Ciao
a tutti! Dovrei fare dei compiti ora ma nel momento esatto in cui ho
preso il foglio per fare il riassunto della lettrice di francese mi
è tornata in mente Crazy Events ed il fatto che non la
aggiornavo più da quanto…? Dall’era dei
dinosauri? E poi mi sono ricordata di quel cap che avevo promesso ad
Enza un lontanissimo giorno di tanto tempo fa e che avrei dovuto
aggiungere a questa raccolta nonostante c’entrasse poi poco
con tutto.
La
mia idea era di inserire dei capitoli che parlassero del passato, una
sorta di cap flash back… forse adesso Enza si ricorda di
quale cap sto parlando XDXDXD (te lo ricordi amò??)
Quindi,
questo cap non c’entra assolutamente con il precedente,
bensì è il flash back di un evento avvenuto nel
passato, spero che vi piaccia! ^___^
Un’ultima
cosa, Yumemi-chan ha salvato questa FF convincendomi a togliere una
delle due cosucce che mi ero prefissata di mettere! (Però
Shele solo una, non tutte e due, lascio alla tua immaginazione di
sapere quale ho tolto ^___^)
Ah,
un’ultima cosa ancora! (Bastaaa! Nd tutti) volevo solo dirvi
che non ho proprio idea se in Giappone i diplomi delle superiori si
consegnano all’americana oppure no e, dato che non ho trovato
informazioni al riguardo, lo lascerò così.
Buona
lettura a tutti!
Marry Me !
Si
guardò nello specchio almeno una decina di volte prima di
essere completamente sicuro di avere tutto al posto giusto.
Quel giorno sarebbe
stato un giorno importante, per tanti motivi, non poteva assolutamente
permettersi di avere qualcosa fuori posto.
Si era appena
allontanato dalla specchiera quando, nervoso, ci rifece immediatamente
ritorno sistemandosi i folti capelli castani con le mani cercando di
sistemare quelle arruffate ciocche fuori posto.
Qualcuno
improvvisamente bussò alla porta della sua camera in maniera
sommessa, come se la persona al di là della soglia avesse
paura di spaventarlo.
“Shaoran,
posso entrare?” domandò una serafica voce di donna
pochi istanti dopo che la porta di noce si fu lievemente aperta.
Il ragazzo si
voltò verso di essa e realizzò che ad entrare
nella sua stanza era stata sua madre.
“Certo
mamma. Ho finito, se è ora sono pronto per
andare.” Affermò Li allontanadosi, finalmente una
volta per tutte, dal quel nefasto specchio.
“Ineffetti
io volevo parlarti un solo istante.” Dichiarò la
donna richiudendosi la porta alle spalle. “Ti
dispiace?”
Il castano scosse
la testa e si sedette sul letto, facendo cenno alla madre di fare lo
stesso.
“Di cosa
volermi parlarmi?” iniziò Shaoran una volta che
Yelan fu accanto a lui.
“Volevo
solo dirti che sono molto orgogliosa di te. Sai bene che io non avevo
visto di buon occhio il tuo trasferimento in Giappone solo per stare
accanto a Sakura…”
Il ragazzo sapeva
che doveva per forza esserci qualcosa sotto. Sbuffò seccato,
sua madre non sarebbe mai cambiata.
“Mamma,
senti…” tentò di ribattereare lui, ma
con un cenno della mano la mora lo zittì.
“Ma col
tempo, Shaoran, ho capito quanto quella ragazza sia importante per te
ed ho imparato a volerle bene, quasi come fosse figlia mia
ormai.” Ammise la donna rassicurandolo con un sorriso.
Shaoran le prese
una mano e le sorrise di rimando.
“Sono
felice di sentirti parlare così.”
Yelan si
alzò in piedi e si sistemò il lungo kimono rosso,
indossato apposta per quella giornata di festa, infine
riposò lo sguardo sul figlio facendo trapelare un
po’ di commozione dai suoi occhi.
