I want my tears back
Gabriel
era incredibilmente soddisfatto, la giovane vampira ora pendeva dalle sue
labbra. Piegare i suoi simili al proprio volere non era facile come con gli
esseri umani, ma Helena si era rivelata un aiuto prezioso: un colpo di fortuna
inaspettato, dato che fino a quella sera non aveva idea che Alyssa fosse in
viaggio con la sua creatrice, altrimenti rintracciarla sarebbe stato molto più
semplice.
“Gabriel,
dove stiamo andando? Cos’è tutta questa fretta?” domandò la vampira mora, senza
capire il motivo della sua paura.
Povera
sciocca! Lei non aveva mai visto la sua compagna di viaggio infuriata, forse
Helena negli ultimi anni si era persino rammollita, ma non era certamente
un’avversaria da sottovalutare: dalla sua parte aveva secoli di esperienza e
una furia cieca che la stava certamente spingendo alla loro ricerca.
Gabriel sapeva che non l’avrebbe attaccato in presenza degli esseri umani, era
troppo prudente, ma ora che si trovavano nel bosco non erano più al sicuro.
“Sai,
non credo che Helena abbia…” non riuscì nemmeno a terminare la frase che un
possente lupo gli balzò addosso, atterrandolo all’istante e strappando un urlo
spaventato ad Alyssa.
Helena
non si trasformava da anni, ormai, era uno sforzo inutile da quando aveva
imparato a procacciarsi le sue prede nei club, ma scoprì con piacere che
riusciva ancora a gestire le trasformazioni in maniera eccellente.
Cercò
di azzannare Gabriel al collo, ma lui riuscì a sollevare un braccio, che venne
comunque morso con violenza, facendolo urlare dal dolore. Alyssa stava
gridando, ma la vampira non le prestò la minima attenzione: doveva sbarazzarsi
di quel demonio una volta per tutte!
Ripresosi
dalla sorpresa e dal dolore, il giovane riuscì a raccogliere le forze e a
scagliare lontano la sua famelica avversaria, strappandole un guaito di
sorpresa.
Helena
era più furba di quel che pensava, doveva ammetterlo; sapeva che lui non poteva
trasformarsi in pipistrello per fuggire, con ogni probabilità Alyssa non aveva
mai avuto occasione di sviluppare le sue capacità di cambiare forma e non sarebbe
stata in grado di seguirlo; se l’avesse abbandonata nuovamente non sarebbe mai
riuscito a riconquistarne la fiducia. Imprecò tra sé, prima di trasformarsi a
sua volta in un lupo e gettarsi contro la vampira più anziana.
Alyssa
assisteva impotente allo scontro tra i due lupi. Non sapeva se per un vampiro
era possibile uccidere un suo simile, ma era certa che sia Gabriel che Helena
fossero seriamente intenzionati a scoprirlo.
Le
due belve attaccavano senza alcuna remora i punti più sensibili dell’avversario
e più volte Helena, riconoscibile soltanto dalle fattezze più minute, fu sul
punto di azzannare Gabriel alla gola.
Il
lupo maschio, dal canto suo, graffiò più volte il muso della femmina, nel
disperato tentativo di accecarla o di cavarle gli occhi. Ogni sforzo della
vampiretta per fermare lo scontro sanguinario fu vano, dato che i due non
sembravano prestarle la minima attenzione.
Finalmente
Helena, il cui muso appariva ormai sfigurato dai profondi graffi delle zampate
avversarie, riuscì a chiudere le fauci intorno al collo di Gabriel. L’altro
prese a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, ma la vampira si limitò a serrare
maggiormente la presa, decisa a non lasciarlo scappare.
La
vampira bionda era in preda all’euforia della lotta e della vittoria: ce
l’aveva finalmente fatta, Gabriel era in suo possesso! Prese a scuotere con
violenza la sua preda, sperando che recuperasse le sembianze vampiresche il più
in fretta possibile per finirlo una volta per tutte.
