Lettere d'amore al tempo del fascismo

di panaia_the_original
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E' freddo, i piedi e le mani talvolta formicolano e perdono la sensibilità e allora scrivere è l'unica cosa per mantenerle in movimento, la circolazione sanguigna talvolta è rallentata dal peso della divisa e del fucile, camminare al freddo con i piedi in quei tremendi anfibi fanno male. " Cara Leda quì fa ancora più freddo, non ci sono abituato a vivere fuori dalla mia casa, lontano dal mio forno, lontano dai tuoi occhi dolci che mi scaldano il cuore, forse sono troppo pessimista ma ho paura di non farcela, solo il pensiero di riabbracciarti mi fa mancare il fiato, le lacrime si fermano, come se fossero congelate , tra le ciglia, scrivimi anche tu tanto basterà che tu metta il mio nome e il numero della compagnia. Ciao , tuo per sempre Senevio" " Caro Senevio, come vedi ho preso coraggio e ora cerco di scriverti due righe, non sarà facile con le lacrime agli occhi, rischio di bagnare la carta, ma non riesco nemmeno io a starti lontana, quà è una grande tristezza per tutti, non solo per me e per te, siamo tutti in apprensione per te, sappiamo quant'è duro , tua mamma è disperata, i tuoi fratelli sono sparpagliati in tutta la toscana tra i vari battaglioni, e dicono che la guerra non tarderà tanto a finire, speriamo, ora ti lascio, vado a riposare, ho lavato tanti panni e domattina inizierò presto per stirarli tutti e consegnarli, consolati, anch'io mi alzo presto e io devo sopportare il caldo umido dei ferri da stiro, fatti forza, cercherò di essere forte per te , ti amo tanto, ciao la tua Leda"




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