Cover dei personaggi:
Provaci
ancora, Ryoga!
Katsunishiki l'aspettava
fuori
dall'istituto, in un attimo balzò in sella all'animale, che
fece partire a velocità sostenuta.
Risalirono il colle più alto,
destreggiandosi
abilmente nel fitto della boscaglia, fin quando il passo del suino
rallentò
in procinto del burrone, prima che fosse troppo tardi.
Akari smontò
dal dorso di
Katsunishiki, le guance arrossate e il fiato corto, come se avesse
corso lei, fin lì! il grosso suino, spossato, si
buttò
su un fianco a riposare.
Unryu chiuse gli occhi,
assorta
nell'ascolto dei versi ritmici della natura, seduta su di un grosso
masso muschioso.
Certune, lasciando
correre appena un
sentore di conoscenza, bisbigliavano, non poi tanto sottilmente:
Akari non si
arrabbia mai!
Nemmeno quando, da
piccola, suo nonno
le aveva fatto credere, che per innamorarsi di qualcuno, doveva
aspettare che il prescelto battesse Katsunishiki! Come dubitare del
vecchio saggio nonno?
Tutte le altre cotte,
alla fine, le
erano parse solo ridicole infatuazioni di cui disfarsi.
Dubitare delle sue
parole allora,
avrebbe significato smettere di fidarsi e di conseguenza, di
crescere. Cominciare ad odiarlo solo per una regola d'amore, anzi
no, per una lezione di vita, che lei stessa aveva cercato. E suo
nonno non era un familiare qualunque, no. *
L'aveva cresciuta sotto
ogni aspetto,
dunque volergli bene era un'estensione dell'affetto ricevuto,
un sentimento immenso, ma mai ingombrante.
L'anziano compagno,
simpatizzava per
ogni cosa a cui la nipote si appassionava, in cambio le aveva
solamente chiesto, di trovare un bravo ragazzo.
Il ragazzo predestinato
sarebbe
diventato un uomo, capace di mandare avanti la proprietà di
famiglia, prima che lui morisse, era chiedere troppo, forse?
Ma che dici!
Akari è una
furia spietata, Nevvero?! E
ridevano a crepapelle, per ragioni che in un primo momento non aveva
compreso.
Questo esternavano le
bambine
dell'asilo. A quei tempi, nessuno dei coetanei era in grado di
battere il suino, eccellentemente addestrato e di molte taglie
più
grande dei bimbi sfidati, che la volevano come fidanzatina!
Sognava e risognava il
suo principe
forzuto, lei, isolandosi dalle altre bambine.
Provocala...
Scommetti che non si
arrabbia?
D' accordo! Se
vinco io però,
mi paghi il pranzo!
Continuavano a dire
le fastidiose vocine, ora di studentesse del liceo. Voci che
penetravano sempre più giù, assumendo l'aspetto
di vene
capillari, che si diramavano, contendendosi le parti sane del suo
cervello.
E' vero... non
sono riuscita ad
avvelenarle il sangue neanche un po'!
In casi estremi i
suoi attacchi di silenzio, l'avevano salvata, ma in generale bastava
la presenza di Katsunishiki ad incuter loro timore e a sollevarla dai
problemi.
Si sarebbe fatta
delle nemiche comunque, che avesse reagito o meno, non avrebbe fatto
la differenza... La sua piccola rivincita, consisteva nel notare le
studentesse che si rodevano, per cercare di capire com'era fatta!
Sospirò. Che
male c'è a non scaldarsi?
Posto che, se alla
gente, il suo fare conciliante irritava erano problemi loro, non
certo suoi!
Gridare era per gli
arroganti e i maleducati, e lei non voleva diventare come i suoi
genitori!
Figlia unica,
tranne i tratti somatici, non aveva ereditato nulla dagli Unryu, una
coppia davvero poco affiatata.
Amava la comprensione e
disprezzava
l'odio, Akari.
