Lei Acqua, lui
Fuoco,
elementi uniti dal destino
Due
occhi azzurri scrutarono attentamente il paesaggio che li circondava,
cercando
di cogliere il minimo movimento proveniente dall’interno
della boscaglia. La
ragazza si accucciò ancora di più, per
nascondersi meglio dietro al cespuglio
dove lei e suo fratello si trovavano.
Un
fruscio.
Da
dietro il tronco di un albero uscì, guardingo, un cervo.
Annusò l’aria,
cercando di sentire se ci fosse qualche pericolo.
Il
ragazzo dietro al cespuglio sorrise trionfante, impugnando saldamente
il
boomerang, pronto a tirarlo, mentre la sorella vicino a lui scosse la
testa
sconsolata, mettendosi comoda, sapendo già come quella
battuta di caccia
sarebbe finita: non era tanto stupida, non come il fratello.
Infatti,
si trovavano sottovento, e, per sfortuna, o fortuna, il cervo
percepì il loro
odore, e scattò verso la boscaglia, scappando da un ragazzo
inferocito, che
incominciò ad imprecare a più non posso, mentre
la sorella rideva divertita.
“Non
ne posso più!! Questa sarà la decima volta... ma
che dico, la ventesima che non
riusciamo a prendere neanche una preda!!” Urlò il
ragazzo, scagliando il
boomerang verso il tronco dell’albero avanti a lui,
conficcandolo nella
corteccia.
“A
dir la verità… questa è la
quarantaduesima…” Lo corresse la sorella,
ridacchiando, ricevendo come risposta un’occhiataccia e uno
sbuffo da parte del
ragazzo.
“Dai,
torniamo a casa… saranno due ore che stiamo qua fuori, e
papà si starà
preoccupando” Disse dolcemente la ragazza, cercando di
consolare il fratello,
che annuì con poco entusiasmo.
“Katara…
“ Iniziò il ragazzo. La sorella si
voltò a guardare il suo interlocutore,
esortandolo a parlare “Tu non hai paura? Fra poco
dovrò partire per la guerra e
papà verrà con me, ma tu? Cosa farai? Non ti
sentirai sola?”
Katara
abbassò lo sguardo, sospirando “La guerra non ci
lascia scelta, Sokka. Non
importa se io sarò sola o no, è una cosa che va
al di fuori di noi, e poi… cosa
potrei fare io? Nulla.”
Si
portò una mano sul petto, all’altezza del cuore,
immaginando cosa fosse quella
piccola fitta e non poté fare altro che sorridere
interiormente: no, non
sarebbe mai stata sola. Il segreto che portava in sé era un
segreto troppo
potente per permettersi una parola, neanche al padre e al fratello.
Scrutò la
luna che si era alzata in cielo, malinconica, cercando rassicurazioni
nel
pensiero della Dea che li sorvegliava e al dolce ricordo della madre
“Mamma… cosa devo fare?”
Pensò, prima di
correre per raggiungere il fratello, che era già arrivato a
metà strada.
Una
figura tra le fronde di un ulivo li vicino aprì un occhio,
blu, con uno sguardo
saggio e penetrante, scrutando attentamente i passi della ragazza e del
fratello, controllando che nulla potesse metterli in pericolo, anche se
si
trovavano nel regno della Luce.
“Acqua…
il tuo Destino sta per iniziare. Sii forte” Poi scomparve,
silenziosamente come
era arrivata, mentre il lunghi capelli argentei svolazzavano intorno al
viso di
ragazza, dove il cappuccio del mantello bianco non era riuscito a
nasconderli.
Si
svegliò di scatto, reprimendo un urlo.
I
suoi occhi azzurri scandagliarono la stanza, mentre con una mano si
asciugava
la fronte imperlata di sudore.
Ancora
quell’incubo. Ancora quelle fiamme.
Ancora
quel dolore.
Si
alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra.
