II (parte II)
Fandom:
Supernatural
Pairing: Destiel.
Rating: Rosso.
Genere: drammatico,
erotico, sovrannaturale
Warning: slash, linguaggio non censurato
Words: ??
Note: Di
nuovo tornata da voi, stavolta con un leggero ritardo ma la scuola mi
sta uccidendo :O
Dunque questo capitolo non mi piace, per niente. Lo trovo frettoloso,
come conclusione della parte precedente non mi soddisfa affatto ma non
avevo altre idee e non riuscivo più a tenerlo lì
fermo. Diciamo pure che sapevo come finirlo ma non avevo idee per la
parte centrale. Boh...ditemi che ne pensate ;)
Baci e alla prossima <3
Ringraziamenti:
Ringrazio sempre Alien e chibasaru81 per il supporto e tutte le
silenziose lettrici (?) <3
Tutta quella storia
cominciava a farmi decisamente male. Più le ore passavano e
più mi immergevo in quella sorta di clima troppo ilare e
troppo
famigliare. Non che Mary e i suoi genitori -che mi sembrava assurdo
ricollegare a quei nonni che non avevo mai visto- mi avessero accolto a
braccia aperte ma mi venvia torppo facile fingere che fosse
così.
Avevo bisogno di staccare e rendermi conto che quello non andava bene,
che non mi faceva bene. Sarebbe finita male, decisamente, ma una parte
di me si rifiutava di ammetterlo. Inoltre Castiel, che interpretava al
meglio la parte della coscienza che ti incasina solamente la vita, non
si era più fatto vedere e io ero libero di fare e pensare
qualunque cosa, anche se non riuscivo a togliermi dalla testa l'idea
che lui mi voleva davvero allontanare da tutto quello.
Aveva parlato di lottare per me come se fosse un valore, un onore e ora
cercava di allontanarmi dall'unico squarcio di famiglia e casa che
nella mia vita mi era stato concesso. Mancava solo Sammy, e il quadro
sarebbe stato completo. Mi domandai, solo per un secondo, che cosa
avrebbe visto lui una volta tornato a casa. Sarebbe stato trascinato in
quella sorta di visione o avrebbe visto me che parlavo con persone
sconosciute?
Dimenticai in fretta quegli stupidi dubbi, e cominciai a rilassarmi.
Riuscii a spacciarmi perfettamente come un cacciatore in cerca di
avventura, così da poter sbirciare nella vita spensierata di
mia
madre da giovane. Era una cacciatrice, il che non era solo incredibile
ma anche assurdo. Non riuscivo a immaginarmela, così fragile
e
piccola, cacciare demoni eppure nascondeva del carattere...parecchio.
Papà si era messo a cacciare per vendicarla,
perchè
sapeva che lei lo avrebbe fatto per lui nel caso. Sospirai
profondamente, arrendendomi anche a vedere John Winchester come un
ragazzo pacato, dolce e forse anche troppo con la sua fidanzata che
moriva dalla voglia di sposare. A dire il vero non ero riuscito a
parlargli davvero, ma da quel che diceva Mary doveva essere l'uomo
perfetto. Non c'erano tracce del suo essere burbero, scorbutico o
autoritario. Tutta
colpa mia, solo colpa mia, mi ricordai trasformando
quell'affermazione nel mio nuovo mantra.
Poteva essere solo colpa mia. E del demone, ma quello non poteva aver
fatto tutto no?!
Il tempo passò velocemente, e in maniera inversamente
proporzionale aumento dentro di me una sorta di sesto senso, come se mi
sentissi che sarebbe successo qualcosa di lì a poco. Come se
sapessi che qualcosa sarebbe cambiato.
Verso le dieci di sera, quando eravamo ancora in tavola per parlare
della mia vita da cacciatore insieme a mio fratello Chester -il primo
nome che mi era venuto in mente, ovviamente, visto che il nome di Sam
era ispirato a quello del padre di Mary, nostro nonno- qualcuno
bussò sicuro alla porta.
