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L'amore è un fuoco.
Questa
storia comincia con un profumo di torta alle mele che arieggiava e per
questo tutti i nasi parevano appesi come abiti su un filo talmente
sottile da non esistere.
I
bambini in piazza stavano giocando a moscacieca quando vennero
interrotti da questo buon profumo e, come un gatto a cui è
stata afferrata la coda, si girarono.
«
Signor Suho, per favore chieda al signor Kyungsoo se può
darci una fetta di torta »
«
Mi dispiace bambini, ma la torta è per Sehun »
«
Sehun? Sta arrivando Sehun? Sta arrivando il circo! »
A
quel punto una certa torta di mele molto presumibilmente si offese
poiché tutte le attenzioni che prima erano rivolte
esclusivamente a lei ora volgevano verso questo tale, cos'avesse poi di
così speciale non lo sapeva. Forse, ma dico forse, di
speciale aveva che preannunciava il suo arrivo solo un giorno prima ed
insisteva, tutti gli anni, a voler dar spettacolo in una
città talmente piccola e sconosciuta che neppure chi ci
abitava ne conosceva il nome. Eppure la compagnia circense giungeva
senza mai tardare neanche di un secondo, maggiormente perché
non si sapeva quando sarebbero arrivati.
«
Allora Sehun » disse un ragazzo dalla chioma folta e riccia e
degli occhi tondi come la luna, «
vuoi rivelarci perché non avvertiamo mai prima di un giorno?
Sarebbe tutto più semplice anche per noi, loro
sistemerebbero i nostri tendoni e noi non dovremmo lavorare
così tanto »
«
Sto aspettando una persona, Chanyeol, o meglio la sto cercando
» sorrise quello di rimando, «
e se preannunciassi il nostro arrivo prima scapperebbe ».
Tirò
fuori dalla sua borsa uno dei suoi burattini, uno brutto che non poteva
neanche esser paragonato a tutti gli altri come per esempio Tyki, il
burattino più bello di tutta la sua collezione. Questo,
invece, non era lucido, aveva dei vestiti sgualciti sporchi di macchie
ovunque, c'era di buono che profumava sempre, eppure nessuno lo aveva
mai lavato o profumato.
E
Sehun lo teneva più stretto a sé di quanto non
facesse con la propria anima.
«
Allora svelaci perché tieni quel burattino, non è
stato neanche il tuo primo » battibeccò Baekhyun,
il suo abile contorsionista.
«
E invece, a modo suo, lo è stato » il giovane
accarezzò il piccolo burattino togliendogli i capelli,
costitutiti da sottili fili di lana, da davanti gli occhi che dovevano
sembrare quelli di un cerbiatto. «
E voi invece di farmi domande, pensate a prepararvi »
sgridò persino i pappagalli che lo guardavano confusi.
«
E vedi di esserci stavolta, Lu Han »
Flashback.
Un'altra volta, un'altra
volta Sehun aveva ritrovato la sua bambola ( che era poi un burattino )
nel cestino. Il piccolo bambino si era quasi rassegnato e di legno e
stoffa per crearne un altro non ne aveva più.
Fine flashback.
«
Sehun, Sehun ! Ben arrivato! » per primi si fecero spazio tra
la folla i bambini che lo abbracciarono e per toglierli ci sarebbe
stato bisongo di tre dei loro elefanti più grossi.
Nessuno amava Sehun come quei bambini, forse.
«
Ehi, bambini! Salutate anche me » gridò un troppo
esuberante e sorridente Chanyeol.
«
Scusaci Chanyeollie, ti avevamo confuso per uno dei tuoi leoni!
» certo non si può dar loro torto dato che a furia
di stare con quei gatti che sono stati allattati per troppo tempo, la
sua chioma bionda aveva preso, di sua iniziati, la forma di una folta
criniera.
Ma
i bambini sanno sempre come farsi perdonare: le braccia strette dietro
la schiena, il culetto che si muove a destra e a manca, il labbro
inferiore sporgente e gli occhi che diventano lucidi. E nessuno, men
che meno Park Chanyeol, sapeva resistere e per questo li prese in
braccio in massa come se fosse una giostra.
