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Autore: SlytherinPrincess    15/06/2008    5 recensioni
“Smettila, Cissy, sono tutte cavolate, l’amore non esiste!” “Bellatrix, finiscila, lasciale credere in quel che vuole!” “Non è più una bambina, Andromeda, ormai ha sedici anni è il momento che smetta di sognare! L’amore non esiste è solo un contratto stipulato per mantenere il sangue puro!” Tre sorelle Una cinica e calcolatrice, una romantica e ribelle e una dolce e determinata... Eppure tanto fragli; così diverse eppure tanto fragili e simili nella loro diversita...
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorelle Black | Coppie: Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Bellatrix era seduta sul divano di casa sua e di suo marito e fissava

Bellatrix era seduta sul divano di casa sua e di suo marito e fissava, senza vederlo realmente, un vaso di fiori posto sopra l’elegante camino, scuro, dinnanzi a lei; il suo viso era stranamente rilassato in un sorriso dolce e pacato, che mai nessuno le aveva visto in volto, fra le mani aveva un pezzo di pergamena, ormai rovinato da quante volte lo aveva stretto fra le mani aristocratiche e assassine.

 

La donna si era appena svegliata e non aveva trovato, neanche quella mattina, il marito accanto a lei, non che le importasse particolarmente ma… Perché si sentiva vuota e fragile quando non era con lei? Perché sentiva la sua mancanza tutte le mattine? Perché tutte le sere cedeva a lui e si lasciava andare completamente, dimenticando dove fosse e chi era?

 

In quei mesi aveva sempre pensato che a lui non importasse niente di lei; esattamente come doveva essere… Un contratto… Ma allora perché quella mattina aveva trovato quel biglietto, stranamente dolce… Quasi come se lui fosse innamorato?

 

Bellatrix ghignò, l’amore che stupidaggine… eppure non poteva fare a meno di sorridere a rileggere quelle poche righe scritte di fretta prima di uscire.

 

In questi tre mesi, non sono stato molto presente, me ne dolgo…

 

Ti ho osservato e ho capito che sei una donna forte e speciale, degna di essere una Black, degna di essere una Lestrange; Forte come il nostro sangue puro e immacolato… Combattiamo per la nostra causa, Moglie mia…

 

Le cose presto cambieranno e noi, Purosangue saremo i padroni del mondo e lo epureremo da questi schifosi Mezzosangue e figli di Babbani, indegni di usare un potere tanto perfetto come la magia…

 

A questa sera; ti spiegherò

 

Rodolphus Lestrange.

 

La donna era impaziente, voleva che arrivasse sera il prima possibile per poter parlare con l’uomo per capire meglio quel che aveva accennato nel biglietto che le aveva lasciato sul cuscino.

 

Alzò lo sguardo, era quasi ora di pranzo, sospirò e si diresse verso la sua stanza, per andare a vestirsi.

 

Dopo pranzo, Bellatrix si diresse verso la serra dove aveva fatto portare le sue amate rose; non aveva mai amato niente della vita, se non sé stessa e quei fiori, delicati eppure tanto forti e pericolosi: belli. Con una mano sfiorò l’unica rosa bianca della sua “collezione”, le piaceva proprio perché era l’unica, e perfetta; i suoi petali bianchi e immacolati erano morbidi come la seta più pura e le sue spine ferivano come neanche un coltello avrebbe saputo fare.

 

Si perse a osservare la bellezza di tale fiore, così magnetico, così maledettamente diverso da lei, tanto simile ai suoi genitori, fredda calcolatrice e cinica… Eppure sentiva che dentro qualcosa stava cambiando… Non capiva cosa ma la faceva sentire bene come mai era stata.

 

Ancora una volta sorrise passando tra i suoi amati fiori, sotto l’arcata da lei costruita con tanta pazienza e dedizione, accarezzando ogni singolo fiore per imprimere nella sua mente ogni minimo particolare di essi.

 

“Bellatrix…”

La donna sobbalzò al sentire la voce delicata della sorella minore.

 

“Narcissa… Cosa ci fai qua?” sibilò acida, risvegliandosi dalla pace che aveva trovato quella mattina.

