cap.2
Il legame nella morte
Capitolo secondo
-Addio Luna-
[...] Mentre lei si era diretta verso una meta lussureggiante, lui
rimaneva lì... Ad affrontare da solo gli incarichi che gli
venivano affidati e a mantenere quel precario equilibrio tra
l'oltremondo e la Terra.
Da mesi si era preparato a quel momento, i Custodi lo avevano avvisato
Per ringraziarti dal lavoro svolto gli avevano detto.
Subito non gli aveva dato ascolto, come poteva? Hinata era in
splendida forma e aspettava un bambino, poi però capì che
non avrebbero potuto mentirgli... Neanche se avessero voluto.
Nei mesi che le rimasero le fece vivere inconsapevolmente tutte le
avventure che desiderava, le fece gustare una vita intera in quel poco
tempo che le rimaneva.
Ma ora che a lui gli mancava veramente un'eternità per ricongiungersi a lei... Come avrebbe fatto?[...]
Era arrabbiato, una rabbia ingiusta e cieca. Non c'era ragione di esserlo,
non era colpa di nessuno se sua moglie aveva contratto una malattia incurabile.
Ma il bambino? Non aveva alcuna colpa...
Inconsapevolmente strinse nel pugno la collana con un lucente zaffiro, come
era tradizione l'avrebbe dovuta regalare al figlio appena raggiunta la maggiore
età.
Non ti conoscerò mai una vita portata via
troppo presto.
Quando alzò lo sguardo dal marciapiede, che fino a quel momento era stato il
suo muto accompagnatore, si accorse di essere arrivato alla Kyuubi Investigazioni.
Aveva deciso di non chiudere qualche giorno per celebrare il lutto.
Hinata non avrebbe voluto che lui fermasse la sua vita e i suoi doveri per lei,
ma non aveva, anche lui, il diritto di soffrire?
Il ciondolo bruciò leggermente.
"Neanche in questo momento mi lasciate in pace?" sbottò
arrabbiato, si guardò intorno e notò una panchina.
Sospirò convincendosi che si sarebbe sicuramente inzuppato.
Trattenendo il respiro si sedette sul ferro bagnato, sentì un freddo umido
bagnargli maggiormente le gambe e la schiena,
"Bagnato per bagnato" si consolò scostandosi i capelli zuppi dalla
fronte.
D'un tratto de palpebre si fecero pesanti ed il mondo fu come se si
spegnesse per alcuni attimi.
Non esisteva più nulla.
Si trovava nella completa oscurità, un posto che gli era sempre stato
famigliare... Era una parte di lui e lo aiutava sempre a pensare.
"Naruto!" la voce roca gli fece fare un salto dallo spavento,
"Quante volte ti devo dire si non apparirmi alle spalle?" affermò
il biondo iracondo voltandosi.
Lentamente una luce rossa e calda si irradiò e fece in modo che gli occhi
azzurri del ragazzo potessero vedere quello che li circondava.
Il pavimento era formato da un fluido incorporeo azzurro e le pareti non
esistevano, si trovava in uno spazio infinito nel quale alleggiavano bolle
d'aria.
"Cosa vuoi Kurama?"
"Non posso avere semplicemente voglia di vederti?" replicò l'uomo
dai lunghi capelli color fuoco,
"Non ho tempo per ascoltare le tue stupidate" non era la giornata
giusta e Kurama lo capì dai sentimenti burrascosi che riusciva a percepire nel
corpo del suo partner di lavoro,
"Volevo solo avvisarti che c'è stata un'altra fuga
dall'Oltremondo"
"Ancora? Ma non avevate aumentato le protezioni?" l'uomo alzò gli
occhi viola al cielo,
"Ci dev'essere qualcuno nel tuo mondo che interferisce con il
varco" il biondo si lasciò cadere esausto, dal nulla apparve una poltrona
che gli impedì di cadere in terra.
Da quando aveva ereditato l'incarico di Legame c'erano state sempre più
fughe... L'Oltremondo racchiudeva tutte le anime corporee dei defunti del loro
mondo e i due luoghi erano divisi da un varco custodito da una generazioni di
uomini chiamati 'Legame'.
Dovevano riuscire, insieme ad un demone scelto, a mantenere un certo
equilibrio. Le anime non dovevano tornare nel mondo reale e agli uomini veniva
impedita l'entrata nell'Oltremondo.
"Può essere l'opera di un sensitivo?" chiese Naruto sperando di
cavarsela velocemente.
"Non credo, i sensitivi possono intravedere le ombre delle anime
attraverso il varco ma non hanno il potere di mutare tale situazione"
"Quante sono le fughe per il momento?" Kurama fece apparire un
fascicolo nelle mani del ragazzo,
"Sono sette, lì ci sono le loro schede. Dacci un'occhiata e fammi
sapere qualcosa"
"Bene" si alzò dalla poltrona e lo guardò dritto negli occhi,
"Se è tutto vado"
"C'è ancora una cosa" il giovane si stupì, credeva avesse finito,
"Mi dispiace per quello che ti è successo" continuò, Namikaze
sgranò gli occhi e lo guardò allibito,
"Non credevo provassi sentimenti" affermò ironico,
"Non scherzare biondino, sarò un demone ma sono vivo come chiunque altro.
Ho un cuore sai?" terminò battendosi un pugno sul petto che teneva
scoperto, era solito portare solamente dei pantaloni morbidi neri in seta. Ogni
volta il biondo si chiedeva se non provasse freddo, ma poi si ricordava che era
l'entità del fuoco.
