La mia Tempesta

di HellSINger
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Se potessi essere un angelo, sarei sicuramente una persona, che fa cose giuste e che dice cose giuste.
mi trovereste: nelle scatole di cartone con il prezzo sopra o nei presepi di polietilene o nelle chiese affollate…
No, mi trovereste nella parte più sporca della città, consapevolmente persa
con le mie ali di cartone, che fuggono alla luce.
Tutto sarebbe tiepido e dimenticato, mentre canto una canzone.
Piangente ma non per questo debole.
Cercherei la polvere dei miei sogni.
Sai quelle stelle, che volevamo toccare con la punta delle dita, solo per smetterla di sentirci così: insignificanti, persi, senza una destinazione chiara.
I fiori anche si lasciano cadere e sono stanca di capovolgere la clessidra dei miei ricordi, sabbia, sabbia, polvere di stelle.
Spiccando un balzo nell’aria, come bolle di sapone, le mie ali di cartone, sono fiorite, ho catturato la coda di una cometa e le mie lacrime sono state la sua scia.
Il vento ha suonato le corde nei miei capelli, mentre correvo su di una strada di luce liquida, ho visto gli occhi di zaffiro, che non possono fiorire, ma solo seminare stelle nel cielo notturno.
Persa, persa, ma non smarrita, alla fine della galassia.
Sono così felice, perché è così sbagliato?
Ho toccato le stelle, lottando, distruggendo, amando, fuggendo e preservando coloro che amo.

Non puoi permetterti di aspettare ancora che una stella cada per te, perché non esistono miracoli, né persone degne.




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