Era
del tutto impreparata al violento colpo che ricevette sul capo e che la fece
crollare al suolo, tramortendola. Incapace di mantenere le sua trasformazione,
Helena tornò al suo aspetto normale e sollevò faticosamente lo sguardo:
l’ultima cosa che vide, prima di perdere i sensi, fu Alyssa che si precipitava
a soccorrere Gabriel.
Il
vampiro riprese le sue sembianze e subito si portò una mano alla gola, trovando
le profondissime ferite inflittegli da Helena. Si tirò faticosamente in piedi,
cercando con lo sguardo Alyssa; la trovò poco distante, gemente a causa del
braccio che si era rotta colpendo la sua compagna di viaggio.
“Non
mi aspettavo una simile da te, vampiretta!” osservò, ammirato, riuscendo
faticosamente a parlare ad alta voce.
L’altra
gli rispose telepaticamente: “Credo di averle fracassato il cranio, altrimenti
non sarebbe svenuta. Purtroppo il mio braccio non sta molto meglio”.
Gabriel
annuì, mentre cercava il suo accendino in ciò che restava del suo completo, ridotto
a brandelli dallo scontro. Quando riuscì a trovare il piccolo strumento in
argento notò che Alyssa lo stava osservando, evidentemente preoccupata.
“Che
cosa pensi di fare?” domandò la vampira.
“Non
possiamo permetterci che questa pazza ci segua, è troppo pericolosa. Dopo ciò
che le hai fatto vorrà certamente vendicarsi.” rispose, sperando di essere
sufficientemente persuasivo.
“Ti
prego, non farlo”. Qualcosa, nello sguardo della sua creatura, fece capire a
Gabriel che non si poteva permettere di deludere la sua richiesta; era troppo
presto per convincerla a odiare Helena, ci sarebbe voluto del tempo. Sospirò,
per poi riporre l’accendino.
Non
era finita, non ora che aveva capito quanto la sua creatrice potesse diventare
pericolosa. Si sarebbe sbarazzato di lei, proprio come aveva fatto con la sua
vera madre, bastava avere un po’ di pazienza.
“Andiamocene.”
disse, rivolto ad Alyssa. La giovane vampira lo raggiunse rapidamente, non
prima di aver rivolto un’ultima occhiata a Helena.
Alyssa
non pretendeva che la sua compagna capisse ciò che stava facendo, d’altro canto
nemmeno lei comprendeva appieno ciò che stava accadendo.
Doveva
andare, doveva sapere. Stava scegliendo di seguire Gabriel perché era l’unico
che poteva darle le risposte di cui aveva bisogno; anche se lo conosceva da
poco sapeva che non l’aveva trasformata per un semplice capriccio e che non
sarebbe stato facile fargli dire la verità.
Helena
ora era al sicuro, si sarebbe certamente ripresa e prima o poi l’avrebbe
ritrovata. Non era certa che l’avrebbe perdonata, ma era un problema che
avrebbe affrontato quando sarebbe giunto il momento.
Per
dare un significato a tutto ciò che era accaduto, per recuperare le sue
lacrime, quella era l’unica soluzione possibile.
***
Helena
si riprese lentamente i sensi, mentre il dolore alla testa riprendeva a
tormentarla.
La
vampira faticava a mettere a fuoco l’ambiente in cui si trovava, ma era certa
che non si trattasse del suo ultimo rifugio; sembrava un ambiente più piccolo e
udiva il crepitio di un fuoco, mentre nel suo appartamento non c’era alcun
camino.
Ricordava
fin troppo bene ciò che le era accaduto e per questo era spaventata. Era
sdraiata in un letto a baldacchino e, toccando la testa, avvertì il tessuto di
una fasciatura avvolto intorno al suo capo. Dubitava che Gabriel le avrebbe
riservato un trattamento simile, allora dove si trovava?