In casa e fuori,
aveva passato ogni singolo giorno, nella speranza di evitarlo, e
quando non ci riusciva, cercava lo stesso di non fomentarlo.
Altrimenti, non sarebbe sopravvissuta!
Passivo o meno,
l'atteggiamento che aveva adottato funzionava sempre. Preferiva di
gran lunga sentire delle sgradevolezze, che cercare d'integrarsi a
quella massa d'ipocrite, scimmie urlatrici!
Poi, un bel giorno
il ciclo si era spezzato, le voci nella testa erano sparite,
completamente dissolte.
Si era accorta di
amarlo, quel lontano giorno, dopo aver incitato Katsunishiki a
scattare, nascosta dietro a un lampione, trepidante per il risultato
dello scontro... e l'amore aveva vinto!
Contro ogni logica era
rimasta salda
anche quando il signorino Ryoga faceva il farfallone, in compagnia
della ragazza dai capelli rossi, o in quella di Ukyo delle
okonomiyaki.
Dove aveva
sbagliato con lui? Lo aveva ricoperto di eccessive attenzioni? Era
stata troppo permissiva? O poteva dare la colpa alla lontananza?
Ora i bei momenti
passati col signorino Hibiki, la facevano soffrire, se lui fosse
stato un bastardo arrogante, sarebbe stato più facile
dimenticarlo... Akari, in cuor suo avvertiva una brutta sensazione,
stavolta non sarebbe tornato, chiedendole scusa perché era
uno
sciocco... se ci avesse creduto quanto bastava, sarebbe stata lei,
dei due, la vera sciocca!
Ne aveva abbastanza
degli uomini e piena di buone intenzioni, promise a se stessa che non
si sarebbe più innamorata, faceva troppo male!
Di
solito, sarebbe riuscita controllarsi, peccato che la situazione di
totale precarietà, la stesse rendendo cedevole come morbida
creta. Sola, nel bel mezzo del nulla, si alzò.
Avanzò di un
passo, poi di un altro, avvicinandosi pericolosamente al ciglio immobile del
crepaccio. Un altro passo e sarebbe caduta. Katsunishiki
l'affiancò
senza fiatare, presagendo il pericolo.
L'allevatrice
guardò giù,
indugiando con sprezzo del pericolo, poi sollevò le mani
portandole agli angoli della bocca:
- Gli uomini non sono
affatto
poooorciiiii!!!!!!!! - urlò fino a sgolarsi.
L'eco della valle
rispose:
- Le donne non sono
affatto
cighiaaaleeeeee!!!!!
Si voltò a
sinistra, appena in
tempo per notare Iori Nuth distante cinque o sei metri, anche lui,
appena sul bordo del burrone.
Il giovane notatala,
avanzò con
leggiadria verso di lei, finendo per aggirarla e mirare al suo
Katsunishiki!
Il tipo con lo strano
berretto, infatti
l'aveva anestetizzato con un fazzoletto bagnato e stava cercando di
caricarlo sulle spalle per portarselo via!
- Scusi signore! -
replicò calma
l'allevatrice spruzzandogli in viso una lozione anti-aggressione.
L'altro accecato dalla
fragranza al
pepe, fischiò richiamando la sua fedele Chiyako, o come
amava
soprannominarla il boss, Zampalesta.
Il grosso esemplare
bruno che lo
seguiva nelle sue scorribande era una femmina.
Chiyako e Katsunishiki
parevano andare
d'amore e d’accordo, e subito improvvisarono una partita a
tris, su di
uno spiazzo renoso.
Iori si era rifugiato
nel bosco per
nascondersi da Kako, l' orribile figlia del boss, che non faceva
altro che tormentarlo, si rifiutava di fidanzarsi con lei! Meglio
solo che male accompagnato! Si riprometteva.
Assoggettato dallo
sguardo di quella
sconosciuta, il ladruncolo si mise sulle difensive:
- Volevo assicurarmi che
il tuo suino
stesse bene, non aveva una bella cera! Sei un appassionata di maiali
anche tu? - Iori le aveva rivolto le parole magiche.