“Sei
riuscito a portare a termine tutti gli obbiettivi che ti eri
prefissato, sia in abito affettivo che in quello scolastico.
Congratulazioni per il tuo diploma, figlio mio.”
Mormorò cercando di trattenere le lacrime di gioia in un
giorno per lei così carico di felicità.
Shaoran si
alzò lesto dal letto e si avvicinò alla madre
allarmato.
“Non
piangerai mica adesso, vero?” le domandò
asciugandole una lacrima che, dispettosa, era scappata dal suo occhio
destro senza chiederle il permesso. “È solo un
diploma!”
La donna prese un
fazzoletto dalla borsa che portava con sé e si
asciugò le lacrime che seguirono la prima.
“Non
è solo per il diploma…” ammise Yelan
osservando il figlio malinconica.
“No?”
Li la fissava un po’ confuso. “Oltre al diploma per
cosa allora?”
La mora non
rispose; si allontanò dal figlio e raggiunse la scrivania,
prendendo poi da sopra questa un confanetto in velluto blu e
mostrandolo al ragazzo sorridente.
“Ah…”
proferì Shaoran abbassando lo sguardo imbarazzato ed
arrossendo lievemente. “Parli di quello…”
La donna
annuì sorridendo ed aprì il confanetto, guardando
commossa il bellissimo anello di fidanzamento in fine oro bianco che vi
era custodito all’interno.
“È
davvero bellissimo… scometto che a Sakura
piacerà.” Asserì Yelan avvicinandosi al
figlio e posandogli il delicato oggetto fra le mani.
“Dici
davvero?” le domandò il ragazzo osservando ansioso
il piccolo diamate incastonato sul sottile anello.
“Certo!”
esclamò la mora posando le sue mani su quelle del castano e
chiudendogliele dolcemente attorno al soffice scatolino. “Hai
parlato con Touya e Fujitaka?”
“Sì.”
Asserì Li. “Sono andato da loro ieri
sera… Fujitaka ovviamente mi ha dato la sua benedizione, ma
avresti dovuto vedere la faccia di Touya quando ho domandato ad
entrambi il permesso di chiedere a Sakura di
sposarmi…”
Shaoran
sbuffò ripensando all’espressione allibita del
moro quando lui aveva pronunciato le parole “Sakura”
e “sposarmi”
nella stessa frase.
“Glielo
chiederai oggi?” gli chiese di nuovo la donna mentre,
scuotendo la testa divertita, aggiustava la cravatta della divisa del
ragazzo.
“Ancora
non lo so…” ammise Shaoran pensoso abbassando il
capo. “Più che altro è trovare il
coraggio di farlo…”
Yelan lo
guardò stupita. “Il coraggio? Di che cosa hai
paura? Io sono sicura che la risposta sarà palesemente
affermativa.” Disse infine con un sorriso.
“Ne sei
così convinta? E se rifiutasse? Magari non vuole correre
così… se rifiutasse non so che potrei fare, non
la voglio perdere solo perché sono impaziente.”
Shaoran si stava
agitando per niente, costruendosi in testa delle paranoie che non
avevano né capo né coda.
La madre lo
afferrò per le spalle e gli voltò la testa in
modo che fu costretto a fissarla in quei profondi occhi cinerei.
“Figlio
mio tu ora devi calmarti!” esclamò Yelan
bloccandolo con la sola forza del suo profondo sguardo. “Lei
non dirà di no, ne sono sicura.”
Li le sorrise
dolcemente, posandole una mano sulla spalla. “Grazie,
mamma.”
Infine il suo
sguardo ambrato cadde sulla sveglia che era sul comodino accanto al suo
letto e si rese conto che si stava facendo molto tardi.
“Caspita,
sarà meglio andare!” esclamò il giovane
in ansia afferrando la giacca azzurra della divisa scolastica del liceo
Seijou che giaceva sul copriletto. “Raduna tutte le tue
figlie, altrimenti faremo tardi!”