Corrucciai le sopracciglia ma non dissi nulla, aspettando piuttosot di
sapere se si trattava di John. La mia aspettativa fu mal riposta
perchè alla porta comparve solamente un pastore, che diceva
di
voler parlare in privato con Mary. Non ci sarebbe stato nulla di
strano, se solo uno strano bagliore giallo non gli avesse illuminato
gli occhi in maniera inquietante...e famigliare.
Non ebbi bisogno di pensare, scattai semplicemente in piedi e sgranai
gli occhi, guardandolo come se fosse il diavolo in persone. Lui. Era.
Lì. E io ero lì per impedire che...che cosa? Che
in
qualche modo potesse uccidere Mary anni dopo?!
Bestemmiai senza ritegno contro Castiel e quel dio di cui parlava tanto
nel momento in cui realizzai che la Colt doveva esistere, nel loro
mondo, ma che non era ovviamente in quella casa. Lui è un demone!
Scappate! ringhiai tirando fuori l'unica arma che mi ero
portato dietro e sparando. Il demone ovviamente scoppiò a
ridere. Un cacciatore pronto a fermarmi,
ci siamo conosciuti da qualche parte io e te? mi
domandò. Il volto di Sam, trafitto dalla paura e dalla
consapevolezza di quel che sapeva fare per colpa di quel figlio di
puttana mi tornò in mente. Un altro colpo a vuoto. Sì, son of a bitch, ed
è un motivo per vederti morto! gridai.
Altro colpo.
Il demone tornò a ridere, mentre Mary e Samuel provavano in
qualche modo ad aiutarmi anche se interdetti. Il voltò del
pastore improvvismanete cambiò, tramutandosi in una morsa di
dolore, e urlò facendo uscire la nube nera che altro non era
che
il mio incubo peggiore.
***
Dobbiamo
trovarlo e ucciderlo. Ci serve la Colt, che si trova qui. spiegai
con serietà, indicando una zona precisa della mappa stesa
sul
tavolo. Nessuno sembrava credermi, mi stavano prendendo per pazzo ma io
ne avevo bisogno. Potevo cambiare le cose, e lo avrei fatto, era una
promessa che avevo appena fatto a me stesso.
E per fortuna ci riuscii: solamente mezz'ora dopo mi ritrovai in
macchina, un catorcio in realtà visto che l'Impala ero stato
costretto a "cederla" temporaneamente a mio padre, tanto per favorire
la mia stessa eredità futura! Avevo deciso quindi che quel
catorcio orribile poteva andare bene, per una volta, e che una volta
finito tutto quello -perchè sapevo bene che sarebbe finito
prima o poi- avrei dimenticato chissà dove.
Guidai fino alla casetta a schiera di Samuel Colt,
l'inventore di quella arma che avrebbe posto fine...a ogni cosa. Se
occhi-gialli fosse morto, Sammy non sarebbe diventato quel che era, e
probabilmente sarebbe stato salvo. Non avrei dovuto rischiare ogni
secondo di ucciderlo con le mie stesse mani, nemmeno per un attimo
della mia vita, e non avrebbe rischiato la vita con poteri
soprannaturali che nè io nè lui riuscivamo a
capire. Non avrebbe fatto parte di un piano assurdo e indeterminato
creato da un demone pazzo e masochista. E non sarebbe stato altro che
Sammy, il mio Sammy facile da proteggere e tenere al sicuro. Magari questo non diciamolo in
giro, mi appuntai mentalmente prima di scendere dall'auto.
Con un movimento ormai collaudato mi aggiustai la giacca, camminando
con passo leggero e sicuro verso la porta. Mi sembrava scontato dover
trovare quel che cercavo da solo e possibilmente senza che Colt mi
scoprisse. Ma come
diavolo si può chiamare un'arma con il proprio nome?! imprecai
tra me e me.
Entrai quindi in quella che era da considerare una
"proprietà privata", ignorando almeno una cinquantina di
norme di diritto privato, e come sempre mi apprestai ad analizzare il
territorio con circospezione.
Trovai la Colt, secondo una logica piuttosto scontata, nascosta in una
cassaforte che non fu nemmeno troppo facile aprire. Purtroppo fui
interrotto dalla visita dello stesso Samuel, ma riuscii a cavarmela con
qualche spiegazione piuttosto evasiva e qualche sorrisino di troppo.