Eppoi, Akari non voleva
sprecare i
biglietti acquistati, per il prossimo torneo di sumo.
Suo nonno comparve
all'improvviso
sdraiato nel suo futon, dandogli la sua benedizione per quanto
concerneva quel ragazzo.
- Una storia che ha
dell'incredibile...
– soggiunse Ukyo una volta che l'allevatrice non ebbe
più
dettagli da comunicarle.
Congedandosi la cuoca si
diresse verso
il tavolo per mangiare uno dei pochi pasticcini rimasti al loro
posto.
- Ukyo-chan! Devi
assolutamente dirmi
il segreto della tua salsa ai gamberetti... è assolutamente
impareggiabile! - sorrise il mago delle crepes.
La ragazza
esitò, sorpresa di
vederlo. Ma le bastò un secondo per riprendere la solita
aria
di sfida.
- Un bravo chef non
rivela i suoi
segreti...
Joe incassò
con classe,
elargendole un sorriso vagamente strafottente, quando accostandosi al
suo orecchio sussurrò:
- Peccato,
perché di te, vorrei
sapere tutto...
- Non ricordavo che ti
avessimo
invitato – precisò Ryoga spuntando dietro la
coetanea.
Joe si
ravvivò un ciuffo d'ebano
con un'aria innocente, ignorando la sua provocazione.
- Oh Ryoga, anche tu
qui? Perché
non ci suoni qualcosa?
Ma lui non
riuscì a rispondere
per le rime, dato che la cuoca prese il sopravvento.
- Sarebbe splendido!
Suonate un duetto!
A quel punto, la
maldicenza del
girovago non poté abbattersi su Joe, e vacillò
cercando
un contrattempo plausibile.
La bugia, doveva essere
celere e
credibile. Oggetto dell'interesse della cuoca, Ryoga
boccheggiò
miseramente, sprofondando nel panico.
Guardandoli, un terzo
arrivato non poté
fare a meno di notare, i sottintesi impliciti nei loro volti, temendo
il girovago, alla stregua di uno scorretto rivale.
- Anch'io ho aperto un
negozio qua
all'angolo! - la voce calda di Fuuya Watanabe, li fece voltare
interrogativamente!
Il ragazzo dagli occhi
d'ambra e i
capelli selvaggi, si rivolse all'amata mai dimenticata:
- Vendo alimenti
ortofrutticoli! A te
posso fare uno sconto del 50% ! - si vezzeggiò, cantando le
lodi dei suoi prodotti freschi di campo, di produzione diretta della
sua famiglia, contadini che sapevano il fatto loro da secoli.
Le porse un mazzetto di
prezzemolo e
radici rosse che Ukyo sembrò apprezzare – Gli
affari sono
affari, verrò a dare un' occhiata! – promise. L'unico che non aveva incantato era Hibiki, che alzò gli occhi al soffitto
borbottando sommessamente fra sé e sé.
- Ho qualcosa anche per
te! - sogghignò
Fuuya mettendogli al collo una pestilenziale ghirlanda d'aglio e
cavoli, con appuntato un biglietto che recitava: “Non fiori
ma
opere di bene”
- Accidenti a te Ryoga!
puzzi come un
cadavere! - lo incolpò Saotome, indicandogli Happosay che
per
un rigetto d'aria era svenuto e ora galleggiava sulla scodella del
punch.
- Vatti a cambiare se
non vuoi farci
svenire tutti! - suggerì tenendosi le narici, la cuoca, come
se fosse colpa sua, e non della graziosa collana d'aglio!
- Sono le undici
passate, che ne dite
di far visita al tempio? - propose Nabiki Tendo.
Il girovago rientrato
dopo le
votazioni, si era messo il solito abbinamento casual, sostenendo di
essersi pure fatto una doccia a tempo di record.
L'idea di Nabiki piacque
a tutti.
