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Tsurugi brothers.~
#Love.
○ Autrice:
Amber.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Amore.
○
Genere: fluff - comico.
○ Note Autrice: Dopo
secoli, eccomi qua. Mi scuso per il mio essere ritardataria, ho dovuto
combattere contro i miei impegni e la mia scarsa autostima per tornare
a scrivere. Ma su, diciamo che... ce l'ho fatta.
Ora, immaginatevi di trovarvi a spiegare ad un bambino di 6 anni
cos'è l'amore e... e lo scoprirete leggendo cosa
accadrà. Premetto che il capitolo è
più lungo rispetto agli altri, ma spero che possa comunque
essere di vostro gradimento!
ps: al solito ringrazio la mia cara beta-reader!
Quanti altri ragazzi
potevano ottenere un appuntamento dalla ragazza più bella e
gentile della scuola? Effettivamente non c'era una vera e propria
risposta sensata, e forse era proprio la domanda stessa a non avere una
sua logica; ma in fondo che importava?
Quello che ora provava lui era amore, forse vero: un sentimento che
bruciava come il fuoco nel suo petto e che a volte gli impediva di
chiuder occhio la notte. Non si sarebbe tirato indietro.
Era questo ciò su cui Yuuichi rifletteva, mentre
attentamente osservava la sua immagine riflessa tentando di scovarne la
più piccola imperfezione. Oggi avrebbe avuto il suo primo
appuntamento - sempre se un incontro fra undicenni nel parcogiochi
della scuola si potesse definire tale -, doveva assolutamente essere
perfetto, tra i suoi programmi non rientrava alcuna brutta figura.
Puntò gli occhi sullo specchio all'altezza del suo viso, e
fece scivolare per l'ennesima volta la mano fra i capelli. Dopo aver
sistemato anche la giacchetta di jeans, si lasciò cadere
stancamente sul divano, rilassandosi. Lanciò uno sguardo al
suo orologio da polso, arrivando ad una conclusione: tra poco sarebbe
giunto il momento di andare.
Trasalí. Il suo battito cardiaco era notevolmente aumentato,
e senza che se ne fosse accorto aveva preso a torcersi nervosamente le
mani.
«Nii-san!» quella squillante voce fu la sua ancora
di salvezza, in quel momento. Il maggiore si voltò a
guardare il suo interlocutore, sorridendo - se non fosse stato per
Kyousuke ad interrompere i suoi pensieri Yuuichi era più che
certo che avrebbe preso a sudare, rendendo inutili le due ore passate
dentro la doccia fra bagnoschiuma di ogni tipo e profumi.
«Oh, Kyousuke!» Disse infine, avvicinandosi al
più piccolo e posandogli una mano sui capelli. Dalla luce
che brillava negli occhi del bimbo e dai tratti contratti in un sorriso
a trentadue denti, era ben prevedibile dove avesse intenzione di andare
a parare.
«Andiamo a giocare?» Come previsto.
«Non posso ora, tra poco devo andare ad un appuntamento
importante.» Yuuichi tentò di essere meno crudo
possibile nella sua risposta, illustrando il suo validissimo motivo per
rifiutare. Nonostante questo, però, il minore non perse
occasione per imbronciarsi: gli sarebbe piaciuto ricevere
più attenzioni da parte del fratello!
Kyousuke sospirò sconsolato portandosi le braccia dietro la
testa e facendo per andarsene. Yuuichi sentiva di averlo deluso e in
una parte gli dispiaceva, sentiva i sensi di colpa formicolargli
nell'animo. Dall'altra sapeva di aver fatto una scelta giusta; non
poteva sempre essere a disposizione di quel piccoletto!
Raggiunse nuovamente il divano, sdraiandosi e serrando le palpebre con
la sicurezza che l'altro se ne fosse finalmente andato e ora potesse
godersi un po' di pace.
«Cos'è un appuntamento?» Di nuovo,
uffa!, pensò alla domanda del più piccolo che lo
invitò a distaccare le palpebre. Alzò gli occhi
al cielo, per poi trovarsi a ridacchiare.
«Beh, è... un incontro speciale che le persone
fanno quando, ehm... si amano!» arrossì Yuuichi
tentando, forse inutilmente, una spiegazione logica.
L'altro inclinò la testa, assumendo un cipiglio piuttosto
confuso.
«Quando due persone si... amano? Cioè?»
Sulle gote di Yuuichi quel rossore aumentò notevolmente, e
tossicchiò un po' prima di iniziare a riflettere. Il quesito
era abbastanza inaspettato, e trovarne una risposta adeguata e chiara
anche per un bambino di sei anni era un'impresa ardua.
«Beh, l'amore... ahem... quando due persone si vogliono
davvero tanto bene!» rispose con una voce incredibilmente
acuta, mentre nervosamente si torceva le mani. Ecco, di nuovo
l'agitazione a tormentarlo. Ma non era l'agitazione che provava con
Ami, era ben diversa questa: un imbarazzo ben diverso ma che comunque
non poteva classificarsi in un posto secondario. Era strano trovarsi a
parlare di cose del genere con un bambino di quell'età e
cercare un significato ad un sentimento a cui lui riusciva solo a
trovare un nome.
«Ora devo andare, Kyousuke!» gridò
Yuuichi iniziando a correre verso la porta d'ingresso, un po'
più per sfuggire da quell'imbarazzante situazione, che per
il ritardo. Purtroppo, la minuta mano di Kyousuke che lo
afferrò per la maglietta lo costrinse ad interrompere il suo
cammino.
«Ti amo nii-san!»
«Kyousuke, c-che--?!» gridò Yuuichi
imbarazzato e consapevole che il piccolo non fosse a conoscenza del
significato di ciò che aveva appena detto. Si
portò una mano sul viso sospirando sommessamente, sconsolato.
«Kyousuke, certo che non capisci nulla!» ormai si
era stufato di tentare inutilmente di spiegargli.
«Come? Lo hai detto tu, "quando due persone si vogliono
davvero tanto bene", e io ti voglio davvero tanto bene...! »
Era ufficiale, era pessimo nel farsi comprendere dai bambini.
«Quando sarai grande capirai da solo cos'è
l'amore.» accarezzò con dolcezza la fronte del
piccolo, poi con uno sguardo fugace osservò l'orologio: era
in ritardo.
Senza dire nulla subito corse via, lasciando in salotto, da solo e
perplesso, il povero Kyousuke.
Mah, pensava lui: qualsiasi cosa fosse questo amore faceva solo perdere
la testa.
Abbassò lo sguardo ambrato, notando immediatamente le scarpe
di Yuuichi abbandonate sul pavimento. Forse quando avrebbe iniziato a
camminare per strada a piedi nudi se ne sarebbe accorto... forse. Fece
spallucce sbattendo qualche volta le palpebre, dopodiche anche lui
lasciò la stanza, con un pensiero: quando sarebbe diventato
grande avrebbe voluto di tutto tranne capire cos'era quell'amore, o
quantomeno sperava che non gli sarebbe finita come il fratello.
*
«D-Dove sono le mie
scarpe?!»
...
Kyousuke rise.
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