Quarto giorno
In
un prato verde, vedevo tantissimi puntini rossi. Camminavamo tutti e
quattro in fila cercando di non pestarli, quando una papera ci
disse:”Non pestateli sono degli esplosivi!!”
…allora ho detto a RItsukarudo: “Ma non vedi che
è un coniglio!!Ha persino la
proboscide!!!”…ad un certo punto Nami mi
fece:” Oddio, il prato sta diventando
viola!”… ci guardammo tutti in faccia
e…..
“SVEEEGLIAAA!!”.Da un agglomerato di coperte
apparse la testa arruffata di Rukia, che osservava Nami con
quell’attenta espressione che si ha appena svegli.
“Svegliati, è ora! Dobbiamo andare e manchi solo
tu!” disse scazzata Nami, già pronta per andare a
fare colazione.
“E’ mattina.”
“Sì!”
“E’ ora di alzarsi.”
“Sì!”
“E’ già sorto il sole.”
“Sì! E muoviti altrimenti per colazione non
troverai più un…”, ma Nami non aveva
fatto in tempo a terminare la frase che Rukia era gia scesa, si era
lavata, vestita, aveva ritirato il futon ed era gia seduta al tavolo
dove sarebbe stata servita la colazione. ‘Questo metodo
funziona sempre … dovrei registrare io il messaggio della
sua sveglia..sua madre non dovrebbe nemmeno più chiamarla
…’ pensò Nami, abituata a fungere da
sveglia-smuovi-ritardatari. Nami seguì Rukia in sala da
pranzo, raggiunta poco dopo da Neko e Ritsukarudo, di ritorno dai loro
allenamenti mattutini. Si sederono a tavola e poterono osservare una
scenetta destinata a ripetersi ancora, e ancora, e
ancora…infatti, all’altro capo del tavolo, il
vecchio stava animatamente discutendo con…no, aspettate, non
era una discussione, era un monologo, perché il vecchio
parlava con un Kuroishika in trance, che annuiva nel sonno, quasi come
fosse un tic nervoso. A Neko uscì quasi il latte dal naso,
quando Rukia e Nami glielo fecero notare. Ritsukarudo invece fissava
come ipnotizzato il centrotavola, che era un invitante composizione di
vari tipi di frutta secca, tra cui spiccavano delle enormi noccioline.
Era un po’ preoccupante, a dire il vero. Così
Rukia, che neanche a dirlo, era una fan appassionata della frutta
secca, con la bocca stracolma di noccioline giganti
chiese:”Ritsu-kun, non ne vuoi un po’? Sono davvero
ottime!”, Ritsukarudo sembrò svegliarsi in quel
momento, perché prese a scuotere convulsamente la testa e a
balbettare frasi sconnesse tipo: “ Noooo no no no!!! Sono
tremendamente allergico!” oppure “Solo se volessi
suicidarmi!Sono estremamente
allergico!”…purtroppo, nessuna delle amiche seppe
dire quale delle due frasi aveva pronunciato, per via
dell’incredibile velocità che aveva preso la sua
testa, che a furia di scuotere così, secondo Rukia,prima o
poi si sarebbe svitata e rotolata sul tavolo, vicino alle odiate
noccioline.’Sarebbe stato uno spettacolo
interessante’ pensarono in coro le tre compagneros. Proprio
quando Ritsukarudo sembrava essersi calmato, e riprendere a mangiare
come i comuni mortali, lo videro afferrare con decisione una fetta
biscottata dal piatto in mezzo al tavolo, portarsela alla bocca e
farfugliare, con la bocca piena: “Buonissima questa
cioccolata!È molto diversa da quella che mangio di
solito!”.
Successe tutto in un attimo: Ritsukarudo cadde all’indietro
dalla sedia, in preda ad uno shock anafilattico, senza riuscire a
respirare, mentre gli altri accorrevano per capire cosa fosse successo,
e trovare il modo di farlo rinsavire.
60: i minuti che furono necessari per farlo riprendere a respirare
normalmente.
60: i minuti che furono necessari per fargli passare lo spavento, e
fargli riacquistare il dono della parola.
30: i minuti che furono necessari per spiegargli che sì, la
NUTELLA contiene le nocciole.