 

“Sono venuta a trovarti…” replicò timidamente la ragazza abbassando lo sguardo.

 

“E perché mai, di grazia? Non dovresti essere con Lucius?” affermò cattiva la padrona di casa allontanandosi con stizza dai fiori, senza fare attenzione, dove andava; calpestando la rosa bianca tanto ammirata prima, notandolo si voltò e fissò per qualche secondo la rosa, schiacciata a terra, inerme e debole… Ghignò, cosa le poteva importare a lei di uno stupido fiore? Anche se l’aveva ammirato, adesso l’aveva ucciso e non provava il minimo rimorso… Fredda e distante anni luce dalla donna che era stata fino a pochi minuti prima, cosa le era successo? Perché era stata così stupida da cedere, da credere in dei fiori? Non era da lei…

 

“Io con un idiota del genere non voglio neanche avere a che fare!” disse stizzita la bionda seguendo la sorella dentro la grande e austera villa Lestrange.

 

 

Bellatrix si sedette sul divano facendo segno alla minore di imitarla.

 

“Vuoi qualcosa da bere?” domandò atona la mora.

 

“No”

 

“Allora cosa ti porta qua, sorellina?” affermò sprezzante, Bellatrix.

 

“Avevo voglia di rivederti, e poi nostra madre chiede quando hai intenzione di darle un nipote” disse Narcissa ghignando, sapeva quanto, Bellatrix odiasse i bambini, non poteva vederli; diceva sempre che erano solo una rottura di scatole e che era inutile metterne al mondo.

 

“Penso mai… Piccoli parassiti!” disse con rabbia la mora stingendo i pungi, conficcandosi quasi le unghie all’interno del palmo della mano.

 

“Come vuoi, riferirò…” rispose la bionda sorridendo maliziosamente.

 

Ci fu un attimo di silenzio nel quale le due sorelle si scrutarono attentamente, l’una alla ricerca della debolezza dell’altra; attaccare per non essere distrutte, era questo che le avevano in segnato fin quando erano piccole: se sei debole verrai ucciso…

 

“Allora, Narcissa, tu quando pensi di sposarti con Lucius?” disse strafottente la mora.

 

“Che il cielo me ne scampi! Spero mai!” replicò esasperata, la strega.

 

Bellatrix sorrise malevolmente, adorava fare arrabbiare la minore, adorava fare arrabbiare chiunque…  

 

“Allora, l’hai sentita?” affermò la padrona di casa, capendo che Narcissa le stava tenendo segreto qualcosa.

 

“Sentita, chi? Non so di cosa stai parlando, Bella” disse evasiva la bionda; non sapeva mentire a Bellatrix che con i suoi occhi color pece, tanto profondi e perversi la mettevano in soggezione; la spaventavano… Bellatrix la spaventava…

 

“Non mentirmi, Cissy, ti sto parlando della traditrice di nostra sorella” replicò fredda la mora.

 

“Io… Sì, Bella…”

 

La mora si alzò dal divano e le diede un poderoso schiaffo sul viso facendo arrossare la candida e tenera guancia della ragazza.

 

“Non lo devi fare! E’ una traditrice, Narcissa Black, vuoi per caso fare morire di crepacuore i nostri genitori?” urlò arrabbiata la padrona di casa.

 

Narcissa si alzò di scatto da dove si trovava, ormai era alta quanto Bellatrix e la poteva benissimo guardare negli occhi; quella volta non si spaventò… Bellatrix era diversa da quando era una ragazzina, ora i suoi occhi erano meno cattivi e Narcissa era veramente arrabbiata con lei…

 

“Non mi devi toccare, Lestrange!” disse con voce pacata e fredda la bionda mostrando il suo lato più combattivo e pericoloso, quel lato che non mostrava mai, ma che sapeva di aver preso da Bellatrix, quella parte di sé che la rendeva una vera Black: orgogliosa e pericolosa.

 

“Perché cosa fai se no? Eh, vai a chiamare la mamma?” replicò strafottente la mora immergendosi nelle iridi tempestose della sorellina.

