147
I . IL PEGGIOR COMPITO CHE POTESSI
AVERE
Aveva incaricato gli elfi domestici di portare a letto i
bambini anche se era presto; nessuno aveva mangiato nulla ,e, restare seduti a
quel tavolo a vivere un silenzio che penetra nelle ossa , sarebbe stato solo
straziante per i piccoli, lo era già abbastanza per loro che erano adulti… Era
rimasto accanto a lei, cingendola con le sue braccia possenti, facendole
poggiare il capo sull’addome scolpito, baciandole, di tanto in tanto, i capelli
rossi liscissimi. Ginny, era rimasta in silenzio accettando nella staticità
fisico-emotiva tutto l’amore che il suo Draco le stava trasmettendo. Una
potentissima luce verde comparve nel camino che dominava il salone marmoreo di
Malfoy manor, qualche increspatura sfumata alla fiamma verdastra , poi, si
delineò più chiaramente la figura del buon vecchio Neville, con ancora addosso
il maglione Bluette che aveva infilato alla rinfusa poche ore prima per correre
da loro ad avvisarli. "il binario 9 e ¾ , quella maledettamente afosa mattina
di fine luglio, aveva messo fine al totale vuoto che lo invadeva da tempo,
difatti dall’ultima volta che era stato irradiato dal rumoroso vociare dell’orda
degli studenti di Hogwarts era passato almeno un mese . Sicuramente se la
normalità che ormai da anni vigeva sulle vite dei maghi londinesi avesse potuto
proseguire, anche in quella mattina estiva avrebbe potuto regnare il silenzio
nel binario speciale di King’s Cross, ma non era così, qualcosa stava cambiando,
di nuovo. La pace in cui i salvatori del mondo magico si erano cullati negli
ultimi quindici anni sembrava nuovamente compromessa. Un gruppo di mangiamorte
aveva attaccato Hogwarts, fortunatamente, attendendo il termine dell’anno
scolastico. Si erano violentemente avventati su una riunione di professori,
ferendo gravemente la preside Minerva McGrannit imprimendole con qualche potente
incantesimo di magia oscura sul corpo una scritta : "vendetta". L’espresso
speciale per Hogwarts si apprestava a partire; era necessario che un guaritore
si recasse al più presto da Minerva, che , in quelle condizioni non poteva
essere trasportata al San Mungo. Era una piacevolissima serata estiva che vecchi
amici trascorrevano insieme tra chiacchiere femminili e magie per far giocare i
bambini, quella precedente, quando Neville, per conto del ministero aveva
chiesto ad Hermione di partire per la scuola di magia e a Harry, capo auror, di
accompagnarla per maggior prudenza. Avevano raccolto le loro cose in qualche
ora, e dopo un brevissimo e agitato sonno avevano raggiunto il binario deserto.
<< fa strano vedere questo posto così…così…vuoto >> disse la giovane
e bellissima Lily rivolgendosi a sua madre, Luna le sorrise lievemente, nella
sua espressione si leggeva il velo di paura che l’avvolgeva per l’imprevista
partenza di suo marito, << hai ragione piccola…ma fidati…è meglio vederlo
pieno di studenti>> gli rispose invece Harry accarezzandole la pelle di
pesca, e avvicinandosi a Luna, avendo avvertito quell’alone malinconico.
<> anche Ron che teneva in braccio la sua
piccola Evie, si rese conto dello stato d’animo dell’amica nonché collega al
ministero, e subito aveva voluto tranquillizzarla…<> <>
Hermione era preoccupata, proprio come Luna, non riusciva a comprendere
l’assurda gioia che invadeva i volti degli altri presenti quella mattina, non
c’era nulla da essere felici coi mangiamorte ancora in circolazione; non erano
più imprudenti ragazzetti diciannovenni, erano tutti uomini e donne, e
soprattutto erano madri e padri, non avevano più da pensare solo a loro
stessi." <> Ginny, distaccandosi dal tepore dell’abbraccio di Draco sollevò
lo sguardo verso Neville e si alzò; da quel momento il suo volto si irrigidì in
un espressione di muta disperazione, espressione che non si sarebbe sciolta
molto facilmente. Quasi guidata interamente da una forza lei trascendente, la
ragazza si smaterializzò, insieme a Neville alla stazione, al binario da dove,
solo tre settimane prima, Harry ed Hermione erano partiti. Seduto su una
panchina lontana dall’area dei binari, Neville fumava avidamente una sigaretta,
grande invenzione babbana a suo parere; lo rilassava profondamente restarsene
,senza pensare, nell’osservazione delle forme tremolanti del fumo, che saliva
con la sua esasperante lentezza nell’aria, per poi sparire venendo da essa
inghiottito; gli piaceva la sensazione di calore che quel"veleno" portava nei
suoi polmoni. Doveva distrarsi assolutamente, se a Ginny aveva chiesto di
parlare con Hermione, a lui toccava il compito di parlare con Harry, lo
conosceva da moltissimo tempo, al suo fianco aveva combattuto in guerra, per
vendicare i suoi genitori,ma, certo il loro rapporto si era un incrinato da
quando il bimbo sopravvissuto si era innamorato di Luna, della sua Luna, e, la
SUA Luna l’aveva sposata portandogliela via. Lei, la sua bellissima Luna, la
ragazza di cui LUI era innamorato da quando per la prima volta l’aveva vista,
con la sua collana di tappi di burrobirra, per cui LUI avrebbe dato la vita, da
cui LUI aveva ottenuto solo un bacio, un bacio sulle labbra, una bacio che
avrebbe ricordato per sempre anche se era durato solo un misero e unico secondo,
il secondo più intenso dei suoi trentasei anni di vita, secondo che non era più
stato eguagliato neppure nella sua vita matrimoniale con Lavanda. Continuava a
fissare il fumo, a pochi centimetri da lui, la rossa ultima nata Weasley, stava
appoggiata ad un pilone con lo sguardo fisso, ancora raggelato in
quell’espressione, sull’orologio fissato alla colonna di fronte a lei. Il rumore
del treno che si avvicinava, raggiunse le orecchie dei due sfortunati messi di
morte, che , colmi di un angosciosa tristezza si guardarono l’un l’altro
terrorizzati.
