Snakes
and Lionheart
And as the world comes to an end
I’ll be here
to hold your hand
Cause you’re
my king and I’m your lionheart.
A lionheart.
Of monsters and men,
King and Lionheart.
-COSA????-
Sarebbe stata sufficiente una sola manciata di secondi
perché l’elegante tazza di porcellana nelle mani
di Ginevra Molly Weasly si frantumasse in seguito ad un
contatto particolarmente ravvicinato con il pavimento, se Hermione, con
i suoi consueti riflessi pronti, non avesse sfoderato in tempo la
bacchetta e permesso alla tazza di lievitare, ed evitare perlomeno che
una cinquantina di occhi non le squadrassero dubbiosi e curiosi, anche
se non era proprio sicura di aver raggiunto l’ultima parte
dei suoi intenti, visto che,quando si diede qualche occhiata furtiva
intorno, si rese conto che di tutti i presenti nel locale, solo due
paia di occhi guardavano altrove: quelli di Grattastinchi.
-Ginny per favore abbassa la voce, ci stanno guardando
tutti!- sibilò, le guance imporporate.
Per tutta risposta, l’amica con ancora la sua espressione
scioccata impressa sul viso, agitò una mano
nell’aria come se si stesse sbarazzando di un moscerino
fastidioso, a dire come la cosa non la riguardasse.
-Scusa non puoi darmi una notizia del genere e pretendere che io abbia
una reazione dignitosa!-
Per un attimo l’eco della pioggia tamburellante sui vetri si
interpose tra loro, poi Ginny afferrò la tazza che Hermione
aveva posato di nuovo sul tavolo, guardò per un attimo
desolante la sua cioccolata calda, infine sentenziò:- No,
qui ci vuole assolutamente qualcosa di più forte.-
Schioccò il pollice e il medio per richiamare
l’attenzione di una ragazza minuta e ricurva, che si trovava
a pochi tavoli distanti da lei, intenta a prendere altre ordinazioni, e
non appena questa si voltò -Due Whisky Incendiari-
ordinò.
-Ginny- esclamò subito Hermione con disappunto, mentre
sorseggiava piacevolmente la sua cioccolata speziata con cannella e
zenzero
-Questa è una notizia come minimo da quatto bottiglie- fece
l’altra con un tono che non ammetteva repliche.
Poi continuò:
-Quindi fammi capire bene, per cercare un Mangiamorte che con ogni
probabilità ha fatto l’unica cosa utile al mondo
magico e al resto della comunità dando la sua dipartita
cinque anni fa, tu vieni spedita in Scozia a fare comunella con Malfoy
per catturare questo fantomatico tizio, perché una vecchia,
che tra l’altro diciamolo per inciso, crede che Merlino le
faccia visita tutte le notti affidandole profezie sul futuro che a
malapena riescono ad azzeccare il meteo di domani, ha creduto di
averlo visto aggirarsi a Notturn Alley. Ma cosa diavolo passa
nella mente di quei due grandissimi idioti?-sbottò infine
alzando nuovamente la voce, guadagnandosi l’occhiata
perplessa della ragazza che consegnò i due Whisky.
Hermione attese pazientemente che se ne andasse, poi poggiò
la tazza, e sporgendosi in avanti sussurrò- Detta
così sembra davvero una grossa idiozia ma..-
-Perché lo è- lo interruppe l’altra
prima di afferrare il bicchiere e mandare giù in un unico
sorso il liquido ambrato
-Ma- proseguì imperterrita Hermione- queste voci sono state
confermate anche da altri Auror sotto copertura oltre che da Malfoy
che..-
-Non avrei mai pensato di doverlo dire, ma rettifico: ora ha
più credibilità senz’altro la vecchia
signora che vede Merlino-
-Ginny! Malfoy non ha motivo di mentire, non ora che i suoi interessi
personali sono in gioco. Sai benissimo quanto me che ambisce a
restaurare il prestigio e l’orgoglio del suo nome, per non
parlare della poltrona da primo ministro che gli fa gola più
di ogni altra cosa, e poi..- ma si interruppe.
Non sapeva se fosse il caso di continuare.