 

“No, Bella, non sono più una bambina… So difendermi da sola!” disse Narcissa incrociando le braccia sotto il petto.

 

“Certo, una creatura delicata e fragile, sempre difesa da tutti adesso pretende di sapersi difendere… Non dire sciocchezze!”

 

Narcissa stava per replicare quando la porta del salotto si aprì facendo entrare il marito di Bellatrix e una schiera di altri uomini e poche donne e dietro tutti, una figura incappucciata, elegante e algida. La bionda osservò curiosa i nuovi arrivati notando poi il suo futuro marito: Lucius Malfoy.

 

L’uomo la guardò stupito, la futura moglie aveva uno sguardo assassino e gelido, le guance arrossate e i capelli leggermente scomposto come se stesse litigando con Bellatrix la quale li osservava con indifferenza e assoluta calma.

 

“Narcissa, che piacere, averti qua” disse Rodolphus salutando la cognata che sorrise forzatamente.

 

“Sì, ma me ne stavo andando!” replicò fulminando la sorella che ghignò perfida.

 

“Già, non ci siamo trovate molto d’accordo oggi, vero sorellina?” constatò acida la mora.

 

“Infatti, con permesso vostro, io tornerei a casa” disse lei riferendosi al cognato che annuì leggermente.

 

“Ma, non sta bene che tu te ne vada da sola; forse Lucius può accompagnarti…” disse lui facendo segno all’amico di andare con la futura moglie.

 

“Posso andare benissimo da sola!” replicò lei infervorandosi.

 

“Narcissa, non essere sciocca, ti accompagno a casa.” Disse con falsa gentilezza il biondo prendendola per un braccio tirandola delicatamente verso la porta d’ingresso.

 

“Non c’è bisogno, e poi so camminare da sola; Malfoy!” affermò lei strattonando con rabbia il braccio per allontanasi da lui, facendo ridere tutti i presenti; Lucius Malfoy messo a posto da una donna, una ragazzina…

 

“No, io ti accompagno!”

 

“Fai come ti pare, addio Bellatrix, Rodolphus…” disse lei prima di sparire dietro la porta del salotto.

 

Lucius fece per seguirla quando la figura incappucciata richiamò la sua attenzione.

 

“Lucius, ha scelto proprio una moglie davvero graziosa… Ti metterà i piedi in testa, prima o poi…” sibilò con voce fredda e bassa a modo di scherno.

 

“Per questo sarà divertente sottometterla…” replicò Lucius uscendo dal salotto.

 

Ma non sapeva quanto si sbagliava, Narcissa non si sarebbe mai fatta sottomettere da nessuno…

 

La donna aspettava con impazienza il futuro marito, battendo un piede ritmicamente sull’acciottolato dinnanzi alla villa della sorella; se c’era una cosa che odiava era aspettare le persone.

 

Il portone d’ingresso si aprì e ne uscì Lucius che le sorrise meccanicamente facendole segno di precederlo e senza una parola si diressero fuori dai confini si Lestrange’s Manor.  

 

 

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Scusate tanto ma cn il lavoro e le altre Ff trovo pochissimo tempo per aggiornare... Cmq Grazie a tutti quelli che leggono e agli 11 che hanno messo la ff fra i preferiti.. E sopratutto a:

 

Stelle 4ever: Oddio sai che mi hai fatto venire i lacrimoni agli occhi? Miiii grazie tante per la recensione e spero che questo capitolo ti piaccia Grazie ancora^_^ Kiss Debby

 

MARTY_CHAN94,: Grazie tante per la recensione ^_^ spero di averti incuriosito ancora XD Kiss Debby

 

Sophonisba,: Ehm le sgrammaticature sn tt distrazioniXD putroppo non sn molto attenta e quando scrivo mi faccio prendere e non controllo quasi mai xk ho paura k l'ispirazione vada a farsi benedireXD Sinceramente sto ancora pensando al finaleXD Kiss Debby

 

CallieAM: Amorrreeeee miii ma lo sai che tvttb anchioXD comunque grazie ancora per la recensione e ancora auguroni^_^ Kissssssssss Debby

  
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