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Autore: inuziku_rukiaXP    07/05/2008    0 recensioni
Dal diario di Nara Kuroishika 1 Che seccatura. Che immane seccatura. Me lo dicevano che non dovevo mettermi sul groppone dei mocciosi, e invece mi son fatto fregare dalla prospettiva di avere dei soldi in più. Dannazione
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quarto giorno

In un prato verde, vedevo tantissimi puntini rossi. Camminavamo tutti e quattro in fila cercando di non pestarli, quando una papera ci disse:”Non pestateli sono degli esplosivi!!” …allora ho detto a RItsukarudo: “Ma non vedi che è un coniglio!!Ha persino la proboscide!!!”…ad un certo punto Nami mi fece:” Oddio, il prato sta diventando viola!”… ci guardammo tutti in faccia e…..
“SVEEEGLIAAA!!”.Da un agglomerato di coperte apparse la testa arruffata di Rukia, che osservava Nami con quell’attenta espressione che si ha appena svegli. “Svegliati, è ora! Dobbiamo andare e manchi solo tu!” disse scazzata Nami, già pronta per andare a fare colazione.
“E’ mattina.”
“Sì!”
“E’ ora di alzarsi.”
“Sì!”
“E’ già sorto il sole.”
“Sì! E muoviti altrimenti per colazione non troverai più un…”, ma Nami non aveva fatto in tempo a terminare la frase che Rukia era gia scesa, si era lavata, vestita, aveva ritirato il futon ed era gia seduta al tavolo dove sarebbe stata servita la colazione. ‘Questo metodo funziona sempre … dovrei registrare io il messaggio della sua sveglia..sua madre non dovrebbe nemmeno più chiamarla …’ pensò Nami, abituata a fungere da sveglia-smuovi-ritardatari. Nami seguì Rukia in sala da pranzo, raggiunta poco dopo da Neko e Ritsukarudo, di ritorno dai loro allenamenti mattutini. Si sederono a tavola e poterono osservare una scenetta destinata a ripetersi ancora, e ancora, e ancora…infatti, all’altro capo del tavolo, il vecchio stava animatamente discutendo con…no, aspettate, non era una discussione, era un monologo, perché il vecchio parlava con un Kuroishika in trance, che annuiva nel sonno, quasi come fosse un tic nervoso. A Neko uscì quasi il latte dal naso, quando Rukia e Nami glielo fecero notare. Ritsukarudo invece fissava come ipnotizzato il centrotavola, che era un invitante composizione di vari tipi di frutta secca, tra cui spiccavano delle enormi noccioline. Era un po’ preoccupante, a dire il vero. Così Rukia, che neanche a dirlo, era una fan appassionata della frutta secca, con la bocca stracolma di noccioline giganti chiese:”Ritsu-kun, non ne vuoi un po’? Sono davvero ottime!”, Ritsukarudo sembrò svegliarsi in quel momento, perché prese a scuotere convulsamente la testa e a balbettare frasi sconnesse tipo: “ Noooo no no no!!! Sono tremendamente allergico!” oppure “Solo se volessi suicidarmi!Sono estremamente allergico!”…purtroppo, nessuna delle amiche seppe dire quale delle due frasi aveva pronunciato, per via dell’incredibile velocità che aveva preso la sua testa, che a furia di scuotere così, secondo Rukia,prima o poi si sarebbe svitata e rotolata sul tavolo, vicino alle odiate noccioline.’Sarebbe stato uno spettacolo interessante’ pensarono in coro le tre compagneros. Proprio quando Ritsukarudo sembrava essersi calmato, e riprendere a mangiare come i comuni mortali, lo videro afferrare con decisione una fetta biscottata dal piatto in mezzo al tavolo, portarsela alla bocca e farfugliare, con la bocca piena: “Buonissima questa cioccolata!È molto diversa da quella che mangio di solito!”.
Successe tutto in un attimo: Ritsukarudo cadde all’indietro dalla sedia, in preda ad uno shock anafilattico, senza riuscire a respirare, mentre gli altri accorrevano per capire cosa fosse successo, e trovare il modo di farlo rinsavire.
