«Ti amo.»
Castiel si congelò sui suoi passi. Rimase immobile,
completamente sconvolto dalle parole dell'amico. Dean potè
chiaramente seguire il filo dei suoi pensieri. Ora per Castiel tutto
doveva avere un senso, no?
Tutte quelle storie quando Castiel usciva con qualcuno, il motivo per
cui Dean era sembrato così sconvolto da Balthazar e Crowley
e tutti quegli altri ragazzi (ed a volte, ragazze), e perché
si fosse così arrabbiato quella notte.
Castiel si voltò leggermente, guardandolo da oltre la sua
spalla, ancora di spalle, i suoi occhi spalancati, e rispose nell'unico
modo che Dean si rese conto lui conoscesse.
Lanciandoglisi contro e premendo le labbra sulle sue.
Dean strabuzzò gli occhi quando si rese conto che Castiel lo
stava baciando, la sensazione delle sue labbra premute sulle lo fece
inalare bruscamente. Ma quello fu solo per un secondo.
Nel momento seguente, il meccanico serrò gli occhi con un
sospiro e strinse i suoi capelli fra le dita, ricambiando il bacio.
Perché non importava che Castiel non lo amasse, se poteva
avere una sola notte con lui, allora, 'fanculo, l'avrebbe avuta.
Il suo coinquilino gli avvolse le braccia intorno al collo e si mosse
più vicino, e Dean mise tutto se stesso in quel bacio,
perchè diavolo, se Castiel non sapeva cosa significava
amare, allora glielo avrebbe fatto capire.
Ma poi si chiese se anche a Balthazar lui avesse leggermente morso le
labbra, per poi accarezzarle con la lingua in modo quasi delicato, o se
anche Crowley avesse sentito quel leggero mugolio quando le sue dita si
erano annodate fra i suoi capelli neri e disordinati.
Poi Castiel lo spinse finchè non caddero all'indietro sul
materasso, ed i dubbi se ne andarono per un paio di minuti.
Quando le loro labbra si separarono, però, mentre Castiel si
sfilava la sua maglietta grigia -quella che, Dean aveva imparato, lui
indossava agli appuntamenti 'interessanti', un po' troppo grande per
lui, che gli pendeva leggermente verso la spalla destra, esponendo il
collo e la clavicola-, e lanciandola dietro di lui da qualche parte
verso la scrivania, Dean per un attimo si domandò se in
quello che stavano facendo ci fosse qualcosa di diverso dalle solite
avventure di una notte dell'artista, che lui tanto gli criticava.
Probabilmente no.
Lui lo amava, certo, non era solamente attratto dal suo corpo, come lo
erano i suoi altri compagni, ma oltre a quello? Nulla.
Stava solamente per venire scopato sul letto ancora sfatto dove poche
ore prima qualcun'altro era stato al suo posto. Come un
dannatissimo chiunque.
La mano dell'artista scivolò fra i loro corpi e
abbassò la zip dei suoi jeans, e quello fece guadagnare a
Dean la lucidità sufficente per allontanarsi dalle sue
labbra quel tanto che serviva per parlare.
«Cas, cazzo, fermati un secondo.»
Annaspò, voltando il viso di lato, dato che l'altro stava
già tentando di baciarlo di nuovo.
«Perchè?» Chiese lui, in un tono che
lasciava intendere che non aveva preso seriamente la sua richiesta,
mentre gli baciava il collo, fraintendendo il suo gesto di voltarsi
come un invito.
E Dean avrebbe potuto lasciarlo fare, avrebbe potuto spegnere il
cervello e prendersi quello che desiderava, per una volta. Ma sapeva
che se l'avesse fatto non sarebbe più riuscito a guardarsi
in faccia.
Sarebbe andato a letto con Castiel, ma dopo? Sapeva che quella notte
non avrebbe mai potuto significare niente. Dean se ne sarebbe
probabilmente pentito l'indomani, e Castiel l'avrebbe probabilmente
catalogata come 'è stata solo una sveltina, niente di
chè'.
Castiel si allontanò leggermente, avvertendo la sua
tensione, corrugando le sopracciglia. «Perchè? E'
questo che vuoi.» Affermò, come se ai suoi occhi
quella fosse una cosa più che ovvia.
«No, Cas, non voglio...questo.»
L'artista lo guardò come se fosse pazzo.
«Ma l'hai detto. Hai detto che mi ami.» Dean
potè notare un leggero timore nella sua voce, come se
l'altro temesse che gli avesse mentito. Il rifiuto e l'abbandono erano
le uniche cose di cui Castiel sembrasse avere davvero paura.
