Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Mahiv    31/12/2013    3 recensioni
Dean si lasciò cadere a pancia in giù sul materasso in un modo decisamente privo di grazia, rimbalzando un paio di volte. Dio, se era stanco.
Garth si era preso una settimana di ferie, fartufgliando qualcosa sulla fine del mondo e sul fatto che non poteva morire senza aver visto il Gran Canyon, per cui all'officina erano rimasti solo lui e Bobby.
Dean storse leggermente il naso, notando che il suo coprimaterasso aveva un odore strano. Aprì gli occhi, e vide le sue lenzuola sparse un po' ai piedi del letto, e un po' sul pavimento.
«Cas..?» Chiamò il suo coinquilino, leggermente titubante. «Ti sei fatto qualcuno nel mio letto?»
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Ti amo.»

Castiel si congelò sui suoi passi. Rimase immobile, completamente sconvolto dalle parole dell'amico. Dean potè chiaramente seguire il filo dei suoi pensieri. Ora per Castiel tutto doveva avere un senso, no?
Tutte quelle storie quando Castiel usciva con qualcuno, il motivo per cui Dean era sembrato così sconvolto da Balthazar e Crowley e tutti quegli altri ragazzi (ed a volte, ragazze), e perché si fosse così arrabbiato quella notte.
Castiel si voltò leggermente, guardandolo da oltre la sua spalla, ancora di spalle, i suoi occhi spalancati, e rispose nell'unico modo che Dean si rese conto lui conoscesse.
Lanciandoglisi contro e premendo le labbra sulle sue.
Dean strabuzzò gli occhi quando si rese conto che Castiel lo stava baciando, la sensazione delle sue labbra premute sulle lo fece inalare bruscamente. Ma quello fu solo per un secondo.
Nel momento seguente, il meccanico serrò gli occhi con un sospiro e strinse i suoi capelli fra le dita, ricambiando il bacio.
Perché non importava che Castiel non lo amasse, se poteva avere una sola notte con lui, allora, 'fanculo, l'avrebbe avuta.
Il suo coinquilino gli avvolse le braccia intorno al collo e si mosse più vicino, e Dean mise tutto se stesso in quel bacio, perchè diavolo, se Castiel non sapeva cosa significava amare, allora glielo avrebbe fatto capire.
Ma poi si chiese se anche a Balthazar lui avesse leggermente morso le labbra, per poi accarezzarle con la lingua in modo quasi delicato, o se anche Crowley avesse sentito quel leggero mugolio quando le sue dita si erano annodate fra i suoi capelli neri e disordinati.
Poi Castiel lo spinse finchè non caddero all'indietro sul materasso, ed i dubbi se ne andarono per un paio di minuti.
Quando le loro labbra si separarono, però, mentre Castiel si sfilava la sua maglietta grigia -quella che, Dean aveva imparato, lui indossava agli appuntamenti 'interessanti', un po' troppo grande per lui, che gli pendeva leggermente verso la spalla destra, esponendo il collo e la clavicola-, e lanciandola dietro di lui da qualche parte verso la scrivania, Dean per un attimo si domandò se in quello che stavano facendo ci fosse qualcosa di diverso dalle solite avventure di una notte dell'artista, che lui tanto gli criticava. Probabilmente no.
Lui lo amava, certo, non era solamente attratto dal suo corpo, come lo erano i suoi altri compagni, ma oltre a quello? Nulla.
Stava solamente per venire scopato sul letto ancora sfatto dove poche ore prima qualcun'altro era stato al suo posto. Come un dannatissimo chiunque.
La mano dell'artista scivolò fra i loro corpi e abbassò la zip dei suoi jeans, e quello fece guadagnare a Dean la lucidità sufficente per allontanarsi dalle sue labbra quel tanto che serviva per parlare.
«Cas, cazzo, fermati un secondo.» Annaspò, voltando il viso di lato, dato che l'altro stava già tentando di baciarlo di nuovo.
«Perchè?» Chiese lui, in un tono che lasciava intendere che non aveva preso seriamente la sua richiesta, mentre gli baciava il collo, fraintendendo il suo gesto di voltarsi come un invito.
E Dean avrebbe potuto lasciarlo fare, avrebbe potuto spegnere il cervello e prendersi quello che desiderava, per una volta. Ma sapeva che se l'avesse fatto non sarebbe più riuscito a guardarsi in faccia.
Sarebbe andato a letto con Castiel, ma dopo? Sapeva che quella notte non avrebbe mai potuto significare niente. Dean se ne sarebbe probabilmente pentito l'indomani, e Castiel l'avrebbe probabilmente catalogata come 'è stata solo una sveltina, niente di chè'.
Castiel si allontanò leggermente, avvertendo la sua tensione, corrugando le sopracciglia. «Perchè? E' questo che vuoi.» Affermò, come se ai suoi occhi quella fosse una cosa più che ovvia.
«No, Cas, non voglio...questo.» L'artista lo guardò come se fosse pazzo.
«Ma l'hai detto. Hai detto che mi ami.» Dean potè notare un leggero timore nella sua voce, come se l'altro temesse che gli avesse mentito. Il rifiuto e l'abbandono erano le uniche cose di cui Castiel sembrasse avere davvero paura.
«Sì, cazzo, l'ho detto. E se tu avessi la più pallida idea di cosa significa, cercheresti qualcun'altro con cui fare una scopata e via.» Ed a quel punto, dato che il suo coinquilino non sembrava avere intenzione di scostarsi, ma solamente di guardarlo come se stesse cercando di risolvere la più difficile delle equazioni, Dean lo spinse per riuscire a mettersi seduto ed alzarsi da quel maledetto letto.
Ed era ironico, davvero. Perchè era la seconda volta, quella notte, che uno di loro raccattava la propria maglietta e le proprie chiavi con l'intenzione di scappare il più velocemente possibile dall'edificio dove si trovava.
Anche se era la prima volta che uno di loro scappava dall'uomo che amava, quella notte.
«Dove stai andando?» Eccola di nuovo, la sua paura di essere abbandonato, poteva sentirla in quel tremore nella sua voce.
«Da Sam.» Rispose velocemente, ringraziando il cielo per non aver buttato quel suo paio di scarpe, che poteva infilarsi semplicemente mettendoci i piedi dentro e dondolarci un po'.
Non credeva che sarebbe stato in grado di avere una pacifica chiaccherata riguardo i suoi sentimenti mentre si allacciava le sue converse.
Se ne andò velocemente, e se Castiel provò a chiamarlo, o a dire qualcosa, non lo sentì, o non volle sentirlo.
Una volta seduto all'interno della sua macchina, poggiò la fronte sul volante e fece un repiro profondo, come se solo il familiare abitacolo dell'Impala fosse un luogo abbastanza sicuro per respirare.
«Cazzo.» Disse fra i denti, sbattendo il palmo della mano contro il volante.