60: i minuti che furono necessari per farlo riprendere a respirare normalmente.
60: i minuti che furono necessari per fargli passare lo spavento, e fargli riacquistare il dono della parola.
30: i minuti che furono necessari per spiegargli che sì, la NUTELLA contiene le nocciole.
All’alba delle dieci, finalmente decisero di lasciare la locanda e dirigersi verso la cittadina in cui si trovava il porto, che distava da lì una decina di chilometri. Starete sicuramente pensando: “Ma con un vecchio a seguito faranno notte di nuovo, prima di arrivare a vedere il molo!”. E invece no, perché si da il caso che i nostri amici (in particolare Neko, che sembrava avere una gran fretta di arrivare a destinazione), non avevano certo voglia di farsi rallentare così,senza nemmeno tentare di ovviare al problema.
FLASHBACK
“Mamma mia ma che due maroni!!!!Ragazzi, a questa velocità siamo stati sorpassati persino da quella lucertola di poco fa!!!” urlò Neko a pieni polmoni, mentre per l’ennesima volta si lamentava della lentezza d’andatura. Guardò Rukia, che trotterellava felice con al fianco Gasorin, fischiettando allegra come una pasqua “Jingle Bell” in piena estate, e non poté più contenersi: “Se almeno la cagna qui presente la smettesse di cantare assurde canzoncine natalizie in pieno agosto, potreste ascoltare meglio le mie osservazioni sulla nostra esasperante,indecente, quasi paradossale lentezza!! A quel punto magari potreste darmi ragione e farmi capire che ALMENO mi stavate ascoltando! Invece no, continuate imperterriti a camminare al passo di una balena spiaggiata!!! E tutto per seguire il ritmo della tartaruga più lenta dell’ovest!!!” strillò Neko, indicando con l’indice il povero vecchio. Rukia posò gli occhi su di lei, e con fare non molto interessato, ma decisamente frizzante disse: “Oh insomma Neko! Non ti va mai bene niente, eh? Non sei felice di andare in un paese affascinante come quello della neve? Ghiaccio, neve,slitte, vento gelido, e poi stalattiti pericolanti in grotte assassine che non aspettano altro che uno starnuto per crollarti addosso…”…”Assolutamente no, razza di rimbambita! Io odio quel paese con tutta me stessa, ma la cosa è resa ancora più insopportabile dal ritmo di marcia che abbiamo assunto! Ci manca solo il carro nero, e poi possono tranquillamente scambiarci per la processione di un funerale!”, ma Rukia già non l’ascoltava più, perché aveva preso a canticchiare sottovoce “We wish you a merry Christmas”. Nami, che si era divertita ad osservare la scenetta, decise di dire la sua: “ Neko, non è carino continuare a rimarcare la lentezza del gruppo, e ad imputarla al vecchio! Se fosse abbastanza svelto da accelerare il passo, lo sarebbe anche per potersi difendere da solo! È proprio grazie a questo  che finalmente ci hanno fatto uscire dal Paese del Fuoco!Non puoi sempre rinfacciarglielo, poverino, o finirai per offenderlo, lui si lamenterà con l’Hokage, e dopo, Tsunade, chi la sopporta più????”.
“Ragazze, ma perché vi scaldate tanto? Se è solo la velocità del passo che vi preoccupa, io avrei avuto un’idea!”… Calò improvvisamente il silenzio, momento più che raro per quel gruppo. Istante in cui Nami e Neko si guardarono, poi si voltarono verso Ritsukarudo, e con tutto il fiato possibile gli urlarono:”E ce lo dici soltanto adesso????”. Ritsukarudo parve un po’ scosso a Rukia, quando lo vide avviarsi verso la foresta per recuperare un po’ di rami che servissero alla loro causa. Infatti Ritsukarudo aveva avuto la brillante idea di costruire una specie di portantina a spalla, che, posizionata sulla schiena, avrebbe permesso il trasporto del vecchio con un andatura adeguata alle loro esigenze. Rimaneva solo un problema ora…chi avrebbe portato il vecchio in groppa?
