Ohne dich kann ich nicht sein...Ohne dich

di MetalheadLikeYou
(/viewuser.php?uid=130144)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Capitolo 26


Andai in bagno di corsa, fissandomi allo specchio.
Mi aveva fatto male veramente.
Sospirai e andai a prendere un fazzoletto, che bagnai e usai per tamponare il piccolo taglio.
Mi fissai allo specchio.
Come faceva Till a stare con una come me?
Cosa avevo di speciale?
Tutte quelle paure che avevo quando lui si ripresentò a me, in quel parco, riaffiorarono nella mia mente.
Qualcuno bussò, andai ad aprire e la mia amica entrò, chiedendomi se stessi bene, notò il livido che si stava formando piano piano e sospirò.
<< Va tutto bene Fra'>> le dissi per calmarla.
<< No, mio...>>
<< Smettila, non è nulla>> la zittii, se avesse continuato a parlare avrei scaricato la mia rabbia su di lei e non ne avevo voglia, così uscii dal bagno, scendendo le scale e andando in giardino, mettendomi seduta su una sedia sotto un'albero a suonicchiare qualcosa e a fumarmi una sigaretta.
Till con le mani in tasca si avvicinò a me, mettendosi seduto al mio fianco a fissarmi.
<< Sto bene>> dissi, sentivo il suo respiro accellerato e non mi piaceva l'idea che lui soffrisse per me.
<< Sicura?>>
<< Si>> risposi bloccandomi, mi passai una mano nei capelli poi ricominciai a suonare.
<< Ne vu...>>
<< Smettila!>> gli dissi ad alta voce, quasi urlando, << Sto bene ok? Sto bene cazzo>>
<< El...>> 
<< Sto bene!>>
Lui si zittì, gli avevo risposto male, lessi in quegli occhi la tristezza, mi diedi della stupida e mi sentii terribilmente in colpa.
<< Mi fai suonare qualcosa?>> mi chiese, gli passai la chitarra, misi la sedia attaccata alla sua e poggiai la testa alla sua spalla, volevo sentirlo affianco a me, ma allo stesso tempo volevo che lui non fosse li, che non avesse assistito a tutto quello che era successo.
Lui uomo famoso che assisteva al bellissimo spettacolino che era la mia famiglia.
Inadeguata.
Insicura.
Non mi sentivo all'altezza di essere la sua compagna.
<< Che dici andiamo a farci una passeggiata?>> mi domandò.
<< Non credo sia il caso, non vorrei che qualcuno ci vedesse e ti incolpasse per questo!>> mi indicai la faccia, lui sorrise tirato e mi strinse a se.
<< Ehi piccioncini>>
Richard e Francesca si unirono a noi, mi alzai un'attimo da li, andando in cucina a bere, entrai anche in camera, prendendo gli occhiali da sole che mi coprivano anche più della metà del livido, passai in bagno a mettermi un qualcosa sopra per coprire almeno un po il colore e scesi.
<< Possiamo andare>>
Francesca e Richard ci dissero che sarebbero rimasti ancora un po a parlare con i genitori della mia amica e con mia madre.
Till si alzò prendendomi per mano, uscimmo da casa e ce ne andammo in spiaggia.
Era piuttosto affollata e meno male che anche lui aveva gli occhiali da sole, certo non passava inosservato, soprattutto per il fatto che stava mano nella mano con una specie di nana.
<< Ci fissano tutti>> 
Mi misi a ridere, si fermarono davanti a noi dei ragazzetti, con gli occhi lucidi e con dei sorrisi bellissimi.
Lasciai la mano del mio compagno che si mise a fare gli autografi e le foto.
<< Eleonora?>> 
Mi girai, trovandomi davanti due "ragazzi", li abbracciai stritolandoli.
<< Mio Dio sei sempre più figa>> mi disse Emanuele.
Quel ragazzo aveva avuto il mio cuore per un lungo periodo, ma a differenza degli altri ragazzi era riuscito a mantenere la nostra amicizia intatta e solidificarla con il passare degli anni.
Era una parte fondamentale della mia vita, << Come va?>>
