Capitolo terzo
Il corridoio era vuoto, Scotty premette l’interruttore della
corrente, la luce non si accese. Proseguirono con le torce, Scotty, sempre
davanti, proteggeva con il corpo Lilly che gli controllava le spalle. Non
riuscivano a identificare i rumori, era però chiaro che provenissero dal basso.
Arrivarono ad una scala, dopo aver controllato due stanze, entrambe vuote.
Scotty indicò a Lilly l’ultima stanza, mentre lui iniziò a scendere le scale.
Evidentemente si trattava di una cantina, non c’erano finestre e l’unica luce
presente era quella della sua torcia. Il rumore si fece sempre più intenso, la
scala portava ad una stanza bassa, Scotty entrò con la pistola davanti a sé.
Una forte luce lo colpì e lui d'istinto alzò le braccia per proteggersi gli occhi,
non vide neanche arrivare il colpo. Fu colpito alla tempia da una sbarra di
ferro, cadde a terra, un rivolo di sangue gli scorreva sulla fronte. Il suo
aggressore gli tolse la pistola e iniziò a salire le scale.
Lilly controllò la stanza, era vuota come le altre, una
strana inquietudine la percorse, non avrebbe dovuto separarsi da Scotty, si
girò per raggiungerlo e si trovò davanti una pistola.
“Forza abbassa quell’arma, non vorrei ancora spararti…”,
Lilly fu colta dalle vertigini, un senso di panico la percorse, no non di
nuovo! Era paralizzata, abbassò la sua arma e la passò al suo aggressore,
all’improvviso identificò l’arma con cui la minacciava “William, cosa hai fatto
a Scotty?”, l’altro sorrise “Beh direi che o è morto o sta per esserlo…e tu temo
lo raggiungerai presto!”, Lilly si sentì prendere dalla disperazione, poi pensò
a Scotty e una fredda ira la percorse schiarendole la mente. Si impose di
controllarsi, doveva reagire, poteva ancora salvarlo, Stillman e gli altri
stavano per arrivare e Scotty forse era solo ferito, ora sapeva cosa fare.
“Dimmi William perché li hai uccisi? Jason non era forse il tuo unico amico?”
William la guardò con fare beffardo “Non sei mai stata innamorata?”, di nuovo
quella domanda, Lilly non capiva, William era forse innamorato di Mira? “Forza
rispondi, non c’è forse qualcuno nel tuo cuoricino di detective?” Non ebbe un
attimo di dubbio: Scotty, fu stupita lei stessa della rivelazione, sapeva che
era importante per lei, ma non aveva mai capito quanto, ne era innamorata!
Quasi scoppiò a ridere, che stupido capirlo ora che stavano per morire
entrambi. William la osservava “Rispondi altrimenti ti uccido! Come con quel
altro, di sotto!” “Se lui muore non vale la pena di vivere!” non sapeva perché
l’aveva detto, ma sapeva che era vero. William rise, una risata da folle “Così
il tuo cuore appartiene al bel ispettore, in effetti, spalle larghe, mani
forte, e quella sensazione di forza che emana… peccato che sia tardi per le
dichiarazioni!”. Alzò la pistola contro Lilly che era rimasta folgorata da un
idea, quando un rumore provenne dalle scale, William si voltò velocemente,
Scotty si reggeva al muro, era quasi riuscito a sorprenderlo, ma le sue gambe
l’avevano tradito sull’ultimo scalino. William era alterato, stava per sparare,
ma Lilly fu più veloce e si interpose tra lui e Scotty coprendolo con il suo
corpo, poi senza attendere parlò “Lo amavi, non è vero? E lui ha scelto Mira,
quella sera glielo hai detto, ma lui ti ha respinto, così lo hai ucciso! E con
lui Mira, non riuscivo a capire il perché dello sparare al cuore di lui e alla
testa di lei, ora è chiaro, era il gesto di un innamorato!” “Non è vero! Lui
avrebbe scelto me! Mi amava! Se non fosse arrivata lei mi avrebbe scelto!”
Mentre William parlava, Lilly aveva allontanato Scotty dalle scale e ora lo
aiutava a rimanere in piedi, Scotty teneva la testa bassa, evidentemente lo
sforzo di salire le scale l’aveva stremato. William avanzò verso di loro, lo
sguardo accesso dalla follia “Sì, lei è arrivata e lui mi ha detto che l’amava,
che l’avrebbe sposata, mi mostrò l’anello che le aveva dato quel pomeriggio!
