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Autore: JessL_    30/12/2013    1 recensioni
Questa fanfiction è una specie di continuo di Overwhelms me - Travolgimi, non si può leggere senza aver letto l'altra storia.
Alessia e Gigi. Gigi e Alessia. Dopo otto anni di relazione, finalmente fanno un piccolo grande cambiamento... sarà tutto rose e fiori? Arriveranno a fare altri passi avanti? Sì, d'altronde a piccoli passi si può fare tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Travolgimi'
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Giorno, sera, splendori! Buon 2014! Sì, mi porto avanti, visto che ci sono.
È da qualche giorno che questo capitolo è pronto ma purtroppo ho la febbre e sembro uno zombie, di conseguenza non ho avuto né la forza, né tantomeno la voglia di mettermi al pc. Ma ora sono qui e spero apprezziate questo ultimo aggiornamento del 2013. Bando alle ciance... vi lascio a Gigi e alle sue seghe mentali ;) buona lettura!
 
Rammento che questa storia deve essere letta dopo Travolgimi, se no determinate cose non si riuscirebbero a capire.

Contatti: Gruppo. Facebook. Pagina Grafica.

 
 
 
Ho sempre adorato il periodo natalizio. Non ne so bene il motivo, ma l’ho sempre adorato.
Sarà per le persone che sembrano più solari, o l’aria frizzantina che si respira, o forse semplicemente per le vie piene di festoni e di luci. Probabilmente è per tutto il cibo e i giochi che si fanno in famiglia.
Sì, mia madre cucina da Dio, e arrivato alla veneranda età di ventisette anni, sono alquanto certo che ho sempre amato questo periodo dell’anno soprattutto per i manicaretti di mia madre.
L’unica pecca, però, è lo shopping compulsivo che crea un’Alessia alquanto schizzata e paurosa. Almeno per il sottoscritto.
Sospiro per l’ennesima volta e cerco di capire cosa diamine la mia cara fidanzata stia blaterando. Manca una settimana alla vigilia di Natale, e fuori nevica. Cosa potrei desiderare di più? Beh... forse solo che Alessia torni in sé. Ma probabilmente chiedo troppo. Dovrei essere abituato al suo modo di andare in crisi per la ricerca dei regali perfetti per i miei genitori, ma... no, purtroppo non ci ho ancora fatto il callo.
Dovrei precisare una cosa: abbiamo già acquistato i regali per i nostri amici, per i bambini e i nostri... ah! E anche quelli per i genitori di Ale, ma per i miei... come ogni anno, ancora no. Ecco perché Alessia è in crisi. Io sto continuando a dirle che c’è ancora tempo, oppure che basta acquistare anche solo uno di quei pacchi con del cibo dentro ma ogni volta che provo a dirglielo, mi fucila con lo sguardo... quindi sto iniziando a pensare di rinunciarci.
Sono piuttosto stufo delle sue occhiatacce.
Non capirò mai come Alessia non riesca a sopportare questo periodo dell’anno. Certo, da quando stiamo insieme lo odia un po’ di meno. Ma non abbastanza.
<< E se gli prendessimo questa scacchiera in vetro? >> Osservo la scacchiera e penso di avere una smorfia stampata in faccia, infatti lei sbuffa.
<< Almeno io sto dando delle idee, tu? >> Sgrano gli occhi.
<< Ma non ho detto nulla! >> Esclamo cercando di evitare un’altra occhiata malevola.
<< Non serve che parli, ti conosco come le mie tasche. Trovi che sia un’idea stupida. >>
<< Ale... >> Le afferro una mano e l’avvicino a me, facendo finta di non essere in un supermercato stracolmo di gente. << Qualsiasi cosa prenderemo andrà bene. Perché non torniamo indietro e prendiamo quella composizione strana ma bella? Mia madre l’adorerà! Soprattutto perché apprezza i nostri sforzi e i nostri gusti... e anche perché almeno daremo qualcosa da fare a mio padre che adora le piante e ha il pollice verde. >>
Il mio batuffolo di neve sospira e si calma per poi sorridermi.
<< Va bene... ma se dovessero fare facce strane... diremo che hai deciso tutto tu! >> Alzo gli occhi al cielo e poi con calma mi metto a seguirla come un cagnolino.
 
