Giorno, sera,
splendori! Buon 2014! Sì, mi porto avanti, visto che ci sono.
È da qualche giorno
che questo capitolo è pronto ma purtroppo ho la febbre e sembro uno
zombie, di
conseguenza non ho avuto né la forza, né tantomeno la voglia di
mettermi al pc.
Ma ora sono qui e spero apprezziate questo ultimo aggiornamento del
2013. Bando
alle ciance... vi lascio a Gigi e alle sue seghe mentali ;) buona
lettura!
Rammento
che questa storia deve essere letta dopo Travolgimi,
se no determinate cose non si riuscirebbero a capire.
Contatti: Gruppo. Facebook. Pagina Grafica.
Ho sempre adorato il periodo
natalizio. Non ne so bene il
motivo, ma l’ho sempre adorato.
Sarà per le persone che sembrano
più solari, o l’aria
frizzantina che si respira, o forse semplicemente per le vie piene di
festoni e
di luci. Probabilmente è per tutto il cibo e i giochi che si fanno in
famiglia.
Sì, mia madre cucina da Dio, e
arrivato alla veneranda età
di ventisette anni, sono alquanto certo che ho sempre amato questo
periodo
dell’anno soprattutto per i manicaretti di mia madre.
L’unica pecca, però, è lo shopping
compulsivo che crea
un’Alessia alquanto schizzata e paurosa. Almeno per il sottoscritto.
Sospiro per l’ennesima volta e
cerco di capire cosa diamine
la mia cara fidanzata stia blaterando. Manca una settimana alla vigilia
di
Natale, e fuori nevica. Cosa potrei desiderare di più? Beh... forse
solo che
Alessia torni in sé. Ma probabilmente chiedo troppo. Dovrei essere
abituato al
suo modo di andare in crisi per la ricerca dei regali perfetti per i
miei
genitori, ma... no, purtroppo non ci ho ancora fatto il callo.
Dovrei precisare una cosa: abbiamo
già acquistato i regali
per i nostri amici, per i bambini e i nostri... ah! E anche quelli per
i
genitori di Ale, ma per i miei... come ogni anno, ancora no. Ecco
perché
Alessia è in crisi. Io sto continuando a dirle che c’è ancora tempo,
oppure che
basta acquistare anche solo uno di quei pacchi con del cibo dentro ma
ogni
volta che provo a dirglielo, mi fucila con lo sguardo... quindi sto
iniziando a
pensare di rinunciarci.
Sono piuttosto stufo delle sue
occhiatacce.
Non capirò mai come Alessia non
riesca a sopportare questo
periodo dell’anno. Certo, da quando stiamo insieme lo odia un po’ di
meno. Ma
non abbastanza.
<< E se gli prendessimo
questa scacchiera in vetro?
>> Osservo la scacchiera e penso di avere una smorfia stampata in
faccia,
infatti lei sbuffa.
<< Almeno io sto dando delle
idee, tu? >> Sgrano
gli occhi.
<< Ma non ho detto nulla!
>> Esclamo cercando di
evitare un’altra occhiata malevola.
<< Non serve che parli, ti
conosco come le mie tasche.
Trovi che sia un’idea stupida. >>
<< Ale... >> Le afferro
una mano e l’avvicino a
me, facendo finta di non essere in un supermercato stracolmo di gente.
<<
Qualsiasi cosa prenderemo andrà bene. Perché non torniamo indietro e
prendiamo
quella composizione strana ma bella? Mia madre l’adorerà! Soprattutto
perché
apprezza i nostri sforzi e i nostri gusti... e anche perché almeno
daremo
qualcosa da fare a mio padre che adora le piante e ha il pollice verde.
>>
Il mio batuffolo di neve sospira e
si calma per poi
sorridermi.
<< Va bene... ma se dovessero
fare facce strane...
diremo che hai deciso tutto tu! >> Alzo gli occhi al cielo e poi
con
calma mi metto a seguirla come un cagnolino.
<< Grazie al cielo abbiamo
finito di fare i regali. Ci
credi se ti dico che stavo iniziando a dare di matto? Alessia stava
diventando
una psicopatica. >> Alex scoppia a ridere.
