Bellatrix era seduta sul divano di casa sua e di suo marito e fissava
Bellatrix
era seduta sul divano di casa sua e di suo marito e fissava, senza vederlo
realmente, un vaso di fiori posto sopra l’elegante camino, scuro, dinnanzi a
lei; il suo viso era stranamente rilassato in un sorriso dolce e pacato, che mai
nessuno le aveva visto in volto, fra le mani aveva un pezzo di pergamena, ormai
rovinato da quante volte lo aveva stretto fra le mani aristocratiche e
assassine.
La donna si
era appena svegliata e non aveva trovato, neanche quella mattina, il marito
accanto a lei, non che le importasse particolarmente ma… Perché si sentiva vuota
e fragile quando non era con lei? Perché sentiva la sua mancanza tutte le
mattine? Perché tutte le sere cedeva a lui e si lasciava andare completamente,
dimenticando dove fosse e chi era?
In quei mesi
aveva sempre pensato che a lui non importasse niente di lei; esattamente come
doveva essere… Un contratto… Ma allora perché quella mattina aveva
trovato quel biglietto, stranamente dolce… Quasi come se lui fosse innamorato?
Bellatrix
ghignò, l’amore che stupidaggine… eppure non poteva fare a meno di sorridere a
rileggere quelle poche righe scritte di fretta prima di uscire.
In questi
tre mesi, non sono stato molto presente, me ne dolgo…
Ti ho
osservato e ho capito che sei una donna forte e speciale, degna di essere una
Black, degna di essere una Lestrange; Forte come il nostro sangue puro e
immacolato… Combattiamo per la nostra causa, Moglie mia…
Le cose
presto cambieranno e noi, Purosangue saremo i padroni del mondo e lo epureremo
da questi schifosi Mezzosangue e figli di Babbani, indegni di usare un potere
tanto perfetto come la magia…
A questa
sera; ti spiegherò
Rodolphus
Lestrange.
La donna era
impaziente, voleva che arrivasse sera il prima possibile per poter parlare con
l’uomo per capire meglio quel che aveva accennato nel biglietto che le aveva
lasciato sul cuscino.
Alzò lo
sguardo, era quasi ora di pranzo, sospirò e si diresse verso la sua stanza, per
andare a vestirsi.
Dopo pranzo,
Bellatrix si diresse verso la serra dove aveva fatto portare le sue amate rose;
non aveva mai amato niente della vita, se non sé stessa e quei fiori, delicati
eppure tanto forti e pericolosi: belli. Con una mano sfiorò l’unica rosa bianca
della sua “collezione”, le piaceva proprio perché era l’unica, e perfetta; i
suoi petali bianchi e immacolati erano morbidi come la seta più pura e le sue
spine ferivano come neanche un coltello avrebbe saputo fare.
Si perse a
osservare la bellezza di tale fiore, così magnetico, così maledettamente diverso
da lei, tanto simile ai suoi genitori, fredda calcolatrice e cinica… Eppure
sentiva che dentro qualcosa stava cambiando… Non capiva cosa ma la faceva
sentire bene come mai era stata.
Ancora una
volta sorrise passando tra i suoi amati fiori, sotto l’arcata da lei costruita
con tanta pazienza e dedizione, accarezzando ogni singolo fiore per imprimere
nella sua mente ogni minimo particolare di essi.
“Bellatrix…”
La donna
sobbalzò al sentire la voce delicata della sorella minore.
“Narcissa…
Cosa ci fai qua?” sibilò acida, risvegliandosi dalla pace che aveva trovato
quella mattina.
“Sono venuta
a trovarti…” replicò timidamente la ragazza abbassando lo sguardo.