«
Se mi date tutti un bacio sulla guancia vi perdonerò
» i bambini si misero in fila disordinati, non erano uno
dietro l'altro, non si riusciva neanche a capire se la fila fosse
orizzontale o verticale.
«
Chanyeol, smettila di di importunare i bambini » ogni sguardo
si voltò e vide un Baekhyun con le mani sui fianchi ed un
sorriso divertito stampato a grandi lettere sul viso.
«
La mia principessa è gelosa, bambini » il gigante,
perché sì Chanyeol era alto quanto un gigante, si
mise l'indice sulle labbra come a voler dire ai bambini di far silenzio
e pian piano si avvicinò a Baekhyun. «
Se avessimo un illusionista nella compagnia ora gli chiederei di farci
sparire e portare in un luogo segreto »
Al
sol sentire quella parola - illusionista - Sehun
girò.
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«
Dottore, lei crede nei miracoli? »
«
No. »
«
Quindi lei non crede in dio. Dicono che lui, i miracoli, li abbia fatti
»
«
No, non ci credo, Sehun. E tu invece?
»
«
Io penso che sia stata tutta un'invenzione di un uomo.
Perché credere in dio e non nelle favole? E' comodo poter
credere in dio, sa? Puoi pregare, andare in chiesa tutte le domeniche
ed è fatta. Invece lo sa quanto è difficile
creare un'illusione e far credere alla gente che dietro non vi
è alcun trucco? Far credere ai bambini che le storie che
raccontavo erano vere e dopo tutta quella fatica ogni goccia di sudore
era vana perché le mamme dicevano loro che era tutta una
finzione. Perché credevano in dio e non in me? »
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«
Illusionista? » gli chiese il giovane burattinatio.
«
Sì, illusionista. Non ne abbiamo mai avuti, eppure si sono
presentati i migliori degli illusionisti e non li hai nemmeno voluti
incontrare »
«
Perché ne sto aspettando uno, il migliore »
rispose infine Sehun.
A
quel punto il tutto venne interrotto dalla portata della torta di mele
di Kyungsoo, il panettiere.
Dopodiché
prima che tutto fosse pronto per il gran spettacolo ci volleva una
settimana e mezza, ma quando tutto fu pronto l'attesa divenne solo
sabbia al vento: vi erano due tendoni di cui uno era finalizzato a
diventare una biglietteria, mentre l'altra era per lo spettacolo vero e
proprio.
Tutte
le madri volevano assumere un circense come badante per i propri figli,
sicché quella era l'unica sera di tutto l'anno in cui se si
sentiva anche solo un respiro che stonava con tutti gli altri cento il
proprietario dello sbaglio l'avrebbe pagata cara e ci sarebbero volute
settimane per far scomparire tutti i lividi provocati dai morsi dei
bambini. Chiedete a Miseok, lui ci è passato.
La
luce si spense.
Tutto
divenne una sola macchia di ombra e non c'era luce che non venne
divorata.
Ne
sopravvisse una sola, di luce, che seguiva, fedele, un ragazzo alto al
centro del palco vestito con un cappello a tuba, un bastone di legno di
ciliegio lucente ed un lungo mantello. Egli camminò e fece
dieci passi strisciati per terra come se anche l'anima gli stesse
pesando. Poi il mantello scomparve, quello glielo aveva insegnato
Sehun, e afferrò il bastone con entrambi le mani e
cominciò a danzare nel silenzio alzando un polverone di
sabbia immenso e poi fece un glissé in avanti ed
alzò lo sguardo.
Si
era mosso molteplici volte, ma il cappello non l'aveva seguito ed era
rimasto saldo sulla sua testa.
Ci
fu il primo giro di applausi per Jongin.
Seguirono
dei giri di ballerine che vestite com'erano sembravano pavoni dorati, i
pavoni del Re Sole, mossero le piume come fossero bacchette magiche e
si dileguarono così come erano entrate lasciando svelare al
centro della scena un ragazzo alto, vestito di un bianco impeccabile
per cui tutti i fiocchi di neve stavano complottando al fine di
rubargliene un po' ; al suo fianco una donna vestita di una gonna
pomposa dello stesso colore del cielo quando è accompagnato
dal sole, sopra un grembiule ed i capelli biondi le ricadevano come
cascate di luce, morbidi anche solo nel vederli.