All’alba delle dieci, finalmente decisero di lasciare la
locanda e dirigersi verso la cittadina in cui si trovava il porto, che
distava da lì una decina di chilometri. Starete sicuramente
pensando: “Ma con un vecchio a seguito faranno notte di
nuovo, prima di arrivare a vedere il molo!”. E invece no,
perché si da il caso che i nostri amici (in particolare
Neko, che sembrava avere una gran fretta di arrivare a destinazione),
non avevano certo voglia di farsi rallentare così,senza
nemmeno tentare di ovviare al problema.
FLASHBACK
“Mamma mia ma che due maroni!!!!Ragazzi, a questa
velocità siamo stati sorpassati persino da quella lucertola
di poco fa!!!” urlò Neko a pieni polmoni, mentre
per l’ennesima volta si lamentava della lentezza
d’andatura. Guardò Rukia, che trotterellava felice
con al fianco Gasorin, fischiettando allegra come una pasqua
“Jingle Bell” in piena estate, e non
poté più contenersi: “Se almeno la
cagna qui presente la smettesse di cantare assurde canzoncine natalizie
in pieno agosto, potreste ascoltare meglio le mie osservazioni sulla
nostra esasperante,indecente, quasi paradossale lentezza!! A quel punto
magari potreste darmi ragione e farmi capire che ALMENO mi stavate
ascoltando! Invece no, continuate imperterriti a camminare al passo di
una balena spiaggiata!!! E tutto per seguire il ritmo della tartaruga
più lenta dell’ovest!!!”
strillò Neko, indicando con l’indice il povero
vecchio. Rukia posò gli occhi su di lei, e con fare non
molto interessato, ma decisamente frizzante disse: “Oh
insomma Neko! Non ti va mai bene niente, eh? Non sei felice di andare
in un paese affascinante come quello della neve? Ghiaccio, neve,slitte,
vento gelido, e poi stalattiti pericolanti in grotte assassine che non
aspettano altro che uno starnuto per crollarti
addosso…”…”Assolutamente no,
razza di rimbambita! Io odio quel paese con tutta me stessa, ma la cosa
è resa ancora più insopportabile dal ritmo di
marcia che abbiamo assunto! Ci manca solo il carro nero, e poi possono
tranquillamente scambiarci per la processione di un
funerale!”, ma Rukia già non l’ascoltava
più, perché aveva preso a canticchiare sottovoce
“We wish you a merry Christmas”. Nami, che si era
divertita ad osservare la scenetta, decise di dire la sua: “
Neko, non è carino continuare a rimarcare la lentezza del
gruppo, e ad imputarla al vecchio! Se fosse abbastanza svelto da
accelerare il passo, lo sarebbe anche per potersi difendere da solo!
È proprio grazie a questo che finalmente ci hanno
fatto uscire dal Paese del Fuoco!Non puoi sempre rinfacciarglielo,
poverino, o finirai per offenderlo, lui si lamenterà con
l’Hokage, e dopo, Tsunade, chi la sopporta
più????”.
“Ragazze, ma perché vi scaldate tanto? Se
è solo la velocità del passo che vi preoccupa, io
avrei avuto un’idea!”… Calò
improvvisamente il silenzio, momento più che raro per quel
gruppo. Istante in cui Nami e Neko si guardarono, poi si voltarono
verso Ritsukarudo, e con tutto il fiato possibile gli
urlarono:”E ce lo dici soltanto adesso????”.
Ritsukarudo parve un po’ scosso a Rukia, quando lo vide
avviarsi verso la foresta per recuperare un po’ di rami che
servissero alla loro causa. Infatti Ritsukarudo aveva avuto la
brillante idea di costruire una specie di portantina a spalla, che,
posizionata sulla schiena, avrebbe permesso il trasporto del vecchio
con un andatura adeguata alle loro esigenze. Rimaneva solo un problema
ora…chi avrebbe portato il vecchio in groppa?
Per decidere chi avrebbe detto a Kuroishika la favolosa
novità, ovvero che sarebbe stato lui la “colonna
portante” della missione, giocarono alla morra cinese. Come
al solito, quello sfigato di Ritsukarudo cannò il turno, e
quindi le amiche si godettero la scena da dietro le sue spalle. Eh
sì, la faccia di Kuroishika alla scoperta della sorpresona,
non aveva prezzo!