Quella sera la strada che portava al tempio era tappezzata di
bancarelle di ogni genere, e dopo la mezzanotte, nel cielo sarebbero
esplosi i fuochi d'artificio.
Gli invitati si
diressero verso il
viale alberato che precedeva il tempio, Ukyo spense la luce.
- Forza Ryoga, andiamo!
Nascosto dalla penombra
imperscrutabile, il ragazzo l'afferrò per il polso,
impedendole il passo.
- Tanto per la cronaca,
non ho fatto
apposta a finire a casa d'Akane!
Ukyo si morse il labbro
inferiore,
aveva dimenticato il litigio, vista l'aria di festa, ma quello
stupido si era intestardito a voler rivangare il discorso!
- Per carità!
Tu non lo fai mai
apposta... – non sapeva dire il perché, ma quel
commento
suonato senz'ombra di appello, lo offese. La cuoca non lo
biasimava, ne
tanto meno lo discolpava.
Si ammutolì,
incapace di metter
seguito al discorso chiuso.
Non immaginava nemmeno,
che la sua
assenza avesse creato un solco profondo dentro Ucchan.
Le era praticamente
impossibile
ricordare, quando Hibiki se ne era andato.
Era come scrutare
dall'orlo di un
fossato buio che inghiotte lo sguardo, per cercare qualcosa di
vitale: la voragine aperta sul nulla, un luogo che interrompeva i
vividi ricordi che aveva raccolto di lui, rendendola cieca... Dove
era stato? Cosa aveva fatto? Aveva mai sfiorato i suoi pensieri?
Buio, solo il buio poteva saperlo, quel buio che una volta, aveva ritenuto confortante...
- Spero che mentre
lavoravo duramente
ai preparativi della festa, tu e Akane vi siate divertiti! Allora... com'è stato?!
Hibiki
declinò rigido le
sopracciglia, serrando la mascella come a non sapere se trattenere un accalorato e
brutale sfogo.
E il suo proposito di
far finta di
niente venne rimpiazzato da un nuovo, più
influente
scatto d'ira. La circondò, costringendola nella morsa delle
sue braccia.
Il giovane Hibiki,
sentì la
frustrazione, effervescere dallo stomaco, per poi defluire
definitivamente, in quel suo grido esplicito:
- Siamo stati
così tutta la
notte! Contenta ora?!
- Ti odio Ryoga
– ma se c'era qualcosa
di deliberatamente offensivo nel tono della sua voce, l'amico non lo colse.
Ucchan
cessò poco per
volta di rabbrividire, dilungandosi nell'abbraccio offertole con
ritrovato sollievo, mettendolo stranamente a suo agio.
- Ahm, senti, mi
dispiace... non essermi perso, intendo... non
volevo farti arrabbiare, ecco!
Avrebbe potuto benissimo
spingerlo via, prenderlo a spatole,
schiaffeggiarlo, reazioni che ad ogni modo, non avrebbe biasimato. Ma
cos'era successo ad Ukyo?
Esili dita divaricate
indugiarono sulla
sua schiena, poi lei, proprio lei, adagiò la fronte contro
il
suo sterno, lieve come solo una farfalla poteva essere, e
scivolò
alla sua destra.
Il respiro caldo e
irregolare di
Yocchan sulla maglietta, lo mandò in una sorta di trance.
Poteva avvertire a memoria, il profilo delle sue labbra solleticargli
la spalla.
Se mi
abbraccia, vuol dire che non
le sono indifferente?
Non era mai stato bravo
a gestire le
emozioni, dando loro coerenza attraverso le maledette paroline dolci,
tanto appropriate in certi casi!
C'era qualcosa
però, che
desiderava farle sapere, qualcosa che la risonanza dei suoi stessi
battiti nelle orecchie, non mancava di ricordargli, come
un'assillatissima sveglia.
Sapeva che era
ORA.
Con la lingua
appiccicata al palato, la gola arsa dall'attesa.
ORA o MAI
più. Sarebbe
ingiusto nasconderglielo ancora....
