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Autore: Iridium Senet    16/02/2014    5 recensioni
E’ una storia di tempi andati,
Dove sangue e vite erano stati donati
Io, Iridium, sono tra voi a parlare,
Perché nulla di ciò possiate scordare.
State dunque ad ascoltare
cosa sono venuta a raccontare…
Popolo di Avatar!! La Divinatrice dell'Acqua è tornata con una long questa volta!!
So già che me ne pentirò, ma non mi importa nulla!
Popolo Zutariano!! Ritornano i nostri eroi in un'avventura tutta nuova.
Che ne dite, mi segurete in questa nuova avventura?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Katara, Zuko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lei Acqua, lui Fuoco, elementi uniti dal destino

Due occhi azzurri scrutarono attentamente il paesaggio che li circondava, cercando di cogliere il minimo movimento proveniente dall’interno della boscaglia. La ragazza si accucciò ancora di più, per nascondersi meglio dietro al cespuglio dove lei e suo fratello si trovavano.
Un fruscio.
Da dietro il tronco di un albero uscì, guardingo, un cervo. Annusò l’aria, cercando di sentire se ci fosse qualche pericolo.
Il ragazzo dietro al cespuglio sorrise trionfante, impugnando saldamente il boomerang, pronto a tirarlo, mentre la sorella vicino a lui scosse la testa sconsolata, mettendosi comoda, sapendo già come quella battuta di caccia sarebbe finita: non era tanto stupida, non come il fratello.
Infatti, si trovavano sottovento, e, per sfortuna, o fortuna, il cervo percepì il loro odore, e scattò verso la boscaglia, scappando da un ragazzo inferocito, che incominciò ad imprecare a più non posso, mentre la sorella rideva divertita.
“Non ne posso più!! Questa sarà la decima volta... ma che dico, la ventesima che non riusciamo a prendere neanche una preda!!” Urlò il ragazzo, scagliando il boomerang verso il tronco dell’albero avanti a lui, conficcandolo nella corteccia.
“A dir la verità… questa è la quarantaduesima…” Lo corresse la sorella, ridacchiando, ricevendo come risposta un’occhiataccia e uno sbuffo da parte del ragazzo.
“Dai, torniamo a casa… saranno due ore che stiamo qua fuori, e papà si starà preoccupando” Disse dolcemente la ragazza, cercando di consolare il fratello, che annuì con poco entusiasmo.
“Katara… “ Iniziò il ragazzo. La sorella si voltò a guardare il suo interlocutore, esortandolo a parlare “Tu non hai paura? Fra poco dovrò partire per la guerra e papà verrà con me, ma tu? Cosa farai? Non ti sentirai sola?”
Katara abbassò lo sguardo, sospirando “La guerra non ci lascia scelta, Sokka. Non importa se io sarò sola o no, è una cosa che va al di fuori di noi, e poi… cosa potrei fare io? Nulla.”
Si portò una mano sul petto, all’altezza del cuore, immaginando cosa fosse quella piccola fitta e non poté fare altro che sorridere interiormente: no, non sarebbe mai stata sola. Il segreto che portava in sé era un segreto troppo potente per permettersi una parola, neanche al padre e al fratello. Scrutò la luna che si era alzata in cielo, malinconica, cercando rassicurazioni nel pensiero della Dea che li sorvegliava e al dolce ricordo della madre “Mamma… cosa devo fare?” Pensò, prima di correre per raggiungere il fratello, che era già arrivato a metà strada.
 
Una figura tra le fronde di un ulivo li vicino aprì un occhio, blu, con uno sguardo saggio e penetrante, scrutando attentamente i passi della ragazza e del fratello, controllando che nulla potesse metterli in pericolo, anche se si trovavano nel regno della Luce.
“Acqua… il tuo Destino sta per iniziare. Sii forte” Poi scomparve, silenziosamente come era arrivata, mentre il lunghi capelli argentei svolazzavano intorno al viso di ragazza, dove il cappuccio del mantello bianco non era riuscito a nasconderli.

 

