Mélo
Mélo
La
maggior parte della gente nasce per essere normale.
Bambine che giocano con le loro Barbie, i capelli di nylon biondi e
ricci, il sorriso smagliante, gli occhioni azzurri. Bambini che fanno
sfrecciare le loro macchinine su e giù per artigianali piste
di libri, righelli e lego.
Adolescenti sempre contenti, mediamente intelligenti, lunghi orecchini
a pendaglio e lucidalabbra rosa, sneakers nere e t-shirt tinta unita.
Adolescenti mano nella mano, occhi negli occhi, maschio-femmina.
Sposi felici, genitori orgogliosi e, a volte, pronti a tirarsi dietro
qualsiasi corpo contundente solido di fronte alla scrivania lucida di
un esasperato avvocato divorzista che pensa alla pensione come sua
unica ancora di salvezza.
E, in fondo al percorso, la luce di una vita eterna, o del Nirvana, o
qualcos’altro (generalmente un po’ di Purgatorio e
forse il Paradiso).
Io sono nata per bruciare, per consumarmi, per accennare a spegnermi e
poi esplodere, per poi estinguermi di nuovo e deflagrare ancora e
ancora, con furore, con rabbia, con maestà.
Cresciuta per non stare mai ferma, per vivere, per sbucciare il mio
corpo come una cipolla, strato per strato, finché non resta
solo il cuore, nudo, pronto per essere ferito; ma è
un’anima che brucia, che scotta.
Più la infilzi, la muovi, più lei si riaccende e
cresce, e si autoalimenta, come quanto agiti le braci con
l’attizzatoio.
E assorbe tutto ciò che tocca, e che ogni cosa porta
all’estremo, e che si sfrutta ed è sfruttata in
pari misura, e che si spreme come un limone, fino all’ultima
goccia dolceamara.
Abbracciami, stringimi, stritolami fino a spaccarmi le ossa. Tu non sai
che in realtà sono io che avvinco, io che ti soffoco, io che
ti trascino. Io che ti assorbo dentro il mio furore, la mia rabbia, che
ti sfinisco, che ti prosciugo.
Perché tu non sai bruciare come me, non sai che tutto
può essere un estremo: l’amore,
l’amicizia, la lealtà, la passione,
l’odio.
Io sono Anna Karenina, Violetta Valery, Aida ma anche Janis Joplin,
Marlene Dietrich e Cristina di Svezia.
Io succhio, succhio gli sguardi, la vita, l’essenza.
Io sono Melodramma, con le sue sciocche cadute, la sua magnificenza, la
sua acidità e la potenza delle sue note, fuoco dissonante e
scala al paradiso.
Io voglio il mondo, voglio l’Olimpo, voglio voglio voglio
voglio voglio che tutto bruci come me con me sempre.
Io. Ego. Me.
E finisco.
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