Con la Colt in mano ero invincibile, avevo in mano il mio presente, il
mio passato e il mio futuro. Se avessi ucciso occhi-gialli tutto
sarebbe cambiato.
Esatto.
Tutto sarebbe stato diverso, sarebbe stato nuovo, un'altra vita. Forse
ci avrebbe portati a non essere nemmeno più cacciatori,
forse Sammy avrebbe potuto diventare un avvocato di successo, avere una
famiglia felice, una macchina sportiva e una casa con un bel giardino
fuori.
Avrei potuto. Ma
il destino non muta. Il destino non può mutare senza
cambiare tutto ciò che viene dopo, tutte le miriadi di
storie che lo seguono, che ne sono la conseguenza.
Perchè la morte di una persona può salvare altre
milioni di vite. E lo capii solo quando occhi-gialli mi
sfuggì, tre volte, e riuscii ad assistere a una delle
confessioni d'amore più pure e nobili a cui avessi mai
assistito.
E...e riaprii gli occhi.
Dean. fu
la prima voce che sentii. Ovviamente Castiel, che rimaneva immobile,
seduto sul bordo del materasso a fissarmi a distanza, alternando lunghe
occhiate al muro di fronte a sè. Come se ci fosse qualcosa
di interessante da vedere, son
of a bitch! Volevi
abbandonarmi? Perchè, Dean? Cosa non andava in tutto quel
che stavo facendo per te? Volevo solo risparmiarti il dolore di un
destino che non potevi cambiare. sussurrò con
una voce tremendamente ferma, e...bassa. Sembrava quasi vagamente -ma
neanche troppo- dispiaciuto. Forse ferito. Ma perchè? In
effetti non si era più fatto vivo, da quando gli avevo detto
che non lo volevo lì con me ma io che c'entravo?!
Stavo per rispondere quando, ancora una volta con il suo fare
superiore, mi precedette. Mi hai cacciato, non mi volevi
con te Dean e io non potevo restare. Mi hai mandato via, come se non
volessi essere fermato. So che voi umani siete strani, ho potuto
osservarvi per un po', ma non capisco...perchè sei
così masochista? domandò
ancora, tornando a guardarmi, con l'aria da bambino innocente che non
conosce il mondo. Scattai a sedere e mi scompigliai con una manata
decisamente non leggera i capelli.
Forse perchè
nessuno si è degnato di avvisarmi su come funziona il
destino! ringhiai rabbioso, senza saperne il vero motivo.
Odiavo tutto quello, odiavo aver visto mia madre segnare di nuovo il
suo destino e non poterla fermare. Odia sè stesso
perchè non riesce mai a salvare le persone "giuste".
Dean ma...ma dovevi saperlo. E
comunque ci ho provato ma non mi hai ascoltato. provò
a giustificarsi , ma non riuscii a sentire ragioni. Non capivo
quell'angelo e non capivo come mai volesse farmi uscire di testa.
Non...non volevo sapere nemmeno che diavolo voleva da me! Doveva
lasciarmi in pace, dannazione.
Smettila. Sei un angelo
stronzo e...volevi impedirmi di soffrire ma non ce l'hai fatta! Vuoi
dirmi a che diavolo servi?! ringhiai, alzando appena gli
occhi verso di lui, con aria di sfida. Lo avevo fatto tacere, questa
volta? Aveva imparato a stare zitto e smetterla di mentirmi? Doveva
tacere, volevo vederlo in silenzio, sconfitto. Ma quello che ottenni fu
solamente uno sguardo confuso e vuoto.
Poteva un angelo provare emozioni come il dispiacere e il dolore? Anche
se si definiva un soldato di Dio poteva...soffrire come un umano?
Dean. Io voglio solo
salvarti...da te stesso. sussurrò,
avvicinandosi alle mie labbra stavolta senza nemmeno sfiorarle.
E poi sparì.
Di nuovo.
STava diventando un'abitudine.
Son of a bitch
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