qualcosa. E poi eccoti là, la tua sagoma familiare: mi dà fastidiosamente fastidio che mi dia calore in tutto il corpo. Appoggiato al tronco, in atteggiamento di attesa, con le mani conserte attorno al petto, gambe leggermente accavallate, in piedi: sei una sfinge. Non si capisce niente di ciò che hai in volto. I tuoi occhi incontrano i miei e paiono freddi lontani: ho un estraneo dinnanzi a me, ed io son a pochi metri di distanza. Mi pento di essere stato così stupido ma qualcosa attorno sta crepitando, come un rumore di scricchiolii interni. Tu mi parli ma è come se fossi lontano cento anni luce se non di più. - " Son contento che tu sia venuto Sasuke.."- sei garbato, ma la tua voce è distante, forse vuoi tutelarti e mi stai ancora studiando in attesa di qualche mio segno. Io invece non faccio altro che sentire scricchiolii che diventano crepitiii. Infine uno schianto a terra di qualcosa rotto in mille pezzi. Guardo a terra e non vedo nulla, però quando ti riguardo: vengo investito da una tenerezza, leggo per la prima volta la intensità del tuo sentimento. Non mi accieca, mi avvolge. Un calore disumano prende ad ardere dai miei piedi salendo sino alle mie guance che sento divenire rosse. Sudo, tremo, che mi sta accadendo? Tu mi osservi, con estrema...tranquillità. Non mi sfiori ma i tuoi occhi è come se fossero piccole mani che mi avvolgono, che mi abbracciano che mi attirano a te. Con una lentezza estenuante, tu maledetto DOBE, mi avvicini a te. Che sia la calamita nascosta che ci avvicina. Maledetto fato, non capisco perchè sei così avverso: ma poi è come un ritrovare una vecchia sensazione, dimenticata da tanto tempo, o forse è frutto della mia immaginazione. Un calore, al petto, un ricordo: la sensazione di calore intenso e tiepido al contempo, la certezza di qualcosa che ti attende quando tu, dopo una intera giornata durata lungo una vita intera, torni nel tuo nido. Quella sensazione, so di averla già provata e ora con chi: mia madre. Ma era in un tempo così remoto che non pensavo di trovare in te DOBE: la mia casa, il posto in cui tornare. Ora son a pochi passi da te, tu mi guardi sempre nello stesso modo che io pensavo poco prima dello schianto, che era la mia anima rimasta cristallizzata dopo la morte di mia madre, ad andare in frantumi, fosse distante. Invece eri e sei sempre stato più vicino di quanto pensavo. Siamo vicini e posso leggere l'incertezza che sta divorandoti dentro, quasi me ne compiaccio, ma per quanto sia stronzo credo di aver atteso abbastanza. Apro la bocca ma non esce niente, più mi sforzo e più la gola si chiude. Tu annaspi, nei tuoi occhi c'è delusione e io chiudo gli occhi, perchè non voglio vedere quello che sta per accadere.
- " dove ci sei tu, c'è casa...quindi non allontanarti da me. Perchè se no come faccio a tornare da chi mi aspetta?"- una voce che proviene da me, è uscita senza che io avessi il controllo. Non sento niente, interminabili secondi che paiono ore,  non avverto nulla. Nemmeno il tuo respiro. Il nulla assoltio, sino a che calde lacrime non mie vanno a inondare i miei vestiti della divisa scolastica e un abbraccio forte, il tuo odore, mi sale sino all'anima, scaldando le mie vecchie quattro ossicina ancora intere come impalcatura: come " struttura " rappresentativa di una specie in via di estinzione. Come un elisir di eterna vita, mi riporti in vita. Avvolgendoti attorno a me, sancisco e suggello con l'ennesimo bacio a te rubato, la tua completa effettiva appartenenza al sottoscritto:  un contratto inespugnabile, anche dall'avvocato del diavolo. Mi dispiace per te DOBE, sei fregato, ora non ti libererai mai più di me come ospite indesiderato <3!
  
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