Si svegliò di scatto, reprimendo un urlo.
I suoi occhi azzurri scandagliarono la stanza, mentre con una mano si asciugava la fronte imperlata di sudore.
Ancora quell’incubo. Ancora quelle fiamme.
Ancora quel dolore.
Si alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra. Controllò il suo riflesso, per assicurarsi che le fiamme che aveva sognato non le avesse veramente bruciato la parte sinistra del viso, per poi spostare lo sguardo sulla Luna.
Quella notte il satellite era pieno, limpido e brillante. Sentiva tutta la sua energia fluire dentro di sé, non dandole la possibilità di dormire. Silenziosamente aprì la finestra e uscì di casa, avviandosi verso l’unico luogo in cui si sentiva veramente se stessa. Seguì un sentiero che solo lei poteva conoscere, spostando di tanto in tanto i rami bassi delle piante che la circondavano. Sentì finalmente il rumore dell’acqua che scorreva e aumentò il passo, sempre più impaziente di arrivare.
Il fiume che si presentò avanti a lei rifletteva la luce degli astri del cielo notturno, dando la sensazione di trovarsi in un posto magico. Katara sorrise, ascoltando il suono melodioso che creava l’acqua, sedendosi su di una roccia, e chiudendo gli occhi, aspettando.
Il suo corpo incominciò a brillare di una luce azzurra, per poi comprimersi verso la parte sinistra del suo petto, dove il cuore pulsava forte. La luce si staccò, volando verso le acque del fiume, tuffandosi senza uno schizzo. Da queste si erse la forma di un’enorme tigre bianca che puntò i suoi occhi di ghiaccio su quelli della ragazza, felice di vedere quella che considerava in tutti gli effetti la sua migliore amica.
Katara si tuffò, correndo ad abbracciare il maestoso animale, che in risposta le leccò una mano facendo ridere divertita la ragazza, per poi rabbuiarsi, ricordando il perché non era riuscita a rimanere in casa.
“Antarr.. ho fatto nuovamente quell’incubo.. che cosa vuol dire? Ti prego, dimmi che tu hai una risposta!”
La tigre la guardò affranta “Non posso… non posso proprio dirtelo, non ora e non qui. Ma presto saprai tutto, promesso”
Katara annuì, triste. Antarr si abbassò quel tanto che bastava per permetterle di salire in groppa, mentre l’acqua intorno a loro le bagnava dolcemente. Katara si aggrappò al forte collo della tigre, ascoltando i suoni di quel luogo “Secondo te la mia capacità può aiutare la gente?”
Antarr sorrise, senza farsi vedere: non poteva dirle tutto, non era ancora pronta per sapere la verità.
“Sì, Katara. La aiuterà più di quello che pensi” La rassicurò la tigre, incominciando a camminare, seguendo il corso del fiume.
“Andiamo” Disse la ragazza. Antarr iniziò a correre sempre più veloce, scivolando sull’acqua come se volasse. Il paesaggio scomparve e rimasero solo loro: una tigre dagli occhi di ghiaccio, una ragazza da un grande potere e la grande Luna che le osservava sorridendo dal cielo.
Si sentivano libere solo in quegli istanti, dove la guerra non esisteva nei loro cuori. Dove non erano la Guida e la Dominatrice dell’acqua, ma solo Antarr e Katara, l’una l’anima dell’altra.  
Solo Antarr aveva una preoccupazione in più, e, in silenzio, pregava che una sua conoscenza dagli occhi dorati non si fosse messa nei guai.
Ma anche quella notte non poté far altro che sperare, mentre correva come l’acqua sulla terra.
 
