"Vuoto...si,
è così che mi sento, un involucro senz' anima, condannato a vivere,
impossibilitato alla morte, l' unica cosa che potrebbe placare questa sensazione,
questo tormento che percuote il mio cervello".
Sono un
essere al di fuori del tempo, la mia famiglia, i miei amici, ho scoperto che
tutti, prima o poi, avevano lasciato questo triste mondo.
Ho passato
cinquant' anni, forse più, a chiedermi il significato della parola
"vita":
Perchè
vivo, perchè esisto, cosa mi riserva il grande disegno? Ho avuto molto tempo
per rifletterci, eppure,in questo lasso, non sono ancora riuscito a
rispondere a queste domande.
Mi siedo
al bancone di un Pub, voglio smettere di pensare, voglio che la mia mente sia
sgombra, almeno per qualche ora, da questi pensieri, e dal suo ricordo.
Alzo
tristemente gli occhi al cielo, e subito la sua immagine affolla il mio
pensiero, Yuffie...
Rimembro
ancora quel giorno, quando le diedi l' ultimo bacio, prima di vederla morire,
divorata dal lento scorrere del tempo.
Ho tentato
più volte di raggiungerla, ma, purtroppo, il Dottore aveva pensato proprio a
tutto...vinto da un istinto di sopravvivenza proprio solo nelle bestie, mi
rassegnai al mio destino: sarei rimasto solo, per l' eternità, senza uno scopo,
senza un sogno, senza di lei...
Lei
avrebbe tanto voluto dei bambini, ma ho fallito, anche in questo.
Ho sempre
fallito, in tutto quello che facevo: come Turk, come persona, come marito...non
sono mai riuscito a combinare nulla di positivo nella vita.
Abbasso lo
sguardo, cerco di trovare un nascondiglio, che mi schermi dal triste ricordo
della mia vita precedente, se così si può definire. Si sa, senza il proprio
contrario, una cosa non può esistere realmente, perchè è proprio il contrario a
stabilire tale cosa.
Questo
vale anche per la vita, che senza una morte, è priva di significato.
Tsk,
dovrei smetterla di farmi queste seghe mentali, non mi portano da nessuna
parte.
Ordino un
altro Vodka, dopo di che, esco dal locale e mi fermo a contemplare un magnifico
cielo stellato.
Crudele,
persino questo mi appare come un ulteriore tortura, mi ricorda i giorni felici
della nostra unione, quando, mano nella mano, passeggiavamo per le vie
deserte della città, illuminati solo dall' evanescente luce lunare.
Quant' ero felice in quel frangente, quanti sogni, quanti progetti, tutti
svaniti come un sogno, che ha lasciato posto a questo incubo.
Sono le
due di notte, ormai...non ho sonno, ma spero di sognarla, di rivedere quel
sorriso, ancora una volta, una volta soltanto.