Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lilyblack23    02/03/2014    1 recensioni
La vide immobilizzarsi per la sorpresa, combattuta dall'istinto di ritrarsi, ma non si mosse di un centimetro.
-Giusto, perché lei è la santa che ha salvato il mondo magico, ed io il bastardo peccatore che lo ha corrotto.E i santi non si alleano con i peccatori, ma restano a guardarli dal loro podio di magnificenza mentre si consumano nel fuoco delle loro colpe.-
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Snakes  and Lionheart


And as the world comes to an end
I’ll be here to hold your hand
Cause you’re my king and I’m your lionheart.
A lionheart.

Of monsters and men, King and Lionheart.





-COSA????-
Sarebbe stata sufficiente una sola manciata di secondi perché l’elegante tazza di porcellana nelle mani di Ginevra Molly Weasly  si frantumasse in seguito ad un contatto particolarmente ravvicinato con il pavimento, se Hermione, con i suoi consueti riflessi pronti, non avesse sfoderato in tempo la bacchetta e permesso alla tazza di lievitare, ed evitare perlomeno che una cinquantina di occhi non le squadrassero dubbiosi e curiosi, anche se non era proprio sicura di aver raggiunto l’ultima parte dei suoi intenti, visto che,quando si diede qualche occhiata furtiva intorno, si rese conto che di tutti i presenti nel locale, solo due paia di occhi guardavano altrove: quelli di Grattastinchi.
-Ginny per favore abbassa la voce, ci stanno guardando tutti!-  sibilò, le guance imporporate.
Per tutta risposta, l’amica con ancora la sua espressione scioccata impressa sul viso, agitò una mano nell’aria come se si stesse sbarazzando di un moscerino fastidioso, a dire come la cosa non la riguardasse.
-Scusa non puoi darmi una notizia del genere e pretendere che io abbia una reazione dignitosa!-
Per un attimo l’eco della pioggia tamburellante sui vetri si interpose tra loro, poi Ginny afferrò la tazza che Hermione aveva posato di nuovo sul tavolo, guardò per un attimo desolante la sua cioccolata calda, infine sentenziò:- No, qui ci vuole assolutamente qualcosa di più forte.-
Schioccò il pollice e il medio per richiamare l’attenzione di una ragazza minuta e ricurva, che si trovava a pochi tavoli distanti da lei, intenta a prendere altre ordinazioni, e non appena questa si voltò -Due Whisky Incendiari- ordinò.
-Ginny- esclamò subito Hermione con disappunto, mentre sorseggiava piacevolmente la sua cioccolata speziata con cannella e zenzero
-Questa è una notizia come minimo da quatto bottiglie- fece l’altra con un tono che non ammetteva repliche.
Poi continuò:
-Quindi fammi capire bene, per cercare un Mangiamorte che con ogni probabilità ha fatto l’unica cosa utile al mondo magico e al resto della comunità dando la sua dipartita cinque anni fa, tu vieni spedita in Scozia a fare comunella con Malfoy per catturare questo fantomatico tizio, perché una vecchia, che tra l’altro diciamolo per inciso, crede che Merlino le faccia visita tutte le notti affidandole profezie sul futuro che a malapena riescono ad azzeccare il meteo di domani, ha creduto di averlo visto aggirarsi a Notturn Alley.  Ma cosa diavolo passa nella mente di quei due grandissimi idioti?-sbottò infine alzando nuovamente la voce, guadagnandosi l’occhiata perplessa della ragazza che consegnò i due Whisky.
Hermione attese pazientemente che se ne andasse, poi poggiò la tazza, e sporgendosi in avanti sussurrò- Detta così sembra davvero una grossa idiozia ma..-