C’era una
gran ressa nel cortile della scuola e, in mezzo a tutta quella gente,
non riusciva a distinguere la figura dell’unica persona che
in quell’istante avrebbe voluto vedere.
Si faceva strada
fra quella immane folla trascinandosi dietro l’intera
famiglia che non ne poteva proprio più di camminare a vuoto
per tutto l’edificio.
“Magari
è solo in ritardo.” Disse la giovane Fei Mei che,
stravolta dalla lunga camminata fatta, si era seduta sul bordo di un
muretto facendo riposare i suoi poveri piedi costretti nella morsa di
due scomodissime ballerine.
“Cavolo,
Sakura!” esclamò Shaoran prendendosi il volto fra
le mani rassegnato. “Anche il giorno del diploma devi essere
in ritardo?”
Si
sedette sconsolato sul muretto accanto alla sorella ciondolando la
testa mesto da una parte all’altra.
“Shaoran!”
si sentì chiamare all’improvviso.
Quella voce aveva
avuto la facoltà di farlo velocemente riprendere dal suo
stato di tristezza.
Levò il
capo e si alzò di scatto in piedi quando riconobbe la
persona che stava velocemente correndo verso di lui con la mano alta in
segno di saluto.
“Sakura!”
esclamò correndo a sua volta verso di lei con espressione
radiosa.
Si fermarono uno di
fronte all’altra e si diedero un leggero bacio a fior di
labbra per salutarsi.
“Sono
felice di vederti. Avevo il terrore che ti fossi addormentata,
sai?” le riferì Li prendendola per mano e
portandola verso la sua famiglia.
“Ineffetti…”
ammise la castana imbarazzata. “Fortuna che c’era
mio fratello a svegliarmi… a proposito di Touya, lo sai che
è da ieri sera che si comporta in modo strano? È
sempre arrabbiato e non capisco perché.”
Ogni singolo
muscolo del corpo del castano si irrigidì
all’istante. “S-strano? Ti ha detto qualcosa per
caso?”
Sakura
inclinò la testa di lato confusa. “No, so solo che
prima che io uscissi il pomeriggio con Tomoyo era normalissimo,
antipatico come al solito, ovvio. Quando poi la sera tardi sono tornata
era corrucciato, sembrava molto alterato.”
Li si
abbandonò ad un sospiro di sollievo ma, nonostante
ciò, la rigidità del suo corpo fu mantenuta viva
a causa dello sguardo acido del moro che ora stava alle sue spalle e
che il ragazzo sentiva addosso a sé.
“Tesoro,
mi sembri nervoso. Qualcosa non va? Agitato per il diploma?”
gli domandò Kinomoto un po’ preoccupata.
Shaoran
dissentì con un sicuro cenno del capo per rassicurarla.
“Tutto a posto, Sakura.” Le disse con un sorriso.
Rincuorata da
questo, la ragazza si congedò da lui per andare a salutare
in privato le donne di casa Li mentre il castano andò ad
intrattenersi col cognato e col suocero.
“Buongiorno
Fujitaka-san… Touya.” Salutò
cortesemente una volta raggiunti i due.
“Buongiorno
a te, Shaoran.” Rispose al saluto Fujitaka, arricchendo il
tutto con un sorriso radioso.
“
‘Giorno.” Bofonchiò Touya voltando la
testa da tutt’altra parte.
Il padre
fissò il maggiore dei fratelli Kinomoto con sguardo grave,
ma notando che questi non aveva intenzione di cambiare atteggiamento
decise di lasciare perdere.
“Un
po’ teso, figliolo?” domandò
l’uomo a Li posandogli una mano su una spalla.
Il ragazzo si
abbandonò ad una risata nervosa. “Un
po’…” ammise passandosi una mano fra i
folti capelli castani.
Il suo sguardo
dolce si soffermò poi sulla sua Sakura che stava discutendo
animatamente con sua madre di chissà che cosa, un argomento
che, probabilmente, la divertiva alquanto, vedendo il bellissimo
sorriso che si era aperto sul suo viso.