“E perché
mai, di grazia? Non dovresti essere con Lucius?” affermò cattiva la padrona di
casa allontanandosi con stizza dai fiori, senza fare attenzione, dove andava;
calpestando la rosa bianca tanto ammirata prima, notandolo si voltò e fissò per
qualche secondo la rosa, schiacciata a terra, inerme e debole… Ghignò, cosa le
poteva importare a lei di uno stupido fiore? Anche se l’aveva ammirato, adesso
l’aveva ucciso e non provava il minimo rimorso… Fredda e distante anni luce
dalla donna che era stata fino a pochi minuti prima, cosa le era successo?
Perché era stata così stupida da cedere, da credere in dei fiori? Non era da
lei…
“Io con un
idiota del genere non voglio neanche avere a che fare!” disse stizzita la bionda
seguendo la sorella dentro la grande e austera villa Lestrange.
Bellatrix si
sedette sul divano facendo segno alla minore di imitarla.
“Vuoi
qualcosa da bere?” domandò atona la mora.
“No”
“Allora cosa
ti porta qua, sorellina?” affermò sprezzante, Bellatrix.
“Avevo
voglia di rivederti, e poi nostra madre chiede quando hai intenzione di darle un
nipote” disse Narcissa ghignando, sapeva quanto, Bellatrix odiasse i bambini,
non poteva vederli; diceva sempre che erano solo una rottura di scatole e che
era inutile metterne al mondo.
“Penso mai…
Piccoli parassiti!” disse con rabbia la mora stingendo i pungi, conficcandosi
quasi le unghie all’interno del palmo della mano.
“Come vuoi,
riferirò…” rispose la bionda sorridendo maliziosamente.
Ci fu un
attimo di silenzio nel quale le due sorelle si scrutarono attentamente, l’una
alla ricerca della debolezza dell’altra; attaccare per non essere distrutte, era
questo che le avevano in segnato fin quando erano piccole: se sei debole verrai
ucciso…
“Allora,
Narcissa, tu quando pensi di sposarti con Lucius?” disse strafottente la mora.
“Che il
cielo me ne scampi! Spero mai!” replicò esasperata, la strega.
Bellatrix
sorrise malevolmente, adorava fare arrabbiare la minore, adorava fare arrabbiare
chiunque…
“Allora,
l’hai sentita?” affermò la padrona di casa, capendo che Narcissa le stava
tenendo segreto qualcosa.
“Sentita,
chi? Non so di cosa stai parlando, Bella” disse evasiva la bionda; non sapeva
mentire a Bellatrix che con i suoi occhi color pece, tanto profondi e perversi
la mettevano in soggezione; la spaventavano… Bellatrix la spaventava…
“Non
mentirmi, Cissy, ti sto parlando della traditrice di nostra sorella” replicò
fredda la mora.
“Io… Sì,
Bella…”
La mora si
alzò dal divano e le diede un poderoso schiaffo sul viso facendo arrossare la
candida e tenera guancia della ragazza.
“Non lo devi
fare! E’ una traditrice, Narcissa Black, vuoi per caso fare morire di crepacuore
i nostri genitori?” urlò arrabbiata la padrona di casa.
Narcissa si
alzò di scatto da dove si trovava, ormai era alta quanto Bellatrix e la poteva
benissimo guardare negli occhi; quella volta non si spaventò… Bellatrix era
diversa da quando era una ragazzina, ora i suoi occhi erano meno cattivi e
Narcissa era veramente arrabbiata con lei…
“Non mi devi
toccare, Lestrange!” disse con voce pacata e fredda la bionda mostrando
il suo lato più combattivo e pericoloso, quel lato che non mostrava mai, ma che
sapeva di aver preso da Bellatrix, quella parte di sé che la rendeva una vera
Black: orgogliosa e pericolosa.
“Perché cosa
fai se no? Eh, vai a chiamare la mamma?” replicò strafottente la mora
immergendosi nelle iridi tempestose della sorellina.
“No, Bella,
non sono più una bambina… So difendermi da sola!” disse Narcissa incrociando le
braccia sotto il petto.
“Certo, una
creatura delicata e fragile, sempre difesa da tutti adesso pretende di sapersi
difendere… Non dire sciocchezze!”