FINE FLASHBACK
Erano quindi riusciti a partire alla volta del porto, e
l’andatura era molto sostenuta, così riuscirono a
zittire Neko. Ma la ragazza non fu l’unica ad essere zittita
quel giorno. Infatti regnava uno strano silenzio, una voce familiare
era muta quel giorno…il vecchio dormiva. Non era un sonno
naturale, certo, però dormiva. Sulle spalle di Kuroishika,
il nonnetto biascicava qualcosa nel sonno, incessantemente, per non far
perdere al sensei l’abitudine alle chiacchiere. Non crediate
che dorma per via dell’età, a quello ci aveva
pensato Rukia, l’addetta ai veleni… e ai sonniferi.
FLASHBACK
“Rukiaaaaa!”, urlò il sensei a pieni
polmoni. Rukia comparve sulla veranda della locanda dove stavano
soggiornando. Erano più o meno le undici di sera, e
Kuroishika l’aveva chiamata così forte che lo
avrebbero sentito anche in Patagonia, cosa insolita per mister
“Seccature, non ho voglia di urlare!Costa troppa
fatica!”. “Rukia, mi è stato detto,
quando mi hanno fatto vedere le vostre schede, che tu sei
l’esperta di sostanze nocive, dei veleni insomma.
È vero?”. Rukia lo guardò con aria
dubbiosa e curiosa, e rispose:”Sì, sì
è vero. Ma chi vuole avvelenare?”, “Il
vecchio”…Rukia sgranò gli occhi e
urlò :”Il vecchio??? Lei vuole uccidere il
vecchio??? Ma si è rincretinito tutto d’un
botto???”, “No no che hai capito! Non devi
ucciderlo, devi solo somministrargli un sonnifero che lo faccia dormire
durante il viaggio, tutto qui!”. Rukia era perplessa:
“Scusi ma perché vuole addormentarlo?”,
“Non dire così, sembra di dover sopprimere un
animale! E comunque è colpa sua! Parla tanto, tantissimo,
troppo!Lui e il quattrocchi mi fanno impazzire, ce li ho attaccati alle
orecchie! Non lo sopporto più! Aiutami, ti
prego!”.Rukia rimase un po’ interdetta, lo
fissò per dieci secondi, e poi scoppiò a ridere
come una pazza. Poi gli disse: “Va bene, non
c’è problema, ne ho gia alcuni pronti. Non credevo
che fosse così disperato, sensei! E quando glielo devo
dare?”, “Domani, dopo colazione, prima di partire
per il porto.”, e Rukia :”Va bene, sarà
fatto!”.
IL GIORNO DOPO
“Salve signore, tutto bene?” chiese Rukia al
vecchio della neve, che riposava in giardino, dopo aver fatto
colazione. “Tutto bene, tutto bene, ragazza. Grazie per
l’interessamento!” “Le ho portato una
tazza di tè. Ho pensato che potesse farle
piacere!” “Oh, grazie figliola,lo berrò
volentieri un po’ di tè!”.
Così il vecchio prese la tazza e assaggiò la
bevanda. Ne bevve due sorsi,poi disse:” Questo tè
è molto buono, particolare, ha un sapore strano, ma
piacevole. Però mi
sta…venendo…sonno…”. Il
vecchio era crollato in un sonno profondo e rilassato. Rukia
lo sollevò senza fatica e lo portò
all’interno della locanda, dove lo sistemò sulla
portantina di Kuroishika, per riprendere il viaggio.
FINE FLASHBACK
Dopo un’oretta di corsa, in quel perfetto silenzio che
caratterizza i viaggi ninja, arrivarono nella cittadina che dava sul
mare. Non era molto grande, l’intonaco delle case era
scrostato dall’aria salmastra,i tetti, poco spioventi, erano
arancioni, e coperti da reti da pesca. Nella via principale, il mercato
era in piena attività,e , ovviamente, il pesce era il
prodotto dominante, fresco e di ottima qualità. Quando il
gruppo arrivò al villaggio, i pescatori stavano tornando
dalla battuta di pesca del primo mattino, per vendere il pesce al
mercato. Così , non avendo bisogno di comprare nulla, si
diressero direttamente al molo, per acquistare una barca. Kuroishika
disse:”Voi ragazzi aspettatemi qui, col vecchio, io vado a
contrattare per una barca decente. Non interferite, state qui buoni
buoni e non seccatemi come vostro solito!Sono stato chiaro?”
chiese guardando Rukia.”Cristallino!” rispose lei.
