'Ti
piace Harry?'
Aveva
solo sei maledettissimi anni, come poteva pormi queste domande alla
sua età?! Senza dubbio, qualcuno doveva avergli messo qualche
pulce nell'orecchio, non poteva essere stata una sua iniziativa... O
si? E se si, perché me l'aveva fatta? Cosa poteva interessare
a lui, se quel ragazzo mi piacesse o meno? Che poi... mi piaceva?
Dannazione,
si che mi piaceva, non c'era nessun bisogno che mi ponessi la stessa
domanda altre volte, mi piaceva. Mi piaceva come ad un
musicista piace la sua chitarra, mi piaceva come ad un cantante piace
la sua musica e mi piaceva come se fosse l'unica ancora a cui era
possibile aggrapparsi, per evitare di essere risucchiati in un
vortice.
Il
mio cervello era andato in tilt completo, avevo un assoluto bisogno
di essere spenta e riavviata.
Mi
sedetti sul letto prendendomi la testa tra le mani e cercando di dare
pace ai pensieri quando, pochi minuti dopo, la suoneria che avevo
messo per le chiamate di Harry, prese a suonare.
“Ciao”
'Ciao'
“Ehm..
spero che il tuo telefono sia a posto”
'Tranquilla,
per questa volta tuo fratello non ha bisogno di essere sgridato. Di
nuovo' sorrisi, pensando che in quel momento, molto probabilmente,
lui stava facendo lo stesso.
“Non
mi crederai mai se ti dicessi che, qualunque cosa avesse combinato,
avrei lasciato quella parte, molto volentieri, ai miei genitori.
Solitamente sono la persona dalla quale viene per essere consolato, e
non dirmi che lo vizio, perché... beh, perché è
mio fratello”
'Non
ho mai visto nessuno avere un rapporto di fratellanza come il vostro.
E' davvero splendido. Ma ancora non capisco la risposta che mi hai
dato l'altra sera al telefono'
Sospirai,
osservando il cassetto della scrivania chiuso a chiave.
“Forse
un giorno ti racconterò”
'Mi
piacciono i misteri e mi piacciono ancora di più le ragazze
che fanno boxe- il mio viso si colorò all'istante- perciò
verrai con noi domani. E non è una domanda.'
“Sapevo
a dove saresti voluto arrivare” ridemmo entrambi “Ma non
ti assicuro nulla, dipende da come mi sveglierò domani
mattina” sorrisi aspettando la sua risposta
'D'accordo'
d'accordo? D'accordo, era la sua unica risposta? Mi sarei
aspettata qualche supplica o una risata, ma non un d'accordo. Ma
questo mi dava la conferma che conoscevo ancora poco quel ragazzo e
ciò rendeva il tutto più intrigante.
*§*
“Gigì,
svegliati dai” mugolai qualcosa prima di rigirarmi nel letto e
infilare direttamente la testa sotto il cuscino per non essere più
disturbata, ma quella giornata male era cominciata e male sarebbe
terminata. Delle piccole manine continuavano a scuotermi e solo dieci
minuti dopo sentii quel fastidioso movimento cessare, ma avrei
preferito mille volte continuare a sentire quello, che ciò che
udii provenire dalla voce di Christian.
“Harry,
non si vuole svegliare” mi alzai di fretta dal letto riuscendo,
fortunatamente, a non cadere per terra e mi avvicinai alla porta
cercando di origliare
“Scusala,
Harry. Non ha mai dormito fino a tarda mattinata” trattenni un
urlo e sperando che papà non gli dicesse nient'altro,
m'infilai nuovamente in camera. Presi dei vestiti a caso e cercando
di non farmi vedere in pigiama- se quella maglietta striminzita si
potesse chiamare pigiama- e con i capelli alla rinfusa, mi rinchiusi
in bagno buttandomi sotto la doccia.
Cosa
diavolo ci faceva Harry in casa? Aveva esplicitamente detto che ci
saremmo sentiti per decidere a che ora ci dovevamo vedere, non che
sarebbe passato da casa di mattino presto. Cosa aveva dentro quella
testa bacata e bella?
Chi
mi aveva detto di accettare quello stramaledetto invito a fare boxe
con loro?
Non
facevo altro che pormi domande assurde e inutili, presa alla
sprovvista da quell'ospite improvviso.
Mi
vestii di corsa e pregando di non scivolare-come mio solito- nei
tappeti della cucina, che mamma insisteva risaltassero con il colore
delle pareti della stanza, raggiunsi la stanza
“Oh,
la bella addormentata ci ha dato l'onore di raggiungerci” mi
chiesi perché papà doveva cominciare a fare il
simpatico proprio in quel momento, dato che non gli era mai riuscito
così bene
“Buongiorno
anche a te, papà” si allungò per lasciarmi un
bacio sulla fronte e poi lasciò la stanza.
