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Autore: mellymiao3blackrose    27/05/2008    4 recensioni
Sono passati quindici anni dalla fine della guerra,tutti coloro che vi avevano partecipato, ora, sono felici, ma , la felicità, com'è noto non dura per sempre...una perdita incolmabile distrugge di nuovo le vite degli ormai ex ragazzi di Hogwarts. Harry, capo auror e tenero padre, si metterà in gioco totalmente nel suo lavoro per non soffrire, cercando di sostenere in tutto e per tutto coloro che soffrivano come lui, specialmente lei, Hermione,che, da sola , non sarebbe riuscita ad andate avanti ... è la mia prima fic lunga, mi ci sto molto impegnando... non appena finirà la scuola prevedo di aggiornare più costantemente....
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I . IL PEGGIOR COMPITO CHE POTESSI AVERE

Aveva incaricato gli elfi domestici di portare a letto i bambini anche se era presto; nessuno aveva mangiato nulla ,e, restare seduti a quel tavolo a vivere un silenzio che penetra nelle ossa , sarebbe stato solo straziante per i piccoli, lo era già abbastanza per loro che erano adulti… Era rimasto accanto a lei, cingendola con le sue braccia possenti, facendole poggiare il capo sull’addome scolpito, baciandole, di tanto in tanto, i capelli rossi liscissimi. Ginny, era rimasta in silenzio accettando nella staticità fisico-emotiva tutto l’amore che il suo Draco le stava trasmettendo. Una potentissima luce verde comparve nel camino che dominava il salone marmoreo di Malfoy manor, qualche increspatura sfumata alla fiamma verdastra , poi, si delineò più chiaramente la figura del buon vecchio Neville, con ancora addosso il maglione Bluette che aveva infilato alla rinfusa poche ore prima per correre da loro ad avvisarli. "il binario 9 e ¾ , quella maledettamente afosa mattina di fine luglio, aveva messo fine al totale vuoto che lo invadeva da tempo, difatti dall’ultima volta che era stato irradiato dal rumoroso vociare dell’orda degli studenti di Hogwarts era passato almeno un mese . Sicuramente se la normalità che ormai da anni vigeva sulle vite dei maghi londinesi avesse potuto proseguire, anche in quella mattina estiva avrebbe potuto regnare il silenzio nel binario speciale di King’s Cross, ma non era così, qualcosa stava cambiando, di nuovo. La pace in cui i salvatori del mondo magico si erano cullati negli ultimi quindici anni sembrava nuovamente compromessa. Un gruppo di mangiamorte aveva attaccato Hogwarts, fortunatamente, attendendo il termine dell’anno scolastico. Si erano violentemente avventati su una riunione di professori, ferendo gravemente la preside Minerva McGrannit imprimendole con qualche potente incantesimo di magia oscura sul corpo una scritta : "vendetta". L’espresso speciale per Hogwarts si apprestava a partire; era necessario che un guaritore si recasse al più presto da Minerva, che , in quelle condizioni non poteva essere trasportata al San Mungo. Era una piacevolissima serata estiva che vecchi amici trascorrevano insieme tra chiacchiere femminili e magie per far giocare i bambini, quella precedente, quando Neville, per conto del ministero aveva chiesto ad Hermione di partire per la scuola di magia e a Harry, capo auror, di accompagnarla per maggior prudenza. Avevano raccolto le loro cose in qualche ora, e dopo un brevissimo e agitato sonno avevano raggiunto il binario deserto. << fa strano vedere questo posto così…così…vuoto >> disse la giovane e bellissima Lily rivolgendosi a sua madre, Luna le sorrise lievemente, nella sua espressione si leggeva il velo di paura che l’avvolgeva per l’imprevista partenza di suo marito, << hai ragione piccola…ma fidati…è meglio vederlo pieno di studenti>> gli rispose invece Harry accarezzandole la pelle di pesca, e avvicinandosi a Luna, avendo avvertito quell’alone malinconico. <> anche Ron che teneva in braccio la sua piccola Evie, si rese conto dello stato d’animo dell’amica nonché collega al ministero, e subito aveva voluto tranquillizzarla…<> <> Hermione era preoccupata, proprio come Luna, non riusciva a comprendere l’assurda gioia che invadeva i volti degli altri presenti quella mattina, non c’era nulla da essere felici coi mangiamorte ancora in circolazione; non erano più imprudenti ragazzetti diciannovenni, erano tutti uomini e donne, e soprattutto erano madri e padri, non avevano più da pensare solo a loro stessi." <> Ginny, distaccandosi dal tepore dell’abbraccio di Draco sollevò lo sguardo verso Neville e si alzò; da quel momento il suo volto si irrigidì in un espressione di muta disperazione, espressione che non si sarebbe sciolta molto facilmente. Quasi guidata interamente da una forza lei trascendente, la ragazza si smaterializzò, insieme a Neville alla stazione, al binario da dove, solo tre settimane prima, Harry ed Hermione erano partiti. Seduto su una panchina lontana dall’area dei binari, Neville fumava avidamente una sigaretta, grande invenzione babbana a suo parere; lo rilassava profondamente restarsene ,senza pensare, nell’osservazione delle forme tremolanti del fumo, che saliva con la sua esasperante lentezza nell’aria, per poi sparire venendo da essa inghiottito; gli piaceva la sensazione di calore che quel"veleno" portava nei suoi polmoni. Doveva distrarsi assolutamente, se a Ginny aveva chiesto di parlare con Hermione, a lui toccava il compito di parlare con Harry, lo conosceva da moltissimo tempo, al suo fianco aveva combattuto in guerra, per vendicare i suoi genitori,ma, certo il loro rapporto si era un incrinato da quando il bimbo sopravvissuto si era innamorato di Luna, della sua Luna, e, la SUA Luna l’aveva sposata portandogliela via. Lei, la sua bellissima Luna, la ragazza di cui LUI era innamorato da quando per la prima volta l’aveva vista, con la sua collana di tappi di burrobirra, per cui LUI avrebbe dato la vita, da cui LUI aveva ottenuto solo un bacio, un bacio sulle labbra, una bacio che avrebbe ricordato per sempre anche se era durato solo un misero e unico secondo, il secondo più intenso dei suoi trentasei anni di vita, secondo che non era più stato eguagliato neppure nella sua vita matrimoniale con Lavanda. Continuava a fissare il fumo, a pochi centimetri da lui, la rossa ultima nata Weasley, stava appoggiata ad un pilone con lo sguardo fisso, ancora raggelato in quell’espressione, sull’orologio fissato alla colonna di fronte a lei. Il rumore del treno che si avvicinava, raggiunse le orecchie dei due sfortunati messi di morte, che , colmi di un angosciosa tristezza si guardarono l’un l’altro terrorizzati.

