I . IL PEGGIOR COMPITO CHE POTESSI AVERE
Aveva incaricato gli elfi domestici di portare a letto i
bambini anche se era presto; nessuno aveva mangiato nulla ,e, restare seduti a
quel tavolo a vivere un silenzio che penetra nelle ossa , sarebbe stato solo
straziante per i piccoli, lo era già abbastanza per loro che erano adulti… Era
rimasto accanto a lei, cingendola con le sue braccia possenti, facendole
poggiare il capo sull’addome scolpito, baciandole, di tanto in tanto, i capelli
rossi liscissimi. Ginny, era rimasta in silenzio accettando nella staticità
fisico-emotiva tutto l’amore che il suo Draco le stava trasmettendo. Una
potentissima luce verde comparve nel camino che dominava il salone marmoreo di
Malfoy manor, qualche increspatura sfumata alla fiamma verdastra , poi, si
delineò più chiaramente la figura del buon vecchio Neville, con ancora addosso
il maglione Bluette che aveva infilato alla rinfusa poche ore prima per correre
da loro ad avvisarli. "il binario 9 e ¾ , quella maledettamente afosa mattina
di fine luglio, aveva messo fine al totale vuoto che lo invadeva da tempo,
difatti dall’ultima volta che era stato irradiato dal rumoroso vociare dell’orda
degli studenti di Hogwarts era passato almeno un mese . Sicuramente se la
normalità che ormai da anni vigeva sulle vite dei maghi londinesi avesse potuto
proseguire, anche in quella mattina estiva avrebbe potuto regnare il silenzio
nel binario speciale di King’s Cross, ma non era così, qualcosa stava cambiando,
di nuovo. La pace in cui i salvatori del mondo magico si erano cullati negli
ultimi quindici anni sembrava nuovamente compromessa. Un gruppo di mangiamorte
aveva attaccato Hogwarts, fortunatamente, attendendo il termine dell’anno
scolastico. Si erano violentemente avventati su una riunione di professori,
ferendo gravemente la preside Minerva McGrannit imprimendole con qualche potente
incantesimo di magia oscura sul corpo una scritta : "vendetta". L’espresso
speciale per Hogwarts si apprestava a partire; era necessario che un guaritore
si recasse al più presto da Minerva, che , in quelle condizioni non poteva
essere trasportata al San Mungo. Era una piacevolissima serata estiva che vecchi
amici trascorrevano insieme tra chiacchiere femminili e magie per far giocare i
bambini, quella precedente, quando Neville, per conto del ministero aveva
chiesto ad Hermione di partire per la scuola di magia e a Harry, capo auror, di
accompagnarla per maggior prudenza. Avevano raccolto le loro cose in qualche
ora, e dopo un brevissimo e agitato sonno avevano raggiunto il binario deserto.
<< fa strano vedere questo posto così…così…vuoto >> disse la giovane
e bellissima Lily rivolgendosi a sua madre, Luna le sorrise lievemente, nella
sua espressione si leggeva il velo di paura che l’avvolgeva per l’imprevista
partenza di suo marito, << hai ragione piccola…ma fidati…è meglio vederlo
pieno di studenti>> gli rispose invece Harry accarezzandole la pelle di
pesca, e avvicinandosi a Luna, avendo avvertito quell’alone malinconico.
<
Il pesante frastuono provocato dal movimento del convoglio martellava con violenza il dolore alla testa che aveva attanagliato Hermione dalla partenza sino a quel momento, seduta (inconsapevolmente) in quello stesso scompartimento in cui, ormai , una vita prima tutto era cominciato, si massaggiava con insistenza le tempie; c’era qualcosa di grave ad attenderla a casa, se lo sentiva nel profondo, aveva quel presagio di perdita da quando aveva preso quel treno per Hogwarts qualche tempo prima, ma , non riusciva in alcun modo ad immaginare che cosa riguardasse. Non poteva, non voleva pensare a nulla, non osava neppure avanzare delle ipotesi, pregò di sbagliarsi, lo sperò con tutto il cuore, doveva essere tutto assolutamente tranquillo, tutto meraviglioso come sempre, soprattutto ora che si delineava sempre più marcatamente quell’eventualità. << ecco ti ho trovato dell’acqua Herm…nel carrello della signora delle caramelle, anche se ormai…siamo arrivati…>> << grazie, grazie Harry, ne avevo davvero bisogno, non ti preoccupare…>>, con calma, restando seduta, la donna bevve, sorso dopo sorso, vedendo crescere in lei, sempre di più, la paura. Il treno si fermò fischiando, Ginevra e Neville abbandonarono le loro posizione distaccate , e anche tutte le loro certezze, e si avviarono verso lo sportello di una carrozza dalla quale si scorgevano in lontananza le sagome dei due maghi. Essendosi aperte le portiere della carrozza, Ginny potè vedere più chiaramente il volto di sua cognata, e lo sguardo, sguardo che lasciava trasparire con grande chiarezza la sua tragica premonizione; da un lato,si sentì sollevata perché così non avrebbe dovuto vedere il viso dell’amica felice mutare in disperato, prese un briciolo di coraggio in più, anche se più che di una briciola, in quel momento, le serviva un barile. Hermione, spaventata dall’estremamente insolita aria di Ginny e dall’assenza di Ron si fiondò verso l’amica facendo svolazzare agitatamente i bei capelli bruni ricci: << Evie e Kathleen ??>>
<
<< è successa una cosa…>>
<< le bambine?>> Hermione era terrorizzata
<< no Herm, come ti ho già detto loro stanno benissimo… mentre io venivo qui Draco è andato a prenderle alla Tana…>>
<< alla Tana? Perché alla Tana? Ron dov’è?>>
Ginny a sentire il nome di suo fratello ebbe un terribile
fremito in corpo, attese qualche secondo poi rispose : <
<< beh..>> riprese la messaggera di morte,
<
spazio autrice:
ho provato a ripostare il capitolo...spero che le parti mancanti ci siano questa volta... comunque... cosa ve ne pare? degna di essere continuata? all'altezza delle aspettative che si formano dal prologo? commentate se potete! ci tengo davvero alle opinioni dei lettori...grazie
Blacrose 91
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