“Glielo
chiederai presto, vero?” disse all’improvviso
Fujitaka al ragazzo notando lo sguardo assorto con il quale stava
osservando sua figlia.
“Spero di
riuscirci, sì.” Rispose Li riportando la sua
attenzione all’uomo.
“Lei,
secondo me, non aspetta altro.” Gli disse infine Kinomoto
osservando con sguardo paterno Sakura.
Era cresciuta
davvero tanto in tutti quegli anni, Nadeshiko doveva sicuramente essere
orgogliosa di lei.
Una voce che
proveniva da un microfono ridestò l’attenzione di
tutti i presenti, annunciando che la cerimonia dei diplomi stava per
avere inizio.
I parenti dei
diplomandi presero posto nelle seggiole poste sotto al grande palco
mentre gli studenti si allinearono in una fila indiana composta,
aspettando di essere chiamati sul palco per ritirare
l’attestato che garantiva loro la libertà dalla
scuola.
“Ragazzi…
non posso credere che sia davvero finita…” ammise
Daidouji rattristata rivolgendosi ai compagni che stavano accodati
dietro di lei.
“Hai
ragione Tomoyo… è triste pensare che
l’anno prossimo non metteremo più piede in
un’aula...” proferì amareggiata Naoko
togliendosi gli occhialetti tondi ed asciugandosi le lacrime che
avevano preso a scorrerle lungo le gote arrossate.
“Questo
non è esatto!” la corresse
all’improvviso Takashi. “Pensa se qualcuno
vorrà diventare avvocato… metterà
piede in un’aula di tribunale, oppure…”
Voleva cominciare a
sparare le sue storie per compensare il fatto che non lo avrebbe
più potuto fare davanti a loro, ma Chiharu lo
strattonò per il solito, povero orecchio intimandogli
dolcemente di chiudere la bocca.
“Sia
Chiharu-chan che Sakura-chan sono state molto fortunate…
hanno mantenuto intatto il loro rapporto con Li-kun e Yamazaki-kun per
tutto questo tempo… è sicuro che voi non vi
perderete mai di vista.” Asserì con un sorriso
Rika mentre, con delle amichevoli pacche sulle spalle, consolava la
povera Yanagisawa in preda alle lacrime.
Il discorso avrebbe
voluto proseguire ma il preside aveva preso a chiamare gli alunni ad
uno ad uno.
“È
stato un piacere condividere con voi tutti questi anni di scuola
ragazzi, vi voglio bene.” Disse, per la prima volta con somma
serietà, Takashi poco prima di risistemarsi composto nella
fila.
E di sicuro tutti
gli avevano dato ragione.
Terminata la
cerimonia, tutte le famiglie si erano radunate di nuovo in piccoli
gruppi per congratularsi con i diplomati del liceo Sejou.
Shaoran e Sakura
corsero verso i loro famigliari orgogliosi tenendo fra le mani i loro
diplomi.
“Siete
stati davvero bravissimi ragazzi. Sono davvero commossa!”
esclamò Yelan asciugandosi le varie lacrime di commozione
che avevano preso a scorrerle sul viso.
“Ormai
non resta che una sola prova da affrontare, vero ragazzi?”
disse sibillino Fujitaka, rivolgendo specialmente lo sguardo si Shaoran.
La giovane Kinomoto
inclinò la testa di lato confusa mentre Li fissò
l’uomo a sua volta, annuendo sicuro.
“Andiamo
a pranzo, che ne dite? Io muoio di fame!” esclamò
all’improvviso Shei Fa richiamando l’attenzione dei
presenti.
Gli altri annuirono
e si recarono al ristorante dove insieme avevano prenotato per il
pranzo di festeggiamento del diploma.
Si sedettero ognuno
al proprio posto e mangiarono discutendo del più e del meno,
su cosa avrebbero fatto e nono avrebbero fatto ora che erano diplomati,
su quali erano i loro progetti per il futuro… le solite cose.