Una volta che ebbe accostato la macchina al marciapiede di fronte l'appartamento di suo fratello, Dean non era più molto sicuro di volerlo vedere davvero. Innanzitutto era un'ora assurda del mattino per presentarsi a casa sua, senza preavviso, poi. Ed in secondo luogo sapeva che Sam gli avrebbe propinato uno dei suoi discorsi smielati sui sentimenti, ed in quel momento non era sicuro di essere in grado di reggere una cosa del genere.
Dopo qualche minuto, però, si decise, e tirò fuori il telefono dalla tasca per chiamare Sam.
Lui rispose dopo quattro squilli. «Sì?» Gli vedde quasi da sorridere alla sua voce assonnata.
«Hey Sammy. Scusa dell'ora.» Lo salutò, tamburellando nervosamente sul volante dell'auto.
«Dean?» La voce di Sam si fece un po' più chiara ora, suonando preoccupata. «Cosa- tutto bene?»
Dean annuì, anche se conscio che l'altro non poteva saperlo. «Sì, sì tutto bene, non preoccuparti.» Si passò una mano fra i capelli, sosprirando. «Senti..mi chiedevo. Avrei..tipo, bisogno di un posto dove dormire stanotte. Potrei prendere in prestito il tuo divano per un paio d'ore?»   
Ci furono un paio di secondi di silenzio dall'altra parte della linea. Probailmente Sam non si aspettava tale richiesta nel bel mezzo della notte -o meglio, mattina-. «Uh..Sì. Sì, sicuro. Ma che è successo? Sicuro di star bene?»
Dean annuì ancora, tentato di alzare gli occhi al cielo alla preoccupazione di suo fratello. «Sto bene, Samantha, davvero. Vorrei solo un posto dove dormire per un paio d'ore.»
Si sentì un sospiro provenire dalla'ltra parte, segno che Sam non aveva creduto minimamente alle sue parole. «Okay. Dove sei ora?»
Dean volse lo sguardo fuori dal finestrino, guardando la cassetta postale di suo fratello. «Circa..sotto al tuo appartamento.»
«Oh.» Fu la risposta. «Beh, uh..aspetta un secondo, vengo ad aprirti.»
Dopodichè Dean lo ringraziò, e riattaccò, scendendo dalla macchina.
 