Il sensei partì spedito verso una baracca piuttosto animata,
che sembrava avere delle imbarcazioni adatte alla missione da vendere.
Quando fu ben distante dal poter udire i ragazzi, questi si guardarono,
e Nami disse: “Stavolta vado io. Prevedo guai per questo
acquisto. Ci è capitato il sensei più taccagno
del paese!”, fece l’occhiolino ai suoi amici, e
sparì dietro al loro maestro. Si nascose dietro alla baracca
e osservò il sensei all’opera.
All’interno, dei pescatori giocavano d’azzardo:
alcuni ai dadi, alcuni alla morra per soldi, ma Kuroishika era intento
a discutere animatamente con un omone che giocava alle tre carte. Da
quello che Nami era riuscita a sentire, quel tizio voleva una cifra
spropositata per una bagnarola, e Kuroishika non voleva cedere, anzi
tentava di trattare un prezzo accettabile. La ragazza si
guardò intorno, e vide una barca perfetta per loro, ma che
valeva ben più di quello che avevano, però le
venne in mente un’idea. Uscì allo scoperto e si
avvicinò a Kuroishika. “Mi scusi sensei. Ho
bisogno urgentissimo di parlarle!” e la risposta fu:
“Cosa ci fai qui? Avevo detto di non venire a
seccare! Sto contrattando!” “Sì, e con
scarso risultato!”, disse la Hyuga, poi si rivolse al
pescatore e disse:” Giochiamo alle tre carte. Se vinco io,
lei ci darà quella barca laggiù, quella con l
‘albero maestro più alto. Se invece perdo le
daremo tutti i nostri soldi. Ci sta?”.il pescatore
scoppiò a riderle in faccia e poi le disse:”
Dì un po’ ragazzina, quanti anni hai? Lo sai che
questo è gioco d’azzardo? Ci tieni proprio a
rimanere al verde?”, e lei rispose: “E lei ha paura
di perdere contro una ragazzina? Complimenti, cuor di
leone!”. Gli occhi dell’uomo si ridussero a due
fessure, e ringhiò: “Va bene mocciosa! Trova il re
di cuori, e ti darò l’atto di proprietà
della barca!” . Il pescatore prese le tre carte, le
mostrò il k di cuori, poi inizio a rimescolarle velocemente,
sempre più veloce, tanto che nemmeno lui sapeva
più dove fosse il re. Sicuro di vincere il gruzzolo,
disse:” Avanti, dov’è il re?”,
e Nami senza battere ciglio indicò quella a destra:
“È questa”; la girò e
rivelò effettivamente il K di cuori. Tutti i presenti ci
rimasero di stucco, ma più di tutti l’uomo e
Kuroishika. Il perdente fu così costretto a cedere
l’atto di proprietà, e Nami, con un sorrisone
sornione, tornò col sensei dai suoi amici. “Alla
buon’ora eh? Vi eravate persi? Che hai da sorridere
così tu?” chiese Neko a Nami. Kuroishika rispose
per lei: “Sorride perché ci ha rimediato la barca
migliore del porto giocando d’azzardo, ecco che
ha!”, poi guardò Nami e le chiese:” Si
può sapere come hai fatto? Hai usato il
Byahkugan?” e lei rispose:”No, ho tirato a
caso!” si mise a ridere allo sguardo incredulo del maestro,
poi disse:”Scherzo dai! Non avrei mai rischiato
così tutti i nostri soldi! Ho seguito i movimenti della
carta e ho visto tutti gli spostamenti.” “Evvai
Nami sei grande!” disse Rukia battendole il cinque.