Controllò il suo riflesso, per
assicurarsi che le fiamme che aveva sognato non le avesse veramente
bruciato la
parte sinistra del viso, per poi spostare lo sguardo sulla Luna.
Quella
notte il satellite era pieno, limpido e brillante. Sentiva tutta la sua
energia
fluire dentro di sé, non dandole la possibilità
di dormire. Silenziosamente
aprì la finestra e uscì di casa, avviandosi verso
l’unico luogo in cui si
sentiva veramente se stessa. Seguì un sentiero che solo lei
poteva conoscere,
spostando di tanto in tanto i rami bassi delle piante che la
circondavano.
Sentì finalmente il rumore dell’acqua che scorreva
e aumentò il passo, sempre
più impaziente di arrivare.
Il
fiume che si presentò avanti a lei rifletteva la luce degli
astri del cielo
notturno, dando la sensazione di trovarsi in un posto magico. Katara
sorrise,
ascoltando il suono melodioso che creava l’acqua, sedendosi
su di una roccia, e
chiudendo gli occhi, aspettando.
Il
suo corpo incominciò a brillare di una luce azzurra, per poi
comprimersi verso
la parte sinistra del suo petto, dove il cuore pulsava forte. La luce
si
staccò, volando verso le acque del fiume, tuffandosi senza
uno schizzo. Da
queste si erse la forma di un’enorme tigre bianca che
puntò i suoi occhi di
ghiaccio su quelli della ragazza, felice di vedere quella che
considerava in
tutti gli effetti la sua migliore amica.
Katara
si tuffò, correndo ad abbracciare il maestoso animale, che
in risposta le leccò
una mano facendo ridere divertita la ragazza, per poi rabbuiarsi,
ricordando il
perché non era riuscita a rimanere in casa.
“Antarr..
ho fatto nuovamente quell’incubo.. che cosa vuol dire? Ti
prego, dimmi che tu
hai una risposta!”
La
tigre la guardò affranta “Non posso…
non posso proprio dirtelo, non ora e non
qui. Ma presto saprai tutto, promesso”
Katara
annuì, triste. Antarr si abbassò quel tanto che
bastava per permetterle di
salire in groppa, mentre l’acqua intorno a loro le bagnava
dolcemente. Katara
si aggrappò al forte collo della tigre, ascoltando i suoni
di quel luogo
“Secondo te la mia capacità può aiutare
la gente?”
Antarr
sorrise, senza farsi vedere: non poteva dirle tutto, non era ancora
pronta per
sapere la verità.
“Sì,
Katara. La aiuterà più di quello che
pensi” La rassicurò la tigre,
incominciando a camminare, seguendo il corso del fiume.
“Andiamo”
Disse la ragazza. Antarr iniziò a correre sempre
più veloce, scivolando
sull’acqua come se volasse. Il paesaggio scomparve e rimasero
solo loro: una
tigre dagli occhi di ghiaccio, una ragazza da un grande potere e la
grande Luna
che le osservava sorridendo dal cielo.
Si
sentivano libere solo in quegli istanti, dove la guerra non esisteva
nei loro
cuori. Dove non erano la Guida e la Dominatrice dell’acqua,
ma solo Antarr e
Katara, l’una l’anima dell’altra.
Solo
Antarr aveva una preoccupazione in più, e, in silenzio,
pregava che una sua
conoscenza dagli occhi dorati non si fosse messa nei guai.
Ma
anche quella notte non poté far altro che sperare, mentre
correva come l’acqua
sulla terra.
********
Scivolò
silenziosamente nell’ombra di una casa, attento a non farsi
vedere dalle
guardie che erano di pattuglia. La tuta nera lo faceva confondere
facilmente
nelle ombre della notte, mentre la maschera blu gli nascondeva il viso
e gli
occhi, che risplendevano come due soli. Aspettò che le
guardie passassero, per
poi sgusciare fuori e salire sul tetto di una casa, per controllare che
non ce
ne fossero altri nei dintorni. Sentì una piccola fitta
all’altezza del cuore e
si portò una mano al petto, scuotendo la testa, immaginando
cosa fosse.