Anche perché non avrebbe saputo come spiegarlo.
Non riusciva bene a trovare le parole, ma c’era stato
qualcosa che gli aveva letto nello sguardo, o meglio che gli aveva
rubato poco prima che tornasse a vestire la maschera
dell’indecifrabilità, che aveva riconosciuto fin
da subito- quello
stesso senso di vuoto, di mancanza, di confusione che sentiva anche
lei, come se gli altri guardassero un puzzle per cui tutti i pezzi
avessero la loro logica, il loro senso e restituisse loro un immagine
completa che invece quando guardava lei era incompleta, insensata,
mancante di un pezzo che non riusciva ad identificare- che
l’aveva spinta se non a fidarsi, perlomeno a credergli.
-E poi?- insistette invece Ginny per nulla persuasa a voler lasciar
perdere.
Hermione si rigirò la tazza tra le mani per alcuni instanti
prima di parlare, poi rispose -Non so, non mi pareva che stesse
mentendo.-
-Hermione sai benissimo quanto me che Malfoy è un serpente
e..-
-Non ti preoccupare, non abbasserò mai la guardia. Se
volesse farmi del male saprei come difendermi.-
Per un attimo calò il silenzio, e Ginny le strinse
affettuosamente il braccio.
Inaspettatamente dopo però esclamò:
-Oh ma io non mai avuto dubbi sul fatto che sai usare una bacchetta a
dovere. Io intendevo un tutt’altro tipo di
pericolo.-
L’espressione confusa di Hermione si soffermò sul
sorriso sbarazzino e la scintilla maliziosa che le brillava negli
occhi, mentre tentava di capire quella sorta di allusione criptica.
Perché aveva la sensazione che non le sarebbe piaciuto?
-Avanti Herm non posso credere che tu sia tanto sveglia da perderti poi
in un bicchier di succo di zucca. Tutti sanno perché la
natura dei serpenti è doppiamente pericolosa.
Perché ti mordono avvelenandoti con le tue debolezze, ovvio,
ma quello che rende la loro natura così ambigua, il tratto
più pericoloso e affascinante è la tentazione..-
L’espressione confusa di Hermione non dovette mutare di una
virgola, perché Ginny sbuffò, si scolò
il secondo bicchiere e infine esalò quasi esasperata:
-Anche se mi rendo conto che tu abbia delle evidenti
difficoltà, comprensibili si capisce, nel riconoscerlo tale,
Malfoy è un uomo. Anzi, per voler essere più
precisi, e obiettivi, mettendo da parte il suo discutibile carattere,
è un bell’uomo, che a quanto si dice riscuote un
successo non indifferente con le donne.-
Hermione sgranò gli occhi e quasi si strozzò con
il sorso di cioccolata.
-Ginny!- sputacchiò, mentre l’altra
cominciò a ridacchiare. - Direi che un pericolo del genere
è del tutto fuori questione. Sono una mezzosangue ricordi?
Non mischierebbe mai il suo sangue puro con il mio.-
-Non ne sarei cosi sicura Herm. D’altronde è il
sempre il frutto proibito quello che attrae di più un
serpente.-
********
“His crown lid up the way as we
moved slowly
Pass the wondering eyes
of the ones that were left behind.
Though far away, though
far away, though far away
We’re still
the same, we’re still the same, we’re still the
same.(..)
Cause you’re
my king and I’m your lionheart.
A lionheart.”
Of monsters and men,
King and Lionheart.
-COSA?- abbaiò in tutta risposta un Draco Malfoy piuttosto
notevolmente alterato contro un cervo che svaniva in tanti batuffoli
d’argento.
Con quale faccia tosta quell’idiota di Potter aveva avuto la
presunzione di anticipare
un appuntamento che era stato lui a fissare?
“ La partenza
è stata spostata alle 17. Vedi di essere puntuale, o non se
ne fa nulla.”
La sua voce, irritante e fastidiosa, gli
riecheggiò nella mente con le parole pronunciate dal suo
patrono, e lui scosse la tessa con un movimento nervoso, disgustato,
come se stesse scacciando un pensiero particolarmente molesto.