Così si incamminarono verso la loro nuova nave. Andarono
subito sotto coperta a prendere possesso delle cuccette. Viste le
cabine, Ritsukarudo disse:” Beh ragazze, direi che la
più grande spetta a Nami, che dite? Se la merita
no?”. Neko e Rukia annuirono insieme, Nami
ringraziò, e poi i quattro tornarono sul ponte, e
raggiunsero Kuroishika al timone. Una volta lì Rukia
chiese:”E ora che si fa?” e il maestro
disse:” Salpiamo è ovvio.
Tu…mmm…Ritsukarudo, giusto? Leva
l’ancora. Tu cane, recupera le cime. Voi due
ragazze invece spiegate le vele. Ah, tu Nami rimani lassù di
vedetta. Di tanto in tanto ispeziona i dintorni col Byahkugan.Ok?
Forza, andate!”. In men che non si dica, i ragazzi
scattarono a eseguire gli ordini. Gestire una nave non era poi quella
gran fatica per dei ninja, ma il bello doveva ancora arrivare.
QUELLA SERA…
La situazione era molto promettente: erano salpati ormai da qualche
ora, era tardo pomeriggio, il sole tramontava dietro
l’orizzonte, il mare placido e piatto dondolava dolcemente la
nave, e tutti i membri del gruppo si godevano il tranquillo viaggetto
in mare aperto… tutti tranne Ritsukarudo. Infatti, se Nami
stava di vedetta, Neko era addetta alle vele e stava abbarbicata su
un’albero a poppa, Rukia seduta in posa plastica sulla prua,
lui era aggrappato alla balaustra del ponte, era verde in viso, e non
prometteva nulla di buono. Ritsukarudo si avvicinò
barcollando a Rukia, come se il legno del pavimento fosse in
realtà gelatina (in una perfetta imitazione di Adelina e
Guendalina Bla Bla, vedi “Aristogatti”), si sedette
vicino a lei e prese a guardare nella stessa direzione. Poi lei si
voltò, e gli chiese,con un sorrisone sognante: “
Non è bellissimo?”… purtroppo, per
quanto Ritsukarudo avesse in realtà un’ animo
poetico e sensibile, in quel momento la sua massima preoccupazione era
impedire al suo stomaco di fuoriuscire dalla bocca, insieme al suo
contenuto. Quindi rispose, con aria sofferente, e spirando le parole
come se fossero le ultime: “
Sì…bel-bellissimo…”, Rukia
lo guardò con occhi innocenti e gli chiese: “Non
stai bene Ritsu? Hai uno strano colorito…” e lui:
“Mah, sarà colpa di quella diabolica sostanza che
mi avete fatto ingerire con l’inganno
…”, “Ah, la Nutella!”
,“Sì, proprio lei …la mia acerrima
nemica…”. Poi l’espressione di
Rukia si trasformò in una preoccupata e dispiaciuta, e gli
chiese: “Via, un bacino e passa tutto! ”
schioccandogli un bel bacio sulla guancia!…Ritsukarudo
diventò prima rosso porpora, poi viola, poi tornò
al solito verde, preso da un nuovo attacco di stomaco. Povero,piccolo
Ritsukarudo! La Nutella l’aveva proprio distrutto! Intanto
Nami urlò, dalla cima dell’albero maestro:
“Arriva gente! Pirati,sono pirati!” e Kuroishika:
“Sei proprio sicura? Sarebbe davvero una
scocciatura!”, “Guardi,brutte facce sdentate,
omaccioni tempestati di tatuaggi, una bandiera nera munita di teschio
in cima, direi di sì, sono sicura, sono pirati!!!!”