“Ti
sei svegliata.” osservò una voce sconosciuta, facendola sobbalzare per la
sorpresa. Finalmente riusciva a vedere, così girò lentamente la testa
indolenzita verso il suo interlocutore: era un uomo dai lunghi capelli neri,
stesso colore dei folti baffi, e dagli occhi grigi incredibilmente cupi.
Si
sedette sul bordo del letto dove riposava Helena e la osservò con attenzione,
concedendosi un breve sorriso. “Sembra che tu stia meglio, ne sono lieto”.
“Chi
sei?” domandò Helena, tirandosi faticosamente a sedere. Non aveva il minimo
dubbio riguardo alla natura del suo ospite, ma non aveva idea del perché l’avesse
soccorsa.
“Mi
chiamo Zlotan Dragos.” rispose l’altro, senza stupirsi dello sguardo che la
vampira gli rivolse. Lord Dragos sapeva che il patto che aveva stretto con il
demonio pur di diventare una creatura delle tenebre lo rendeva molto diverso
dalla maggior parte dei suoi simili, generalmente trasformati attraverso il
morso. Quasi nessuno conosceva il motivo che lo aveva spinto a un simile gesto
ma, dallo sguardo che gli rivolse Helena, intuì che la donna dai capelli biondi
non fosse tra questi.
“Occorrerà
attendere ancora qualche tempo prima che tu ti riprenda del tutto, Helena, poi
ci metteremo a caccia di Gabriel. Una settimana fa mi è sfuggito, ma non
accadrà di nuovo.”
“Come
conosci il mio nome?” domandò Helena, più che altro per confermare i suoi
sospetti.
“So
tutto del demone che sto cercando, non potevo non documentarmi su di te.” rispose
Zlotan. La vampira si aspettava di udire dell’odio o del rancore nella sua
voce, ma non fu così.
Il
padrone di casa si alzò, per poi rivolgersi nuovamente alla sua ospite. “Vado a
procurare del cibo, tornerò il prima possibile”.
Helena
annuì, per poi mormorare un ringraziamento. Lord Dragos le rivolse un rapido
sorriso e si diresse fuori dalla stanza.
Helena
stava per tornare a sdraiarsi, quando notò un quadro appeso sulla parete alla
destra del letto.
Era
un ritratto di notevoli dimensioni che raffigurava una dama in un lussuoso
abito nero e la vampira intuì senza fatica che doveva trattarsi di Elizabeth
Coleridge, la promessa sposa di Zlotan uccisa da Gabriel circa due secoli
prima. Era stato proprio per vendicare la sua amata che Lord Dragos aveva
rinunciato alla propria anima.
Non
era, tuttavia, la triste storia del suo salvatore a colpire Helena, quanto la
donna raffigurata nel quadro: se non fosse stato per gli occhi verdi, infatti,
avrebbe creduto di trovarsi davanti a un ritratto di Alyssa.
L’angolo
dell’autrice
Eccoci
giunti alla fine di questo racconto. Il finale, come avrete notato, è
volutamente aperto. Presto, infatti, la trama si farà decisamente più contorta
e articolata, basti pensare che Helena e Zlotan non sono gli unici a essere
sulle tracce di Gabriel e credo che ci sarà bisogno di una long MOLTO long per
poter concludere dignitosamente la mia saga sui vampiri.
Riguardo
alla abilità di mutare forma dei vampiri mi sono rifatta ai classici e ai miti
del genere, così come alla capacità di rigenerare le ferite in tempi più o meno
rapidi a seconda della gravità delle stesse (trovate più informazioni qui,
anche se la grafica non è il massimo).
Credo
sia tutto, ringrazio chiunque abbia letto la mia storia, in particolar modo le
mitiche Homicidal Maniac, Lonely soul e BaronessSamedi per il loro costante
supporto.
A
presto,
Carmilla Lilith.
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