Note: volevo qualcosa da
postare veloce, con minima revisione, per riempire i vuoti di Doveri... e ho finito per
editare pesantemente anche questa double-flash. A volte dovrei solo
legarmi le mani.
Seconda e
ultima parte - puro fluffangst senza scusanti, siete avvisati :>
non mi riterrò responsabile per le carie. E c'è
qualcosa che ritornerà testuale in PFdC.
Buona overdose di zuccheri.
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II
Thor
si sveglia quando la prima luce del giorno supera le torri del
Válaskjálf
e si rifrange nei vetri della sua finestra, spruzzando oro pallido
sul pavimento a losanghe, sul letto, sui loro capelli. Apre gli
occhi, pervaso da un profondo senso di contentezza. Tutto è
silenzio, pace e il respiro tranquillo della persona che ama.
Sorride,
protendendo un braccio.
«Buongiorno,
regale promesso» mormora, toccando una guancia di Loki.
«Posso
invitarvi a colazione?»
Dopo
un attimo Loki alza una palpebra, la riabbassa e si tira le coperte
sulla testa.
«Thorr»
brontola. «E' troppo presto per le idiozie. Lasciami
stare.»
«Oh,
perdonami. Consorte.» Il suo respiro
tradisce la risata.
«Promesso è quello di cui non si conoscono le
grazie.»
Loki
s'immobilizza. Poi Thor si ritrova il lenzuolo in faccia e dita di
ghiaccio sotto la tunica e nei fianchi. Una crosta di brina corre
dove nessuna cosa fredda e tagliente dovrebbe arrivare.
Lancia
un'esclamazione, ride, lo spinge fin quasi giù dal letto.
«Thor!»
Si
azzuffano per qualche minuto, finché non riesce a bloccare i
gomiti
di Loki e ad arrotolarlo nelle coperte. Quando il fagotto è
ben
stretto, gli scopre il viso e lo bacia sulla bocca. Loki gli morde
un labbro.
«Il
tuo rispetto per il riposo altrui non è aumentato, consorte.»
Thor
gli abbassa il mento, sorridendo da un orecchio all'altro, e cala di
nuovo su di lui. Loki decide di rimandare la punizione all'ora di
pranzo.
Una
volta tornato in superficie volta la testa dall'altra parte per
riprendere fiato.
«Bella
occasione per festeggiare» sbuffa, pungolando la spalla di
Thor col
mento, mentre lui gli carezza la schiena.
Thor
trattiene un sospiro. «Perché sempre
così pessimista.»
«Realista.»
«Non
sei felice, qui?»
«...Sì.
Lo sono. E' questo il punto.»
«Vivi
la vita con un po' di gioia, Loki. Non succederà
niente.»
Thor
si solleva su un gomito per vederlo meglio. Non c'è bisogno
che
continui. Ha la stessa espressione dell'altra volta, la prima volta,
quando Loki ha trovato il coraggio di aprirsi e mettere a nudo la sua
parte più orrenda, quando Thor lo ha preso per mano e gli ha
detto–
Tu
non sei un mostro. Hai
una coscienza, e hai ritrovato il tuo senso morale da molto tempo.
Loki
si ritira, incurva le spalle; si è sempre ammantato di ombre
quando
si sente esposto.
«Libero
di crederlo.»
Thor
lo gira sulla schiena con gentilezza e, mentre lui cambia colore per
guardarlo con occhi alieni (pieni di sfida, vulnerabili), gli prende
il viso fra le mani.
Non
brucia.
«E se
dovessi mai vacillare» dice, «se dovessi perderla
di vista, sarei
io la tua coscienza, come tu sei la mia astuzia e la mia
erudizione.»
Loki
inarca le sopracciglia. « E' questo il piano? Puntellarci a
vicenda
per mantenere l'equilibrio? Ti credevo più
romantico.»
Parole
pungenti – accendono in Thor un fuoco che divampa, divampa,
divampa. E' nei suoi occhi.
«L'equilibrio
della felicità» gli mormora contro la bocca, in
tono di rimprovero.
«Insieme, a rinnovare il mondo come fecero Bor e
Bestla.»
Anche
la voce di Loki è bassa quando risponde. «Anche
loro due folli.»
«Coraggiosi»
gli dice, carezzandogli una guancia blu col pollice. Loki viene
attraversato da un tremito. «Ricompensati dalla fortuna. E
come
loro, scriveremo noi il nostro futuro, nessun altro.»
«Fosse
così semplice.»
«E'
semplice. Io voglio che tu abbia entrambe le corone che ti spettano,
perché nessuno possa più chiamarti intruso, e le
avrai. Se solo
accetterai.»
Si
guardano, nel bagliore crescente del sole.
«Sali
sul trono con me, Loki-Re.»
Pian
piano, il viso di Loki si distende.
«...E
tu sali sul mio, Thor Padretutto.»
- END -
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