Stavolta
si sarebbe comportato da uomo, non sarebbe fuggito.
Mandò
un messaggio a Walker per avvisarla del ritardo, e s'infilò
sotto la
doccia. Lei si era addormentata di nuovo, con un'espressione stanca e
felice.
Cercò
di reprimere un sorriso.
Dunque,
lei sembrava sicura di ciò che voleva e lui non riusciva a
negarsi.
La
situazione era assurda e totalmente in contrasto con le sue idee ed i
suoi principi, anche se estremamente piacevole.
Già,
si sarebbe comportato da uomo. Si coprì con un panno di
spugna ed
andò a svegliarla.
-Mi
spiace, ma dobbiamo andare.
Lei
aprì gli occhi e diventò immediatamente color
porpora:
-Ti
sembra il modo di presentarsi? Vattene!
Inizialmente
non capì a cosa lei si riferisse, ma poi cominciò
a ridere
fragorosamente. Quella ragazza che lo aveva aggredito
per ben
due volte in sole dodici ore adesso s'imbarazzava e urlava solo
perché era nudo sotto l'asciugamano.
Lei
non lo aveva mai sentito ridere così, lo guardò
estasiata:
-Maniaco!-
gli urlò- Mi devo vestire, esci!
-Ma
ti ho già visto..
-Fuori!
Lui
si mise le mani sui fianchi e la sfidò con lo sguardo. Si
stava
divertendo veramente.
-Se
non esci immediatamente fuori da questa stanza io comincerò
ad
urlare così forte che le finestre si frantumeranno.- disse
lei
lentamente.- Oppure non mi vestirò e non ti
lascerò uscire. E Chuck
verrà qui a cercarci.
Lui
aggrottò le sopracciglia e si diresse alla porta:
-Hai
mezzora per vestirti.
-Facciamo
50 minuti.
Lui
alzò gli occhi al cielo e uscì.
Quella
prepotenza infantile era ancora più eccitante di un
conflitto a
fuoco con i comunisti.
**
-Tranquillo,
non lo dirò a Chuck e Sarah.- Pronunciò lei,
pensierosa, mentre
Casey guidava.
Si
voltò perplesso.
-So
che la cosa ti preoccupa, anche se non so perché.- aggiunse
lei.
-Perché
le cose sono.. molto complicate.
-Un
uomo e una donna- a questa parola lui alzò il sopracciglio.-
stanno..insieme..credo. Che c'è di complicato?
-Niente.
Ma se un colonnello del FBI e la sua missione diciannovenne
stanno..insieme..le cose sono complicate.- la guardò
intensamente.-
Hai diciannove anni.- le disse, come se fosse una colpa.
Lei
abbassò gli occhi e rimase in silenzio.
A
pensarci, la differenza d'età era molta.
Ma
non le importava. Tutto ciò che voleva era guardarlo,
ascoltare la
sua voce, sentire il suo respiro mentre le accarezzava i capelli la
notte.
Quando
si sarebbe stancato di lei, sperava il più tardi possibile,
avrebbe
pensato al da farsi.
-Ti
piacciono i canti natalizi?- chiese, per cambiare argomento.
-Quand'ero
molto piccolo adoravo ascoltare i cori della chiesa il giorno di
Natale.- rispose, dopo un attimo d'esitazione.
-Ora
non più?
-Le
cose sono molto cambiate. Il mio.. mestiere..implica la violazione di
molti comandamenti.
-Mentire..rubare..uccidere.-
elencò lei, con voce quasi inudibile.
-Sì,
fa parte del mestiere. Da quando sono un membro del FBI, comunque,
non ho più festeggiato il Natale. Non nel modo tradizionale,
almeno.
-Ti
sei mai pentito delle tue scelte? Insomma..l'essere una spia ti
condiziona la vita. Lo so, è un'osservazione ovvia
ma..davvero, non
puoi avere un'esistenza normale, una famiglia.- pronunciò
con voce
flebile queste parole. Aveva paura di ferirlo, che si offendesse o
che la reputasse una sciocca.
-Come
già una volta dissi ad un'amica, io faccio quello che faccio
affinché altri, là fuori, possano vivere il sogno
americano*.
Aveva
lo sguardo orgoglioso dei guerrieri, ma osservando bene si poteva
anche scorgere la tristezza di chi sa a cosa deve rinunciare.
Sabrina
gli stampò un sonoro bacio sulla guancia, e lui, per tutta
risposta,
la fulminò con lo sguardo:
-Non
sono ammesse effusioni in pubblico.
-Ma
in privato sì, giusto?- lo prese in giro, alzando un
sopracciglio.
-No..io
volevo dire..
-Siamo
arrivati. Ciao, ciao.- scese dalla macchina e si avviò senza
voltarsi, fingendosi offesa.