-Perché lo è- lo interruppe l’altra prima di afferrare il bicchiere e mandare giù in un unico sorso il liquido ambrato
-Ma- proseguì imperterrita Hermione- queste voci sono state confermate anche da altri Auror sotto copertura oltre che da Malfoy che..-
-Non avrei mai pensato di doverlo dire, ma rettifico: ora ha più credibilità senz’altro la vecchia signora che vede Merlino-
-Ginny! Malfoy non ha motivo di mentire, non ora che i suoi interessi personali sono in gioco. Sai benissimo quanto me che ambisce a restaurare il prestigio e l’orgoglio del suo nome, per non parlare della poltrona da primo ministro che gli fa gola più di ogni altra cosa, e poi..- ma si interruppe.
Non sapeva se fosse il caso di continuare.
Anche perché non avrebbe saputo come spiegarlo.
Non riusciva bene a trovare le parole, ma c’era stato qualcosa che gli aveva letto nello sguardo, o meglio che gli aveva rubato poco prima che tornasse a vestire la maschera dell’indecifrabilità, che aveva riconosciuto fin da subito- quello stesso senso di vuoto, di mancanza, di confusione che sentiva anche lei, come se gli altri guardassero un puzzle per cui tutti i pezzi avessero la loro logica, il loro senso e restituisse loro un immagine completa che invece quando guardava lei era incompleta, insensata, mancante di un pezzo che non riusciva ad identificare- che l’aveva spinta se non a fidarsi, perlomeno a credergli.
-E poi?- insistette invece Ginny per nulla persuasa a voler lasciar perdere.
Hermione si rigirò la tazza tra le mani per alcuni instanti prima di parlare, poi rispose -Non so, non mi pareva che stesse mentendo.-
-Hermione sai benissimo quanto me che Malfoy è un serpente e..-
-Non ti preoccupare, non abbasserò mai la guardia. Se volesse farmi del male saprei come difendermi.-
Per un attimo calò il silenzio, e Ginny le strinse affettuosamente il braccio.
Inaspettatamente dopo però esclamò:
-Oh ma io non mai avuto dubbi sul fatto che sai usare una bacchetta a dovere. Io intendevo un tutt’altro  tipo di pericolo.-
L’espressione confusa di Hermione si soffermò sul sorriso sbarazzino e la scintilla maliziosa che le brillava negli occhi, mentre tentava di capire quella sorta di allusione criptica. Perché aveva la sensazione che non le sarebbe piaciuto?
-Avanti Herm non posso credere che tu sia tanto sveglia da perderti poi in un bicchier di succo di zucca. Tutti sanno perché la natura dei serpenti è doppiamente pericolosa. Perché ti mordono avvelenandoti con le tue debolezze, ovvio, ma quello che rende la loro natura così ambigua, il tratto più pericoloso e affascinante è la tentazione..-
L’espressione confusa di Hermione non dovette mutare di una virgola, perché Ginny sbuffò, si scolò il secondo bicchiere e infine esalò quasi esasperata:
-Anche se mi rendo conto che tu abbia delle evidenti difficoltà, comprensibili si capisce, nel riconoscerlo tale, Malfoy è un uomo. Anzi, per voler essere più precisi, e obiettivi, mettendo da parte il suo discutibile carattere, è un bell’uomo, che a quanto si dice riscuote un successo non indifferente con le donne.-
Hermione sgranò gli occhi e quasi si strozzò con il sorso di cioccolata.
 -Ginny!- sputacchiò, mentre l’altra cominciò a ridacchiare. - Direi che un pericolo del genere è del tutto fuori questione. Sono una mezzosangue ricordi? Non mischierebbe mai il suo sangue puro con il mio.-
-Non ne sarei cosi sicura Herm. D’altronde è il sempre il frutto proibito quello che attrae di più un serpente.-