Saltò
sopra una altro tetto, per poi scivolare a terra e incominciare a
correre,
raggiungendo in poco tempo una costruzione imponente, da dove
provenivano dei
gemiti e delle urla da far accapponare la pelle: le Prigioni.
Prese
un respiro profondo e, assicurandosi che nessuno si accorgesse di lui,
si
sedette a terra, chiudendo gli occhi, concentrandosi.
Un’aura
rossa circondò il corpo del ragazzo, per poi comprimersi
verso la parte
sinistra del petto e staccarsi, posandosi qualche metro più
in la. Dalla scintilla
che si era creata divampò un’enorme fiamma che
prese la forma di un grande
lupo.
Un
lupo nero dagli occhi dorati, con una cicatrice nella parte sinistra
del muso. Il
ragazzo sorrise dietro la maschera, alzandosi da terra, mentre il lupo
fiutava
l’aria, volgendosi verso la costruzione, sentendo un brivido
di eccitazione percorrergli
tutta la spina dorsale, fino alla punta della coda.
“Lo
sai che io dovrei tenerti fuori dai guai, vero?” Disse il
lupo, lanciando un’occhiata
al ragazzo avanti a sé, che intanto ai era sfilato la
maschera dal viso. Il
ragazzo si passò distrattamente una mano sulla sua
cicatrice, analoga a quella
del suo compagno, ridacchiando “Non brontolare, Yama. So
perfettamente che
anche tu non vedevi l’ora di farlo”
In
tutta risposta il lupo sorrise, frustando l’aria con la coda,
impaziente “Allora…
quando incominciamo?”
“Non
sei tu quello che mi rimprovera sempre di essere troppo
impulsivo?” Lo riprese
il ragazzo, ridendo.
“A
dir la verità, quello è tuo zio, non io. Io cerco
di non farti mettere nei guai
più del necessario… anche se so che è
una speranza vana” Yama scosse la testa “E
poi sai bene che tutto quello che succede a te, si riflette anche su di
me,
quindi non posso fare a meno di seguirti”
“Dì
la verità.. non è che ti preoccupi per
me?” Chiese maliziosamente il ragazzo,
puntando l’indice sul naso del lupo.
“E
se anche fosse?”
“Abbiamo
una confessione signore e signori!”
Yama
sbuffò, sentendosi un pochino in imbarazzo “Da
quando sei così spiritoso, Zuko?”
Il
ragazzo non rispose, dando una pacca sul collo del lupo, ringraziandolo
silenziosamente per tutto quello che aveva fatto per lui. Yama
ridacchiò, per
poi puntare nuovamente il suo sguardo infuocato a quella costruzione
minacciosa
“Sei assolutamente certo di volerlo fare? Sei sicuro che la
troveremo le
informazioni che cerchiamo?”
Zuko
annuì “Assolutamente”
Il
lupo si scrocchiò il collo “Allora…
diamo il via alle danze, Fuoco. Sono a tua
completa disposizione”
Il
ragazzo si rimise la maschera, salendo in groppa al compagno
“E smettila di
chiamarmi così, mi fai sentire vecchio! Ho solo 18
anni!”
Yama
alzò le spalle “Non ci posso fare niente se sei
quello che sei!” Ma sentendo
che Zuko gli aveva dato un uno schiaffo sulla testa,
ridacchiò “Ok ok, me la
smetto…”
E,
in tacito accordo, partirono a gran velocità verso le
prigioni, per liberare
gli schiavi dell’Oblio, facendo nascere la leggenda dello
Spirito che domava le
fiamme: lo Spirito Blu.
