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CAPITOLO 29.
BOMBA AL SALOON BLUES
Carson non era mai stato uno stakanovista, e una delle cose che
preferiva del suo lavoro era andare in incognito fingendo di essere un
uomo qualunque: andare in un locale fingendo di essere un cliente e
bevendo qualche drink per tenere d'occhio una persona sospetta ad
esempio, e quando non ce n'era bisogno, ne approffittava comunque
beccandosi sgridate dal partner, che contrariamente era un vero
poliziotto, che non abbassava mai la guardia e mai perdeva tempo
gingillandosi per la città.
Mentre ascoltava la melodia della voce della cantante del pub Saloon
Blues, se ne stava appoggiato con la schiena ad una parete standosene
in disparte, senza dare nell'occhio.
Si guardava intorno con aria tranquilla e si muoveva il meno possibile:
l'unico gesto che faceva era avvicinare la mano alla bocca per fumare
una sigaretta economica, l'ultima del pacchetto.
Ad un certo punto guardò in alto, dove incrociò
lo sguardo di Doug, che si trovava al piano di sopra.
Si lanciarono uno sguardo perplesso.
Dove diavolo
è finito Colton?
Senza di lui non possiamo cominciare.
Il
detective tirò un sospiro si sollievo quando vide Colton
entrare.
Questi si diresse verso Carson lentamente, senza dare sospetti.
"Alla buon'ora!"
"Sono stato impegnato."
"Colton tu.. tu sei sporco sulla giacca.. che diavolo.."
"Sono peli di cane. Niente di che."
"Peli di cane? Ma cosa diavolo.."
"Ho detto che sono peli di cane. Cosa ti agiti?"
"Oh non lo so, forse perchè tu odi i cani? Come diavolo...
un cane ti ha toccato e tu l'hai ucciso? E poi perchè
diavolo non ti sei pulito? Ti pulisci quando non sei sporco malato come
sei e non ti pulisci ora? Ma sei sicuro di stare bene?"
"Non sono fatti tuoi, Carson. Possiamo iniziare o no?"
Carson fece un cenno a Doug, il quale lo percepì in pieno:
tirò fuori un walkie tolkie e disse qualcosa di
incomprensibile.
Guardò i due detective nuovamente e dalla porta
entrò Harvey, vestito elegantemente come tutti in quella
stanza.
Erano passati mesi dalla sua fuga, e ormai nessuno faceva
più caso a lui.
Ora c'erano tutti.
Potevano iniziare.
Doug tirò fuori il fucile che fino a quel momento aveva
tenuto nascosto, e sparò un colpo verso l'alto, facendo
attenzione a non colpire nessuno.
L'intento era di far scappare tutti in modo che loro potessero
procedere senza intoppi.
Funzionò.
Un solo sparo, che tutti sentirono.
Si susseguirono delle urla, e una montagna di gente che correva a gran
velocità verso l'uscita.
Quando non rimase nessuno tranne loro, Harvey, Colton e Carson si
diressero verso il retro del locale, tirando fuori dalla tasca le
pistole.
Doug rimase lì, tenendo il fucile puntato verso l'entrata.
Se qualcuno fosse entrato per fermare i detective e il serial killer,
lui li avrebbe fermati.
Nel frattempo i tre avanzavano, e come immaginavano, trovarono il mondo.
Harvey non era riuscito a dccifrare il codice, non ancora, ma aveva
capito che quel Saloon per i loro nemici era più di un luogo
dove rimorchiare ragazze e bere champagne.
Doveva essere uno dei loro ritrovi.
D'altronde i loro nemici erano potenti.
E cosa possedevano gli uomini potenti dell'America degli anni 40?
I pub.
Trovarono mappe, note, quaderni interi completamente scritti.
Non potevano analizzare tutto, così misero tutto in una
sacca.
Trovarono anche tanti documenti e fogli che rappresentavano le loro
conoscenze di Henny: dove viveva, quanti anni viveva, etc..
Non persero molto tempo.
Harvey tirò fuori un accendino, e diede fuoco a tutto.
"Spero che abbiano una buona memoria o per loro è finita."
mormorò Carson, che in bocca aveva ancora la stessa
sigaretta di prima.
Si diedero una mossa quando sentirono i rumori degli spari.
Qualcuno era entrato e Doug era da solo.
Dovevano sbrigarsi e andarlo ad aiutare.
Detto fatto.
Usciti dalle quinte, si trovarono davanti uomini in giacca e cravatta
come loro, muniti di fucili.
I tre lasciarono la sacca, e iniziarono a sparare.
Mentre Doug, Carson e Colton avevano una propria tecnica fatta di
momenti in cui si nascondevano e momenti in cui sparavano a
più non posso, Harvey si lasciò guidare
dall'istinto.
Non aveva mai sparato in vita sua e tentò.
Sparò a più non posso e non venne colpito da un
solo colpo.
Quando non ne arrivarono altri, si sentì un silenzio tombale.
"State tutti bene?" chiese Doug.
Gli altri annuirono.
"Però.. è stato facile!" mormorò
Harvey, non riuscendo a credere di essere ancora vivo.
"Andiamo. Prima che ne arrivino degli altri." propose saggiamente
Carson.
"Ma non.. no prendiamo niente?" chiese Harvey in tono
amareggiato.
"Stai scherzando, vero Naher? Vuoi scoparti il cadavere di un uomo che
ha cercato di ucciderci?" sbottò Colton.
"Tanto cadavere è!"
"Dai, andiamo."
"Cavolo.. questo è davvero carino. Sembra anche muscol.."
"NAHER!"
"Ok ok! Arrivo."
ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO :D NON L'HO RILETTO, QUINDI ABBIATE PIETA'
SE TROVATE DEGLI ERRORI :) FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE DI QUESTO
BRICIOLO D'AZIONE CHE DOMINA IL CAPITOLO :D CIAOOO :)
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