                                                                                                                                     ********




His crown lid up the way as we moved slowly
Pass the wondering eyes of the ones that were left behind.
Though far away, though far away, though far away
We’re still the same, we’re still the same, we’re still the same.(..)
Cause you’re my king and I’m your lionheart.
A lionheart.”
Of monsters and men, King and Lionheart.





-COSA?- abbaiò in tutta risposta un Draco Malfoy piuttosto notevolmente alterato contro un cervo che svaniva in tanti batuffoli d’argento.
Con quale faccia tosta quell’idiota di Potter aveva avuto la presunzione di anticipare un appuntamento che era stato lui a fissare?
La partenza è stata spostata alle 17. Vedi di essere puntuale, o non se ne fa nulla.
 La sua voce, irritante e fastidiosa, gli riecheggiò nella mente con le parole pronunciate dal suo patrono, e lui scosse la tessa con un movimento nervoso, disgustato, come se stesse scacciando un pensiero particolarmente molesto.
Come diavolo si permetteva di intimargli qualcosa? A lui? A  Draco Malfoy? E cosa poi,di essere puntuale? Lo avrebbe schiantato, al diavolo i piani, gli accordi e quant’altro! Un tale affronto non poteva essere tollerato.
E poi lui era un Malfoy, per la miseria, non subiva il tempo degli eventi, lo scandiva invece.
Dopo essersi lasciato andare, per tutta risposta, ad una sequela di imprecazioni poco raffinata rispetto al lignaggio del suo nobile cognome, diede un’occhiata veloce all’orologio sulla mensola e – Freya-  chiamò.
Il tempo di un battito di ciglia e un leggero pop schioccò nell’aria.  L’elfa domestica comparve dinanzi a lui, con il capo riverenzialmente chinato, e con voce tremolante,flebile, rispose:
-    Il padrone ha chiamato.-
-    Prepara i miei bagagli,le cose essenziali, e lasciali qui davanti la porta.-
-    I bagagli sono già pronti, padron Malfoy, provvederò subito a lasciarli dove il padrone vuole.-
E così come era comparsa, scomparve, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Appoggiatosi alla mensola del camino, mentre aspettava che il tempo scivolasse nel suo oblio, prese a studiare il riflesso del sole morente, che entrava dalla finestra-balcone a lato,specchiarsi sul bicchiere di cristallo di cui aveva appena svuotato il liquido ambrato, con la pretesa di gelare i suoi pensieri, e la tempesta che essi portavano con sé.
Avrebbe sempre rammentato qual era l’obiettivo per cui era sceso a patti con il diavolo, anzi no.
Idioti,rettificò mentalmente subito dopo. Almeno con il diavolo avrebbe avuto la magra consolazione di condividere lo stesso livello intellettivo e di astuzia, ma tant’è, gli toccava anche il gramo  mestiere di adattarsi.
Ma rammentare costantemente l’obiettivo era soprattutto l’unico modo per tenersi al sicuro da lei.
Dagli artigli della cuor di leone che minacciavano di lacerare la sua determinazione, ridurre a brandelli la sua volontà, e squarciare tutto  ciò che era, o meglio, che era rimasto di lui.
No”,si disse, e strinse i pugni con forza .
Ciò non sarebbe mai accaduto. Lui, come di sua natura, avrebbe continuato scivolare verso la sua meta, e alla fine, vincitore, avrebbe indossato la corona che gli spettava
.
Il pendolo che batté le cinque lo riscosse dai suoi pensieri.
Si staccò dal camino, raccolse il cappotto nero che Freya, silenziosamente, aveva lasciato sulla poltrona, lo indossò insieme alla sciarpa immacolata che strinse al collo, e afferrato il bagaglio vicino alla porta, attese con tutta la calma e la tranquillità del mondo che passassero alcuni minuti.
Quando ritenne di aver atteso abbastanza, si smaterializzò.
Si rese conto di essere arrivato non appena una boccata di aria gelida rinvigorì i suoi polmoni strozzati per la  breve durata dell’incantesimo.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò in un piccolo parco giochi abbandonato, appena fuori Little Whinging, e con l’espressione torva di Harry a pochi metri da lui.
Ecco. Già cominciamo con il piede sbagliato” e non riuscì a trattenere un’espressione leggermente schifata.
 Dopodichè la sua vista fu assorbita interamente dalla figura incappucciata,accanto, della Mezzosangue che a sua volta gli restituiva uno sguardo di  cristallina determinazione.