Come diavolo si permetteva di intimargli qualcosa? A lui? A Draco Malfoy?
E cosa poi,di essere puntuale? Lo avrebbe schiantato, al diavolo i
piani, gli accordi e quant’altro! Un tale affronto non poteva
essere tollerato.
E poi lui era un Malfoy, per la miseria, non subiva il tempo degli
eventi, lo scandiva invece.
Dopo essersi lasciato andare, per tutta risposta, ad una sequela di
imprecazioni poco raffinata rispetto al lignaggio del suo nobile
cognome, diede un’occhiata veloce all’orologio
sulla mensola e – Freya- chiamò.
Il tempo di un battito di ciglia e un leggero pop
schioccò nell’aria. L’elfa
domestica comparve dinanzi a lui, con il capo riverenzialmente chinato,
e con voce tremolante,flebile, rispose:
- Il padrone ha chiamato.-
- Prepara i miei bagagli,le cose
essenziali, e lasciali qui davanti la porta.-
- I bagagli sono già pronti,
padron Malfoy, provvederò subito a lasciarli dove il padrone
vuole.-
E così come era comparsa, scomparve, lasciandolo solo con i
suoi pensieri.
Appoggiatosi alla mensola del camino, mentre aspettava che il tempo
scivolasse nel suo oblio, prese a studiare il riflesso del sole
morente, che entrava dalla finestra-balcone a lato,specchiarsi sul
bicchiere di cristallo di cui aveva appena svuotato il liquido ambrato,
con la pretesa di gelare i suoi pensieri, e la tempesta che essi
portavano con sé.
Avrebbe sempre rammentato qual era l’obiettivo per cui era
sceso a patti con il diavolo, anzi no.
Idioti,rettificò
mentalmente subito dopo. Almeno con il diavolo avrebbe avuto la magra
consolazione di condividere lo stesso livello intellettivo e di
astuzia, ma tant’è, gli toccava anche il
gramo mestiere di adattarsi.
Ma rammentare costantemente l’obiettivo era soprattutto
l’unico modo per tenersi al sicuro da lei.
Dagli artigli della cuor
di leone che minacciavano di lacerare la sua
determinazione, ridurre a brandelli la sua volontà, e
squarciare tutto ciò che era, o meglio, che era
rimasto di lui.
“No”,si
disse, e strinse i pugni con forza .
Ciò non sarebbe mai accaduto. Lui, come di sua natura,
avrebbe continuato scivolare verso la sua meta, e alla fine, vincitore,
avrebbe indossato la corona che gli spettava.
Il pendolo che batté le cinque lo riscosse dai suoi pensieri.
Si staccò dal camino, raccolse il cappotto nero che Freya,
silenziosamente, aveva lasciato sulla poltrona, lo indossò
insieme alla sciarpa immacolata che strinse al collo, e afferrato il
bagaglio vicino alla porta, attese con tutta la calma e la
tranquillità del mondo che passassero alcuni minuti.
Quando ritenne di aver atteso abbastanza, si smaterializzò.
Si rese conto di essere arrivato non appena una boccata di aria gelida
rinvigorì i suoi polmoni strozzati per la breve
durata dell’incantesimo.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò in un piccolo
parco giochi abbandonato, appena fuori Little Whinging, e con
l’espressione torva di Harry a pochi metri da lui.
“Ecco.
Già cominciamo con il piede sbagliato”
e non riuscì a trattenere un’espressione
leggermente schifata.
Dopodichè la sua vista fu assorbita interamente
dalla figura incappucciata,accanto, della Mezzosangue che a sua volta
gli restituiva uno sguardo di cristallina determinazione.
- Sei in ritardo, Malfoy.-
proruppe Potter, gelido.