<< Grazie al cielo abbiamo finito di fare i regali. Ci credi se ti dico che stavo iniziando a dare di matto? Alessia stava diventando una psicopatica. >> Alex scoppia a ridere.
<< Come ogni anno, direi. >> Mi fa notare, porgendomi una tazza di caffè.
<< Già. E la cosa non è consolante. Dici che prima o poi la smetterà di reagire così? >> La faccia dubbiosa del mio amico mi fa capire che non ne ha idea.
<< Elise non ha mai avuto questo problema. Non so se dipenda dal fatto che conosce mia madre quasi quanto me. >> Già. Elise adora Giorgia. Anche se c’è da dire che è impossibile non amare quella donna. Ed è alquanto difficile non amare anche Elise, ma questo è un dettaglio.
<< Senti... cambiando discorso... la profuga, è ancora a casa vostra? >> Alex sorride.
<< Mi piace questo tuo nuovo soprannome per Sandra. >> Sorrido anch’io.
<< Comunque sì, Andrea torna domani. >> Annuisco.
<< E dici che se ne andrà subito? >>
<< Una parte di me lo spera... l’altra... si è quasi abituata ad averla in giro per casa. Da quando c’è lei, ho più tempo da passare con Elise e la cosa mi fa enormemente piacere. In un certo senso... da che pensavo che sarebbe stata una spina nel fianco, è stata quasi un dono dal cielo. >> Sgrano gli occhi.
<< Ti sei rincoglionito? Stiamo pur sempre parlando di Sandra! >> Alex scoppia a ridere e si rilassa sulla sedia girevole del suo ufficio.
<< Lo so, lo so... è assurdo! Ma dico sul serio. Nonostante sia praticamente una settimana che è da noi, non ha mai dato fastidio, anzi. Eppure è sempre a casa, ma nemmeno la notiamo a volte. Lorenzo l’adora. Ha iniziato a chiamarla “zia” e non hai idea di quanto si facciano lucidi gli occhi di Elise. Quasi come se per lei si fosse avverato un sogno. >> Scrolla le spalle e io sono senza parole.
<< Pensi che c’entri il discorso che le ho fatto? >> Non per vantarmi, ma penso di essere stato perfetto. E se il tutto dovesse essere andato a buon fine, non posso far altro che congratularmi con me stesso.
<< Non ne ho minimamente idea. Però ti dirò una cosa: mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, a quando lei ed Elise erano pappa e ciccia e tutto andava bene. >>
<< Non vorrei fare il guastafeste ma... dopo quel bel periodo, le cose sono andate a puttane. Letteralmente, contando che stiamo pur sempre parlando di Sandra. >>
Alex scoppia a ridere e scuote il capo. << Non posso darti torto ma... magari è un miracolo di Natale, no? >> Faccio una smorfia e il suo divertimento aumenta.
<< Bah... a me come cosa continua a parere strana. >>
 