Partì
una nota musicale che ruppe il silenzio e venne seguita da altre sue
sorelle che stavano portando allegria, il ragazzo di bianco vestito
tirò fuori dalla tasca un orologio e spalancò gli
occhi, guardò il pubblico e «
Sono in ritardo! », disse dopo essersi dato uno schiaffo in
testa e muovendo una scarpa dietro l'altra corse allo stesso tempo
della canzone. Ogni tanto saltava quando una nota si dilungava, si
fermava quando vi era una pausa e in questo suo fare non si rese conto
della ragazza che lo inseguiva e «
Fermati, fermati! » lo pregava.
Ma
a lei a correre così veloce le cadevano i calzoni, seppure
di calzoni non ne avesse.
E
lei corse, corse fino a cadere ; al che il pubblico fece un «
OH » di dispiacere all'unisono e lei li guardò, si
tolse la gran gonna ed incominciò a danzare con quel
tutù che aveva la forma del suo corpo e danzò
fino a quando una grande tulla le cadde davanti e lei ci si avvolse,
apparentemente, senza rendersene conto mentre girava su se stessa
confusa. Rimase intrappolata e solo le braccia erano libere.
Lei
si aggrappò a questo gran filo e una mano dopo l'altra,
aiutata dai piedi che facevano da scalini riuscì a risalire,
una volta in alto si mosse con le braccia con la grazia di una
farfalla. Mentre si dondolava si donava sempre più forza ed
una spinta in particolare le fece sfiorare il pubblico seduto sulle
panchine in alto con i capelli e lei li guardò come per
chiedere aiuto, confusa. La bionda ragazza accecata dai suoi stessi
capelli riuscì a sfilarsi completamente dal nastro, le gambe
si aprivano in una grande forbice in aria, ma le mani tenevano ancora
forti il nastro sicché l'uomo volare non lo sa ancora fare e
la gravità non è un buon aiutante.
Dopodiché le gambe si unirono e divennero una sola e lei
girò attorno al grande nastro così veloce che
anche a vederla ci si sentiva prossimo allo svenimento, ma lei girava
come se in pancia non avesse neanche l'aria e forse l'uomo di aria in
pancia non ne ha, ma che volete: io racconto soltanto e di anatomia non
ne so niente. Intanto le mani la portavano sempre più
giù, sempre più giù fino a che non
toccò terra con le punte e cadde.
«
Aiutatela! » urlò un bambino in prima fila, al che
arrivò il terzo alto ragazzo che le si avvicinò
nel buio.
«
Tutto bene? » lei annuì con la testa e poi la
scosse, voleva scuoterla sin dall'inizio - ma con una testa che girava
e girava non le era semplice capire dove fossero i punti cardinali.
«
No per niente! Dove sono? Dov'è quel bianconiglio che mi ha
rubato il cuore? »
«
Non lo so » rispose lui e la luce vestì tutto il
palco e nessuno non riuscì a non rimanere sorpreso vedendo
le sbarre attorno al palco e dei leoni seduti come neanche le ballerine
di danza classica sanno sedersi.
La ragazza si aggrappò a Chanyeol che le sorrise.
«
Io sono Chanyeol, il così detto "Chanppellaio matto" e
queste .. be' queste sono le mie fiere bestie. Loro non ti mangiano di
certo » uno di loro si avvicinò a Chanyeol e come
i gatti gli si strusciò contro. Seguì il solito
numero dei leoni che alzano la zampa, saltano in fila una di seguito
all'altra che vorrei evitare di raccontarvi sicché sono
sicuro avrete sicuramente già visto ovunque. E vi
susseguirono molti numeri di danza, di clown, elefanti, cavalli, pony,
rinoceronti e quando arrivò il momento di Baekhyun che si
stava piegando su se stesso come un intestino tenue, i piedi
diventarono mani pensate un po'.
E
subito dopo di lui toccò a Sehun.
Ed
egli prese, per la prima volta, per uno spettacolo il suo burattino
sgualcito e lo usò come protagonista. Quando lo fece entrare
in scena comparve una luce, di quelle che si regalano ai bambini,
splendere improvvisamente tra il pubblico.