Per decidere chi avrebbe detto a Kuroishika la favolosa novità, ovvero che sarebbe stato lui la “colonna portante” della missione, giocarono alla morra cinese. Come al solito, quello sfigato di Ritsukarudo cannò il turno, e quindi le amiche si godettero la scena da dietro le sue spalle. Eh sì, la faccia di Kuroishika alla scoperta della sorpresona, non aveva prezzo!
FINE FLASHBACK
Erano quindi riusciti a partire alla volta del porto, e l’andatura era molto sostenuta, così riuscirono a zittire Neko. Ma la ragazza non fu l’unica ad essere zittita quel giorno. Infatti regnava uno strano silenzio, una voce familiare era muta quel giorno…il vecchio dormiva. Non era un sonno naturale, certo, però dormiva. Sulle spalle di Kuroishika, il nonnetto biascicava qualcosa nel sonno, incessantemente, per non far perdere al sensei l’abitudine alle chiacchiere. Non crediate che dorma per via dell’età, a quello ci aveva pensato Rukia, l’addetta ai veleni… e ai sonniferi.
FLASHBACK
“Rukiaaaaa!”, urlò il sensei a pieni polmoni. Rukia comparve sulla veranda della locanda dove stavano soggiornando. Erano più o meno le undici di sera, e Kuroishika l’aveva chiamata così forte che lo avrebbero sentito anche in Patagonia, cosa insolita per mister “Seccature, non ho voglia di urlare!Costa troppa fatica!”. “Rukia, mi è stato detto, quando mi hanno fatto vedere le vostre schede, che tu sei l’esperta di sostanze nocive, dei veleni insomma. È vero?”. Rukia lo guardò con aria dubbiosa e curiosa, e rispose:”Sì, sì è vero. Ma chi vuole avvelenare?”, “Il vecchio”…Rukia sgranò gli occhi e urlò :”Il vecchio??? Lei vuole uccidere il vecchio??? Ma si è rincretinito tutto d’un botto???”, “No no che hai capito! Non devi ucciderlo, devi solo somministrargli un sonnifero che lo faccia dormire durante il viaggio, tutto qui!”. Rukia era perplessa: “Scusi ma perché vuole addormentarlo?”, “Non dire così, sembra di dover sopprimere un animale! E comunque è colpa sua! Parla tanto, tantissimo, troppo!Lui e il quattrocchi mi fanno impazzire, ce li ho attaccati alle orecchie! Non lo sopporto più! Aiutami, ti prego!”.Rukia rimase un po’ interdetta, lo fissò per dieci secondi, e poi scoppiò a ridere come una pazza. Poi gli disse: “Va bene, non c’è problema, ne ho gia alcuni pronti. Non credevo che fosse così disperato, sensei! E quando glielo devo dare?”, “Domani, dopo colazione, prima di partire per il porto.”, e Rukia :”Va bene, sarà fatto!”.
IL GIORNO DOPO
“Salve signore, tutto bene?” chiese Rukia al vecchio della neve, che riposava in giardino, dopo aver fatto colazione. “Tutto bene, tutto bene, ragazza. Grazie per l’interessamento!” “Le ho portato una tazza di tè. Ho pensato che potesse farle piacere!” “Oh, grazie figliola,lo berrò volentieri un po’ di tè!”. Così il vecchio prese la tazza e assaggiò la bevanda. Ne bevve due sorsi,poi disse:” Questo tè è molto buono, particolare, ha un sapore strano, ma piacevole. Però mi sta…venendo…sonno…”. Il vecchio era crollato in un sonno profondo  e rilassato. Rukia lo sollevò senza fatica e lo portò all’interno della locanda, dove lo sistemò sulla portantina di Kuroishika, per riprendere il viaggio.