Deve sapere
che, per lei vorrei e potrei, essere più di un amico...
Anche se fosse
tutto inutile e mi
RESPINGESSE...
DEVE saperlo,
io... debbo sbrigarmi!
Io... Come
faccio???
L'immagine di
Akari, nitida nella sua mente, troncò sul nascere, ogni
altra
riflessione.
Lei, una ragazza.
Non aveva esitato.
Si era dichiarata
in fretta e furia, quando erano ancora due sconosciuti l'uno per
l'altra.
Tutti quei momenti
assieme, gli appuntamenti, non erano serviti a niente?!
Non l'avevano
fortificato, neppure un po'?
Ancora un po' agitato, prese
un respiro preparatorio, allontanando la ragazza, quanto
bastava.
Restarono
percettivamente immobili, in un insolito faccia a faccia carico d'aspettativa.
Dalle labbra
amareggiate d'Hibiki, uscì un rantolo sbuffato, sebbene avvertibile.
- Ed io, che non ho
fatto altro... – qui tossì interrompendosi,
portando un
pugno davanti alla bocca.
- Che pensare a te!
Studipo! Stupido! Stupido! Ho
rovinato ogni cosa!
La cuoca
fissò
attenta gli occhi cobalto sui suoi, ancora abbassati.
Sicché
quando i loro sguardi si sfiorarono, l'espressione criptica di Ukyo
lo mandò un'ultima volta nel panico.
Perché
sembrò sul punto di replicare, e solo quando, dopo pochi
istanti di stasi, inclinò lievemente la testa verso destra,
Ryoga capì che aveva cambiato idea.
Ma che sta
dicendo? E il tuo
sentimento per Akari?
Le domande si
dissolsero, quando lei si accorse del modo sofferente in cui la
guardava, quasi che stesse a piedi scalzi sui carboni ardenti!
La tentazione e il
pudore, s'intrecciarono nella sua frentica parlantina:
- Tu non hai...
davvero idea di quanto fossi preoccupata! Volevo tappezzare di
manifesti di P-chan Nerima intera, ma Akane si sarebbe
insospettita! Se avessi saputo che eri a dormire da lei!Scommetto
che Ranma non ha nemmeno tentato di separarvi!
Dopo tanto ardire, il coetaneo si
grattò la nuca in imbarazzo – Lo so' che ti ho... che cosa
hai detto? -
rimuginò sorpreso, una volta registrata la seconda parte del
messaggio.
- Non voglio che tu
vada a casa di Akane, che tu dorma da lei o meno! - ordinò
con
voce inflessibile Yocchan – Razza di playboy a tempo perso! -
quest'ultima parte, mise fine alla debole pace creatasi.
- Chi sarebbe il
playboy? Io?! Dico, non ti sembra di esagerare? Se Ranma ci vedesse,
penserebbe male di noi! - incrociò le braccia in modo
austero.
La chiassosa
spatola piombò a danno della sua testa ebanica.
- Ranma sa perfettamente
che il nostro fidanzamento è rotto...
Gli mancò un
battito, nel medesimo istante in cui la cuoca abbassò lo
sguardo sul tappeto dozzinale, mordendosi le unghie della destra.
Cercò ad
ogni modo, di non apparire molesto quando le chiese:
- E... ehm... come
mai?
- Per colpa di un
perdistrada, mezzo-porco, play...- boy, pessimista cosmico,
lavoratore ottuso... e vari altri epiteti sarcastici, che
persero
interesse per il girovago quando la zittì.
Lui, il
più timido pedone, dell'intero Giappone!
L'aveva
passionalmente zittita, cogliendo le sue labbra in un approccio
furtivo.
Le cinse il fianco,
risalendo con la
mano libera lungo il dorso, fino ad afferrarle la spalla destra.
Si spaventò
sentendola
sussultare, sottoposta al suo tocco gelido! Oppure era un brivido di
piacere?
