earl grey
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La luce blu del display del cellulare e
un messaggio che pensava non sarebbe mai arrivato l'aveva mandato in
totale confusione ogni cosa crollava ogni scusa ogni protezione
tirata su in tre anni cadeva a pezzi nell'insicurezza tremante del
nuovo e non riusciva a crederci era riuscito dopo mesi a chiudere
ogni porta ogni scatola a oscurare ogni ricordo ad andare avanti ogni
giorno respirando un po' meglio vedendo un po' più lontano
ricostruendosi pezzo per pezzo in ogni secondo in cui riusciva a non
pensare non ricordare finché non era più stato capace di risentire
la sua voce rivedere il suo volto rammentare momenti vissuti con lui
e si era ritrovato diciotto mesi di buio di vuoto pulsante e doloroso
a guardarlo di vortice in cui ricadere dolce promessa di agonia ma si
era allontanato da ogni pericolo ed erano tre anni e ora soffocava di
nuovo e ogni cosa si riapriva ogni ricordo tornava brillante
assordante vivo pronto ad affogarlo di nuovo e solo ora si rendeva
conto di quanto ogni sforzo era stato inutile di quanto lui era stato
stupido a pensare di poter davvero dimenticare tutto e ricominciare
senza più problemi mai più e mentre correva sguardo folle e cuore
in gola si accorse che per la prima volta in tre anni la sua mano non
tremava nonostante il cielo che gli si sbriciolava sulla schiena e la
città intera che gli svaniva intorno in volute di fumo asfissiante e
la mente gli ribolliva di nostalgia desiderio paura gioia e forse era
una trappola ma quel numero era il suo lo ricordava e poi era ovvio
lo sapeva che sarebbe tornato lo sapeva come si sa che la terra gira
intorno al sole fremette con un sorriso invaso di una gioia
selvaggia. Lo sapeva! Lo sapeva! La porta era aperta e un profumo di
Earl Grey quant'era che non lo beveva invadeva le scale e lui correva
incontro a una voce familiare come le vecchie ninna nanne delle nonne
di cui sono pieni i ricordi d'infanzia e poi una luce bianca sotto la
carta da parati che si strappava esplodeva e tutto scompariva.
Si risvegliò ansimante piangendo
tremando era solo un sogno era tutto finto erano mesi che non gli
succedeva più di sognarlo e ora doveva ricominciare tutto d'accapo
il numero della terapista era da qualche parte vicino al telefono
quello di Sarah fra le chiamate rapide sul cellulare lo avrebbe preso
se solo fosse riuscito a muoversi ma l'ansia lo paralizzava ancora le
lacrime non volevano saperne di abbandonare i suoi occhi e il tremito
di lasciare le sue membra stanche nonostante il sonno non riusciva
davvero a spiegarsi perché dopo tanto doveva ricominciare così poi
quel sonno così strano pensava davvero di essersi dimenticato tutto
invece in pochi secondi era tornata ogni cosa a riempire la sua mente
ogni momento dettaglio frammento era andato a ricostruire quei
diciotto mesi che sembravano così lontano e allo stesso tempo vicini
da togliergli il respiro e il profumo dell'Earl Grey che pensava
davvero di non conoscere più non capiva proprio perché nonostante
fosse sveglio quello continuasse a riempirgli le narici e lo
squallido monolocale polveroso invaso dalla luce del giorno ora che
il cuore s'era calmato e le orecchie riuscivano a sentire il silenzio
percepiva dei rumori dalla sua piccola cucina rumori che conosceva e
una voce bassa calda dolorosamente familiare ma era uno scherzo era
ancora un sogno non poteva essere vero.
Dei passi un sospiro un sorriso mani
intorno alla tazza sguardi allibiti respiri spezzati lacrime calde
urla represse silenzio.
E Sherlock mormorò:
-Buongiorno John.-.
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Ho finito! Mi scuso per l'insensato
ritardo, dato che la storia era già scritta. Ero così
abituata ad essermene dimenticata che mi ero dimenticata di averla
postata. Sono un'idiota, lo so.
Ringrazo _CV che ha messo la storia fra le seguite. Spero tu l'abbia seguita fino a qui e che ti sia piaciuta.
Ringrazio anche chi ha letto e basta, pure se non ha dato segni di vita.
Ne approfitto per augurarvi un buon sclero per i sette minuti di panico di stasera e un buona Natale per domani.
Happy season three,
Piuma_
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