FINE FLASHBACK
Dopo un’oretta di corsa, in quel perfetto silenzio che caratterizza i viaggi ninja, arrivarono nella cittadina che dava sul mare. Non era molto grande, l’intonaco delle case era scrostato dall’aria salmastra,i tetti, poco spioventi, erano arancioni, e coperti da reti da pesca. Nella via principale, il mercato era in piena attività,e , ovviamente, il pesce era il prodotto dominante, fresco e di ottima qualità. Quando il gruppo arrivò al villaggio, i pescatori stavano tornando dalla battuta di pesca del primo mattino, per vendere il pesce al mercato. Così , non avendo bisogno di comprare nulla, si diressero direttamente al molo, per acquistare una barca. Kuroishika disse:”Voi ragazzi aspettatemi qui, col vecchio, io vado a contrattare per una barca decente. Non interferite, state qui buoni buoni e non seccatemi come vostro solito!Sono stato chiaro?” chiese guardando Rukia.”Cristallino!” rispose lei. Il sensei partì spedito verso una baracca piuttosto animata, che sembrava avere delle imbarcazioni adatte alla missione da vendere. Quando fu ben distante dal poter udire i ragazzi, questi si guardarono, e Nami disse: “Stavolta vado io. Prevedo guai per questo acquisto. Ci è capitato il sensei più taccagno del paese!”, fece l’occhiolino ai suoi amici, e sparì dietro al loro maestro. Si nascose dietro alla baracca e osservò il sensei all’opera. All’interno, dei pescatori giocavano d’azzardo: alcuni ai dadi, alcuni alla morra per soldi, ma Kuroishika era intento a discutere animatamente con un omone che giocava alle tre carte. Da quello che Nami era riuscita a sentire, quel tizio voleva una cifra spropositata per una bagnarola, e Kuroishika non voleva cedere, anzi tentava di trattare un prezzo accettabile. La ragazza si guardò intorno, e vide una barca perfetta per loro, ma che valeva ben più di quello che avevano, però le venne in mente un’idea. Uscì allo scoperto e si avvicinò a Kuroishika. “Mi scusi sensei. Ho bisogno urgentissimo di parlarle!” e la risposta fu: “Cosa ci fai qui? Avevo detto di non venire  a seccare! Sto contrattando!” “Sì, e con scarso risultato!”, disse la Hyuga, poi si rivolse al pescatore e disse:” Giochiamo alle tre carte. Se vinco io, lei ci darà quella barca laggiù, quella con l ‘albero maestro più alto. Se invece perdo le daremo tutti i nostri soldi. Ci sta?”.il pescatore scoppiò a riderle in faccia e poi le disse:” Dì un po’ ragazzina, quanti anni hai? Lo sai che questo è gioco d’azzardo? Ci tieni proprio a rimanere al verde?”, e lei rispose: “E lei ha paura di perdere contro una ragazzina? Complimenti, cuor di leone!”. Gli occhi dell’uomo si ridussero a due fessure, e ringhiò: “Va bene mocciosa! Trova il re di cuori, e ti darò l’atto di proprietà della barca!” . Il pescatore prese le tre carte, le mostrò il k di cuori, poi inizio a rimescolarle velocemente, sempre più veloce, tanto che nemmeno lui sapeva più dove fosse il re. Sicuro di vincere il gruzzolo, disse:” Avanti, dov’è il re?”, e Nami senza battere ciglio indicò quella a destra: “È questa”; la girò e rivelò effettivamente il K di cuori. Tutti i presenti ci rimasero di stucco, ma più di tutti l’uomo e Kuroishika. Il  perdente fu così costretto a cedere l’atto di proprietà, e Nami, con un sorrisone sornione, tornò col sensei dai suoi amici. “Alla buon’ora eh? Vi eravate persi? Che hai da sorridere così tu?” chiese Neko a Nami. Kuroishika rispose per lei: “Sorride perché ci ha rimediato la barca migliore del porto giocando d’azzardo, ecco che ha!”, poi guardò Nami e le chiese:” Si può sapere come hai fatto? Hai usato il Byahkugan?” e lei rispose:”No, ho tirato a caso!” si mise a ridere allo sguardo incredulo del maestro, poi disse:”Scherzo dai! Non avrei mai rischiato così tutti i nostri soldi! Ho seguito i movimenti della carta e ho visto tutti gli spostamenti.” “Evvai Nami sei grande!” disse Rukia battendole il cinque. Così si incamminarono verso la loro nuova nave. Andarono subito sotto coperta a prendere possesso delle cuccette. Viste le cabine, Ritsukarudo disse:” Beh ragazze, direi che la più grande spetta a Nami, che dite? Se la merita no?”. Neko e Rukia annuirono insieme, Nami ringraziò, e poi i quattro tornarono sul ponte, e raggiunsero Kuroishika al timone. Una volta lì Rukia chiese:”E ora che si fa?” e il maestro disse:” Salpiamo è ovvio. Tu…mmm…Ritsukarudo, giusto? Leva l’ancora. Tu cane, recupera le cime. Voi  due ragazze invece spiegate le vele. Ah, tu Nami rimani lassù di vedetta. Di tanto in tanto ispeziona i dintorni col Byahkugan.Ok? Forza, andate!”. In  men che non si dica, i ragazzi scattarono a eseguire gli ordini. Gestire una nave non era poi quella gran fatica per dei ninja, ma il bello doveva ancora arrivare.