La
figura sopra il tetto di quelle Prigioni aprì
l’altro occhio, rosso come le
fiamme, scrutando divertita le azioni dei due, della Guida e del
Dominatore del
Fuoco, pensando che quei due erano pericolosi insieme. Non
poté reprimere una
risata. Non sarebbero mai cambiati.. né in questa vita,
né nell’altra, e se ne
compiacque. Scostò il cappuccio del mantello bianco, facendo
ondeggiare il
lunghi e lisci capelli argentati, con qualche filo dorato.
Sfilò la sua katana
bianca dalla cintola, facendo riflettere la luce della Luna sulla lama.
La fissò
per qualche secondo, per poi rimetterla al suo posto e alzarsi.
Guardò per l’ultima
volta quelle due figure che correvano verso la costruzione e, in
silenzio, li
benedisse.
“Fuoco…
manca poco. Non vacillare”
E
scomparve nell’ombra, proprio quando il Sole incominciava ad
alzarsi all’orrizzonte.
Un
grande scoppio fece tremare la grande costruzione, mentre le fiamme
divampavano
rabbiosamente. I prigionieri esultarono, felici, mentre con le loro
famiglie e
i loro cari, scappavano da quel luogo di morte e di tortura.
Dentro
si era scatenato l’Inferno… letteralmente. Le
guardie cercavano in tutti i modi
di scamparla, ma Yama ringhiava e si lanciava loro addosso, sfogando
quegli
anni di rabbia repressa, mentre il suo compagno stava incendiando ogni
cosa gli
sbarrasse il cammino. Distruggeva ogni porta che trovava avanti a
sé, liberando
i prigionieri che si trovavano all’interno, ricevendo sguardi
di gratitudine,
facendoli scappare da quel luogo infernale. Non avevano nessuna colpa,
se non
la loro libertà e di essere nati in quegli anni di guerra.
Con
l’infallibile fiuto di Yama, i due arrivarono avanti allo
studio del Generale.
Zuko distrusse la porta con un calcio, fiondandosi
all’interno. Un uomo, sulla
cinquantina, si rannicchiò sotto la scrivania, spaventato a
morte per la
presenza di quello Spirito e del grande lupo. Il ragazzo lo prese per
la
collottola, tirandolo in piedi di peso, e il Generale si
trovò costretto a
fissare quella maschera mostruosa, in cui si poteva scorgere due soli
bruciare
di rabbia. Rabbrividì, sentendo la presenza di quel grande
lupo dietro di sé “C-cosa
volete da me?” Balbettò il poveretto.
“Ma che razza di Generale è se si fa
spaventare così?” Pensarono
all’unisono Yama e Zuko. Il ragazzo lo sbattè
contro il muro “Voglio sapere perché state
reclutando soldati!” Ma vedendo che
il generale era restio a rispondere, gli diede una scrollata, mentre
Yama
incominciò a ringhiare minaccioso. Ogni tanto avere un lupo
come compagno
faceva un certo effetto! Infatti, l’uomo, un po’
titubante e tremante come una
foglia, balbettò una risposta “S-stiamo
prep-p-parando tutto p-p-per…” Il
ragazzo roteò gli occhi “Più
velocemente e ben scandito, di grazia!”
Il
Generale cercò di reprimere i brividi “Stiamo per
attaccare i villaggi vicini
al confine con il Buio, incominciando l’invasione”
Il
ragazzo sgranò gli occhi, liberando l’uomo, che,
silenziosamente, gattonò verso
la porta. Stava per pregustare la libertà, ma la voce ferma
e profonda dello
Spirito Blu, lo bloccò sul posto “Non ho finito.
Chi c’è a capo delle truppe?”
Il
Generale deglutì “La principessa Azula”
Zuko
abbatté un suo pugno infuocato a pochi centimetri dalla
testa dell’uomo,
distruggendo quello che rimaneva della porta “Maledizione!
Non ci voleva!”