Il pesante frastuono provocato dal movimento del convoglio martellava con violenza il dolore alla testa che aveva attanagliato Hermione dalla partenza sino a quel momento, seduta (inconsapevolmente) in quello stesso scompartimento in cui, ormai , una vita prima tutto era cominciato, si massaggiava con insistenza le tempie; c’era qualcosa di grave ad attenderla a casa, se lo sentiva nel profondo, aveva quel presagio di perdita da quando aveva preso quel treno per Hogwarts qualche tempo prima, ma , non riusciva in alcun modo ad immaginare che cosa riguardasse. Non poteva, non voleva pensare a nulla, non osava neppure avanzare delle ipotesi, pregò di sbagliarsi, lo sperò con tutto il cuore, doveva essere tutto assolutamente tranquillo, tutto meraviglioso come sempre, soprattutto ora che si delineava sempre più marcatamente quell’eventualità. << ecco ti ho trovato dell’acqua Herm…nel carrello della signora delle caramelle, anche se ormai…siamo arrivati…>> << grazie, grazie Harry, ne avevo davvero bisogno, non ti preoccupare…>>, con calma, restando seduta, la donna bevve, sorso dopo sorso, vedendo crescere in lei, sempre di più, la paura. Il treno si fermò fischiando, Ginevra e Neville abbandonarono le loro posizione distaccate , e anche tutte le loro certezze, e si avviarono verso lo sportello di una carrozza dalla quale si scorgevano in lontananza le sagome dei due maghi. Essendosi aperte le portiere della carrozza, Ginny potè vedere più chiaramente il volto di sua cognata, e lo sguardo, sguardo che lasciava trasparire con grande chiarezza la sua tragica premonizione; da un lato,si sentì sollevata perché così non avrebbe dovuto vedere il viso dell’amica felice mutare in disperato, prese un briciolo di coraggio in più, anche se più che di una briciola, in quel momento, le serviva un barile. Hermione, spaventata dall’estremamente insolita aria di Ginny e dall’assenza di Ron si fiondò verso l’amica facendo svolazzare agitatamente i bei capelli bruni ricci: << Evie e Kathleen ??>>