********
 
Scivolò silenziosamente nell’ombra di una casa, attento a non farsi vedere dalle guardie che erano di pattuglia. La tuta nera lo faceva confondere facilmente nelle ombre della notte, mentre la maschera blu gli nascondeva il viso e gli occhi, che risplendevano come due soli. Aspettò che le guardie passassero, per poi sgusciare fuori e salire sul tetto di una casa, per controllare che non ce ne fossero altri nei dintorni. Sentì una piccola fitta all’altezza del cuore e si portò una mano al petto, scuotendo la testa, immaginando cosa fosse.
Saltò sopra una altro tetto, per poi scivolare a terra e incominciare a correre, raggiungendo in poco tempo una costruzione imponente, da dove provenivano dei gemiti e delle urla da far accapponare la pelle: le Prigioni.
Prese un respiro profondo e, assicurandosi che nessuno si accorgesse di lui, si sedette a terra, chiudendo gli occhi, concentrandosi.
Un’aura rossa circondò il corpo del ragazzo, per poi comprimersi verso la parte sinistra del petto e staccarsi, posandosi qualche metro più in la. Dalla scintilla che si era creata divampò un’enorme fiamma che prese la forma di un grande lupo.
Un lupo nero dagli occhi dorati, con una cicatrice nella parte sinistra del muso. Il ragazzo sorrise dietro la maschera, alzandosi da terra, mentre il lupo fiutava l’aria, volgendosi verso la costruzione, sentendo un brivido di eccitazione percorrergli tutta la spina dorsale, fino alla punta della coda.
“Lo sai che io dovrei tenerti fuori dai guai, vero?” Disse il lupo, lanciando un’occhiata al ragazzo avanti a sé, che intanto ai era sfilato la maschera dal viso. Il ragazzo si passò distrattamente una mano sulla sua cicatrice, analoga a quella del suo compagno, ridacchiando “Non brontolare, Yama. So perfettamente che anche tu non vedevi l’ora di farlo”
In tutta risposta il lupo sorrise, frustando l’aria con la coda, impaziente “Allora… quando incominciamo?”
“Non sei tu quello che mi rimprovera sempre di essere troppo impulsivo?” Lo riprese il ragazzo, ridendo.
“A dir la verità, quello è tuo zio, non io. Io cerco di non farti mettere nei guai più del necessario… anche se so che è una speranza vana” Yama scosse la testa “E poi sai bene che tutto quello che succede a te, si riflette anche su di me, quindi non posso fare a meno di seguirti”
“Dì la verità.. non è che ti preoccupi per me?” Chiese maliziosamente il ragazzo, puntando l’indice sul naso del lupo.
“E se anche fosse?”
“Abbiamo una confessione signore e signori!”
Yama sbuffò, sentendosi un pochino in imbarazzo “Da quando sei così spiritoso,  Zuko?”
Il ragazzo non rispose, dando una pacca sul collo del lupo, ringraziandolo silenziosamente per tutto quello che aveva fatto per lui. Yama ridacchiò, per poi puntare nuovamente il suo sguardo infuocato a quella costruzione minacciosa “Sei assolutamente certo di volerlo fare? Sei sicuro che la troveremo le informazioni che cerchiamo?”
Zuko annuì “Assolutamente”
Il lupo si scrocchiò il collo “Allora… diamo il via alle danze, Fuoco. Sono a tua completa disposizione”
Il ragazzo si rimise la maschera, salendo in groppa al compagno “E smettila di chiamarmi così, mi fai sentire vecchio! Ho solo 18 anni!”
Yama alzò le spalle “Non ci posso fare niente se sei quello che sei!” Ma sentendo che Zuko gli aveva dato un uno schiaffo sulla testa, ridacchiò “Ok ok, me la smetto…”
E, in tacito accordo, partirono a gran velocità verso le prigioni, per liberare gli schiavi dell’Oblio, facendo nascere la leggenda dello Spirito che domava le fiamme: lo Spirito Blu.
 
La figura sopra il tetto di quelle Prigioni aprì l’altro occhio, rosso come le fiamme, scrutando divertita le azioni dei due, della Guida e del Dominatore del Fuoco, pensando che quei due erano pericolosi insieme. Non poté reprimere una risata. Non sarebbero mai cambiati.. né in questa vita, né nell’altra, e se ne compiacque. Scostò il cappuccio del mantello bianco, facendo ondeggiare il lunghi e lisci capelli argentati, con qualche filo dorato. Sfilò la sua katana bianca dalla cintola, facendo riflettere la luce della Luna sulla lama. La fissò per qualche secondo, per poi rimetterla al suo posto e alzarsi. Guardò per l’ultima volta quelle due figure che correvano verso la costruzione e, in silenzio, li benedisse.
“Fuoco… manca poco. Non vacillare”
E scomparve nell’ombra, proprio quando il Sole incominciava ad alzarsi all’orrizzonte.
 