“Perché
sei venuto qua?” gli chiesi voltandomi verso Harry
“Ieri
sera mi hai detto che avresti fatto boxe, dipendentemente da come ti
saresti svegliata, beh ti ho fatto svegliare da Christian e sono
venuto a prendervi per non farvi fare la strada a piedi, non è
un buon risveglio questo?!”
“A
me sembra più un incubo. Christian per svegliarmi mi ha quasi
staccato la testa dal collo e papà ha deciso di diventare
spiritoso nel momento peggiore e poi... beh la parte del passaggio è
l'unica cosa positiva” Evitai la parte che già solo il
fatto che lui fosse lì, era stata un bel risveglio.
In
quel momento Christian spuntò correndo dalla sala
“Allora?
Adesso che si è svegliata possiamo andare? Possiamo possiamo?”
ci guardammo entrambi divertiti e Harry aspettò un mio cenno
affermativo, prima di parlare
“Vai
a prendere i guantoni”
“Sii!”
Christian corse verso la sua cameretta, recuperando la borsa che già
da giorni aveva preparato per questa occasione. Lo seguii fino alla
sala, dove papà lo osservava
“Papà
tranquillo, staremo attenti”
“Ti
prego, Gail” lo abbracciai di getto, e mi sussurrò
ancora una volta di controllare mio fratello.
E
quando si parla del diavolo, spuntano le corna, pensai aprendo le
braccia e facendo inserire anche Christian in quell'abbraccio.
“Ci
vediamo più tardi, divertitevi” dopo aver salutato papà,
salimmo tutti e tre sulla macchina.
“Allora,
campione, sei pronto?” osservai la faccia estasiata di
Christian dallo specchietto retrovisore della macchina, mentre
parlava con il ragazzo accanto a me
“Tanto!
Grazie, Harry” vidi con la coda dell'occhio il labbro di Harry
alzarsi in un sorriso
“E
di cosa?!”
“Mamma
e papà non mi avrebbero mai fatto fare boxe neanche adesso che
il dottore ha detto che posso” dopo essersi fermato ad un
semaforo, incuriosito dalla risposta del bambino, si voltò
verso i sedili posteriori
“E
perché?”
“Perché
non..” lo interruppi, intuendo la sua risposta.
Christian
era al corrente di tutti i problemi economici della famiglia. Sapeva
che se desiderava una cosa, non doveva fare i capricci e che, appena
ne avrebbero avuto la possibilità, mamma e papà lo
avrebbero fatto felice. Sapeva che se i suoi compagni andavano al
ristorante con i giochi, lui non poteva andare, e anche se i nostri
genitori facevano di tutto pur di mandarcelo, lui molte volte aveva
preferito restare a casa con me. Per avere soltanto sei anni era un
bambino davvero intelligente, ma ancora troppo piccolo per capire che
certe cose vanno tenute segrete.
“Perché
hanno paura che si possa fare male. Tutto qua”
Harry
si voltò verso di me, capendo che quella non era la vera
risposta, ma continuò a guidare verso la palestra.
“Gigì
hai dimenticato la borsa a casa” osservò Christian,
notando che portavo solo la mia piccola-per modo di dire- borsa, ma
non lo zaino con l'occorrente per allenarmi
“Oggi
non mi alleno con voi, amore, magari un altro giorno, va bene?”
mi abbassai fino ad arrivare alla stessa altezza di mio fratello
“Avevi
detto che lo avresti fatto. Io voglio che ci sei anche tu”
Christian si strofinò l'occhio sinistro e mi guardò
triste
“Sono
stanca, Christian. Non fare così, per favore” lo
abbracciai, ma si liberò dalla presa e corse verso Harry, che
era appena entrato
“Sei
cattiva!” mi urlò, prima di nascondersi dietro le gambe
del ragazzo, che non capiva cosa stava succedendo “Sei una
bugiarda!”
Non
capivo cosa gli era preso, non aveva mai avuto una reazione simile e
per di più con me.
“Christian..”
tentai di avvicinarmi
“Vai
via! Vai via!” mi fermai di colpo e sentii un groppo salirmi in
gola. Era la prima volta che faceva così e non sapevo come
comportarmi
“Campione
cosa è successo?” Harry si abbassò al suo livello
e tentò di capire cosa gli era preso
“Gail
non vuole allenarsi con noi”
“E
c'è bisogno di trattarla così?”
“Lei
me lo aveva promesso. E' una bugiarda” Harry sussurrò
qualcosa all'orecchio di Christian, che rise e mi guardò con
aria di sfida prima di farmi la linguaccia e poi una pernacchia, con
tanto di mani sopra le orecchie a sventolare.