Narcissa
stava per replicare quando la porta del salotto si aprì facendo entrare il
marito di Bellatrix e una schiera di altri uomini e poche donne e dietro tutti,
una figura incappucciata, elegante e algida. La bionda osservò curiosa i nuovi
arrivati notando poi il suo futuro marito: Lucius Malfoy.
L’uomo la
guardò stupito, la futura moglie aveva uno sguardo assassino e gelido, le guance
arrossate e i capelli leggermente scomposto come se stesse litigando con
Bellatrix la quale li osservava con indifferenza e assoluta calma.
“Narcissa,
che piacere, averti qua” disse Rodolphus salutando la cognata che sorrise
forzatamente.
“Sì, ma me
ne stavo andando!” replicò fulminando la sorella che ghignò perfida.
“Già, non ci
siamo trovate molto d’accordo oggi, vero sorellina?” constatò acida la
mora.
“Infatti,
con permesso vostro, io tornerei a casa” disse lei riferendosi al cognato che
annuì leggermente.
“Ma, non sta
bene che tu te ne vada da sola; forse Lucius può accompagnarti…” disse lui
facendo segno all’amico di andare con la futura moglie.
“Posso
andare benissimo da sola!” replicò lei infervorandosi.
“Narcissa,
non essere sciocca, ti accompagno a casa.” Disse con falsa gentilezza il biondo
prendendola per un braccio tirandola delicatamente verso la porta d’ingresso.
“Non c’è
bisogno, e poi so camminare da sola; Malfoy!” affermò lei strattonando con
rabbia il braccio per allontanasi da lui, facendo ridere tutti i presenti;
Lucius Malfoy messo a posto da una donna, una ragazzina…
“No, io ti
accompagno!”
“Fai come ti
pare, addio Bellatrix, Rodolphus…” disse lei prima di sparire dietro la porta
del salotto.
Lucius fece
per seguirla quando la figura incappucciata richiamò la sua attenzione.
“Lucius, ha
scelto proprio una moglie davvero graziosa… Ti metterà i piedi in testa, prima o
poi…” sibilò con voce fredda e bassa a modo di scherno.
“Per questo
sarà divertente sottometterla…” replicò Lucius uscendo dal salotto.
Ma non
sapeva quanto si sbagliava, Narcissa non si sarebbe mai fatta sottomettere da
nessuno…
La donna
aspettava con impazienza il futuro marito, battendo un piede ritmicamente
sull’acciottolato dinnanzi alla villa della sorella; se c’era una cosa che
odiava era aspettare le persone.
Il portone
d’ingresso si aprì e ne uscì Lucius che le sorrise meccanicamente facendole
segno di precederlo e senza una parola si diressero fuori dai confini si
Lestrange’s Manor.
My Space:
Scusate tanto
ma cn il lavoro e le altre Ff trovo pochissimo tempo per aggiornare... Cmq
Grazie a tutti quelli che leggono e agli 11 che hanno messo la ff fra i
preferiti.. E sopratutto a:
Stelle 4ever: Oddio sai che mi
hai fatto venire i lacrimoni agli occhi? Miiii grazie tante per la recensione e
spero che questo capitolo ti piaccia Grazie ancora^_^ Kiss Debby
MARTY_CHAN94,: Grazie tante per la
recensione ^_^ spero di averti incuriosito ancora XD Kiss Debby
Sophonisba,: Ehm le sgrammaticature
sn tt distrazioniXD putroppo non sn molto attenta e quando scrivo mi faccio
prendere e non controllo quasi mai xk ho paura k l'ispirazione vada a farsi
benedireXD Sinceramente sto ancora pensando al finaleXD Kiss Debby
CallieAM: Amorrreeeee miii ma lo
sai che tvttb anchioXD comunque grazie ancora per la recensione e ancora
auguroni^_^ Kissssssssss Debby
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