<< Come ogni anno, direi.
>> Mi fa notare,
porgendomi una tazza di caffè.
<< Già. E la cosa non è
consolante. Dici che prima o
poi la smetterà di reagire così? >> La faccia dubbiosa del mio
amico mi
fa capire che non ne ha idea.
<< Elise non ha mai avuto
questo problema. Non so se
dipenda dal fatto che conosce mia madre quasi quanto me. >> Già.
Elise
adora Giorgia. Anche se c’è da dire che è impossibile non amare quella
donna.
Ed è alquanto difficile non amare anche Elise, ma questo è un
dettaglio.
<< Senti... cambiando
discorso... la profuga, è ancora a casa vostra?
>> Alex sorride.
<< Mi piace questo tuo nuovo
soprannome per Sandra.
>> Sorrido anch’io.
<< Comunque sì, Andrea torna
domani. >>
Annuisco.
<< E dici che se ne andrà
subito? >>
<< Una parte di me lo
spera... l’altra... si è quasi abituata
ad averla in giro per casa. Da quando c’è lei, ho più tempo da passare
con
Elise e la cosa mi fa enormemente piacere. In un certo senso... da che
pensavo
che sarebbe stata una spina nel fianco, è stata quasi un dono dal
cielo.
>> Sgrano gli occhi.
<< Ti sei rincoglionito?
Stiamo pur sempre parlando di
Sandra! >> Alex scoppia a ridere e si rilassa sulla sedia
girevole del
suo ufficio.
<< Lo so, lo so... è assurdo!
Ma dico sul serio.
Nonostante sia praticamente una settimana che è da noi, non ha mai dato
fastidio, anzi. Eppure è sempre a casa, ma nemmeno la notiamo a volte.
Lorenzo
l’adora. Ha iniziato a chiamarla “zia” e non hai idea di quanto si
facciano
lucidi gli occhi di Elise. Quasi come se per lei si fosse avverato un
sogno.
>> Scrolla le spalle e io sono senza parole.
<< Pensi che c’entri il
discorso che le ho fatto?
>> Non per vantarmi, ma penso di essere stato perfetto. E se il
tutto dovesse
essere andato a buon fine, non posso far altro che congratularmi con me
stesso.
<< Non ne ho minimamente
idea. Però ti dirò una cosa:
mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, a quando lei ed Elise
erano
pappa e ciccia e tutto andava bene. >>
<< Non vorrei fare il
guastafeste ma... dopo quel bel
periodo, le cose sono andate a puttane. Letteralmente, contando che
stiamo pur
sempre parlando di Sandra. >>
Alex scoppia a ridere e scuote il
capo. << Non posso
darti torto ma... magari è un miracolo di Natale, no? >> Faccio
una
smorfia e il suo divertimento aumenta.
<< Bah... a me come cosa
continua a parere strana.
>>
<< Ma non possiamo fare come
ogni santo anno? >>
Chiedo esasperato, coprendomi il viso con le mani, cercando di non
prendere a
testate il tavolo a cui sono seduto.
<< Non ricominciare! >>
Sgrano gli occhi e
guardo Alessia come se fosse un’aliena.
<< Io? Io non devo
ricominciare? Ti ho fatto una
semplice domanda! >> Se proprio volete saperlo, questa
discussione senza
senso, va avanti da quasi mezz’ora. E io sono a pezzi.
<< No, tu stai cercando
d’importi! >> Sbuffo.
<< Ale... hai solo da dire di
no. Così almeno potremmo
far sapere qualcosa ad Elise, che sta attendendo pazientemente una
nostra
risposta. >> I suoi occhi, a causa mia ovviamente, diventano di
fuoco e
inconsciamente mi ritrovo a deglutire a fatica. Fa davvero paura.
<< Elise può andare a farsi
fottere! > Il suo urlo
mi lascia basito e i miei occhi fuori dalle orbite probabilmente glielo
fanno
intuire, infatti sospira e i suoi lineamenti si addolciscono.
Non so perché mi abbia risposto
così, o perché abbia detto
una cosa del genere su Elise, ma soprattutto non le faccio notare che
la sua amica
si fa fottere abbastanza regolarmente e con piacere.