<< Quando sei tornato?>>
<< Oggi>>
<< Ah Ema', Gi' lui è Till>> feci le presentazioni, Till sorrise piuttosto imbarazzato e strinsi la sua mano.
<< Insomma non abbracci tuo fratello?>> quello che aveva parlato era Giacomo, detto anche Ciop.
Lui era veramente mio fratello, eravamo cresciuti insieme, io, loro e Francesca, avevamo formato una specie di gruppo, noi quattro contro il resto del mondo, avevamo passato di tutto, eppure la nostra amicizia era ancora li.
<< Ce l'hai fatta eh?>>
<< A fare?>> chiesi, continuando a camminare con loro.
<< A metterti con lui>> rispose Francesca, ci girammo tutti di scatto.
Lei presentò Richard a tutti e poi abbracciò i nostri due amici.
Restammo un po li in riva al mare poi andammo a prenderci tutti una birra, come ai vecchi tempi.
<< Quanto resterete qui a Roma?>> chiese Emanuele al mio compagno, dovetti tradurre la domanda.
<< Non lo sappiamo ancora, tu?>>
<< Credo un mese, non lo sappiamo?>>
<< Andremo a vivere insieme a Berlino>> ammisi stringendo la mano del mio compagno, spiegandogli poi tutto in tedesco.
<< Ah, quindi sei più vicina a me>>
<< A quanto pare!>>
<< E tu Fra'>>
<< Io andrò con lui in America>>
<< Dall'altra parte del mondo, ma...>>
<< Ci vedremo comunque, non sarà questo a dividerci>>
<< Perchè non parliamo in Inglese così anche loro capiscono?>> domandai, loro sorrisero e ci mettemmo tutti a parlare in inglese.
Parlammo un po dei nostri vecchi ricordi, erano passati molti anni eppure noi eravamo li a parlare di quello che avevamo realizzato.
Till mi strinse a se ridendo per le battute di Emanuele, che era rimasto sempre il solito pagliaccio di turno, mi erano mancati, mi era mancato il suono delle loro risate, mi mancavano i vecchi tempi.
Passammo tutto il pomeriggio a ridere e scherzare, suonando anche qualcosa.
<< Oddio ti ricordi la nostra canzone?>> domandò Francesca quasi urlando, noi ci girammo verso di lei e scoppiammo a ridere ricordando quella stupida e esilarante canzone.
Parlava delle nostre peggio stronzate e ridendo cominciammo a cantarla suonando.
Richard e Till ridevano, contaggiati dalla simpatia dei miei amici.
<< E poi le due donne si fidanzarono!>> cantò Emanuele.
<< Ma che c'entra ora?>> chiese Richard che rideva come un bambino.
<< Non lo so ma lo volevo dire, lei sta con lui, che sta con lei>> continuò a cantare.
Quella canzone era stata "scritta" in una notte, proprio su una spiaggia.
I ricordi di quella notte riaffiorarono nella mia mente, eravamo noi 4, davanti ad un falò improvvisato, con la birra nel corpo e qualche canna accesa.
Ridevamo allegri.
Festeggiavamo la fine della scuola, la fine degli esami di stato.
<< Ma grazie al cazzo>> risposi asciugandomi gli occhi, stavamo tutti piangendo dalle risate.
Rimanemmo li ancora un po, poi con un pizzico di tristezza ci salutamo tutti e ce ne tornammo nella casa al mare a riprendere la mia macchina e dopo aver riportato la mia amica ed il compagno in hotel, me ne tornai con Till a casa.
Sospirai, prendendo un vecchio album di foto.
E la foto della nottata era li, un po sbiadita dal tempo.
Till sorrise.









Halloooooooooooooooooooooooooooooooo.
Come state?
Io sono guarita del tutto, finalmente.
Bhe che dire, ecco due nuovi personaggi, Ema e Giacomo (gino, ciop, gi) ha tanti soprannomi.
Ringrazio chi sta leggendo e anche la mia dolcissima RoarGirl, awwww si Till ha molta pazienza con Ele, povero cucciolo, nei prossimi capitoli succederà qualcosa di inaspettato....muahahahahah.
Bene.
Alla prossimaaaaa.
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2341703