Proseguì
e quella bambola divenne Alice, Lydia - altro suo burattino - divenne
la Regina Dei Cuori che urlava e urlava di voler tagliar le teste. Ma
vi risparmio anche questa storia o il racconto diverrebbe troppo lungo.
Sta di fatto che quando finì si spensero le luci ed l'ora
degli applausi, ma la luce di prima non si spense, anzi divenne sempre
più prossima al giovane burattinaio, tanto che ne poteva
sentire il calore e rimase incantato a guardare quel rosso acces .. o.
Era fuoco, fuoco su una mano.
E
c'era una sola persona che Sehun conosceva che riusciva in tale cosa,
la stessa persona che gli aveva insegnato anche gli altri trucchi.
Luhan.
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Flashback
«
Sehun » arrivò una voce da dietro le sue spalle,
una di quelle che voci che senti e che ti fanno già pensare
che chi la possiede stia sorridendo. Il bambino arrivò
correndo e sollevò il minore da terra. «
Oggi che storia mi racconterai? »
Seguì
un silenzio.
Poi
vide il burattino bruciato e buttato nel cestino. Erano mesi che
accadevano cose del genere e Sehun non era ancora riuscito a capire chi
o perché lo facesse. Forse un presentimento lo aveva, poteva
esser stato Luhan. Quel bambino era una peste, figlio della sarta della
città e lo odiava - non capiva neanche perché lo
odiasse così incondizionatamente dato che non avevano quasi
mai parlato.
Pensò
solo che non doveva lasciargli vincere continuamente e non doveva
piangere perché ormai Sehun era un bambino forte e i bambini
forti non piangevano, benché meno i supereroi che devono
salvare il mondo. E Sehun il mondo lo salvava, o almeno così
pensava: buttava l'acqua sulle formiche non perché volesse
farle affogare, ma perché un po' di mare serviva anche a
loro. E se schiacciava i ragni non erano perché voleva
ucciderle, ma perché da piatte sarebbero riuscite ad entrare
meglio nelle crepe del muro dove - secondo lui - si nascondevano le
migliori prede. E Sehun era così: salvava tutti e nessuno,
li aiutava - a modo suo.
Per
questo si avvicinava sempre a Luhan che passava l'intervallo a scuola
sempre seduto a dondolarsi sulla sedia e a guardarsi le punte dei piedi
mentre mangiava i suoi panini e gli chiedeva sempre se non preferisse
andare a giocare con loro. E così fece anche il giorno dopo
l'accaduto del burattino.
«
Luhan, stiamo giocando a nascondino. Vuoi venire con noi? »
«
No » e non era vero che non lo voleva, era solo vero che
nessun altro, a parte Sehun, lo voleva e lui lo sapeva. Ma Sehun
pensava che fosse perché lo odiava ed effettivamente Luhan
lo odiava perché Sehun aveva tutto quello che era stato
sottratto a lui: degli amici, una bella casa, un giardino, il gatto ed
infine un burattino. O meglio Sehun aveva visto quel burattino un
pomeriggio d'inverno e se n'era innamorato, era rimasto col naso
schiacciato sulla vetrina e qualche minuto dopo lo ebbe tra le mani,
stretto al suo petto.
Quello
stesso burattino era stato visto mesi fa da Luhan che aveva insistito
giorni e giorni affinché la mamma glielo comprasse, ma "No"
era sempre stata la risposta. E siccome un "No" gli aveva fatto
"rubare" il burattino lui con un "No" rubava i sorrisi al piccolo Sehun
; forse, anzi togliamo il forse, era un comportamento davvero
infantile, ma di anni non ne aveva mica tanti.
E
così accadeva tutti i giorni di tutti gli ultimi tre mesi.
«
Gioca con noi »
«
No » ; «
Vuoi fare il mago? » «
No » ; «
Vuoi giocare a carte? » «
No ».