<< Ma non possiamo fare come ogni santo anno? >> Chiedo esasperato, coprendomi il viso con le mani, cercando di non prendere a testate il tavolo a cui sono seduto.
<< Non ricominciare! >> Sgrano gli occhi e guardo Alessia come se fosse un’aliena.
<< Io? Io non devo ricominciare? Ti ho fatto una semplice domanda! >> Se proprio volete saperlo, questa discussione senza senso, va avanti da quasi mezz’ora. E io sono a pezzi.
<< No, tu stai cercando d’importi! >> Sbuffo.
<< Ale... hai solo da dire di no. Così almeno potremmo far sapere qualcosa ad Elise, che sta attendendo pazientemente una nostra risposta. >> I suoi occhi, a causa mia ovviamente, diventano di fuoco e inconsciamente mi ritrovo a deglutire a fatica. Fa davvero paura.
<< Elise può andare a farsi fottere! > Il suo urlo mi lascia basito e i miei occhi fuori dalle orbite probabilmente glielo fanno intuire, infatti sospira e i suoi lineamenti si addolciscono.
Non so perché mi abbia risposto così, o perché abbia detto una cosa del genere su Elise, ma soprattutto non le faccio notare che la sua amica si fa fottere abbastanza regolarmente e con piacere.
<< Mi spieghi qual è il problema? >> Le chiedo cercando di afferrare una sua mano.
<< Non lo so, è che sono stressata. Questo periodo dell’anno lo odio. Lo sai. E poi... sì, voglio festeggiare anche con i nostri amici ma pensaci bene... quando Elise e Alex hanno preso casa, le feste le hanno festeggiate da qualche parente? >> Domanda retorica e a trabocchetto... so già dove sta andando a parare.
<< Sai qual è la differenza tra noi e loro? Anzi, no, non mi rispondere. Non voglio trovarmi la casa invasa dai parenti, anche perché non ci starebbero tutti! I tuoi potranno anche essere pochi, ma i miei no. E poi le feste si sono sempre festeggiate a casa dei miei genitori, non posso permettere che tu stravolga tutto solo perché Elise ha fatto così quando ha acquistato casa. Non ha senso! Faremo la Vigilia dai miei, il pranzo di Natale dai tuoi e la cena da Gigia e Gigio con Elise e i suoi parenti pazzi. E infine a Santo Stefano vedremo se riusciremo ancora a mangiare qualcosa, oppure andremo dai nostri amici e ci daremo all’alcool per poi concludere con dei tortellini in brodo fatti dalla fantastica Giorgia. Come facciamo esattamente ogni anno, da ben sei anni! >> Non ho più fiato. Ho detto tutto in un colpo ma non mi pento di nulla, non mi va per niente di stravolgere i piani perché lei pensa sia la cosa giusta da fare. Casa nostra non può diventare una sottospecie di labirinto senza un filo d’aria perché ci sono parenti ovunque. Non posso permetterlo. E poi mia madre mi strozzerebbe, il che non è molto promettente o allettante.
Alessia mi mette il broncio e infine si alza, lasciandomi al tavolo con una sola domanda per la testa: ma se non le piace il Natale, perché si è fissata così tanto?
 
<< Sei riuscita a farla ragionare? >> Chiedo ad Elise, che mi sorride dispiaciuta.
<< In realtà non ne ha voluto parlare. Ha detto che hai deciso tutto tu e che lei si sottometterà senza fiatare. >> Aggrotto la fronte.
<< Non è da lei questo comportamento... vero? Voglio dire... perché si sta accanendo? Nemmeno le piacciono le feste, il Natale, il passare il tempo in famiglia... >> Scrolla le spalle e alza lo sguardo quando Sandra entra in cucina.
<< Scusate, non volevo disturbare. >>
<< Figurati... come stai? >> Le chiedo non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla sua pancia piatta. Non so perché, ma proprio non riesco a guardare altro. Nemmeno mi aspettassi che da un momento all’altro possa partorire. Cosa assurda, visto che è al secondo mese di gravidanza.
<< Bene, grazie. >> Si siede anche lei al tavolo e mi osserva incuriosita. << Perché sei così pallido? >> Sospiro.
<< Lascia perdere. Come passerai le feste? >> Le chiedo più per essere educato che per curiosità. Lo so, avrei potuto evitare, ma mia madre mi ha insegnato ad essere un bravo bambino.
<< Passerò le feste da mia madre. Dormirò anche da lei se Andrea mi manda al diavolo. >>
<< Sai benissimo che puoi stare con noi. >> Alzo un sopracciglio in direzione di Elise e lei mi lancia un’occhiataccia, perciò taccio. Perché Alex non è ancora arrivato dal lavoro? Cazzo, una volta che sarebbe servito! Almeno mi sarei evitato questo quadretto famigliare da voltastomaco. Lo so che Alex ha detto che va tutto bene... ma a me, sinceramente, tutto ciò – cioè vedere nuovamente Sandra vicino ad Elise... mi fa venire la nausea.
<< Ti ringrazio, ma no. Farebbero troppe domande se non mi presentassi per le feste. Preferisco che chiedano di Andrea, piuttosto di dove io possa essere finita. >> Elise annuisce e sorride appena.
Cala un silenzio alquanto imbarazzante e io mi riempio un bicchiere d’acqua.
<< Come dovrei comportarmi? >> Chiedo ad Elise, tornando al discorso principale.
<< Non lo so, stasera parlale. Ma fallo veramente. Non come ieri sera che al primo sguardo sgradevole ti sei ammutolito. Tira fuori le palle! >> Apro bocca per replicare ma infine ci rinuncio: ha ragione lei.
<< Ok, lo farò. Però... pensi che io abbia un minimo di margine per poterla spuntare? >>
Elise ci pensa un secondo e infine annuisce. << Sì, sinceramente credo di sì. E poi, se può consolarti, nemmeno io volevo fare le feste in casa mia la prima volta. E infatti non abbiamo mai più replicato. >> Sorrido divertito e annuisco.
 