<> Ginny le parlò abbracciandola, e poi con lei si smaterializzò. Hermione aveva chiuso gli occhi non appena aveva avvertito l’abbraccio dell’amica, per riaprirli qualche secondo dopo al termine della materializzazione. Erano in un monolocale evidentemente vuoto da tempo, nei pressi del San Mungo, in piena Londra babbana. Lì, Ron ed Hermione, si erano trasferiti subito dopo il matrimonio e, fino dieci anni prima , vi avevano vissuto. Solo alla visione del suo piccolo nido d’amore, la donna aveva cominciato a piangere, sentendosi, per un momento, stupida per quella reazione immotivata, non sapeva quanto, invece, quelle lacrime sarebbero state appropriate di lì a poco. Ginny agitò la bacchetta che fece comparire un’enorme poltrona rossa dall’aria al quanto confortevole, pregando l’amica di sedersi; Hermione, tacita, obbedì. I due minuti di silenzio che seguirono, sembrarono, per loro che erano state ragazzine, donne, guaritrici, mogli , madri insieme… , almeno un milione di anni. Ginny passando per tranquillizzarsi una mano trai capelli lunghi, si avvicinò alla poltrona :

<< è successa una cosa…>>

<< le bambine?>> Hermione era terrorizzata

<< no Herm, come ti ho già detto loro stanno benissimo… mentre io venivo qui Draco è andato a prenderle alla Tana…>>

<< alla Tana? Perché alla Tana? Ron dov’è?>>

Ginny a sentire il nome di suo fratello ebbe un terribile fremito in corpo, attese qualche secondo poi rispose : <> gli occhi della bruna si riempirono, ancora, di calde lacrime che cominciarono a sgorgare copiose e incontrollate dai suoi grandi occhi. Ginny non aveva ancora finito di parlare, ma lei già sapeva bene quello che la aspettava.

<< beh..>> riprese la messaggera di morte, <> le lacrime avevano invaso anche il suo viso << L-li hanno cruciati per un po’… e … li….>> Hermione si alzò dalla poltrona. << li..li…>> Ginny non riusciva a trattenere la rabbia, tutto l’odio profondo verso quei maghi che aveva in corpo: << quei bastardi li hanno ammazzati! >> esplose poi. Vide le gambe di Hermione cedere pian piano, aveva perso i sensi; Ginevra la afferrò appena in tempo. Mentre, nella piena disperazione abbracciava l’amica svenuta Ginevra fissò il soffitto : << mi dispiace, Ron, mi dispiace… ma lo sai…era il compito peggiore che potessi avere…>>.

spazio autrice:

ho provato a ripostare il capitolo...spero che le parti mancanti ci siano questa volta... comunque... cosa ve ne pare? degna di essere continuata? all'altezza delle aspettative che si formano dal prologo? commentate se potete! ci tengo davvero alle opinioni dei lettori...grazie

Blacrose 91

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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