E
Sehun si stava stufando così dopo l'ennesimo "No" gli
urlò contro:
«
Smettila di essere così antipatico, io cerco sempre di
chiederti di venire a giocare con noi anche se sei così
antipatico e tu mi rispondi sempre e solo di no, come se io fossi
quello cattivo. Tu sei l'orco cattivo, io no. Io sono bravo con te e tu
.. » il piccolo Sehun battè i piedi per terra e
gonfiò le guance d'aria, ma la sabbia del polverone che
aveva prodotto con i piedi gli entrò negli occhi che
piansero - ovviamente per via della sabbia, non per altro.
Luhan
rimase a guardarlo inespressivo tutto il tempo e poi gli disse di non
piangere, ma a bassa voce, così bassa che non era neanche
sicuro di averlo detto e non solo pensato.
Allora
si alzò dalla sua sedia e cercò di soffiare via
la sabbia che finì anche nei suoi occhi e pianse anche lui.
«
Hai visto? Hai fatto piangere anche me ora! » lo
accusò il maggiore dei due e Sehun rise mentre soffocava
dalla sottile sabbia che forse era più terra, dato che la
sabbia negli occhi li avrebbe resi entrambi ciechi, ora che ci penso.
«
Non ridere, non vedi che sembriamo due piagnucoloni? », ma
Sehun rise ancora e si fece piccolo afferrando con le mani la maglia di
Luhan e nascondendo il viso sul suo petto. «
Ma guarda te! Ora mi usi anche come riparo, quindi ora chi è
l'orco cattivo? »
Le
risa divennero sempre più forti e forse avevano attirato lo
sguardo di tutti i bambini attorno, ma nessuno dei due se ne accorse.
Come se fossero dentro una bolla di sapone.
«
Luhan, perché ti sto antipatico? »
«
Il burattino »
«
Quale burattino? »
«
Quello del negozio del papà di Minseok »
«
Non capisco »
«
L'AVEVO VISTO PRIMA IO! »
E
Luhan se ne andò correndo furioso verso la sua classe.
Il
giorno dopo all'intervallo Sehun andò nuovamente dal suo
hyung con le braccia strette dietro alla schiena. E se ricordate
all'inizio della storia è stato detto che i bambini si fanno
perdonare in quel modo.
Gli
chiese nuovamente se voleva giocare con loro e l'ennesimo no a cui
aveva fatto, a quanto pare, l'abbonamento gli venne schiaffeggiato in
faccia ; allora Sehun strinse le spalle e poi da dietro la schiena
tirò fuori il burattino e lo mise tra le braccia dell'altro.
E allora forse lui non era uno dei soliti bambini.
A
Luhan vennero strappate le parole da un bacio sulla guancia.
Una
settimana dopo fu Luhan ad andare da Sehun, nessun braccio dietro alla
schiena - ma mise una mano dietro al suo orecchio e da lì ne
tirò fuori un burattino. Uno brutto. Uno non lucido come
l'altro, con dei vestiti sgualciti con sopra delle macchie, c'era di
buono che profumava sempre, eppure non lo aveva lavato o profumato. E
aveva dei fili in testa che gli coprivano gli occhi che dovevano
sembrare quelli di un cerbiatto.
«
L'ho provato a fare io con l'aiuto di mamma. Scusa se non è
bell- »
Venne
subito interrotto da un abbraccio. «
E' bellissimo, ti assomiglia sai? Per questo è bellissimo!
»
Fine del
flashback.
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«
Credevo di averti insegnato a fare delle illusioni, non degli sfacieli,
Hyunnie. » disse il ragazzo con il fuoco in mano che portava
al collo il nome di Luhan. Il fuoco si spense e delle labbra sfiorarono
quelle di Sehun, ma quando la luce si riaccese non rimase nulla,
neppure il calore del respiro di Luhan.
Angolo retto dell'autrice:
Spero vivamente
che vi sia piaciuto, ci ho messo un po' a postarlo perché ho
dovuto fare tante cose e non ho trovato il tempo di stare al computer,
in ogni caso mi sono divertita da morire a descrivere le scene di Luhan
e Sehun da bambini.
Sono ben accette
critiche di qualsiasi genere, spero vivamente che mi regaliate le
vostre opinioni. ; _ ; Alla prossima, Kainnibale !
P.s. scusate per la parte di dio, non vorrei aver offeso qualcuno. Ma
questa è la visione delle cose che ha il mio personaggio,
non volevo offendere nessuno.
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