<< Vengo in pace. >> Dico entrando in camera da letto in mutande e con una maglia bianca in mano a fare da bandiera. Alessia mi guarda un secondo e infine sospira per poi tornare a spalmarsi della crema sulle braccia.
<< Lo so che sei ancora in combutta contro di me, ma spero tu abbia pensato a cosa ci siamo detti. Voglio davvero che le cose non cambino, non ce n’è bisogno, soprattutto perché questi ultimi mesi sono stati un continuo cambiamento e io ho bisogno di... di calma. Di abitudini. >> I suoi occhi si posano sulla mia figura e stranamente sembrano inoffensivi. Ne approfitto e mi avvicino fino a sedermi sul letto, ben voltato verso di lei.
<< Capisco che tu voglia creare delle tradizioni ma... immaginati questa casa piena di baccano, di persone che urlano semplicemente per parlare, tutta la sporcizia per terra, giochi ovunque perché i bambini tendono a portarsi sempre qualche stupido gioco con sé, poi pensa a tutta la fatica che dovresti fare per preparare la casa, il cibo... >>
<< Gigi, fermati. Lo so che hai ragione, davvero... è che mi sembrava una cosa carina. Ma devo ammettere che dopo questo tuo roseo quadretto, ho capito che... no, sarebbe un inferno e finirei per odiare ancora di più questa festa. >>
<< Quindi posso tirare un respiro di sollievo? >> Chiedo cercando di non sorridere, ma smetto di trattenermi quando la mia piccola brontolona annuisce.
<< Grazie a Dio sei rinsavita! >> Esclamo portando le braccia verso il soffitto facendola ridere. La guardo con un sorriso dolce e lei scuote il capo.
<< Ti ho davvero fatto esaurire? >> Annuisco immediatamente, facendole comparire un piccolo broncio. Per quanto possa sembrare assurdo, la trovo tenera e bella anche così.
<< Ti chiedo scusa, è che... non lo so. Mi sembrava una cosa carina e giusta da fare... ma effettivamente non riuscirei a stare dietro a tutto nemmeno volendo. Non ho mai fatto cose del genere e non ho mai nemmeno pensato che un giorno avrei dovuto farle. >>
<< E non dovrai! Voglio dire... sei migliorata molto a cucinare da quando viviamo assieme, ma non ti puoi di certo definire una cuoca! E poi non sopporti molto le feste e il fatto di fare dei regali anche a persone che in realtà non sopporti, aggrava solo la situazione e fare il tutto a casa nostra ti renderebbe isterica e manderesti me al manicomio. Non ha senso, no? E poi finché ci sono i nostri genitori e i genitori dei nostri amici che c’invitano, non capisco proprio perché dovremmo porci il problema. >> Forse sono stato fin troppo schietto, ma Alessia sa come sono fatto e so perfettamente che con lei non posso non dire quello che mi passa per la mente.
<< E quando avremo dei figli come faremo? >> Il mio cuore perde un battito e sorrido fin troppo allegro.
<< Penso come tutti gli altri genitori del mondo: continueremo a sfruttare l’ospitalità delle nostre famiglie. >> Alessia scoppia a ridere.
<< Sei un caso patologico. >> Annuisco e m’infilo la maglia.
<< Lo so. E ne vado fiero. >> Mi allungo verso di lei e le poso un bacio sul naso, facendole allargare maggiormente il sorriso.
 