Scossi
la testa divertita e sollevata che si fosse risolto il tutto e, prima
che potessi chiedere cosa Harry gli avesse sussurrato, mi sentii
sollevare come un sacco di patate. Cacciai un urlo e mi voltai per
capire chi fosse, anche se potevo immaginarlo, e non appena ne ebbi
la conferma, mi sentii avvampare e un ondata di calore mi investì
tutto il corpo.
“Harry!
Mettimi giù” lui rise e batté il cinque a
Christian che ora saltellava felice ridendo accanto a noi “Harry,
per favore, mettimi giù!”
Mi
sentivo imbarazzata e spossata: i capelli mi svolazzavano davanti al
viso e cercavo invano di spostarmeli, avevo i pantaloni che mi
cadevano e tentavo di tenerli con l'altra mano, la maglietta si stava
abbassando, lasciando intravedere il bordo del reggiseno, perché
era incastrata tra la mia pancia e la spalla di Harry.
Quando
il riccio aumentò il passo fui costretta ad aggrapparmi ai
suoi fianchi e le mie guance presero ancora più colore,
sentendo la perfezione di quel fisico
“HARRY!”
“Si?”
mi chiese ridendo e pienamente consapevole del mio stato
“Mettimi
giù! Subito!” provai a scalciare con le gambe, ma il
braccio libero di Harry me le bloccò, facendomi scappare un
gemito di frustrazione.
Quando
mi abituai a quella posizione, mi sentii sollevare nuovamente e non
appena i miei piedi toccarono terra, dovetti aggrapparmi alle spalle
del ragazzo per non cadere. Una volta ripresa, mi guardai attorno e
capii di trovarmi su un ring
“Tutta
questa scenata per portarmi qua?”
“Tutta
questa scenata per farti allenare con noi. Forza!” Harry mi
lanciò dei guantoni, che presi al volo, e lo guardai spaesata
“Avevi davvero intenzione di passarla liscia?!”
“I-io...
non ho la roba” tentai
“Ci
faremo andare bene quello che indossi, vero campione?” sorrise
sornione a Christian che mosse la testa su e giù in un cenno
affermativo
“Voi
due state complottando verso di me, per caso?” i due uomini
si lanciarono uno sguardo d'intesa e dopo che entrambi si
infilarono i guantoni, mi si avvicinarono lentamente, mi ritrovai ad
indietreggiare con un espressione divertita sul volto, fino a
trovarmi bloccata dalle corde. Sorrisi ai due e m'infilai i guantoni
battendo, poi, i pugni tra di loro
“Volete
la guerra? E guerra sia!”
Continuammo
a rincorrerci per tutto il ring per più di mezz'ora, ridendo e
scherzando, tirando qualche pugno ogni tanto. Dopo di ché, io
ed Harry ci buttammo a terra sfiniti e con il fiatone, mentre il più
piccolo continuava a correre simulando un combattimento con un
avversario immaginario.
“Christian
siediti due minuti” mi tirai su a sedere, richiamando mio
fratello
“Aspetta!”
attesi altri cinque minuti, poi preoccupata lo richiamai
“Ancora
un pò” Harry, forse intuendo la mia preoccupazione, si
alzò per andare verso il bambino e prenderlo in braccio,
ignorando le sue lamentele
“Basta
per oggi, campione” lo portò giù dal ring dove li
aspettavo per tornare a casa.
“Harry
domani lo rifacciamo?” sentii Harry sospirare e lanciarmi un
occhiata, mentre guardavo fuori da finestrino
“Ehm...
Christian, domani non posso” a quella frase mi voltai per
ascoltare
“Allora
dopodomani!”
“No,
campione, mi spiace. Domani devo partire e torno tra qualche
settimana” si fermò davanti alla casa e si voltò
per guardare il nanerottolo
“E
qualche settimana è tanto o poco?” prima che potesse
rispondere, lo feci io al posto suo
“E'
tanto!”
Beh,
prima di tutto vi chiedo scusa per il ritardo...
Ormai,
sono più che sicura, che siate rimasti in pochi a leggere
questa storia. E a chi continua a farlo voglio chiedere scusa per i
miei ritardi, ma ho dei seri problemi con la scuola quest'anno (non
di voti), va beh non credo che vi interessi, perciò non sto
qua a raccontarvi...
Adesso
parliamo del capitolo.. Beh allora, innanzitutto doveva essere molto
più lungo, lo avevo già scritto tutto, ma una notte
lasciato il portatile acceso e lo avevo solo chiuso e, non avendo
salvato il file, mi ha cancellato ciò che non avevo salvato
(scusate il gioco di parole). L'ho dovuto riscrivere, ma l'ultima
parte non sono ancora riuscita a scriverla, perciò per non
farvi aspettare troppo, ho deciso di dividerlo in due parti...
Comunque,
spero che vi sia piaciuto...
Marta
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