Non lo degnò nemmeno di uno sguardo, e per alcuni secondi la
sua indifferenza lasciava presagire che non lo avrebbe considerato
neppure meritevole di una risposta, quando poi con un ghigno sardonico
di sfida, esordì con tono piatto, come chi ribadisce
l’ennesima ovvietà:
- I Malfoy non sono mai in ritardo,
sono gli altri che arrivano in anticipo.-
Intravide con la coda dell’occhio una maschera di rabbia
calare sul volto di Harry mentre afferrava la bacchetta, allora anche
lui di riflesso sfoderò la sua da sotto il mantello,
perché di certo non avrebbe aspettato di essere schiantato
da quattro occhi per attaccare, quando la mano della mezzosangue si
posò delicata ma con fermezza sul braccio del suo vicino ed
- Harry- lo ammonì –
non abbiamo tempo, dobbiamo sbrigarci se non vogliamo che tutta Londra
lo venga sapere, e allora addio segretezza. –
- La mezzosangue ha ragione –
- NON chiamarla così-
- NON osare dirmi quello
che devo fare- gli sibilò furioso, mentre sentiva
l’ira e la frustrazione aumentare, anche se non era in grado
di capire se in misura maggiore per l’affronto o per quella
mano posata sul braccio che fissava con
un’intensità tale che sembrava un miracolo che non
si fosse già staccato di suo.
- Maschi – sbottò
Hermione – c’è più
probabilità di trovare un minimo di senno un Schiopodo
Sparacoda che in loro. Voi restate pure qui, io andrò da
sola.- e stava per incamminarsi verso un’altalena di ferro,
ormai corrosa dalla ruggine e dal tempo, quando vide Harry fermarla di
nuovo, afferrandole un braccio – Hermione stai dimenticando
questi- e le consegnò delle ciocche di capelli neri, e una
boccetta.
“Sfregiato
vuole perdere entrambe le braccia oggi.”
Il pensiero gli balenò nella mente prima che potesse tentare
di controllarsi, e seppe anche che non solo quello era il momento
peggiore per chiedersi perché, ma la domanda in
sé era la peggiore che potesse rivolgersi. Non tanto per la
domanda.
Quanto per la scomoda risposta.
E lui, da bravo erede della casata Malfoy, aveva applicato il principio
che fin da piccolo suo padre gli aveva insegnato: “non
esistono verità scomode, esiste il potere, e chi ha il
potere decide la verità.”
Ma sulla sua efficacia cominciava ad avere ragionevoli dubbi.
- Oh giusto, grazie Harry – gli
sorrise e lo salutò, abbracciandolo.
Lui distolse lo sguardo, non avrebbe potuto sopportare oltre,
gli volse quindi le spalle e si avviò invece verso
l’altalena, dove avrebbero trovato ai suoi piedi uno piccolo
specchio rosa per bambine, la loro passaporta.
Attese che lo raggiungesse, e quando la sentì vicina si
piegò sulle ginocchia, si voltò a guardarla per
concordare il momento della partenza.
- Pronto?- sussurrò flebile
lei.
- Io sono nato pronto, mezzosangue.-
La vide per tutta risposta sbuffare e alzare gli occhi al cielo, non
prima però di essersi lasciata scappare un piccolo sorriso
fugace, e fu in quel momento che una consapevolezza improvvisa lo
paralizzò.
La consapevolezza che poteva conquistare tutte le corone che voleva, le
avrebbe sempre stese ai suoi piedi, perché l’unico
regno di cui voleva essere re era il cuore della cuor di leone.
Io sarò il
tuo re e tu la mia cuor di leone.
Note
dell'autrice.
Sorpresa!
Ho deciso
invece, anche se di questo capitolo non sono molto sicura ed
è da molto che lo sto rimodellando, di pubblicare prima del
previsto.
Prima del
previsto, si fa per dire.
Ancora una
volta mi scuso per il ritardo, causato sempre per i soliti motivi che
non sto a ribadire (e che ormai avrete imparato a memoria).
Qualche
piccolo appunto prima di lasciarvi alla lettura.
Freya,l'elfa
domestica, è un personaggio di mia invenzione.
E
se vi state chiedendo
perchè Ron non è comparso al momento
della partenza, abbiate fede vi dico, sarà presto rivelato.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura, nonostante
rilegga molte volte, ogni volta trovo un nuovo orrore.
Non posso fare altro che ringraziarvi e dare il benvenuto ai nuovi
lettori.
E con questo, vi auguro una splendida domenica.
Lily.
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