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Autore: Soqquadro04    18/02/2014    6 recensioni
[S5 alternativa - MOLTO alternativa]
Raccolta di Flashfic celebrative di piccoli momenti di quotidianità fra gli incredibili, assurdamente imprevedibili Damon ed Elena.
Per cercare di immaginare quella serenità da vera coppia che è sempre mancata fra loro.
1. Cane
2. College
3. Marcare
4. Coperte aggrovigliate
5. Soprannomi che potrebbero essere evitati senza rimpianti
6. Giornata di studio
7. Circolo vizioso
8. Caffè
9. Passanti e macchine fotografiche
10. Nessuno sa
11. Domande
12. Tradimento
13. Shopping
14. San Valentino
15. Ian
16. Cappello
Cap. 16:
[...] L'aria salmastra le scompiglia i capelli quando getta la testa all'indietro, ridendo – e non c'è un motivo preciso, in realtà, se non che quella situazione è quasi troppo assurda per essere vera.
Eppure Damon è veramente accanto a lei, un braccio che le avvolge la vita e il suo sguardo vagamente confuso – probabilmente a causa di quell'improvvisa ilarità – che le sfiora il viso come una carezza.
L'ha portata al mare. [...]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Delena e Fluff dilagante'
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N/A - Note dell'Autrice - Premessa


Buonsalve, lettrici.
Okay, d'accordo - questa cosa è compòletamente senza senso e OOC. E' che, non so se voi ci avete mai fatto caso (io mi sto ancora prendendo a legnate perché dopo qualcosa come centocinquanta volte che ho visto la scena non me ne sono mai accorta), nella 3x19, mentre i due adorabili picconcini si stanno divorando a vicenda la faccia spalmati sulla colonna, ad un certo punto Nina ansima un "Ian" piuttosto scandito. Ed è comprensibile, eh - ringrazio sentitamente il post di una ragazza di Faccialibro (non mi ricordo chi è, sooo sorry ç__ç) che mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto catalizzare l'attenzione.
Vorrei seriamente capire come ho fatto a non accorgermene prima.
Vabbe'.

A presto,
la vostra Soqquadro

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Ian

Mai l'amore si interroga o viene interrogato abbastanza, perché non ne ha mai abbastanza di sentire la risposta di conferma, e dietro ogni risposta una nuova domanda, dietro ogni certezza una nuova prospettiva [...]
Hans Urs von Balthasa



Sono sdraiati sul divano, quando lui tira fuori il discorso.

«Posso farti una domanda?» Damon corruga la fronte, lanciandole un'occhiata confusa – si è rabbuiato all'improvviso, come per un ricordo fuggevole che gli è passato per la testa solo in quell'istante.
Elena si accoccola meglio nel suo abbraccio, la coperta che le avvolge le spalle ormai impregnata – come ogni altra cosa in quella casa, del resto – del suo profumo – lascia un bacio sulla sua clavicola, annuendo appena, un sorriso solo accennato che le dipinge le labbra.

«Chi è Ian?» arriccia il naso, un'espressione a metà fra il curioso e il gelosamente risentito che gli deforma il viso «Sai, stanotte l'hai chiamato, chiunque sia – devo preoccuparmi?» scherza, ora, l'ilarità di facciata che gli distende i tratti – eppure i suoi occhi sono ansiosi, riempiti di ombre dalle fiamme inquiete del camino.

Lei si mette seduta fra le sue gambe, voltandosi per guardarlo in faccia – sorvolando sul fatto che hanno già fatto quel discorso, ne sa quanto lui.

Chi è Ian?

Non ne ha mai conosciuti, di Ian – e, quella notte, è sicura di aver sognato lui. Arrossisce.
Chissà a cosa pensa, Damon – deve prendere la sua reazione come una specie di ammissione o qualcosa di altrettanto disastroso, perché prima che possa anche solo parlare si irrigidisce, come contratto – in attesa di un colpo, di un dolore, che non arriverà.

Che uomo assurdo – immediatamente a trarre conclusioni affrettate, a immaginare scenari estremi.

Potrebbe – dovrebbe – persino ritenersi offesa da quel suo pensare male, ma Elena sa che lo fa perché ha paura – Damon ha paura. Ha paura di non essere stato abbastanza – ha paura che tutto possa crollare da un momento all'altro, come la scenografia di una rappresentazione teatrale. Come un castello di carte al primo soffio di vento, fragile.

E allora lei scuote la testa, con forza, prendendogli il volto fra le mani e obbligandolo a guardarla – non permetterà che dubiti. Non di nuovo.
Poggia la fronte sulla sua, senza chiudere gli occhi – e gli sussurra tutto e niente, coprendogli il viso di baci e stringendolo fin quasi a fargli male, fino a che non ricambia la stretta.

«No, no, no. Mi senti? No – io ti amo. Non farei mai una cosa del genere, e lo sai – mai, Damon. Mai.» che uomo assurdo – che uomo meraviglioso, che uomo ferito. E lei continua con quella sua litania rassicurante (come una vecchia ninnananna cantata nel buio – sottovoce).

Damon bisbiglia parole di risposta fra i suoi capelli, carezzandole la schiena – e sembra solo dispiaciuto per averla inquietata.
«Sssh... lo so, lo so... perdonami, Elena... sssh...» e rimangono così per un tempo indefinito, condividendo il respiro.

***

Quella notte, Elena cerca nella memoria, scava – ma continua a non esserci nessun Ian.

Sospira e si volta verso di lui, portandosi dietro il lenzuolo e incastrando le gambe fra le sue – meglio non pensarci più. Prima o poi le verrà in mente – o magari è solo l'ennesima stranezza di Mystic Falls. Qualche fantasma vagante, forse, che si è divertito a entrarle nei sogni – chissà se possono farlo.
Sta per addormentarsi, quando lui mormora qualcosa di confuso – ci mette un attimo a comprendere, poi alza la testa di scatto, sconvolta.

«Mmh... Nina...»

   
 
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