QUELLA SERA…
La situazione era molto promettente: erano salpati ormai da qualche ora, era tardo pomeriggio, il sole tramontava dietro l’orizzonte, il mare placido e piatto dondolava dolcemente la nave, e tutti i membri del gruppo si godevano il tranquillo viaggetto in mare aperto… tutti tranne Ritsukarudo. Infatti, se Nami stava di vedetta, Neko era addetta alle vele e stava abbarbicata su un’albero a poppa, Rukia seduta in posa plastica sulla prua, lui era aggrappato alla balaustra del ponte, era verde in viso, e non prometteva nulla di buono. Ritsukarudo si avvicinò barcollando a Rukia, come se il legno del pavimento fosse in realtà gelatina (in una perfetta imitazione di Adelina e Guendalina Bla Bla, vedi “Aristogatti”), si sedette vicino a lei e prese a guardare nella stessa direzione. Poi lei si voltò, e gli chiese,con un sorrisone sognante: “ Non è bellissimo?”… purtroppo, per quanto Ritsukarudo avesse in realtà un’ animo poetico e sensibile, in quel momento la sua massima preoccupazione era impedire al suo stomaco di fuoriuscire dalla bocca, insieme al suo contenuto. Quindi rispose, con aria sofferente, e spirando le parole come se fossero le ultime: “ Sì…bel-bellissimo…”, Rukia lo guardò con occhi innocenti e gli chiese: “Non stai bene Ritsu? Hai uno strano colorito…” e lui: “Mah, sarà colpa di quella diabolica sostanza che mi avete fatto ingerire con l’inganno …”, “Ah, la Nutella!” ,“Sì, proprio lei …la mia acerrima nemica…”. Poi  l’espressione di Rukia si trasformò in una preoccupata e dispiaciuta, e gli chiese: “Via, un bacino e passa tutto! ” schioccandogli un bel bacio sulla guancia!…Ritsukarudo diventò prima rosso porpora, poi viola, poi tornò al solito verde, preso da un nuovo attacco di stomaco. Povero,piccolo Ritsukarudo! La Nutella l’aveva proprio distrutto! Intanto Nami urlò, dalla cima dell’albero maestro: “Arriva gente! Pirati,sono pirati!” e Kuroishika: “Sei proprio sicura? Sarebbe davvero una scocciatura!”, “Guardi,brutte facce sdentate, omaccioni tempestati di tatuaggi, una bandiera nera munita di teschio in cima, direi di sì, sono sicura, sono pirati!!!!”