Non ci mise tanto, Sam, a capire la causa dell'improvvisa rimpatriata di famiglia. E dato che, seduti al tavolo della sua cucina, entrambi in silenzio, Dean non dava cenni di voler iniziare a spiegare, Sam immaginò di dovergli dare una piccola spinta.
«Castiel?» Gli chiese Sam, come se solo quel nome potesse spiegare perchè a suo fratello servisse un posto dove dormire a quell'ora indecente della notte (o mattina). Lui annuì.
Sam era stato il primo a sapere cosa lui provasse davvero per il suo coinquilino. Ovviamente, prima anche di se stesso.
«Cos'è successo?» Sam tentò ancora, dato che Dean non sembrava molto collaborativo.
«Abbiamo litigato.» Rispose semplicemente, lo sguardo basso sul tavolo in legno, seguendone le venature con gli occhi.
«Beh..non è niente di nuovo.» Dean gli rifilò un'occhiataccia.
«Abbiamo litigato sul serio.» Lieto che suo fratello maggiore sembrasse più incline a parlare, Sam gli fece cenno con la testa di andare avanti.
«Per come lui..beh, sai com'è fatto, no?» Chiese Dean, sperando che il fratello gli venisse in contro, e grazie al cielo lui lo fece, annuendo.
Dean deglutì. «E..gli ho detto che lo amo.»
Quello fece spalancare gli occhi e la bocca all'avvocato, ma solo per un momento, poi si ricompose, guardandolo comunque con un'abbondante dose di sorpresa e preoccupazione. «Oh.»
Il maggiore dei Winchester si sporse con i gomiti sul tavolo, coprendosi il volto con le mani. «Dio, a che diavolo stavo pensando?»
Sam stette in silenzio per un po', mettendogli una mano sulla spalla. «E...come l'ha presa?»
Dean quasi rise istericamente alla domanda. «Mi ha baciato.»
«Oh.» Ripetè l'avvocato. Non era stupido, e conosceva Castiel, non avrebbe esclamato 'ma è una fantastica notizia' o altre stronzate. «E..non è successo nient'altro?» Chiese con un po' di titubanza.
«Sì. Cioè, no, ma... Non..non abbiamo fatto niente. Me ne sono andato prima che le cose diventassero serie.»
Ci furono un paio di minuti di silenzio, entrambi non molto sicuri di cosa dire all'altro. Fu Sam, nuovamente, a rompere tale silenzio. «Mi dispiace.» Mormorò, osservando suo fratello con un cipiglio preoccupato.
«Dio ti giuro, Sam, non lo capisco.» Dean buttò fuori, scuotendo la testa stancamente, e l'avvocato lo guardò un po' titubante, come se non riuscisse a decidere se dire quello che gli passava per la testa oppure no.  
«Sai cosa pensa Gabe al riguardo.» Alla fine lo fece.
«Gabe è un idiota.»
«Gabe si comporta da idiota, è diverso. Ed è l'unico che era lì con Cas mentre...passava quello che ha passato. Non credi che ne sappia più di te su di lui?»
Dean si sitrinse nelle spalle, troppo stanco per entrare di nuovo nell'argomento. «Non lo so Sam, non so cosa pensare.»

Gabriel sapeva un po' di ogni cosa su qualunque argomento, Sam affermava che fosse perchè amava apprendere nuove cose, Dean invece era convinto che fosse per avere sempre l'ultima parola indipendentemente dall'argomento trattato.
E per impressionare le ragazze.
Aveva abbastanza soldi da potersi permettere di non lavorare, data la cospicua eredità lasciatogli da suo padre -condizione in cui si trovava anche Castiel, anche se aveva scelto lo stile di vita da artista bohemiène senza un soldo che divide un modesto appartamento con un meccanico-, e dedicava il suo tempo a rincorrere belle ragazze in giro per il mondo, scegliendo di svolgere un qualche lavoro che lo attirava di tanto in tanto, per puro divertimento -e Dean giurava, giurava di averlo visto in un porno, una volta-.
E, beh, non lo credeva così tanto attendibile, ecco tutto.

«Hai lavoro domani?» Sam ruppe il silenzio dopo qualche minuto. Dean ridacchiò stancamente. «Se con 'domani', intendi fra due ore.»
L'avvocato corrugò le sopracciglia con un leggero sorriso triste, inclinando la testa di lato leggermente. «Va' a dormire allora, fatti almeno due ore di sonno.»
Il meccanico sospirò pesantemente, strofinandosi una mano sul volto, ed annuì. «Grazie.»
Sam sorrise leggermente e lo tirò in un abbraccio, reso un po' goffo dalla loro posizione, dato che erano seduti uno accanto all'altro al tavolo. «Non pensarci per adesso, mh?»
Il maggiore riuscì a tirare fuori un lieve sorriso, ed annuì ancora.
«Ti darei il mio letto, ma non mi sembra il caso, dato che ci sta dormendo Jess.»
Dean ghignò leggermente, guardando il fratello un po' più allegramente. «Oh, a me non darebbe fastidio.»
Sam ridacchiò, spingendolo giocosamente. «Idiota.» Mormorò scuotendo la testa, prima di alzarsi dalla sedia. «'Notte, Dean.»
L'interpellato guardò verso l'alto per salutare l'uomo stupidamente alto che il suo fratellino era diventato. «'Notte.»
Quando Sam si chiuse la porta dietro di sè, Dean sospirò ancora, strofinandosi stancamente gli occhi. Si voltò a guardare il divano, dove Sam aveva già preparato cuscino e coperte.

Beh, si prospettava una giornata d'inferno.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Mahiv