Era offuscato da quella strega, così ho estratto la pistola e gli ho sparato
alla testa!” si interruppe allora Lilly intervenne quasi sottovoce “Ma lui non
ti ha capito? Dimmi, William, cosa ha fatto Jason?” William sentendo
pronunciare il nome dell’uomo che aveva amato e ucciso la guardò “Lui si è
buttato su di lei, la chiamava,cercava di rianimarla, mi chiedeva perché?
Perché? Perché?... Allora l’ho ucciso…”. Lei e Scotty erano contro la parete,
l’unica via d’uscita era una finestra, ma certo lui avrebbe sparato ben prima
che lei avesse avuto il tempo di spingere Scotty fuori. Sentì una mano
sfiorargli il braccio, Scotty alzò lentamente la testa, nel buio William preso
dai ricordì non lo notò, la guardò fisso negli occhi, in quello sguardo c’erano
molte parole che non poteva dire, poi fece un leggero cenno verso la finestra.
Lilly capì e scosse decisa la testa, non l’avrebbe lasciato solo! William
sembrava essersi dimenticato completamente di loro anche se la pistola rimaneva
sollevata, Scotty la guardò con tenerezza, poi le sue labbra formarono una
frase silenziosa, “Non posso farlo con te qui” era semplice, si sarebbe
sacrificato per lei, si sarebbe gettato sul loro sequestratore, lasciando a lei
il tempo di fuggire. Lilly non voleva, scosse la testa ancora, ma era inutile
aveva deciso, sapeva che era l’unica possibilità per entrambi, William prima o
poi si sarebbe riscosso e Lilly non aveva più nessun argomento per trattenerlo,
avrebbe sparato ad entrambi. Scotty si scostò lentamente da lei, aveva ripreso
un po’ di forze e ora riusciva a stare in piedi da solo, la guardò come se
volesse imprimersi nella mente i suoi lineamenti, come se la guardasse per
l’ultima volta, poi si buttò su William. Lilly contemporaneamente si gettò
sulla finestra, il vetro si ruppe e lei si ritrovò fuori, il contatto con il
terreno le tolse tutto il fiato dai polmoni, ma non si permise di riposare, si
rialzò e corse in strada, in quel momento un macchina svoltò a grande velocità
l’angolo le arrivò accanto e frenò bruscamente, Stillman, Vera, Jeffries e Kat
si precipitarono fuori dall’auto, “Cosa succede? Dov’è Scotty” Lilly non rispose
a Stillman, ma afferrò la pistola del capo e si precipitò di nuovo verso la
casa. Gli altri non ebbero bisogno di spiegazioni, la sua faccia era
sufficiente, la seguirono il più velocemente possibile. All’improvviso due
colpi d’arma da fuoco risuonarono nell’aria.
Lilly si buttò verso la porta, Stillman cercò di afferrarla,
se come immaginava William aveva avuto la meglio era da pazzi entrare, si
sarebbe certamente presa una pallottola, ma non ci riuscì. Lilly entrò nella
casa, voleva arrivare da lui e se era morto allora l’avrebbe raggiunto
comunque! Piombò nella stanza da dove poco prima era fuggita, seguita da tutti
gli altri. Scotty era a terra insieme a William, gli occhi chiusi, sentendoli
arrivare li aprì “Ce ne avete messo di tempo”. Le gambe di Lilly tremarono, si
fermò e solo allora notò il sangue che si stava allargando sul petto di
William. Stillman gli controllò il polso, poi scosse la testa, era morto.
Jeffries e Vera aiutarono Scotty ad alzarsi “Ehi vecchietto, non riesci più a
stare in piedi?” Vera non riuscì a trattenersi. Scotty li allontanò “Certo che
riesco a stare in piedi!”, cercò di fare un passo e se Vera e Jeffries non
l’avessero afferrato sarebbe caduto. Stillman notò la traccia di sangue sulla
fronte e lo guardò preoccupato, poi si rivolse a Kat che era appena rientrata
dopo aver chiamato in commissariato, “Chiama un’ambulanza per favore”. “Non è
il caso capo tra un attimo starò meglio…” Stillman non si prese neanche la
briga di rispondere a Scotty, raggiunse invece Lilly che non aveva più detto
niente e la accompagnò fuori “Tutto bene?” “…Sì… E’ solo che per un attimo
pensavo di averlo perso per sempre…”, Stillman la guardò sorpreso, non si
sarebbe mai aspettato una simile confessione da Lilly, evidentemente era ancora
sotto shock. Gli agenti dal commissariato arrivarono in poco tempo e anche
l’ambulanza non tardò. Scotty fu coricato sulla barella malgrado le sue
proteste e portato in ospedale. Stillman fece salire Lilly in macchina, poi
seguirono l’ambulanza.
