Attimi di vita di una neo-coppia di vampiri

di Soqquadro04
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N/A - Note dell'Autrice - Premessa


Buonsalve, lettrici.
Okay, d'accordo - questa cosa è compòletamente senza senso e OOC. E' che, non so se voi ci avete mai fatto caso (io mi sto ancora prendendo a legnate perché dopo qualcosa come centocinquanta volte che ho visto la scena non me ne sono mai accorta), nella 3x19, mentre i due adorabili picconcini si stanno divorando a vicenda la faccia spalmati sulla colonna, ad un certo punto Nina ansima un "Ian" piuttosto scandito. Ed è comprensibile, eh - ringrazio sentitamente il post di una ragazza di Faccialibro (non mi ricordo chi è, sooo sorry ç__ç) che mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto catalizzare l'attenzione.
Vorrei seriamente capire come ho fatto a non accorgermene prima.
Vabbe'.

A presto,
la vostra Soqquadro

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Ian

Mai l'amore si interroga o viene interrogato abbastanza, perché non ne ha mai abbastanza di sentire la risposta di conferma, e dietro ogni risposta una nuova domanda, dietro ogni certezza una nuova prospettiva [...]
Hans Urs von Balthasa



Sono sdraiati sul divano, quando lui tira fuori il discorso.

«Posso farti una domanda?» Damon corruga la fronte, lanciandole un'occhiata confusa – si è rabbuiato all'improvviso, come per un ricordo fuggevole che gli è passato per la testa solo in quell'istante.
Elena si accoccola meglio nel suo abbraccio, la coperta che le avvolge le spalle ormai impregnata – come ogni altra cosa in quella casa, del resto – del suo profumo – lascia un bacio sulla sua clavicola, annuendo appena, un sorriso solo accennato che le dipinge le labbra.

«Chi è Ian?» arriccia il naso, un'espressione a metà fra il curioso e il gelosamente risentito che gli deforma il viso «Sai, stanotte l'hai chiamato, chiunque sia – devo preoccuparmi?» scherza, ora, l'ilarità di facciata che gli distende i tratti – eppure i suoi occhi sono ansiosi, riempiti di ombre dalle fiamme inquiete del camino.

Lei si mette seduta fra le sue gambe, voltandosi per guardarlo in faccia – sorvolando sul fatto che hanno già fatto quel discorso, ne sa quanto lui.

Chi è Ian?

Non ne ha mai conosciuti, di Ian – e, quella notte, è sicura di aver sognato lui. Arrossisce.
Chissà a cosa pensa, Damon – deve prendere la sua reazione come una specie di ammissione o qualcosa di altrettanto disastroso, perché prima che possa anche solo parlare si irrigidisce, come contratto – in attesa di un colpo, di un dolore, che non arriverà.

Che uomo assurdo – immediatamente a trarre conclusioni affrettate, a immaginare scenari estremi.

Potrebbe – dovrebbe – persino ritenersi offesa da quel suo pensare male, ma Elena sa che lo fa perché ha paura – Damon ha paura. Ha paura di non essere stato abbastanza – ha paura che tutto possa crollare da un momento all'altro, come la scenografia di una rappresentazione teatrale. Come un castello di carte al primo soffio di vento, fragile.

E allora lei scuote la testa, con forza, prendendogli il volto fra le mani e obbligandolo a guardarla – non permetterà che dubiti. Non di nuovo.
Poggia la fronte sulla sua, senza chiudere gli occhi – e gli sussurra tutto e niente, coprendogli il viso di baci e stringendolo fin quasi a fargli male, fino a che non ricambia la stretta.

«No, no, no. Mi senti? No – io ti amo. Non farei mai una cosa del genere, e lo sai – mai, Damon. Mai.» che uomo assurdo – che uomo meraviglioso, che uomo ferito. E lei continua con quella sua litania rassicurante (come una vecchia ninnananna cantata nel buio – sottovoce).

Damon bisbiglia parole di risposta fra i suoi capelli, carezzandole la schiena – e sembra solo dispiaciuto per averla inquietata.
«Sssh... lo so, lo so... perdonami, Elena... sssh...» e rimangono così per un tempo indefinito, condividendo il respiro.

***

Quella notte, Elena cerca nella memoria, scava – ma continua a non esserci nessun Ian.

Sospira e si volta verso di lui, portandosi dietro il lenzuolo e incastrando le gambe fra le sue – meglio non pensarci più. Prima o poi le verrà in mente – o magari è solo l'ennesima stranezza di Mystic Falls. Qualche fantasma vagante, forse, che si è divertito a entrarle nei sogni – chissà se possono farlo.
Sta per addormentarsi, quando lui mormora qualcosa di confuso – ci mette un attimo a comprendere, poi alza la testa di scatto, sconvolta.

«Mmh... Nina...»





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