<< Mi spieghi qual è il
problema? >> Le chiedo
cercando di afferrare una sua mano.
<< Non lo so, è che sono
stressata. Questo periodo
dell’anno lo odio. Lo sai. E poi... sì, voglio festeggiare anche con i
nostri
amici ma pensaci bene... quando Elise e Alex hanno preso casa, le feste
le
hanno festeggiate da qualche parente? >> Domanda retorica e a
trabocchetto... so già dove sta andando a parare.
<< Sai qual è la differenza
tra noi e loro? Anzi, no,
non mi rispondere. Non voglio trovarmi la casa invasa dai parenti,
anche perché
non ci starebbero tutti! I tuoi potranno anche essere pochi, ma i miei
no. E
poi le feste si sono sempre festeggiate a casa dei miei genitori, non
posso
permettere che tu stravolga tutto solo perché Elise ha fatto così
quando ha
acquistato casa. Non ha senso! Faremo la Vigilia dai miei, il pranzo di
Natale
dai tuoi e la cena da Gigia e Gigio con Elise e i suoi parenti pazzi. E
infine
a Santo Stefano vedremo se riusciremo ancora a mangiare qualcosa,
oppure
andremo dai nostri amici e ci daremo all’alcool per poi concludere con
dei
tortellini in brodo fatti dalla fantastica Giorgia. Come facciamo
esattamente
ogni anno, da ben sei anni! >> Non ho più fiato. Ho detto tutto
in un colpo
ma non mi pento di nulla, non mi va per niente di stravolgere i piani
perché
lei pensa sia la cosa giusta da fare. Casa nostra non può diventare una
sottospecie di labirinto senza un filo d’aria perché ci sono parenti
ovunque.
Non posso permetterlo. E poi mia madre mi strozzerebbe, il che non è
molto
promettente o allettante.
Alessia mi mette il broncio e
infine si alza, lasciandomi al
tavolo con una sola domanda per la testa: ma se non le piace il Natale,
perché
si è fissata così tanto?
<< Sei riuscita a farla
ragionare? >> Chiedo ad
Elise, che mi sorride dispiaciuta.
<< In realtà non ne ha voluto
parlare. Ha detto che
hai deciso tutto tu e che lei si sottometterà senza fiatare. >>
Aggrotto
la fronte.
<< Non è da lei questo
comportamento... vero? Voglio
dire... perché si sta accanendo? Nemmeno le piacciono le feste, il
Natale, il
passare il tempo in famiglia... >> Scrolla le spalle e alza lo
sguardo
quando Sandra entra in cucina.
<< Scusate, non volevo
disturbare. >>
<< Figurati... come stai?
>> Le chiedo non
riuscendo a distogliere lo sguardo dalla sua pancia piatta. Non so
perché, ma
proprio non riesco a guardare altro. Nemmeno mi aspettassi che da un
momento
all’altro possa partorire. Cosa assurda, visto che è al secondo mese di
gravidanza.
<< Bene, grazie. >> Si
siede anche lei al tavolo
e mi osserva incuriosita. << Perché sei così pallido? >>
Sospiro.
<< Lascia perdere. Come
passerai le feste? >> Le
chiedo più per essere educato che per curiosità. Lo so, avrei potuto
evitare,
ma mia madre mi ha insegnato ad essere un bravo bambino.
<< Passerò le feste da mia
madre. Dormirò anche da lei
se Andrea mi manda al diavolo. >>
<< Sai benissimo che puoi
stare con noi. >> Alzo
un sopracciglio in direzione di Elise e lei mi lancia un’occhiataccia,
perciò
taccio. Perché Alex non è ancora arrivato dal lavoro? Cazzo, una volta
che
sarebbe servito! Almeno mi sarei evitato questo quadretto famigliare da
voltastomaco. Lo so che Alex ha detto che va tutto bene... ma a me,
sinceramente, tutto ciò – cioè vedere nuovamente Sandra vicino ad
Elise... mi
fa venire la nausea.
<< Ti ringrazio, ma no.