<< Bla, bla, bla... >> Alex smette di parlare e mi trucida con uno sguardo.
<< Scusa, ti stavo annoiando? >> Mi chiede ironicamente facendomi sghignazzare.
<< Se devo essere sincero... abbastanza. Raccontami le news interessanti, non cos’hai mangiato a pranzo. >> Alex mi spintona e quasi vado a sbattere contro una vetrina. Come un deficiente, non mi muovo, anzi, appoggio le mani coperte dai guanti alla vetrata e osservo come ipnotizzato un oggetto a cui non dovrei nemmeno pensare.
<< Oh. Oh. Gigi... no! Alessia ti ammazzerebbe e io non posso nascondere uno scoop del genere ad Elise. Ti prego, no! >> Schiodo per un secondo lo sguardo da quell’aggeggino e osservo il mio amico.
<< Ma è perfetto! Non puoi dirmi di no. >>
<< Non voglio nemmeno vederlo. >>
<< Ehi! Io ero con te quel giorno e non ho fiatato! Fai altrettanto. E giusto per la cronaca, io ho taciuto con Alessia, in quel caso, quindi mi aspetto che tu faccia altrettanto. >> Alex alza gli occhi al cielo e incrocia le braccia al petto.
<< Sai qual è la differenza? >> Sbuffo, perché purtroppo la differenza la conosco più che bene. Ma non voglio dirgliela, anche se devo.
<< Già. Lo so. Mi strapperebbe le palle e le darebbe in pasto al primo animale che gli passerebbe davanti. >> Il mio infido amico annuisce e la cosa non mi consola, però i miei occhi tornano a incantarsi su quel piccolo cerchio brillantinato e non riesco a non pensare a come starebbe al dito di Alessia.
<< Non ho mica detto che devo darglielo stasera... >> Alex ridacchia.
<< Certo... pensi che non lo troverà? Non so spiegarti come facciano, ma le donne lo capiscono, spulciano ovunque e lo trovano. È come un richiamo per loro. >>
<< Beh a quanto pare non per Alessia... >> Mormoro dispiaciuto, ovviamente sempre guardando quell’anello. Oramai non riesco a distogliere lo sguardo.
<< Dai, entra. >> Sgrano gli occhi e Alex annuisce. << Piuttosto lo tengo io. >> Scoppio a ridere e nego con il capo.
<< Non se ne parla, se lo trovasse Elise, ci ritroveremo entrambi con il culo a strisce. >>
Nessuno dei due aggiunge altro e dopo un paio di minuti sospiro e mi decido ad entrare in quella gioielleria.
Non so dire perché o cosa mi abbia spinto ad acquistare quest’anello. So solo che voglio vederlo al dito di Alessia. Oggi e sempre.
Ora c’è solo un problema: arriverò vivo a farle la proposta? E come gliela faccio? E se lei mi dicesse di no? E se mi lasciasse?
Ok, non è solo un problema... ma è un dettaglio. Un modo devo trovarlo.
Sei anni fa la Vigilia di Natale mi ha fatto sentire le campane e gli angeli cantare... magari... naaaa... penso che in quel caso mi darebbe in pasto tutto a qualsiasi animale, non solo le mie palle. Duh... sono un uomo morto.
 
**
Lascio a voi la parola... soprattutto su che fine atroce farà fare la nostra Alessia al nostro caro Gigi :D ancora auguri e grazie... grazie di tutto per questo bel 2013 che ho passato in vostra compagnia. Jess.
   
 
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