Kuroishika organizzò subito l’equipaggio e i suoi allievi: “Ritsukarudo vai a poppa con Neko; Nami stai qua con me e il vecchio; i due cani a prua e mi raccomando, non distruggete la nave – guardando male Rukia- se volete disintegrare tutto andate sulla nave dei pirati!”. La nave dei pirati impiegò circa dieci minuti per arrivare. I nostri eroi, appena il veliero si fu avvicinato e iniziarono a salire i primi corsari, non tardarono a contrattaccare: Nami, utilizzando la rotazione suprema e il Junken riusciva ad attaccare, e contemporaneamente proteggere il vecchio. Neko  combatteva sia con le spade che a mani nude, lasciando dietro di sé una scia di feriti e semicadaveri , poichè lei non si preoccupava di tramortire il nemico, ma faceva in modo che non si alzasse  più. Ritsukarudo se la cavava egregiamente grazie alla sua tecnica delle ossa, finché il suo colorito non passò dal verde pisello a un colore che avrebbe fatto invidia alle vittime di CSI New York,e non fece in tempo a sporgersi dalla balaustra, che vomitò l’intero pranzo, e forse anche parte della colazione. Il pirata che stava combattendo con lui prese a ridere convulsamente, e Ritsukarudo, tra un conato e l’altro, ne approfittò per stenderlo come un tappeto a primavera, e gli disse:”Bada, che ho uno stomaco in  subbuglio, e non ho paura di usarlo!!!”, da quel momento, i pirati presero a evitarlo. ‘Chissà perché ora non mi attaccano più..mmm…no…ancora…’. Ritsukarudo stava pensando ciò, quando i suo problemi gastrici gli impedirono di fare persino quello. Intanto, dall’altra parte del ponte, Kuroishika aveva notato il grande affluire di pirati che attaccavano Neko, come se li ci fosse solo lei. Così andò a controllare, e trovò un Ritsukarudo semisvenuto a terra, pallido come un cencio, che borbottava:”Guarda te sti sciagurati! Codardi! Se ne sono andati mentre combattevano….questa è proprio una…una…Bluoahh…oh mamma, basta, fermate il mondo, voglio scendereeeeee!!!”. Kuroishika allora, guardò verso prua, e non trovando Rukia nei paraggi si allarmò:” Ritsukornuto…no Ritsukanuto…ohhh, tu col mal di mare! Che fine hanno fatto i due cani?”, e Ritsukarudo, lo sguardo vacuo e perso: “ Chi? Ah parla di Rukia! Ha detto che lei le aveva ordinato di devastare la nave del nemico, così si è defilata quasi subito….e ha fatto un arrembaggio ai pirati…mmm”. Ora che ci faceva caso, il sensei si rese conto che, in effetti, le urla di dolore e disperazione, l’odore di bruciato, e i continui tuffi in mare, venivano dalla nave avversaria, dove sul ponte spiccava la sadica figura di Rukia, che con Gasorin, abbatteva un nemico dietro l’altro con il Gatzuuga e tempestandoli di kunai e carte bomba. Aveva l’espressione del bambino a Natale: sollazzo e divertimento a tutto spiano, questo esprimeva la sua faccia. Quella dei pirati invece esprimeva il tormento dell’inferno dantesco, e imploravano i suoi compagni di venirsela a riprendere,  urlando che sarebbero tornati da mamma, che avrebbero fatto i bravi ragazzi…uno aveva perfino promesso a Nami  i loro bottini in cambio, se se la fosse ripresa …tutto per togliersela dai piedi. Ormai, dopo solo mezz’ora, i pirati si erano buttati tutti a mare, disperati per aver preso un sacco di botte  e non aver guadagnato un tubo. Rukia, dopo aver sgominato gli ultimi poveri diavoli, che erano stati sconfitti in casa, senza neanche andare in trasferta, tornò tutta pimpante sulla loro nave, dicendo che si era divertita come poche volte nella vita. Neko prese a contare le sue vittime, pressoché svenute, e a gettarle in mare, dove venivano raccolti dai loro compagni galleggianti. Nami, dopo aver fatto fuggire gli ultimi poveri tapini, che non erano riusciti nemmeno a sfiorarla, si guardò intorno, ed esclamò:” Ragazzi, ma dov’è Ritsu??”. Fu allora che videro Kuroishika sbattersi una mano in fronte e correre spedito a poppa,per vedere se il quattrocchi  era sopravvissuto al mal di mare, che, feroce, l’aveva colpito nel mezzo del combattimento. Fu così che Ritsukarudo fu soccorso, gli furono somministrate le medicine contro la nausea da Rukia e fu messo a letto. Per lui sarebbe stato un viaggio molto, moolto lungo.
 
  
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