Zuko
si girò verso Yama “Dobbiamo andare immediatamente
ad informare lo zio, non è
una buona cosa che Azula abbia preso il comando delle
truppe!” Il lupo annuì.
I
due uscirono, ma prima di scomparire, il ragazzo si girò
un’ultima volta verso
l’uomo, che era accasciato ancora a terra. Provò
pietà per lui. “Vattene! Non
ti darò un’altra possibilità!”
Il
Generale non se lo fece ripetere due volte, e scappò
più veloce che poteva. I due
uscirono dall’edificio, poi con un rapido movimento della
mano del ragazzo, le
fiamme che lambivano la costruzione divamparono ancora di
più, scoppiando verso
l’interno e distruggendo tutto, lasciando delle Prigioni solo
qualche pezzo di
ferro.
“Il
fuoco non ama essere relegato” Mormorò Zuko,
togliendosi la maschera blu. Il
lupo sorrise “E tu ne sai qualcosa”
Poi,
con un ultima occhiata alle prigioni, i due corsero verso casa, consci
che quel
giorno tutto sarebbe cambiato.
Antarr
alzò lo sguardo verso le prime luci dell’alba,
ascoltando i suoni del bosco che
si svegliava. Guardò Katara dormire pacificamente appoggiata
al suo busto e non
poté fare a meno di pensare che era stata fortunata ad avere
come compagna una
ragazza come lei.
Ad
un tratto sentì un brivido percorrerle tutto il corpo,
sentendo un ululato in
lontananza. Chiuse gli occhi, sapendo perfettamente cosa quel suono
voleva
riferirle. Il momento stava arrivando.
La
ragazza dagli occhi rosso e blu scrutò
l’orizzonte, ascoltando l’ululato del
lupo nero perdersi nel vento. Sorrise impercettibilmente, capendo che
il
momento della riscossa era arrivato.
Finalmente.
Alzò
gli occhi alla Luna calante e al Sole nascente, scorgendo i due dei
annuire, speranzosi
che tutta quella guerra potesse finalmente finire. Secoli che lei, la
Luna e il
Sole bramavano la pace e la nascita di quelle piccole particelle di un
Fato più
grande aveva portato la speranza.
Si
tirò su il cappuccio, incamminandosi.
“Acqua
e Fuoco.. anzi, no… Katara e Zuko… vi
aspetterò. Siate forti, un grande Destino
vi attende”
Poi
scomparve in un lampo di luce bianca.
Nido
pazzo di un’autrice ancora più pazza
Salve
Popolo!!!
Vi
sono mancata??
…...
…...
…...
Cri
cri cri (passa una balla di fieno)
Che
simpatici…
Si
si, lo so. Ho dato qualche anno al nostro caro Zuko e alla nostra cara
Katara,
ma io ce li vedo più con questa età.
Chi
sarà questa misteriosa ragazza?? Io non ve lo dico muahahahah
Ok..
la smetto va.
Non
ci posso credere!! Sono passati solo 10 giorni!!
Ho
la febbre.. no, tutto bene… sto per morire!! No, sono troppo
pimpante… bho! Ho
fatto un record che non mi sarei mai immaginata di fare!!!
Che
grandissima bestia!!!!
Ok…
sclerotime is off…
Vi
è piaciuto questo capitolo?
Lo
so che ancora non si sono incontrati, ma era necessario, solo per far
capire la
situazione. Il prossimo sarà quello dell’incontro,
lo giuro!!
…
o almeno spero, non si sa mai che mi salta in mente questa volta.
Aspetto
qualche recensione!! Ci conto!!
Mi
scuso per eventuali errori!
E
vi lascio che il poema è troppo lungo!
Ringrazio
tutti per il tempo che dedicate a leggere questa storiella!!
E
vi saluto sul serio che devo fuggire a fare scienze…
Dalla
vostra grande, fumata, affamata, immortale e onniscente (Più
lungo no?! Ndtutti)
Divinatrice
dell’Acqua
Ir_S
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