Shaoran,
però, non partecipò attivamente alla
conversazione instauratasi fra i componenti delle due famiglie; la sua
attenzione era focalizzata solo su Sakura e sull’anello che
portava nella tasca destra dei suoi pantaloni, anello che, stranamente,
sembrava essere più pesante ogni secondo di indugio in
più.
La guardava, mentre
era seduta tra Yelan e sua sorella Fei Mei, e studiava ogni singolo
cambiamento di espressione che i dolci lineamenti del suo viso
assumevano.
Quanto era
bella… lo aveva semopre pensato, fin dal prima momento in
cui l’aveva vista.
Avrebbe dovuto
perdere una creatura tanto celestiale, un dono del cielo esclusivamente
per lui, solo perché era un vigliacco?
Era quasi convinto
di chiederglielo… quasi… strinse nervosamente la
mano destra sul cofanetto che era avvolto dalla stoffa della tasca dei
pantaloni e cercò di fare appello a tutto il suo coraggio.
All’improvviso
eccola, la goccia che fece traboccare il vaso, ciò che gli
donò l’adrenalina necessaria per portare a termine
ciò che stava per fare.
Una volta accortasi
che Shaoran la stava insistentemente fissando con quei due profondi
occhi ambra, sul volto di Sakura si aprì un bellissimo
sorriso che dedicò solo a lui.
“Al
diavolo tutto!” sbottò il ragazzo scocciato,
alzandosi in piedi all’improvviso e battendo nel mani sul
tavolo.
Uscì dal
suo posto e si avvicinò a Kinomoto che lo fissava stupita,
non capendo bene che cosa stesse cercando di fare.
Shaoran
lanciò uno sguardo complice alla madre che, seduta accanto
alla ragazza, lo fissava sorridente.
“Mamma,
ti dispiace farmi spazio?” domandò risoluto il
castano.
La donna
dissentì con un cenno del capo e si alzò dalla
sedia, spostandola per dare al figlio lo spazio necessario.
“Certo che no, figliolo.”
Li le sorrise,
infine il suo volto ritornò serio e si
inginocchiò davanti a Sakura prendendole entrambe le mani
per stringerle nelle sue.
Touya si agitava
sulla sua seggiola come se avesse un fastidioso formicolio ovunque, ma
di sicuro non poteva interrompere la proposta di matrimonio di sua
sorella così si limitò a fare da passivo
spettatore alla messa in scena più terrificante che era in
grado di immaginare.
“Sakura…
io ti amo.” Disse sicuro Shaoran cogliendola alla sprovvista,
così tanto impreparata che la ragazza arrossì di
botto, vergognandosi del fatto che, ad ascoltarli, erano presenti tutti
i loro famigliari.
Dopo un attimo di
imbarazzo iniziale riuscì, però, a rispondergli
tornando un poco del suo colorito naturale.
“A-anch’io ti amo, Shaoran.”
Li le sorrise e le
baciò le dita di una mano, riprendendo poi a parlarle.
“Abbiamo passato insieme sei anni, anche se sembra
incredibile a dirsi, ti pare?”
Per tutta risposta
la ragazza assentì con un cenno del capo abozzando un tenero
sorriso.
“Eppure
per me ogni giorno che passo con te non è mai uguale
all’altro, c’è sempre qualcosa di nuovo
in te che scopro, non finisco mai di stupirmi stando al tuo
fianco.”
la ragazza aveva
tanta voglia di baciarlo dopo tutte quelle belle parole, ma non si
sarebbe mai nemmeno sognata di farlo davanti a tutte quelle persone.
“Amo il
modo in cui mi sorridi.” Continuò Li stringendole
le mani.”Amo anche quando fai affidamento su di me e piangi
sulla mia spalla, proprio come amo potermi svegliare al tuo finaco la
mattina e scoprire che non sei un sogno, bensì la mia
stupenda realtà.”
