“Io
non sono innamorato di Diana!”
Quelle
parole continuavano a rimbombarle in testa mentre correva verso il
dormitorio.
Giunta
nella sua stanza, Diana si chiuse la porta alle spalle e, lasciatasi
scivolare a terra scoppiò in un pianto dirotto.
Il
sentimento che provava nei confronti di Martin era cresciuto giorno
dopo giorno fino a quando non era stata costretta ad ammettere con se
stessa che si era innamorata del suo amico d'infanzia. Finora era
riuscita a tenersi tutto dentro, accontentandosi di avere con lui
solo un rapporto fraterno ma sentirgli dire quelle parole dopo aver
assaporato la dolcezza dei suoi baci era stato qualcosa di
straziante.
Non
poteva fare a meno di chiedersi dove avrebbe trovato la forza di
vederlo ogni giorno fingendo che non fosse cambiato nulla.
La
corsa di Martin si era conclusa all'interno del campanile della
scuola. Lì nessuno l'avrebbe disturbato.
Se
chiudeva gli occhi poteva rivedere lo sguardo sconvolto di Diana,
fisso su di lui e la sua fuga.
Accovacciato
a terra, con la testa nascosta tra le ginocchia, si chiedeva cosa
aveva pensato delle sue parole, se avrebbe voluto ancora vederlo o se
il loro rapporto sarebbe potuto mai tornare quello di prima.
Lo
sperava ma il suo cuore gli diceva che era impossibile.
Jenni
rimase ferma a osservare i due fuggire in direzioni opposte. Rimasta
sola, sbuffò sonoramente.
Che
Diana fosse innamorata di Martin l'aveva capito da un pezzo ma oggi
aveva avuto la conferma che lui ricambiava i suoi sentimenti.
Adesso
che aveva questa certezza non avrebbe permesso a quei due testoni di
rovinarsi la vita solo per uno stupido malinteso.
Urgeva
un piano.
Con
passo deciso si diresse verso la scuola.
Dopo
un breve giro, vide il suo obiettivo nel cortile sul retro della
scuola.
«Ciao
Java!» disse, avvicinandosi all'uomo primitivo.
«Ciao.»
rispose l'uomo, perplesso.
«Tu
sei molto amico di Martin e Diana, giusto?» gli chiese.
«Si
loro amici di Java!» rispose, orgoglioso.
«Penso
che anche tu ti sia accorto di cosa provano l'uno per
l'altra?»
Java
si limitò ad annuire, imbarazzato.
«Purtroppo
oggi, non volendo, sono stata causa di incomprensione tra
loro.»
raccontò Jenni, dispiaciuta. «Martin era piuttosto
strano, così
gli ho chiesto che cosa avesse, se per caso si fosse innamorato; al
che lui mi ha urlato che non era innamorato di Diana. Il problema
è
che lei era proprio dietro di noi. »
Java
si portò una mano sulla faccia e scosse il capo, desolato.
«Ohi,
ohi. Che disastro!» esclamò Billi, sbucando fuori
da una siepe
nella sua forma umana.
«E
tu chi cavolo sei?» sbraitò la ragazza, tenendosi
una mano sul
petto per la paura.
«Io
sono Billi.» rispose il piccolo alieno, dispiaciuto per
averla
spaventata. «Anch'io sono amico di Martin e Diana.»
«Si,
adesso mi ricordo di te.» affermò Jenni,
studiandolo.«Bé, io
vorrei rimediare al danno fatto e aiutarli a mettersi insieme. Mi
aiuterete?»
«Certo!»
esclamò Billi.
«Cosa
volere fare?» domandò Java, scettico.
«Se
c'è una cosa che non si può dire di Martin
è che lasci le ragazze
in difficoltà» spiegò, con un sorriso
furbo. «Se lui pensa che
Diana sia in pericolo...»
«Si
precipiterà a salvarla!» completò
Billi, entusiasta.
«Bene,
innanzitutto bisogna decidere come farli incontrare.»
spiegò.
«Diana, all'apertura della biblioteca andrà
certamente a prendere
il romanzo da leggere per il suo club del libro.»
«Sei
certa che andrà lo stesso in biblioteca, dopo quanto
è successo?»
chiese Billi, dubbioso.
«Si,
lo farà anche per distrarsi.» confermò
la ragazza. «I problemi da
risolvere sono due: come facciamo in modo che Martin passi di
lì al
momento giusto e chi farà l'aggressore?»