Quando
varcò la soglia dell'Orange Orange si era già
pentita del proprio
atteggiamento. Ma era felice, si sentiva leggera. Sapeva che tra tre
ore al massimo l'avrebbe rivisto.
Sarah
la osservava, sorridente, da dietro il bancone.
-A
cosa stai pensando?
-A
niente- scosse la testa.- Come è andata in Belgio?
-Molto,
molto bene. Io e Chuck abbiamo trovato due uomini che potrebbero aver
a che fare con l'attentato di Goya. Casey ci saprà dire
qualcosa.
-Che
intendi?
-Beh
a quest'ora starà già interrogando i sospettati.
Le sue tecniche
di persuasione sono sempre efficaci- spiegò lei,
un po' a
disagio.
-Non
mi dirai che le torture che si vedono nei film sono reali!- l'orrore
le si dipinse in viso.
Sarah
restò in silenzio.
-Dio!-
esclamò lei disgustata.
-Tutto
questo finirà presto- la consolò la bionda,
passandole un braccio
attorno le spalle.- Oggi è giorno di paga!-
esclamò poi, per
distrarla.
-Prendo
un paga?- chiese la ragazza, sorpresa.
-Sì,
certo!
-Ma
se non viene mai nessuno!- rise lei.
-Ebbene,
è il tuo primo stipendio, no? Dobbiamo andare assolutamente
a fare
shopping!
**
(Al
Buy More)
-Chuck,
amico, credimi! Ha detto di essere innamorata di qualcun altro!
-Morgan,
non fraintendermi, ma magari l'ha detto per non ferire i tuoi
sentimenti. Tu le hai proposto di sposarti e vi conoscete da un
mese! Non credi di averla terrorizzata?
-Ok,
magari ho affrettato un po' i tempi, lo ammetto, ma..
-Niente
ma, amico.- lo interruppe Chuck, deciso.- E' una ragazzina. Voglio
dire è una tosta, è
ben..strutturata..fisicamente. Ma ha 19 anni.
-L'età
non conta!- ribatté Morgan, lagnoso.
Chuck
vide Casey uscire da una porta.
-Ne
riparleremo..cerca di non deprimerti!- gli disse avviandosi.
-Allora?
Hanno parlato?
-Sì.
Non hanno agito da soli. Altri agenti potrebbero riconoscere Sabrina.
-S-strano
di solito non chiami noi comuni mortali per nome.- lo
osservò
sospettoso.- E non hai l'aria sadicamente felice che di solito hai
dopo aver torturato qualcuno. Parla John Casey.
-Chiudi
il becco idiota!- gli ringhiò l'altro in faccia, punto sul
vivo.-
Concentrati.
Chuck
lo guardò stranito:
-Perché
dovrei concentrarmi?
Prima
che John rispondesse, Lester, seguito da tutti i dipendenti del
negozio, si materializzò accanto alle due spie e
tossicchiò per
richiamare l'attenzione:
-Caro,
carissimo John..-esordì, battendo una mano sulla spalla di
Casey, il
quale la guardò come se stesse per staccargliela. Lester la
tolse,
prima di continuare- Lavoriamo insieme da tanto tempo..possiamo
considerarci quasi amici. C'è un profondo rispetto tra
noi..-Chuck
stentava a trattenere una risata, mentre Casey stentava a non
colpirlo-Quindi vorremmo sapere a chi di noi darai il permesso di
uscire con tua nipote.
Queste
ultime parole scatenarono il putiferio: Casey involontariamente
colpì
con un pugno Lester, che volò a terra. Chuck si mise tra i
due per
evitare ulteriori danni.
-Io
ti ammazzo sottospecie di lesbica indiana! Se solo osi appestarla con
la tua colonia alla fogna io..
-Ok,
Casey, calmati!- Chuck lo trascinò nello spogliatoio.- Ma
sei
impazzito? Potevi rompergli il naso!
-Sono
stato delicato, smettila di starnazzare!
-Delicato?
Ti sembra delica..? Ok. Questo è troppo anche per te.
Oggigiorno uno
zio non è così geloso e possessivo, cerca di
adeguare la copertura
al 2000.
Casey
grugnì, sperando che la conversazione si chiudesse
lì, ma Chuck
continuò:
-Un
uomo innamorato forse avrebbe agito così, 50 anni fa, forse.
E comunque non è il nostro caso.
Casey
lo guardò di sottecchi, senza farsi notare.
-Tutto
fiato sprecato, con te. Il mio turno è finito da ben cinque
minuti,
andiamo dalle ragazze.- sembrò riflettere un momento.- Ci
sono in
programma missioni, sparatorie o pestaggi per stasera?
-No,
perché?- domandò l'altro, già
disgustato.
-E'
la Vigilia. Ellie ci ha invitato a cena.
Nda_Dart
of Pleasure:
*Casey
disse questa frase a Sarah in una delle prime 2 stagioni, non ricordo
quale XD
Grazie
a tutti coloro che leggono!
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