Il pesante frastuono provocato dal movimento del convoglio
martellava con violenza il dolore alla testa che aveva attanagliato Hermione
dalla partenza sino a quel momento, seduta (inconsapevolmente) in quello stesso
scompartimento in cui, ormai , una vita prima tutto era cominciato, si
massaggiava con insistenza le tempie; c’era qualcosa di grave ad attenderla a
casa, se lo sentiva nel profondo, aveva quel presagio di perdita da quando aveva
preso quel treno per Hogwarts qualche tempo prima, ma , non riusciva in alcun
modo ad immaginare che cosa riguardasse. Non poteva, non voleva pensare a nulla,
non osava neppure avanzare delle ipotesi, pregò di sbagliarsi, lo sperò con
tutto il cuore, doveva essere tutto assolutamente tranquillo, tutto meraviglioso
come sempre, soprattutto ora che si delineava sempre più marcatamente
quell’eventualità. << ecco ti ho trovato dell’acqua Herm…nel carrello
della signora delle caramelle, anche se ormai…siamo arrivati…>> <<
grazie, grazie Harry, ne avevo davvero bisogno, non ti preoccupare…>>, con
calma, restando seduta, la donna bevve, sorso dopo sorso, vedendo crescere in
lei, sempre di più, la paura. Il treno si fermò fischiando, Ginevra e Neville
abbandonarono le loro posizione distaccate , e anche tutte le loro certezze, e
si avviarono verso lo sportello di una carrozza dalla quale si scorgevano in
lontananza le sagome dei due maghi. Essendosi aperte le portiere della carrozza,
Ginny potè vedere più chiaramente il volto di sua cognata, e lo sguardo, sguardo
che lasciava trasparire con grande chiarezza la sua tragica premonizione; da un
lato,si sentì sollevata perché così non avrebbe dovuto vedere il viso dell’amica
felice mutare in disperato, prese un briciolo di coraggio in più, anche se più
che di una briciola, in quel momento, le serviva un barile. Hermione, spaventata
dall’estremamente insolita aria di Ginny e dall’assenza di Ron si fiondò verso
l’amica facendo svolazzare agitatamente i bei capelli bruni ricci: << Evie
e Kathleen ??>>
<> Ginny le parlò abbracciandola, e poi con lei si smaterializzò.
Hermione aveva chiuso gli occhi non appena aveva avvertito l’abbraccio
dell’amica, per riaprirli qualche secondo dopo al termine della
materializzazione. Erano in un monolocale evidentemente vuoto da tempo, nei
pressi del San Mungo, in piena Londra babbana. Lì, Ron ed Hermione, si erano
trasferiti subito dopo il matrimonio e, fino dieci anni prima , vi avevano
vissuto. Solo alla visione del suo piccolo nido d’amore, la donna aveva
cominciato a piangere, sentendosi, per un momento, stupida per quella reazione
immotivata, non sapeva quanto, invece, quelle lacrime sarebbero state
appropriate di lì a poco. Ginny agitò la bacchetta che fece comparire un’enorme
poltrona rossa dall’aria al quanto confortevole, pregando l’amica di sedersi;
Hermione, tacita, obbedì. I due minuti di silenzio che seguirono, sembrarono,
per loro che erano state ragazzine, donne, guaritrici, mogli , madri insieme… ,
almeno un milione di anni. Ginny passando per tranquillizzarsi una mano trai
capelli lunghi, si avvicinò alla poltrona :
<< è successa una cosa…>>
<< le bambine?>> Hermione era terrorizzata
<< no Herm, come ti ho già detto loro stanno benissimo…
mentre io venivo qui Draco è andato a prenderle alla Tana…>>
<< alla Tana? Perché alla Tana? Ron dov’è?>>
Ginny a sentire il nome di suo fratello ebbe un terribile
fremito in corpo, attese qualche secondo poi rispose : <> gli occhi della bruna si
riempirono, ancora, di calde lacrime che cominciarono a sgorgare copiose e
incontrollate dai suoi grandi occhi. Ginny non aveva ancora finito di parlare,
ma lei già sapeva bene quello che la aspettava.
<< beh..>> riprese la messaggera di morte,
<> le lacrime avevano invaso anche il suo viso <<
L-li hanno cruciati per un po’… e … li….>> Hermione si alzò dalla
poltrona. << li..li…>> Ginny non riusciva a trattenere la rabbia,
tutto l’odio profondo verso quei maghi che aveva in corpo: << quei
bastardi li hanno ammazzati! >> esplose poi. Vide le gambe di Hermione
cedere pian piano, aveva perso i sensi; Ginevra la afferrò appena in tempo.
Mentre, nella piena disperazione abbracciava l’amica svenuta Ginevra fissò il
soffitto : << mi dispiace, Ron, mi dispiace… ma lo sai…era il compito
peggiore che potessi avere…>>.
spazio autrice:
ho provato a ripostare il capitolo...spero che le parti
mancanti ci siano questa volta... comunque... cosa ve ne pare? degna di essere
continuata? all'altezza delle aspettative che si formano dal prologo? commentate
se potete! ci tengo davvero alle opinioni dei lettori...grazie
Blacrose 91
This
Web Page Created with PageBreeze
Free Website
Builder
|