Kuroishika organizzò subito l’equipaggio e i suoi
allievi: “Ritsukarudo vai a poppa con Neko; Nami stai qua con
me e il vecchio; i due cani a prua e mi raccomando, non distruggete la
nave – guardando male Rukia- se volete disintegrare tutto
andate sulla nave dei pirati!”. La nave dei pirati
impiegò circa dieci minuti per arrivare. I nostri eroi,
appena il veliero si fu avvicinato e iniziarono a salire i primi
corsari, non tardarono a contrattaccare: Nami, utilizzando la rotazione
suprema e il Junken riusciva ad attaccare, e contemporaneamente
proteggere il vecchio. Neko combatteva sia con le spade che a
mani nude, lasciando dietro di sé una scia di feriti e
semicadaveri , poichè lei non si preoccupava di tramortire
il nemico, ma faceva in modo che non si alzasse
più. Ritsukarudo se la cavava egregiamente grazie alla sua
tecnica delle ossa, finché il suo colorito non
passò dal verde pisello a un colore che avrebbe fatto
invidia alle vittime di CSI New York,e non fece in tempo a sporgersi
dalla balaustra, che vomitò l’intero pranzo, e
forse anche parte della colazione. Il pirata che stava combattendo con
lui prese a ridere convulsamente, e Ritsukarudo, tra un conato e
l’altro, ne approfittò per stenderlo come un
tappeto a primavera, e gli disse:”Bada, che ho uno stomaco
in subbuglio, e non ho paura di usarlo!!!”, da quel
momento, i pirati presero a evitarlo. ‘Chissà
perché ora non mi attaccano
più..mmm…no…ancora…’.
Ritsukarudo stava pensando ciò, quando i suo problemi
gastrici gli impedirono di fare persino quello. Intanto,
dall’altra parte del ponte, Kuroishika aveva notato il grande
affluire di pirati che attaccavano Neko, come se li ci fosse solo lei.
Così andò a controllare, e trovò un
Ritsukarudo semisvenuto a terra, pallido come un cencio, che
borbottava:”Guarda te sti sciagurati! Codardi! Se ne sono
andati mentre combattevano….questa è proprio
una…una…Bluoahh…oh mamma, basta,
fermate il mondo, voglio scendereeeeee!!!”. Kuroishika
allora, guardò verso prua, e non trovando Rukia nei paraggi
si allarmò:” Ritsukornuto…no
Ritsukanuto…ohhh, tu col mal di mare! Che fine hanno fatto i
due cani?”, e Ritsukarudo, lo sguardo vacuo e perso:
“ Chi? Ah parla di Rukia! Ha detto che lei le aveva ordinato
di devastare la nave del nemico, così si è
defilata quasi subito….e ha fatto un arrembaggio ai
pirati…mmm”. Ora che ci faceva caso, il sensei si
rese conto che, in effetti, le urla di dolore e disperazione,
l’odore di bruciato, e i continui tuffi in mare, venivano
dalla nave avversaria, dove sul ponte spiccava la sadica figura di
Rukia, che con Gasorin, abbatteva un nemico dietro l’altro
con il Gatzuuga e tempestandoli di kunai e carte bomba. Aveva
l’espressione del bambino a Natale: sollazzo e divertimento a
tutto spiano, questo esprimeva la sua faccia. Quella dei pirati invece
esprimeva il tormento dell’inferno dantesco, e imploravano i
suoi compagni di venirsela a riprendere, urlando che
sarebbero tornati da mamma, che avrebbero fatto i bravi
ragazzi…uno aveva perfino promesso a Nami i loro
bottini in cambio, se se la fosse ripresa …tutto per
togliersela dai piedi. Ormai, dopo solo mezz’ora, i pirati si
erano buttati tutti a mare, disperati per aver preso un sacco di
botte e non aver guadagnato un tubo. Rukia, dopo aver
sgominato gli ultimi poveri diavoli, che erano stati sconfitti in casa,
senza neanche andare in trasferta, tornò tutta pimpante
sulla loro nave, dicendo che si era divertita come poche volte nella
vita. Neko prese a contare le sue vittime, pressoché
svenute, e a gettarle in mare, dove venivano raccolti dai loro compagni
galleggianti. Nami, dopo aver fatto fuggire gli ultimi poveri tapini,
che non erano riusciti nemmeno a sfiorarla, si guardò
intorno, ed esclamò:” Ragazzi, ma
dov’è Ritsu??”. Fu allora che videro
Kuroishika sbattersi una mano in fronte e correre spedito a poppa,per
vedere se il quattrocchi era sopravvissuto al mal di mare,
che, feroce, l’aveva colpito nel mezzo del combattimento. Fu
così che Ritsukarudo fu soccorso, gli furono somministrate
le medicine contro la nausea da Rukia e fu messo a letto. Per lui
sarebbe stato un viaggio molto, moolto lungo.
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