"Ho capito ho capito... Grazie mi fa piacere" un grande sorriso
nacque sul suo volto,
"Non fingere con me Naruto, piangi quando sei triste... Non sorridere,
fai vedere la tua sofferenza"
Da quando la loro conversazione aveva preso una piega del genere?
"Preferisco che le persone condividano la gioia con me... Non
permetterò loro di accumularsi il mio dolore"
Kurama sospirò, quello era un discorso perso in partenza.
"Lascia che ti mostri una cosa" unì i palmi delle mani come se
pregasse, poi lentamente le allontanò. Una grande sfera rossiccia incorporea
iniziò a volteggiare tra loro.
Al suo interno delle immagini presero corpo.
"E' giunta presto da noi, ha deciso di andare avanti ma come sempre
potrà visitare l'Oltremondo quando vuole" ma Naruto non lo stava più
ascoltando, la sua attenzione era rivolta verso le immagini mostrate.
Le due sagome dai lunghi mantelli viola avevano fatto appena in tempo ad
appoggiare l'anima di Hinata su una piattaforma di perla, che il corpo di sua
moglie prese forma.
Era nuda ma il pensiero non parve turbarla,
"Sono morta" disse solamente, non era una domanda ma un affermazione.
I due non risposero, alzarono e braccia vero l'alto e una luce eterea apparve.
"Andrai avanti?" domandò una voce soave e limpida. La donna si
portò una mano al ventre,
"Il mio unico rimpianto è non essere riuscita a dare la vita al mio
piccolo"
"Sarà con te per sempre" un fagotto apparve tra le braccia di
Hinata che, contenta e con le lacrime agli occhi, si rivolse alla luce,
"Vado avanti, so che anche lui lo farà" dopo quelle parole i due
uomini scomparvero lasciandola sola. Ad incominciare dai piedi, il corpo si dissolse
in polvere dorata che si innalzò nel cielo facendole raggiungere l'apice della
perfezione.
Quindi la sfera ritornò vuota e con un gesto della mano il demone la fece
scomparire, poi si voltò verso Naruto e vide le lacrime che rigavano il suo
volto,
"Naruto"
"Non ho niente... Anzi, ti ringrazio. E' veramente molto importante per
me" vedere Hinata e suo figlio insieme era stato bellissimo ma allo stesso
tempo angoscioso.
Gli era sembrato di vedere uno squarcio di un futuro ipotetico, dove poteva
abbracciarli ed amarli entrambi.
Un futuro impossibile.
Erano andati avanti e non poteva più fare niente.
"Ascolta, volevo solo che vedessi la scelta che ha fatto e soprattutto
il perchè"
"Non farò come mio padre Kurama" si asciugò le guance con la
manica della camicia,
"Andrò avanti"
"Non cercare di incontrarla"
"Ho detto che non lo farò! Conosco i miei doveri e i miei limiti"
lo sguardo che gli rivolse parve una saetta ghiacciata ed il polsino di rubini,
che portava come simbolo della loro unione, gli sembrava veramente caldo.
A volte sembravano una persona sola, condividevano sentimenti e paure. Non
gli era mai successo con nessun altro Legame.
"Ora vado, appena scopro qualcosa ti faccio sapere" liberò la
mente senza aspettare risposta e lentamente il mondo ricomparve.
"Signore? Sta bene?" un bambino dai folti capelli neri lo stava
osservando preoccupato,
"Sembrava che fosse morto"
"Scusa piccolo, ero sovrappensiero" quindi gli scombinò i capelli,
"Allora ciao" corse via raggiungendo un gruppetto di amici
dall'altra parte della strada.
Naruto si guardò il grembo e vide il fascicolo che Kurama gli aveva rifilato,
"Altro lavoro" si alzò dalla panchina e si diresse verso la sede
della sua agenzia investigativa.
Prima di entrare prese un profondo respiro e si appurò di nascondere i
sentimenti dietro una maschera di finta spensieratezza.
"Buongiorno!" i collaboratori e i subalterni che si trovavano già
negli uffici lo guardarono stupiti, poi ricambiarono il saluto.
Una ragazza dai capelli tinti di uno strano colore roseo gli si avvicinò
minacciosa,
"Baka! Ti avevo raccomandato di stare a riposo"
"Ciao Sakura-chan, non dovresti essere all'ospedale?La primaria non
dovrebbe assentarsi"
"Sono venuta a controllare che tu mi dessi retta, ma ovviamente hai
fatto di testa tua"
"Dai Sakura, sto bene. La vita va avanti, lo sai"
"Ma non lo stesso giorno del funerale" Naruto continuò a
sorriderle e a guardarla con un espressione allegra e piena di vita, come se
stesse ringraziando quello che la vita gli offriva.
"Smettila di fare così! Ti darò un motivo per stare fermo in una stanza
d'ospedale" quindi incominciò a rincorrerlo minacciando di pestarlo finche
non fosse stato più in grado di alzarsi sulle proprie gambe.
I dipendenti li osservarono spensierati. Era bellissimo lavorare con Naruto,
era come essere investiti da un sole pieno di vita e di allegria che li
liberava dai pensieri e dalle tristezze.
Ma chi avrebbe protetto il sole dalle nuvole ora che aveva perso la sua
luna?
Spero che sia un pochino
più chiaro il collegamente tra il Mondo e l'Oltremondo ^^''
Personalmente ho tutto molto chiaro ma è molto difficile mettere
le idee per iscritto.
Inoltre c'è una notevole
differenza tra l'Oltremondo e qualsiasi altra zona ci sia dopo...
Infatti se avete notato Hinata ha scelto di andare avanti, di
proseguire quindi il cammino verso il proprio 'Paradiso' con il figlio.
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e se avete bisogno di qualche chiarimento :)
A presto!!
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