Arrivati dovettero attendere che Scotty fosse visitato e
facesse le analisi del caso. Circa un’ora dopo un dottore si avvicinò “Siete i
colleghi di Valens?”, erano giunti in ospedale anche gli altri. Stillman si
alzò immediatamente “Sì, sono il suo superiore, come sta?”. Il dottore sorrise
“Direi bene, ha un leggero trauma cranico, ma con qualche settimana di riposo
non dovrebbe riportare danni permanenti”, Lilly che aveva ascoltato con il
volto teso lo scambio si rilassò, stava bene, era quello che contava! Vera
intervenne “Allora possiamo vederlo? Non è che ha perso la memoria è? Mi deve
ancora cinque dollari!”, il dottore sorrise alla battuta “Sì, potete vederlo è
nella camera 18” , Stillman vide lo sguardo di Lilly “Bene direi che non è il
caso di andare tutti insieme no? Vai prima tu Lilly, noi ci prendiamo un caffé
per festeggiare, e dopo ti raggiungiamo” “Ma capo…ahi!” le proteste di Vera
furono soffocate da un colpo di Jeffries, che si mise a spingerlo verso la
caffetteria. Lilly lo ringraziò con un sorriso e si avviò verso la camera,
arrivata alla porta bussò ed entrò. Scotty era coricato nel letto, appena vide
di chi si trattava le sorrise. “Stai bene?” Improvvisamente Lilly si trovava
senza parole “Sì, mi hanno prescritto un po’ di farmaci e due settimane di
riposo, meglio di un proiettile, no?!”. “Scotty io…” Lilly abbassò lo sguardo,
Scotty intervenne “Pensavi davvero quello che hai detto a William?” Lilly
rimase senza parole non pensava avesse sentito “Sì, certo!” rispose infine “Bene, perché non ho più intenzione di
temere la tua reazione! Ti amo e oggi che ho pensato di perderti per sempre mi
sono detto che, se vivevo, allora dovevo dirtelo!” Scotty non aveva ripreso
fiato per tutta la dichiarazione e ora la guardava preoccupato, Lilly sentiva
il cuore scoppiare non riuscendo a trovare altre parole gli si avvicinò e gli sussurrò
“Ti amo anche io!”, poi lo baciò.
Stillman non riusciva più a trattenere gli altri e anche lui
era impaziente di vedere Scotty, sperava
che il tempo lasciato ai due fosse sufficiente, si avvicinò alla camera
e aprì la porta. Certo non si aspettava quello che vide, Lilly era abbracciata
a Scotty, i due si stavano baciando, totalmente dimentichi del mondo, non
l’avevano neanche sentito entrare. Prima che potesse richiudere la porta Vera
si affacciò e li vide “Oh oh! Cosa abbiamo qui?!” il suo tono era canzonatorio,
ma il suo volto esprimeva gioia per i due colleghi. Lilly saltò in piedi ed
entrambi arrossirono poi Scotty rispose a Vera “Cos’è non ti ricordi più com’è
che si dà un bacio?” Jeffries rincarò la dose “Chissà quand’è stato il suo
ultimo!”. Tutti risero alle spese di Vera che brontolava vantando tante
conquiste. Stillman guardò verso Scotty e Lilly, si era fatto serio “Direi che
vi dovrei fare una bella ramanzina, avete disobbedito ai miei ordini… comunque
immagino abbiate avuto un valido motivo, voglio il rapporto domani sulla mia
scrivania, Stillman sorrise, quindi direi che noi dovremmo andarcene per
lasciarvi scrivere il verbale…”, a nessun era sfuggito il sorriso e il leggero
tono ironico dell’ultima frase, quindi si rilassarono. Salutarono Scotty e
Lilly facendo loro tutti gli auguri di rito, Vera esagerò con un “Auguri e
figli maschi!”, poi se ne andarono lasciando la coppia a godere della reciproca
compagnia. Lasciati soli Lilly e Scotty si sorrisero “Beh non abbiamo più il
problema di dirlo agli altri!” fece notare Scotty, poi prese la mano di Lilly
la fece avvicinare e la baciò, non si sarebbe mai stufato di farlo. Sì, tutto
era finito per il meglio.