«Per
l'aggressore è tutto ok, posso farlo io.»
affermò il piccolo
alieno gonfiando il petto.
«Tu?»
chiese Jenni, incerta.
«Diciamo
che sono piuttosto bravo nei travestimenti. Aspettami qui e
vedrai»
propose.
In
fretta Billi riattraversò la siepe e si allontanò
un po'.
Quando
fu certo che nessuno potesse vederlo riprese le sue vere sembianze e,
premuti un paio di bottoni sulla sua navicella, si tramutò
in un
ragazzo con occhi e capelli neri ed una ventina di centimetri
più
alto del suo solito travestimento umano, quindi tornò dagli
altri
due.
«Che
ve ne sembra?» chiese, apparendo improvvisamente e
spaventandoli
entrambi.
«Billi,
sei tu?» chiese Jenni, stupita.
«Piace
il mio travestimento?» chiese l'alieno, soddisfatto.
«Perfetto!»
esclamò la ragazza, gioendo. «Ora bisogna fare in
modo che Martin
si trovi a passare di lì.»
«Io
chiamare Martin per aiutare con computer e quando lui andare via
incontrare Diana.» propose Java.
«Bene,
allora siamo tutti d'accordo.» affermò Jenni.
«La biblioteca apre
tra mezz'ora. Java,chiama Martin.»
Il
cavernicolo armeggiò un po' col telefonino regalatigli a
Natale dai
suoi amici ed, infine, riuscì a contattare il suo amico.
Il
ragazzo, pur se triste per quanto accaduto con Diana, non se la
sentì
di abbandonare l'amico e così gli promise di raggiungerlo in
pochi
minuti.
«Perfetto!»
affermò Jinni, appena Java ebbe chiuso la chiamata.
«Java, tu va al
tuo ufficio. Billi tu, invece, nasconditi vicino la quercia che
c'è
nel viale che dalla biblioteca porta ai dormitori. Ci vediamo tutti
lì.»
Presi
gli ultimi accordi e scambiatisi i numeri di telefono, i tre si
salutarono.
Jenni
tornò al dormitorio e si appostò dietro la porta
della propria
camera per essere certa che Diana uscisse, come previsto.
Quando
la ragazza si avviò verso l'uscita, Jenni avvisò
via sms i suoi due
complici.
Java,
intanto, prendeva tempo facendosi spiegare da Martin come usare una
chat.
Stando
bene attenta a non farsi vedere, Jenni seguì Diana in
biblioteca
tenendo aggiornati gli altri due dei progressi.
Appena
Diana mise piede fuori dalla biblioteca, un nuovo sms avvisò
i due.
«Grazie
Martin, io avere capito.» disse Java, che per trattenere
Martin lo
aveva costretto a spiegargli dieci volte la stessa cosa.
«Perfetto!»
rispose il ragazzo, evitando di esclamare
“finalmente” per paura
di offenderlo.
Uscito
dall'ufficio di Java, Martin si avviò per il parco in
direzione del
dormitorio, ignaro che Jenni e Billi lo attendessero nascosti dietro
ai cespugli.
Come
da programma, Diana riattraversò il parco per tornare nella
sua
stanza.
Quando
giunse nelle vicinanze del suo nascondiglio, Billi, travestito,
palesò la sua presenza.
«Ciao
carina!» esclamò, avvicinandolesi con fare
prepotente.
Diana
si limitò a sorpassarlo, ignorandolo.
«E
dai, non fare la preziosa, vieni a prendere un gelato con
me.»
propose, afferrandola per un braccio nel momento in cui Martin,
superata una svolta, poteva vederli.
«No,
grazie.» rispose secca Diana, allontanandolo e accelerando il
passo.
«Che
fretta, vieni a divertirti!» esclamò Billi,
inseguendola,
agguantandola con una mano e attirandola a se.
Martin,
vista la scena da lontano, si affrettò a raggiungerli e,
atterrato
l'aggressore con un pugno, si pose tra questo e Diana.
«Volevo
solo passare un bel pomeriggio.» disse Billi, in scusante
delle sue
azioni per poi darsi alla fuga.
Immediatamente
Martin si lanciò al suo inseguimento.
«Martin!»
urlò Diana, richiamandolo.
Voltatosi
la vide, pallida e spaurita.
Lasciato
perdere il ragazzo, corse da lei e la strinse a se.
«Non
temere, ci sono io con te.» le disse, abbracciandola forte.