Farebbero troppe domande se
non mi presentassi per le feste. Preferisco che chiedano di Andrea,
piuttosto
di dove io possa essere finita. >> Elise annuisce e sorride
appena.
Cala un silenzio alquanto
imbarazzante e io mi riempio un
bicchiere d’acqua.
<< Come dovrei comportarmi?
>> Chiedo ad Elise,
tornando al discorso principale.
<< Non lo so, stasera
parlale. Ma fallo veramente. Non
come ieri sera che al primo sguardo sgradevole ti sei ammutolito. Tira
fuori le
palle! >> Apro bocca per replicare ma infine ci rinuncio: ha
ragione lei.
<< Ok, lo farò. Però... pensi
che io abbia un minimo
di margine per poterla spuntare? >>
Elise ci pensa un secondo e infine
annuisce. << Sì,
sinceramente credo di sì. E poi, se può consolarti, nemmeno io volevo
fare le
feste in casa mia la prima volta. E infatti non abbiamo mai più
replicato.
>> Sorrido divertito e annuisco.
<< Vengo in pace. >>
Dico entrando in camera da
letto in mutande e con una maglia bianca in mano a fare da bandiera.
Alessia mi
guarda un secondo e infine sospira per poi tornare a spalmarsi della
crema
sulle braccia.
<< Lo so che sei ancora in
combutta contro di me, ma
spero tu abbia pensato a cosa ci siamo detti. Voglio davvero che le
cose non
cambino, non ce n’è bisogno, soprattutto perché questi ultimi mesi sono
stati
un continuo cambiamento e io ho bisogno di... di calma. Di abitudini.
>>
I suoi occhi si posano sulla mia figura e stranamente sembrano
inoffensivi. Ne
approfitto e mi avvicino fino a sedermi sul letto, ben voltato verso di
lei.
<< Capisco che tu voglia
creare delle tradizioni ma...
immaginati questa casa piena di baccano, di persone che urlano
semplicemente
per parlare, tutta la sporcizia per terra, giochi ovunque perché i
bambini
tendono a portarsi sempre qualche stupido gioco con sé, poi pensa a
tutta la
fatica che dovresti fare per preparare la casa, il cibo... >>
<< Gigi, fermati. Lo so che
hai ragione, davvero... è
che mi sembrava una cosa carina. Ma devo ammettere che dopo questo tuo roseo quadretto, ho capito che... no, sarebbe
un inferno e finirei per odiare ancora di più questa festa. >>
<< Quindi posso tirare un
respiro di sollievo?
>> Chiedo cercando di non sorridere, ma smetto di trattenermi
quando la
mia piccola brontolona annuisce.
<< Grazie a Dio sei
rinsavita! >> Esclamo
portando le braccia verso il soffitto facendola ridere. La guardo con
un
sorriso dolce e lei scuote il capo.
<< Ti ho davvero fatto
esaurire? >> Annuisco
immediatamente, facendole comparire un piccolo broncio. Per quanto
possa
sembrare assurdo, la trovo tenera e bella anche così.
<< Ti chiedo scusa, è che...
non lo so. Mi sembrava
una cosa carina e giusta da fare... ma effettivamente non riuscirei a
stare
dietro a tutto nemmeno volendo. Non ho mai fatto cose del genere e non
ho mai
nemmeno pensato che un giorno avrei dovuto farle. >>
<< E non dovrai! Voglio
dire... sei migliorata molto a
cucinare da quando viviamo assieme, ma non ti puoi di certo definire
una cuoca!
E poi non sopporti molto le feste e il fatto di fare dei regali anche a
persone
che in realtà non sopporti, aggrava solo la situazione e fare il tutto
a casa
nostra ti renderebbe isterica e manderesti me al manicomio. Non ha
senso, no? E
poi finché ci sono i nostri genitori e i genitori dei nostri amici che
c’invitano, non capisco proprio perché dovremmo porci il problema.
>>
Forse sono stato fin troppo schietto, ma Alessia sa come sono fatto e
so
perfettamente che con lei non posso non dire quello che mi passa per la
mente.