-    Sei in ritardo, Malfoy.-  proruppe Potter, gelido.
Non lo degnò nemmeno di uno sguardo, e per alcuni secondi la sua indifferenza lasciava presagire che non lo avrebbe considerato neppure meritevole di una risposta, quando poi con un ghigno sardonico di sfida, esordì con tono piatto, come chi ribadisce l’ennesima ovvietà:
-    I Malfoy non sono mai in ritardo, sono gli altri che arrivano in anticipo.-
Intravide con la coda dell’occhio una maschera di rabbia calare sul volto di Harry mentre afferrava la bacchetta, allora anche lui di riflesso sfoderò la sua da sotto il mantello, perché di certo non avrebbe aspettato di essere schiantato da quattro occhi per attaccare, quando la mano della mezzosangue si posò delicata ma con fermezza sul braccio del suo vicino ed
-    Harry- lo ammonì – non abbiamo tempo, dobbiamo sbrigarci se non vogliamo che tutta Londra lo venga sapere, e allora addio segretezza. –
-    La mezzosangue ha ragione –
-    NON chiamarla così-
-    NON osare dirmi quello che devo fare- gli sibilò furioso, mentre sentiva l’ira e la frustrazione aumentare, anche se non era in grado di capire se in misura maggiore per l’affronto o per quella mano posata sul braccio che fissava con un’intensità tale che sembrava un miracolo che non si fosse già staccato di suo.
-    Maschi – sbottò Hermione – c’è più probabilità di trovare un minimo di senno un Schiopodo Sparacoda che in loro. Voi restate pure qui, io andrò da sola.- e stava per incamminarsi verso un’altalena di ferro, ormai corrosa dalla ruggine e dal tempo, quando vide Harry fermarla di nuovo, afferrandole un braccio – Hermione stai dimenticando questi- e le consegnò delle ciocche di capelli neri, e una boccetta.
Sfregiato vuole perdere entrambe le braccia oggi.”
Il pensiero gli balenò nella mente prima che potesse tentare di controllarsi, e seppe anche che non solo quello era il momento peggiore per chiedersi perché, ma la domanda in sé era la peggiore che potesse rivolgersi. Non tanto per la domanda.
Quanto per la scomoda risposta.
E lui, da bravo erede della casata Malfoy, aveva applicato il principio che fin da piccolo suo padre gli aveva insegnato: “non esistono verità scomode, esiste il potere, e chi ha il potere decide la verità.”
Ma sulla sua efficacia cominciava ad avere ragionevoli dubbi.
-    Oh giusto, grazie Harry – gli sorrise e lo salutò, abbracciandolo.
Lui distolse lo sguardo, non avrebbe potuto sopportare oltre,  gli volse quindi le spalle e si avviò invece verso l’altalena, dove avrebbero trovato ai suoi piedi uno piccolo specchio rosa per bambine, la loro passaporta.
Attese che lo raggiungesse, e quando la sentì vicina si piegò sulle ginocchia, si voltò a guardarla per concordare il momento della partenza.
-    Pronto?- sussurrò flebile lei.
-    Io sono nato pronto, mezzosangue.-
La vide per tutta risposta sbuffare e alzare gli occhi al cielo, non prima però di essersi lasciata scappare un piccolo sorriso fugace, e fu in quel momento che una consapevolezza improvvisa lo paralizzò.
La consapevolezza che poteva conquistare tutte le corone che voleva, le avrebbe sempre stese ai suoi piedi, perché l’unico regno di cui voleva essere re era il cuore della cuor di leone.
Io sarò il tuo re e tu la mia cuor di leone.






















Note dell'autrice.
Sorpresa!
Ho deciso invece, anche se di questo capitolo non sono molto sicura ed è da molto che lo sto rimodellando, di pubblicare prima del previsto.
Prima del previsto, si fa per dire.
Ancora una volta mi scuso per il ritardo, causato sempre per i soliti motivi che non sto a ribadire (e che ormai avrete imparato a memoria).
Qualche piccolo appunto prima di lasciarvi alla lettura.
Freya,l'elfa domestica, è un personaggio di mia invenzione.
E
se vi state chiedendo perchè Ron non è comparso al  momento della partenza, abbiate fede vi dico, sarà presto rivelato.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori di battitura, nonostante rilegga molte volte, ogni volta trovo un nuovo orrore.
Non posso fare altro che ringraziarvi e dare il benvenuto ai nuovi lettori.
E con questo, vi auguro una splendida domenica.

Lily.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lilyblack23