Diana
si aggrappò alla sua maglietta in cerca di conforto e
nascose il
viso sul suo petto.
Nascosti
dietro al cespuglio, i tre complici sorrisero nel vedere la scena.
«Missione
compiuta!» esclamò Jenni, compiaciuta.
«Come,
non rimaniamo a vedere come va a finire?» chiese Billi.
«Direi
che da adesso possono anche cavarsela da soli. Che ne dici, invece,
di offrimi un gelato? Tu Java vieni con noi?»
«Io
chat con amica.» rispose, ammiccando.
«Prima
del gelato, però, è meglio che mi
trasf...cioè che mi cambi, se mi
vedesse Martin sarei nei guai.» per un attimo, Billi si
chiede che
faccia avrebbe fatto Jenni vedendolo col suo vero aspetto ma poi si
disse che, in fondo, per adesso stavano solo andando a prendere un
gelato, ci sarebbe stato tempo per porsi certi problemi.
Usciti
dal loro nascondiglio, stando attenti a non essere visti, i tre si
allontanarono. Giunti nei pressi dell'edificio scolastico, Java li
salutò mentre gli altri due, fatta una sosta nei bagni per
permettere a Billi di cambiarsi, proseguirono in direzione della
gelateria.
«Mi
sa che dovrò confessare a Martin che ero io l'aggressore,
non vorrei
si scatenasse il panico al campus. Non oso pensare a cosa mi
farà.»
confessò.
«Vedrai
che ti perdonerà, sarà troppo felice per tenerti
il muso.» lo
rassicurò la ragazza, sorridendogli e prendendolo
sottobraccio.
Ridacchiando,
i due proseguirono, felici del risultato ottenuto.
Intanto,
seguendo il suo istinto, Martin accarezzò lievemente la
testa di
Diana deponendole un bacio tra i capelli e la sentì tremare
leggermente. Pensando fosse un segno di disagio dovuto alla sua
vicinanza, la scostò da se, sentendo la tristezza prendere
il
sopravvento.
«Maledizione.»
sussurrò, senza riuscire a trattenersi.
«Che
c'è?» chiese Diana, preoccupata.
«Io
non ce la faccio.» confessò Martin, disperato,
senza il coraggio di
guardarla negli occhi. «Il Rito ha cambiato tutto.»
Quelle
parole fecero sprofondare Diana nella disperazione. Era certa che
Martin stesse per dirle che la loro amicizia era finita.
«Che
intendi?» chiese, quindi, pronta al peggio.
«Io
ho capito che tu per me sei più di un'amica, sono innamorato
di te e
non ce la faccio a starti accanto solo come amico.» ammise,
temendo
la reazione che avrebbe potuto avere la ragazza.
Un
singulto sfuggì alle labbra di Diana mentre la gioia si
faceva largo
dentro di lei.
Sentendolo,
Martin alzò gli occhi e rimase alquanto sorpreso nel vederla
sorridere, anche se con gli occhi lucidi.
«Per
me è lo stesso.» confessò, arrossendo.
Martin
la guardò perplesso, incredulo di aver sentito quelle parole.
«Anch'io
sono innamorata di te.» confermò Diana, sorridendo.
Il
ragazzo sbatté alcune volte le palpebre scioccato per poi
lasciarsi
andare ad una risata liberatoria.
«Ti
rendi conto che adesso dovrai sopportarmi sia come amico che come
ragazzo?» le chiese.
«Solo
io potrei farlo.» affermò Diana, ridendo.
«Adesso
ti aggiusto io!» esclamò Martin, iniziando a farle
il solletico.
Vedendola
ridere, divertita, non resistette più e, portata una mano
dietro la
sua nuca l'avvicinò a se per poi baciarla.
Diana
si abbandonò a quel dolce contatto portando le braccia al
collo di
lui e lasciando che le emozioni avessero il sopravvento, incapace di
credere alla propria felicità, incapace di credere che tanto
dolore
avesse potuto portare ad una gioia così sconfinata.
Fine.
Angolo
autrice: ed eccoci finalmente arrivati all'ultimo capitolo di questa
avventura. Spero voi vi siate divertiti a leggerla quanto io mi sono
divertita a scriverla.
Grazie a tutti coloro che
hanno messo la storia tra le
seguite/ricordate/preferite e un doppio grazie a chi ha lasciato una
recensione.
A presto.
Notteinfinita.
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