Un grande scoppio fece tremare la grande costruzione, mentre le fiamme divampavano rabbiosamente. I prigionieri esultarono, felici, mentre con le loro famiglie e i loro cari, scappavano da quel luogo di morte e di tortura.
Dentro si era scatenato l’Inferno… letteralmente. Le guardie cercavano in tutti i modi di scamparla, ma Yama ringhiava e si lanciava loro addosso, sfogando quegli anni di rabbia repressa, mentre il suo compagno stava incendiando ogni cosa gli sbarrasse il cammino. Distruggeva ogni porta che trovava avanti a sé, liberando i prigionieri che si trovavano all’interno, ricevendo sguardi di gratitudine, facendoli scappare da quel luogo infernale. Non avevano nessuna colpa, se non la loro libertà e di essere nati in quegli anni di guerra.
Con l’infallibile fiuto di Yama, i due arrivarono avanti allo studio del Generale. Zuko distrusse la porta con un calcio, fiondandosi all’interno. Un uomo, sulla cinquantina, si rannicchiò sotto la scrivania, spaventato a morte per la presenza di quello Spirito e del grande lupo. Il ragazzo lo prese per la collottola, tirandolo in piedi di peso, e il Generale si trovò costretto a fissare quella maschera mostruosa, in cui si poteva scorgere due soli bruciare di rabbia. Rabbrividì, sentendo la presenza di quel grande lupo dietro di sé “C-cosa volete da me?” Balbettò il poveretto.
Ma che razza di Generale è se si fa spaventare così?” Pensarono all’unisono Yama e Zuko. Il ragazzo lo sbattè contro il muro “Voglio sapere perché state reclutando soldati!” Ma vedendo che il generale era restio a rispondere, gli diede una scrollata, mentre Yama incominciò a ringhiare minaccioso. Ogni tanto avere un lupo come compagno faceva un certo effetto! Infatti, l’uomo, un po’ titubante e tremante come una foglia, balbettò una risposta “S-stiamo prep-p-parando tutto p-p-per…” Il ragazzo roteò gli occhi “Più velocemente e ben scandito, di grazia!”
Il Generale cercò di reprimere i brividi “Stiamo per attaccare i villaggi vicini al confine con il Buio, incominciando l’invasione”
Il ragazzo sgranò gli occhi, liberando l’uomo, che, silenziosamente, gattonò verso la porta. Stava per pregustare la libertà, ma la voce ferma e profonda dello Spirito Blu, lo bloccò sul posto “Non ho finito. Chi c’è a capo delle truppe?”
Il Generale deglutì “La principessa Azula”
Zuko abbatté un suo pugno infuocato a pochi centimetri dalla testa dell’uomo, distruggendo quello che rimaneva della porta “Maledizione! Non ci voleva!”
Zuko si girò verso Yama “Dobbiamo andare immediatamente ad informare lo zio, non è una buona cosa che Azula abbia preso il comando delle truppe!” Il lupo annuì.
I due uscirono, ma prima di scomparire, il ragazzo si girò un’ultima volta verso l’uomo, che era accasciato ancora a terra. Provò pietà per lui. “Vattene! Non ti darò un’altra possibilità!”
Il Generale non se lo fece ripetere due volte, e scappò più veloce che poteva. I due uscirono dall’edificio, poi con un rapido movimento della mano del ragazzo, le fiamme che lambivano la costruzione divamparono ancora di più, scoppiando verso l’interno e distruggendo tutto, lasciando delle Prigioni solo qualche pezzo di ferro.
“Il fuoco non ama essere relegato” Mormorò Zuko, togliendosi la maschera blu. Il lupo sorrise “E tu ne sai qualcosa”
Poi, con un ultima occhiata alle prigioni, i due corsero verso casa, consci che quel giorno tutto sarebbe cambiato.
 
 
Antarr alzò lo sguardo verso le prime luci dell’alba, ascoltando i suoni del bosco che si svegliava. Guardò Katara dormire pacificamente appoggiata al suo busto e non poté fare a meno di pensare che era stata fortunata ad avere come compagna una ragazza come lei.
Ad un tratto sentì un brivido percorrerle tutto il corpo, sentendo un ululato in lontananza. Chiuse gli occhi, sapendo perfettamente cosa quel suono voleva riferirle. Il momento stava arrivando.
 
 
La ragazza dagli occhi rosso e blu scrutò l’orizzonte, ascoltando l’ululato del lupo nero perdersi nel vento. Sorrise impercettibilmente, capendo che il momento della riscossa era arrivato.
Finalmente.
Alzò gli occhi alla Luna calante e al Sole nascente, scorgendo i due dei annuire, speranzosi che tutta quella guerra potesse finalmente finire. Secoli che lei, la Luna e il Sole bramavano la pace e la nascita di quelle piccole particelle di un Fato più grande aveva portato la speranza.
Si tirò su il cappuccio, incamminandosi.
“Acqua e Fuoco.. anzi, no… Katara e Zuko… vi aspetterò. Siate forti, un grande Destino vi attende”
Poi scomparve in un lampo di luce bianca.
 
 
 
 
Nido pazzo di un’autrice ancora più pazza
Salve Popolo!!!
Vi sono mancata??
…...
…...
…...
Cri cri cri (passa una balla di fieno)
Che simpatici…
Si si, lo so. Ho dato qualche anno al nostro caro Zuko e alla nostra cara Katara, ma io ce li vedo più con questa età.
Chi sarà questa misteriosa ragazza?? Io non ve lo dico muahahahah
Ok.. la smetto va.
Non ci posso credere!! Sono passati solo 10 giorni!!
Ho la febbre.. no, tutto bene… sto per morire!! No, sono troppo pimpante… bho! Ho fatto un record che non mi sarei mai immaginata di fare!!!
Che grandissima bestia!!!!
Ok… sclerotime is off…
Vi è piaciuto questo capitolo?
Lo so che ancora non si sono incontrati, ma era necessario, solo per far capire la situazione. Il prossimo sarà quello dell’incontro, lo giuro!!
… o almeno spero, non si sa mai che mi salta in mente questa volta.
Aspetto qualche recensione!! Ci conto!!
Mi scuso per eventuali errori!
E vi lascio che il poema è troppo lungo!
Ringrazio tutti per il tempo che dedicate a leggere questa storiella!!
E vi saluto sul serio che devo fuggire a fare scienze…
Dalla vostra grande, fumata, affamata, immortale e onniscente (Più lungo no?! Ndtutti)
Divinatrice dell’Acqua
Ir_S
 
  
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