Yocchan non si ritrasse,
anzi si
abbandonò al fare semplicistico del giovane, per non
agitarlo
ulteriormente. Perse poi un sospiro, scaldandogli senz'alcuna
malizia uno zigomo.
Un fascio di capelli,
color caramello
scivolò lungo la spalla della giovane quando si
tirò indietro, cosa che evidentemente Hibiki non le perdonò. Non aveva ancora finito!
Stringendo parte della
chioma traditrice, la costrinse infatti a reclinare da un lato la testa, ritrovando le sue labbra ancora dischiuse con maniacale precisione.
Approfondì il
bacio,
facendola retrocedere, incerto del perché, fino ad esaurire
lo
spazio percorribile e premerla contro il muro. Passato qualche tempo,
allontanò con estrema flemma il viso, da lei.
La prima cosa che
vide fu il sorriso di Yocchan, ancora più bello con le
labbra
arrossate. Sapere che era stato lui, a conciargliele a quel modo, lo
fece sorridere. Allora un dubbio inaudito lo assalì.
Oh, ti prego
dimmi che non è un sogno...
La ragazza
sembrò leggere il
tormento amletico, direttamente dai suoi esilaranti tratti facciali:
- A cosa stavi pensando
Ryoga? - le
braccia alzate su di lui e le mani ancora intrecciate dietro la nuca.
Mani che cercavano di affondare le dita su quelle ciocche morbide e
spettinarle a piacimento.
Ma non riuscì
a formulare risposta. Il rumore dei fuochi, il bagliori dei primi
festeggiamenti
dell'anno nuovo, si misero di mezzo.
Era già mezzanotte! Quanto tempo avevano discusso? Si era
completamente dimenticato del resto!
- Vieni –
E presale la mano, trascinandola a passo gentile, la portò fuori.
Epilogo: Vissero tutti felici e contenti, a turni di giorni alterni, Iori per amore di Akari, o per pressioni di Ryoga, non c'è dato saperlo, diventò un controllore fiscale, lavoro che gli riusciva bene, visto la sua precedente esperienza...!
***§-------------------------- The End
-----------------------------§***
*Solo un appunto su
Akari, presto publiccherò uno spin-off su di lei, collegato
a questa storia, una semplice one-shot.
Arrivati a questo punto,
devo riconoscere che siete stati coraggiosi XD!
(Inchino) Passo a
salutarvi (sigh, soab ...T__T...)
Maryku: il nome
Yocchan piace molto anche a me, sei sempre stata una delle
più veloci a commentare^__-grazie cara!
Ramarrogiallo: Una
new entry! Che bella sorpresa, scoprire una nuova lettrice -^-^-grazie
per il commy!
Lavs: Come vedi la
storia di Akari ( che è la coprotagonista per eccellenza
della storia ) e Iori, l'ho voluta mettere nero su bianco. Mi
piace l'idea che lei non capisca il mestiere di Iori... che infondo,
infondo è un bravo ragazzo...(Happosay: garantisco io, ne
farò un mio discepolo! X°°D)
Su Ukyo e Ryoga, ho cercato di non tralasciare nulla. Grazie per i tuoi splendidi commenti, Lavy!
Kuno: Se
Fuuya ha passato la prova papu, allora non ho veramente nulla di cui
preoccuparmi-^__^-! Tranquillo, non importa quando commenti,
la puntualità non mi interessa visto il tuo ultimo
resoconto, preciso ed esauriente! Pure sono contenta di non essere
troppo indovinabile XD, credevo che
Zampalesta, potesse essere un indizio già
percepibile... Cmq ti ringrazio, anche perché in un certo
senso, senza le tue riflessioni su "Una serie di sfortunati
eventi" questa storia non sarebbe mai nata, e non mi sarei tanto
scervellata XD!
Un ringraziamento particolare anche ad Aleberyl, Devilmaycry ed Emily la stramba e Okkiblu,
thank's-*__-!
Grazie ancora
e ancora di cuore a tutti voi!
Laila
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