«Sì, cazzo,
l'ho detto. E se tu avessi la più pallida idea di cosa
significa, cercheresti qualcun'altro con cui fare una scopata e
via.» Ed a quel punto, dato che il suo coinquilino non
sembrava avere intenzione di scostarsi, ma solamente di guardarlo come
se stesse cercando di risolvere la più difficile delle
equazioni, Dean lo spinse per riuscire a mettersi seduto ed alzarsi da
quel maledetto letto.
Ed era ironico, davvero. Perchè era la seconda volta, quella
notte, che uno di loro raccattava la propria maglietta e le proprie
chiavi con l'intenzione di scappare il più velocemente
possibile dall'edificio dove si trovava.
Anche se era la prima volta che uno di loro scappava dall'uomo che
amava, quella notte.
«Dove stai andando?» Eccola di nuovo, la sua paura
di essere abbandonato, poteva sentirla in quel tremore nella sua voce.
«Da Sam.» Rispose velocemente, ringraziando il
cielo per non aver buttato quel suo paio di scarpe, che poteva
infilarsi semplicemente mettendoci i piedi dentro e dondolarci un po'.
Non credeva che sarebbe stato in grado di avere una pacifica
chiaccherata riguardo i suoi sentimenti mentre si allacciava le sue
converse.
Se ne andò velocemente, e se Castiel provò a
chiamarlo, o a dire qualcosa, non lo sentì, o non volle
sentirlo.
Una volta seduto all'interno della sua macchina, poggiò la
fronte sul volante e fece un repiro profondo, come se solo il familiare
abitacolo dell'Impala fosse un luogo abbastanza sicuro per respirare.
«Cazzo.» Disse fra i denti, sbattendo il palmo
della mano contro il volante.
Una volta che ebbe accostato la macchina al marciapiede di fronte
l'appartamento di suo fratello, Dean non era più molto
sicuro di volerlo vedere davvero. Innanzitutto era un'ora assurda del
mattino per presentarsi a casa sua, senza preavviso, poi. Ed in secondo
luogo sapeva che Sam gli avrebbe propinato uno dei suoi discorsi
smielati sui sentimenti, ed in quel momento non era sicuro di essere in
grado di reggere una cosa del genere.
Dopo qualche minuto, però, si decise, e tirò
fuori il telefono dalla tasca per chiamare Sam.
Lui rispose dopo quattro squilli. «Sì?»
Gli vedde quasi da sorridere alla sua voce assonnata.
«Hey Sammy. Scusa dell'ora.» Lo salutò,
tamburellando nervosamente sul volante dell'auto.
«Dean?» La voce di Sam si fece un po'
più chiara ora, suonando preoccupata. «Cosa- tutto
bene?»
Dean annuì, anche se conscio che l'altro non poteva saperlo.
«Sì, sì tutto bene, non
preoccuparti.» Si passò una mano fra i capelli,
sosprirando. «Senti..mi chiedevo. Avrei..tipo, bisogno di un
posto dove dormire stanotte. Potrei prendere in prestito il tuo divano
per un paio d'ore?»
Ci furono un paio di secondi di silenzio dall'altra parte della linea.
Probailmente Sam non si aspettava tale richiesta nel bel mezzo della
notte -o meglio, mattina-. «Uh..Sì. Sì,
sicuro. Ma che è successo? Sicuro di star bene?»
Dean annuì ancora, tentato di alzare gli occhi al cielo alla
preoccupazione di suo fratello. «Sto bene, Samantha, davvero.
Vorrei solo un posto dove dormire per un paio d'ore.»
Si sentì un sospiro provenire dalla'ltra parte, segno che
Sam non aveva creduto minimamente alle sue parole. «Okay.
Dove sei ora?»
Dean volse lo sguardo fuori dal finestrino, guardando la cassetta
postale di suo fratello. «Circa..sotto al tuo
appartamento.»
«Oh.» Fu la risposta. «Beh, uh..aspetta
un secondo, vengo ad aprirti.»
Dopodichè Dean lo ringraziò, e
riattaccò, scendendo dalla macchina.
Non ci mise tanto, Sam, a capire la causa dell'improvvisa rimpatriata
di famiglia. E dato che, seduti al tavolo della sua cucina, entrambi in
silenzio, Dean non dava cenni di voler iniziare a spiegare, Sam
immaginò di dovergli dare una piccola spinta.
«Castiel?» Gli chiese Sam, come se solo quel nome
potesse spiegare perchè a suo fratello servisse un posto
dove dormire a quell'ora indecente della notte (o mattina). Lui
annuì.
Sam era stato il primo a sapere cosa lui provasse davvero per il suo
coinquilino. Ovviamente, prima anche di se stesso.
«Cos'è successo?» Sam tentò
ancora, dato che Dean non sembrava molto collaborativo.
«Abbiamo litigato.» Rispose semplicemente, lo
sguardo basso sul tavolo in legno, seguendone le venature con gli
occhi.
«Beh..non è niente di nuovo.» Dean gli
rifilò un'occhiataccia.