<< E quando avremo dei figli
come faremo? >> Il
mio cuore perde un battito e sorrido fin troppo allegro.
<< Penso come tutti gli altri
genitori del mondo:
continueremo a sfruttare l’ospitalità delle nostre famiglie. >>
Alessia
scoppia a ridere.
<< Sei un caso patologico.
>> Annuisco e
m’infilo la maglia.
<< Lo so. E ne vado fiero.
>> Mi allungo verso
di lei e le poso un bacio sul naso, facendole allargare maggiormente il
sorriso.
<< Bla, bla, bla... >>
Alex smette di parlare e
mi trucida con uno sguardo.
<< Scusa, ti stavo annoiando?
>> Mi chiede
ironicamente facendomi sghignazzare.
<< Se devo essere sincero...
abbastanza. Raccontami le
news interessanti, non cos’hai mangiato a pranzo. >> Alex mi
spintona e
quasi vado a sbattere contro una vetrina. Come un deficiente, non mi
muovo,
anzi, appoggio le mani coperte dai guanti alla vetrata e osservo come
ipnotizzato un oggetto a cui non dovrei nemmeno pensare.
<< Oh. Oh. Gigi... no!
Alessia ti ammazzerebbe e io
non posso nascondere uno scoop del genere ad Elise. Ti prego, no!
>>
Schiodo per un secondo lo sguardo da quell’aggeggino e osservo il mio
amico.
<< Ma è perfetto! Non puoi
dirmi di no. >>
<< Non voglio nemmeno
vederlo. >>
<< Ehi! Io ero con te quel
giorno e non ho fiatato!
Fai altrettanto. E giusto per la cronaca, io ho taciuto con Alessia, in
quel
caso, quindi mi aspetto che tu faccia altrettanto. >> Alex alza
gli occhi
al cielo e incrocia le braccia al petto.
<< Sai qual è la differenza?
>> Sbuffo, perché
purtroppo la differenza la conosco più che bene. Ma non voglio
dirgliela, anche
se devo.
<< Già. Lo so. Mi
strapperebbe le palle e le darebbe
in pasto al primo animale che gli passerebbe davanti. >> Il mio
infido
amico annuisce e la cosa non mi consola, però i miei occhi tornano a
incantarsi
su quel piccolo cerchio brillantinato e non riesco a non pensare a come
starebbe
al dito di Alessia.
<< Non ho mica detto che devo
darglielo stasera...
>> Alex ridacchia.
<< Certo... pensi che non lo
troverà? Non so spiegarti
come facciano, ma le donne lo capiscono, spulciano ovunque e lo
trovano. È come
un richiamo per loro. >>
<< Beh a quanto pare non per
Alessia... >>
Mormoro dispiaciuto, ovviamente sempre guardando quell’anello. Oramai
non
riesco a distogliere lo sguardo.
<< Dai, entra. >>
Sgrano gli occhi e Alex
annuisce. << Piuttosto lo tengo io. >> Scoppio a ridere e
nego con
il capo.
<< Non se ne parla, se lo
trovasse Elise, ci
ritroveremo entrambi con il culo a strisce. >>
Nessuno dei due aggiunge altro e
dopo un paio di minuti
sospiro e mi decido ad entrare in quella gioielleria.
Non so dire perché o cosa mi abbia
spinto ad acquistare quest’anello.
So solo che voglio vederlo al dito di Alessia. Oggi e sempre.
Ora c’è solo un problema: arriverò
vivo a farle la proposta?
E come gliela faccio? E se lei mi dicesse di no? E se mi lasciasse?
Ok, non è solo un problema... ma è
un dettaglio. Un modo
devo trovarlo.
Sei anni fa la Vigilia di Natale mi
ha fatto sentire le
campane e gli angeli cantare... magari... naaaa... penso che in quel
caso mi
darebbe in pasto tutto a qualsiasi animale, non solo le mie palle.
Duh... sono
un uomo morto.
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Lascio a voi la
parola... soprattutto su che fine atroce farà fare la nostra Alessia al
nostro
caro Gigi :D ancora auguri e grazie... grazie di tutto per questo bel
2013 che
ho passato in vostra compagnia. Jess.
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