Quelle parole erano
troppo belle per essere dedicate solo a lei; improvvisamente si
ritrovò a piangere senza nemmeno accorgersene, profondamente
commossa da ciò che il ragazzo le stava dicendo.
Shaoran sorrise e
le prese il volto fra le mani asciugandole con i pollici quelle lacrime
che scorrevano imperterrite lungo le sue guance. “Mi faresti
l’enorme dono di poter condividere ancora tutto questo e
quant’ altro insieme a te, per sempre?” le
domandò infine sorridendole dolcemente.
“Sha-Shaoran…
che cosa…?” cercò di chiedere Sakura,
ma le parole le morirono in gola non appena vide Li mettersi una mano
in tasca e prendere da questa un cofanetto di velluto blu.
La castana si
portò entrambe le mani sulla bocca e sgranò gli
occhi quel tanto che ler era concesso di fare.
Shaoran
portò la piccola scatola più prossima alla
ragazza e la aprì mostrandole il contenuto.
“Sakura
Kinomoto, mi vuoi sposare?” chiese infine schietto, lasciando
la giovane di pietra.
Sakura, colta da
troppe emozioni nello stesso momento, si riportò entrambe le
mani sul viso e cominciò a piangere scossa da singulti che
le facevano sobbalzare le spalle.
“Sa-Sakura…
c’è qualcosa che non va?”
domandò Li mal interpretando la reazione della sua ragazza.
“Per caso non vuoi…?” disse infine
mesto, ritraendo l’anello.
la giovane si
scostò le mani dal viso permettendo al ragazzo di guardarla
dritta in quegli occhi giada ricolmi di lacrime.
“Ma certo
che lo voglio!” esclamò fra i singhiozzi
lanciandosi al collo di Shaoran con così tanta energia che
fece cadere entrambi stesi a terra sul pavimento del ristorante,
diventando una sorta di picolo spattacolo per gli altri presenti nel
locale.
“Però
potevi dirmelo che mi avresti chiesto di sposarti!” si
lamentò la giovane Kinomoto stringendosi forte al collo del
suo ragazzo. “Almeno mi sarei preparata psicologicamente alla
situazione!”
“Ma che
sorpresa era, se no?” le domandò lui allora
carezzandole il capo.
Li si
rialzò a sedere ed aiutò Sakura a fare
altrettanto, prendendole poi delicatamente la mano sinistra;
afferrò poi il piccolo anello d’oro bianco e lo
fece scivolare lentamente lungo il suo esile anulare.
“Questo
adesso è tuo… e lo sarà per
sempre.” Le disse infine Shaoran, anche lui un po’
commosso dalla situazione.
“Mi piace
questo per sempre…”
ammise la ragazza guardando entusiasta l’anello che portava
al dito.
I due si rialzarono
in piedi e si guardarono intensamente negli occhi.
“Oh,
al diavolo tutto e tutti!”
Fu il loro pensiero
unanime; lentamente si avvicinarono ed unirono le loro labbra in un
dolcissimo bacio in modo da sigillare pe sempre le loro reciproche
promesse di amore eterno.
Eh no,
però! Questo era troppo, oltre alla proposta di matrimonio
ora quel cinese della malora si baciava addirittura la sua povera
sorellina?
Scocciato, Touya si
alzò in piedi battendo entrambe le mani sul tavolo.
“Ora basta baci!!”
È
finita! Spero che vi sia piaciuto il cap flash back, ne volevo fare
degli altri, tipo quando Sakura scopre di essere incinta per la prima
volta (con conseguente reazione di Shaoran), la prima ecografia con la
piccola Keiko o cose così, ditemi un po’ voi cosa
ne pensate!
Dato
che è tardi non posso ringraziarvi singolarmente, per cui
ringrazio Lady Marion, Sakura93, Ichigo_91, Piajoe22, Sakura Bethovina,
Yumemi, Monny e Robby e Sakura93thebest per la recensione allo scorso
capitolo!
Ciaooooo!
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