«Abbiamo litigato sul serio.»
Lieto che suo fratello maggiore sembrasse più incline a
parlare, Sam gli fece cenno con la testa di andare avanti.
«Per come lui..beh, sai com'è fatto,
no?» Chiese Dean, sperando che il fratello gli venisse in
contro, e grazie al cielo lui lo fece, annuendo.
Dean deglutì. «E..gli ho detto che lo
amo.»
Quello fece spalancare gli occhi e la bocca all'avvocato, ma solo per
un momento, poi si ricompose, guardandolo comunque con un'abbondante
dose di sorpresa e preoccupazione. «Oh.»
Il maggiore dei Winchester si sporse con i gomiti sul tavolo,
coprendosi il volto con le mani. «Dio, a che diavolo
stavo pensando?»
Sam stette in silenzio per un po', mettendogli una mano sulla spalla.
«E...come l'ha presa?»
Dean quasi rise istericamente alla domanda. «Mi ha
baciato.»
«Oh.» Ripetè l'avvocato. Non era
stupido, e conosceva Castiel, non avrebbe esclamato 'ma è
una fantastica notizia' o altre stronzate. «E..non
è successo nient'altro?» Chiese con un po' di
titubanza.
«Sì. Cioè, no, ma... Non..non abbiamo
fatto niente. Me ne sono andato prima che le cose diventassero
serie.»
Ci furono un paio di minuti di silenzio, entrambi non molto sicuri di
cosa dire all'altro. Fu Sam, nuovamente, a rompere tale silenzio.
«Mi dispiace.» Mormorò, osservando suo
fratello con un cipiglio preoccupato.
«Dio
ti giuro, Sam, non lo capisco.» Dean buttò fuori,
scuotendo la testa stancamente, e l'avvocato lo guardò un
po' titubante, come se non riuscisse a decidere se dire quello che gli
passava per la testa oppure no.
«Sai cosa pensa Gabe al riguardo.» Alla fine lo
fece.
«Gabe è un idiota.»
«Gabe si comporta
da idiota, è diverso. Ed è l'unico che era
lì con Cas mentre...passava quello che ha passato. Non credi
che ne sappia più di te su di lui?»
Dean si sitrinse nelle spalle, troppo stanco per entrare di nuovo
nell'argomento. «Non lo so Sam, non so cosa
pensare.»
Gabriel sapeva un po' di ogni cosa su qualunque argomento, Sam
affermava che fosse perchè amava apprendere nuove cose, Dean
invece era convinto che fosse per avere sempre l'ultima parola
indipendentemente dall'argomento trattato.
E per impressionare le ragazze.
Aveva abbastanza soldi da potersi permettere di non lavorare, data la
cospicua eredità lasciatogli da suo padre -condizione in cui
si trovava anche Castiel, anche se aveva scelto lo stile di vita da
artista bohemiène senza un soldo che divide un modesto
appartamento con un meccanico-, e dedicava il suo tempo a rincorrere
belle ragazze in giro per il mondo, scegliendo di svolgere un qualche
lavoro che lo attirava di tanto in tanto, per puro divertimento -e Dean
giurava, giurava
di averlo visto in un porno, una volta-.
E, beh, non lo credeva così tanto attendibile, ecco tutto.
«Hai lavoro domani?» Sam ruppe il silenzio dopo
qualche minuto. Dean ridacchiò stancamente. «Se
con 'domani', intendi fra due ore.»
L'avvocato corrugò le sopracciglia con un leggero sorriso
triste, inclinando la testa di lato leggermente. «Va' a
dormire allora, fatti almeno due ore di sonno.»
Il meccanico sospirò pesantemente, strofinandosi una mano
sul volto, ed annuì. «Grazie.»
Sam sorrise leggermente e lo tirò in un abbraccio, reso un
po' goffo dalla loro posizione, dato che erano seduti uno accanto
all'altro al tavolo. «Non pensarci per adesso, mh?»
Il maggiore riuscì a tirare fuori un lieve sorriso, ed
annuì ancora.
«Ti darei il mio letto, ma non mi sembra il caso, dato che ci
sta dormendo Jess.»
Dean ghignò leggermente, guardando il fratello un po'
più allegramente. «Oh, a me non darebbe
fastidio.»
Sam ridacchiò, spingendolo giocosamente.
«Idiota.» Mormorò scuotendo la testa,
prima di alzarsi dalla sedia. «'Notte, Dean.»
L'interpellato guardò verso l'alto per salutare l'uomo
stupidamente alto che il suo fratellino era diventato.
«'Notte.»
Quando Sam si chiuse la porta dietro di sè, Dean
sospirò ancora, strofinandosi stancamente gli occhi. Si
voltò a guardare il divano, dove Sam aveva già
preparato cuscino e coperte.
Beh, si prospettava una giornata d'inferno.
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